Pioli: "La finale dell’Heysel eravamo tutti convinti che
si sarebbe rigiocata" "Eh, l’Heysel… C’ero e fui
anche l’unico giocatore a vedere l’inizio di tutto. Piede
ingessato per la frattura al quinto metatarso, dunque ero
già in tribuna con un dirigente allo scoppio dei primi tafferugli
nel settore Z. Ci ordinarono di tornare giù e non vidi il
crollo, in compenso nei corridoi della zona spogliatoi cominciò
a passare gente sanguinante: sirene delle ambulanze una
dietro l’altra, ma dei morti avremmo saputo solo dopo. La
finale la vidi a bordo campo, surreale. Ci avevano detto
"Si va in campo per 45’, il tempo di far dividere i tifosi
alle forze dell’ordine": eravamo tutti convinti che si sarebbe
rigiocata". E’ un passaggio della lunga intervista di Stefano
Pioli, oggi allenatore della Fiorentina, a La Gazzetta dello
Sport. Pioli, infatti, dopo gli esordi col Parma militò
in bianconero per tre stagioni fra il 1984 ed il 1987, vincendo,
come fra l’altro racconta in un altro passaggio, la Coppa
Intercontinentale a Tokio contro l’Argentinos Juniors.
4 gennaio 2018
Fonte: Jn24.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO 2018
Derby di Liverpool: il ricordo delle vittime dell'Heysel
è da brividi
Venerdì scorso Liverpool ed
Everton si sono sfidati ad Anfield Road in un match di FA
Cup vinto dai Reds con rete decisiva messa a segno da Virgil
Van Dijk. I tifosi ospiti, arrivati ovviamente in massa
ad Anfield Road, hanno voluto ricordare le 39 vittime dello
stadio Heysel con degli adesivi che sono stati appiccicati
in ogni seggiolino del settore ospiti di Anfield Road.
Gli "stickers" sono un attacco frontale al Liverpool descritto
come un club: "Offeso da tutto ma che non si vergogna di
niente", poi una doppia scritta in italiano ed inglese:
"Noi ricordiamo il 39" con loghi di Everton e, appunto,
Juventus. Oltre a questa iniziativa i tifosi dei Toffees
hanno anche abbandonato il settore ospiti al minuto numero
39.
12 gennaio 2018
Fonte: Ilbianconero.com
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO 2018
A
Meda
Sul palco la tragedia
dell’Heysel
Raccontare la tragedia
dell’Heysel in un’opera teatrale. Lo ha fatto David
Gramiccioli in "Heysel tutti sapevano tranne loro", che
lui stesso interpreta e in cui narra quella terribile
sera del 29 maggio 1985 allo stadio di Bruxelles, dove
si giocava la finale di Coppa dei campioni tra la
Juventus e il Liverpool. Quando il crollo di un muretto
dello stadio di Bruxelles, sotto la spinta dei tifosi
bianconeri che cercavano di scappare dall’assalto degli
hooligans inglesi, provocò la morte di 39 di loro.
L’opera andrà in scena stasera, promossa dallo Juventus
Club di Meda, nel salone polifunzionale dell’oratorio
San Crocifisso di Meda.
19 gennaio 2018
Fonte: Tuttosport
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO 2018
Juventus e Fiorentina
sono appena scese in campo per il riscaldamento pre-partita
ma come riporta Sky Sport i tifosi della Viola si sono
già fatti riconoscere. All'ingresso delle squadre in
campo, infatti, dagli spalti si sono alzati i soliti
spregevoli cori sulla strage dello stadio Heysel. La
Fiorentina si era già espressa in settimana condannando
gli adesivi sparsi in giro per la città e che
richiamavano alla strage del 1985. Fiorentina-Juve
inizia con il piede sbagliato.
9 febbraio 2018
Fonte: Ilbianconero.com
ARTICOLI STAMPA e WEB FEBBRAIO 2018
Ogni anno Firenze mette la civiltà in soffitta, +39
merita rispetto
di Marco Sanfelici
E' del tutto evidente
che il fango, su cui una generazione di giovani si buttò
a capo fitto oltre 50 anni fa in riva all'Arno, non è
stato asportato interamente. Ogni anno che fa Iddio,
allo scoccare dell'ora fatale, in cui i destini di una
squadra piccola piccola, espressione di una città carica
di storia e di Medioevo, si incontrano con un'altra
squadra, grande grande, espressione di una città 3 volte
più estesa e di milioni di aficionados nel mondo, il
fango non del tutto rimosso affiora. Inutile cercarlo
all'imbocco di Ponte Vecchio o al limitar degli Uffizi,
esso alberga nell'ignoranza e nell'idiozia di degeneri
discendenti di Lorenzo il Magnifico. Le bestie umane
sono la peggior razza del mondo animale e tante di esse
si mettono addosso una maglia viola ed un numero sulla
schiena. Hanno un bel da dire che il calcio non fa parte
del quotidiano. Non solo ne fa parte in maniera
massiccia, ma è talmente pregnante da scandire per certi
idioti l'appuntamento dell'anno. A Firenze per fortuna
esiste la cultura e la civiltà, perciò sarebbe bello
vedere un esempio che parta dalle cariche istituzionali
che si fregiano del Giglio e che una volta per tutte
condannassero la barbarie. Niente di niente, tutto tace.
Signor sindaco, fino a quando dovrà abusare della nostra
pazienza ? (Cito Cicerone in italiano, perché sia chiaro
a tutti, bestie comprese).
In questi giorni han ripreso a circolare i
soliti dementi "-39" su sfondo viola, con aggiunto un
"nessun rispetto" che sancisce inequivocabilmente la
minuta consistenza della materia cerebrale degli autori.
Poveretti, ignoranti come sono di certo ignorano che la
Toscana è la regione che più è stata colpita la sera
della finale di Coppa dei Campioni in quel dell'Heysel.
Povera gente, chi glielo dice che nel numero di morti
che offendono, 4 erano francesi, 2 erano belgi ed 1
irlandese ? Che cosa c'entrano con la Juventus ? Questo
becerume ignorante non sa di sicuro che tra i 32
italiani che trovarono la morte a Bruxelles, 3 erano
tifosi dell'Inter, andati ad una partita per fare un
viaggio in compagnia di amici juventini. La vergogna si
faccia carico di sotterrarli con ignominia, questa
lurida escrescenza di ominidi. Ho amici che sono
fortunatamente tornati, anche se senza scarpe, lasciate
sugli spalti della curva Z mentre cercavano una via di
fuga. Ho amici che hanno perduto i loro cari in quella
maledetta notte e che dal 29 di maggio del 1985 hanno
dovuto inventarsi una
vita "altra", perché quella
precedente è stata spazzata via per una partita di
calcio. Eppure, in questo Paese che non merita la P
maiuscola si permette che la memoria dei morti venga
infangata con così tanta leggerezza. Il tifo è un conto,
viscerale, totale, cieco fin quanto si vuole; l'offesa
ai caduti è un reato e col tifo non ha nulla da
spartire. A Torino regna il rispetto per la tragedia di
Superga, anche perché la Basilica ci osserva ogni giorno
ricordando a tutti, granata e bianconeri, la sciagura
che il 4 maggio 1949 ha colpito la collettività
torinese.
Tranquilli, ho sentito
dichiarare, gli adesivi sono quelli dello scorso anno.
Se il rimedio doveva essere meglio del danno, si è persa
un'occasione. Dunque, signor sindaco, gli adesivi sono
lì da un anno senza che nessun assessore della sua
giunta abbia anche solo pensato a farli rimuovere ?
Dunque lei è complice di una certa maniera di fare tifo
nella sua città. Un anno, quanto è vero Iddio, un anno
che a Firenze non si è fatto nulla. E la società
Fiorentina, dov'è ? Troppo impegnata a trattare con le
frange ultras, per un fruttuoso "quieto vivere" ? Altri
complici: avanti c'è posto. Fino a quando qualcuno non
avrà il coraggio di dichiarare la tragedia dell'Heysel,
una tragedia nazionale e non un fatto circoscritto alla
sola Juventus, la solfa non cambierà. Perché questa è la
chiave: gli inglesi erano di Liverpool, ma non solo.
Erano pronti a vendicare le botte prese l'anno prima a
Roma. Non facevano distinzione di maglia, tutti italiani
da attaccare. E così fecero. Se a Firenze ci fosse una
squadra degna di partecipare alla Champions League,
forse per paradosso quella sera di maggio a Bruxelles ci
sarebbero stati fiorentini nella curva maledetta, al
posto degli juventini,
oggetto delle attenzioni
criminali di inglesi "fatti" dall'alcool. Magari oggi
qualche viola andrebbe cercando comprensione, invece di
dare dimostrazione di sconcio umano. Gli inglesi non
distinsero tra borgatari romani e famiglie col biglietto
dell'ultimo momento e tanti toscani tra loro. Sappiatelo.
9 febbraio 2018
Fonte: Ilbianconero.com
ARTICOLI STAMPA e WEB FEBBRAIO 2018
Intervista a
Iuliana Bodnari
"Siamo i custodi di una
memoria, lo facciamo per amore"
di Daniela Russo
In occasione di
Fiorentina-Juventus abbiamo voluto dar voce a Iuliana
Bodnari che cura, insieme al marito Rossano Garlassi, il
"Comitato per non dimenticare l’Heysel" di Reggio
Emilia.
Si avvicina
Fiorentina-Juventus. Si comprende purtroppo dai cartelli
sparsi in giro per il capoluogo toscano, che inneggiano
tristemente alle povere vittime della tragedia
dell’Heysel, con quel -39 a mo’ di proclama ignaro del
sangue, delle lacrime, del dolore di cui si fa carico.
Un gesto scellerato che va avanti da anni ormai senza
che si riesca a sradicare, a eliminare. Accomunato al
semplice sfottò calcistico, ma che di ironia ha solo
quello della sorte di tutte quelle sventurate persone,
travolte dalla follia di un gruppo di hooligans nella
notte del 29 maggio 1985. Per l’occasione abbiamo dato
voce a chi ogni giorno si batte affinché si porti
rispetto alla memoria di quel sanguinoso evento: Iuliana
Bodnari che, insieme al marito Rossano presiede il
"Comitato per non dimenticare l’Heysel", con sede a
Reggio Emilia.
Iuliana, come nasce
l’idea e la realizzazione del Comitato ?
"Il Comitato nasce nel
2007, per salvaguardare il Monumento alla Memoria
dell’Heysel. Una singolare opera d’arte realizzata da un
artista fiammingo, Gido Vanlessen, e presentata durante
i Campionati del Mondo del 1990 a Verona, città che
ospitava il Belgio. La particolare scultura, che ricalca
i piletti dello stadio Heysel, fu poi esposta a Reggio
Emilia in memoria di Claudio Zavaroni, concittadino
rimasto vittima quella maledetta sera del 1985. Non
avendo il Comune la possibilità di acquistare l’opera,
ci pensarono le Cooperative di sinistra: fu così che il
Monumento trovò definitiva collocazione di fronte allo
stadio Mirabello, nel 1991″.
Voi però entrate in
scena nel 2007…
"Sì. Dopo tutti quegli
anni all’ aperto, esposto a pioggia, vento, neve il
monumento era completamente rovinato. Ci sono voluti due
anni soltanto per farci ricevere in Comune e mettere le
autorità con le spalle al muro. Mio marito ed io ci
siamo fatti carico di tutte le spese di ristrutturazione
- il Comitato infatti non ha alcuno scopo di lucro - e
il 1° Novembre 2008 abbiamo celebrato la prima
commemorazione".
Come è cresciuto il
Comitato ?
"Soprattutto con la
partecipazione della gente. Le persone sono attirate
dall’unicità del monumento, dalla particolarità che
inevitabilmente chiama visite e curiosità, e per questo
ce ne prendiamo molta cura: nel 2013 abbiamo persino
realizzato una copertura per la neve (per la pioggia è
un po’ più complicato, perché penetra comunque).
L’attenzione deve essere sempre vigile: basta anche solo
una coccarda bianconera dimenticata a offrire il
pretesto di danneggiare l’opera.
Quando abbiamo aperto la pagina
Facebook, la generosità dei tifosi ci ha sorpresi ed
emozionati: nel giro di due anni erano rientrate tutte
le nostre spese ! Noi avevamo preventivato con ottimismo
cinque anni…".
Cosa si può fare per
evitare situazioni come questa recentissima di Firenze ?
"Noi cerchiamo sempre
di sensibilizzare l’attenzione delle autorità. In questo
caso ho inviato una mail al Sindaco di Firenze, per
chiedergli di intervenire affinché l’episodio non si
ripeta. Addirittura per le strade di Firenze c’erano
turisti che chiedevano informazioni ai cittadini
riguardo ai cartelli con i numeri delle vittime, non è
una cosa normale. La verità è che se non si è colpiti da
vicino dalle tragedie, queste non si capiscono. E’
disumano usare la morte come un semplice sfottò
calcistico, è una cosa che mi addolora profondamente".
Veramente esistono
tifosi che non conoscono la storia del 29 maggio ?
"Sì, può sembrare
assurdo ma anche tra gli stessi tifosi della Juventus !
Per questo è importante il lavoro di tutela e di
conservazione della memoria, un lavoro fatto con amore.
Bisognerebbe vederli, i familiari delle vittime.
Bisognerebbe vedere la mamma di Claudio Zavaroni che non
manca mai a una commemorazione: suo figlio, un
appassionato fotografo, lottò fino alla fine per cercare
di salvare qualcuno nella ressa, ma quando crollarono le
transenne fu travolto. E identificarlo per la famiglia
fu un’agonia: aveva l’abitudine di girare sempre senza
carta d’identità…".
E’ stata veramente una
maledizione per la Juventus quella serata ?
"La verità è che quello
che è accaduto poteva succedere a qualunque squadra:
l’anno precedente, durante Roma-Liverpool, dopo che un
tifoso inglese fu accoltellato gli ultras giurarono
vendetta. E così è stato: purtroppo è capitato alla
Juventus. Queste tragedie devono essere ricordate non
per deridere, ma per capire che quando viene a mancare
la sicurezza pubblica la rovina è dietro l’angolo, per
tutti. E’ quello che cerchiamo di trasmettere
soprattutto ai più giovani".
Che rapporto avete con
la società Juventus ?
"Prima della dirigenza
di Andrea Agnelli, non abbiamo mai neanche osato
interpellare la società. Per la triade, ad esempio, il
tema Heysel era considerato un tabù. E’ stato solo con
l’avvento di Andrea alla presidenza che è iniziata una
comunicazione: per il venticinquesimo anniversario della
tragedia ci ha invitati alla commemorazione a Torino,
noi non potendo mancare alla nostra abbiamo mandato dei
membri. Ogni anno per il 29 maggio ci invia una lettera
che leggiamo in pubblico e dei fiori; inoltre ci ha
donato diversi gadget firmati dai giocatori da vendere
alle aste, partecipando così in qualche modo alle nostre
spese. E’ stata importante questa apertura:
sinceramente, il silenzio della Juventus osservato in
passato ci aveva fatto male".
Partecipate ad altre
iniziative simili alle vostre ?
"Partecipiamo a ogni
evento, manifestazione o altro che ricordi le vittime
dell’ Heysel: è un modo per conoscere e comunicare
sempre di più. A Meda, in diverse occasioni è andato in
scena un monologo teatrale molto toccante dal titolo
"Heysel, tutti sapevano tranne loro". L’intento è sempre
lo stesso: tutelare la memoria. Oggi dimentichiamo
troppo facilmente, tutto passa a grande velocità e non
vogliamo più fare lo sforzo di ascoltare, di leggere. Ma
la memoria è troppo importante: bisogna proteggerla,
quasi coccolarla".
Parole piene di
rispetto, di sensibilità e consapevolezza quelle di
Iuliana. Una donna che ha capito il dolore a contatto
con i familiari, che lotta per fare in modo che questo
dolore non sia infangato, irriso e prostituito su
cartelloni in giro per le strade di una città. Perché lo
ha detto lei stessa: soltanto noi possiamo essere gli
amorevoli custodi della memoria.
9 febbraio 2018
Fonte: Golditacco.it
ARTICOLI STAMPA e WEB FEBBRAIO 2018
Adesivi sull'Heysel, la Fiorentina chiarisce: "Colpa del
Comune"
La Fiorentina ha voluto
chiarire la situazione che avevamo denunciato questa
mattina, relativa agli indegni adesivi sparsi per
Firenze e inneggianti alle vittime dello stadio Heysel.
La società viola ha precisato che gli stessi non
sono comparsi nelle ultime ore, ma già dallo scorso
anno. Il Comune, che si sarebbe dovuto occupare della
loro rimozione, non lo ha mai fatto. A quattro giorni da
Fiorentina-Juventus, ciò che rimane per le vie di
Firenze è - oggi come un anno fa - un odio censurabile e
privo di qualsiasi giustificazione.
5 febbraio 2018
Fonte: Ilbianconero.com
ARTICOLI STAMPA e WEB FEBBRAIO 2018
Ennesima vergogna
a Firenze
Città tappezzata con
adesivi inneggianti morti Heysel: "-39, nessun rispetto"
Nella settimana di
Fiorentina-Juventus, da Firenze arrivano ancora immagini
vergognose. Come riporta Calciomercato.com, infatti,
sono spuntati in diverse zone della città adesivi
inneggianti ai morti dell'Heysel. Uno di questi è stato
immortalato sull'asfalto, in zona Sant'Ambrogio, a un km
circa dallo stadio Artemio Franchi. L'adesivo recita:
"-39, nessun rispetto". Insomma, la settimana di
Fiorentina-Juve non comincia nel migliore dei modi. Chi
di dovere si impegni per fare luce sull'accaduto e
soprattutto per perseguire l'autore o gli autori di
questi ignobili messaggi.
5 febbraio 2018
Fonte: Tuttojuve.com
ARTICOLI STAMPA e WEB FEBBRAIO 2018
Vergogna Fiorentina prima della Juve !
I tifosi: "-39, nessun
rispetto"
Che vergogna a Firenze,
nella settimana della Juve. Il motivetto è sempre il
solito, ed è sempre spregevole. Mancano 4 giorni alla
sfida tra Juve e Fiorentina e nella città viola
compaiono già i primi insulti, a mo' di cartelli e
adesivi sparsi e attaccati un po' ovunque. LA SCRITTA -
Si inneggia ai morti dell'Heysel, una tragedia vera e
indimenticabile, con una scritta contro i 39 morti:
"-39, nessun rispetto". Una mossa vergognosa, riportata
in un adesivo apparso in zona Sant'Ambrogio a circa 1 km
dallo stadio Artemio Franchi, dove venerdì sera le
squadre scenderanno in campo. Un comportamento che non è
una novità, ma che mostra ancora una volta una barbarie
che non ha nulla a che fare con il calcio. Ecco la
nostra foto in esclusiva.
5 febbraio 2018
Fonte: Ilbianconero.com
(Testo © Fotografia)
ARTICOLI STAMPA e WEB FEBBRAIO 2018
Pizzul:
"Vorrei cancellare l'Heysel"
Intervistato da Nicola Cecere
per La Gazzetta dello Sport, lo storico telecronista
Rai Bruno Pizzul ha rivisitato la tragica notte
dell'Heysel: "Dovesti gestire quella tragedia di
Bruxelles del maggio 1985 ? È l’episodio che vorrei
poter cancellare dalla mia vita perché ferisce la
mia coscienza di uomo. Fu un qualcosa di
inammissibile, di inaccettabile". La "Gazzetta"
commentò: Juve, restituisci questa Coppa
insanguinata. "Anche io trovai eccessiva l’esultanza
dei giocatori sotto la curva, sarebbe stato più
opportuno depositare la Coppa sul prato, davanti
alla gradinata crollata. Ma a caldo era difficile
capire come gestire al meglio l’allucinante
situazione".
6 marzo 2018
Fonte: Tuttojuve.com
ARTICOLI STAMPA e WEB MARZO 2018
"Take an end"
(Prendi la Curva)
di Lisa Azzurra
Musetti
"Take an end", traducibile con "Prendi la
curva". Inizia con questa volontà da parte dei
tifosi inglesi, del Liverpool, ma anche del Chelsea
(arrivati a dar man forte visto il gemellaggio), una
delle storie più brutte del calcio europeo: la
Strage dell’Heysel. Il fatto è che quando i
cosiddetti hooligans inglesi sfondano le reti
divisorie, probabilmente in stato di ubriachezza o
altro, non trovano una curva di ipotetici
"avversari", ma solo la cosiddetta "zona Z" e cioè
la zona riservata alla tifoseria non organizzata. Ci
sono persone venute con figli ed amici solo per
godersi una partita. E che partita: la finale di
Coppa Campioni fra Liverpool e Juventus di un certo
Michel Platini. Il panico. Certo, pensate per un
attimo di aver portato vostro figlio, di poco più di
dieci anni a vedere una super partita. Ecco, quel
bambino così come altri trentotto italiani saranno
rimpatriati in una cassa, perché il panico, ma
soprattutto l’inadeguatezza e la mancata competenza
delle forze dell’ordine belghe che manganellarono
tutti i tifosi italiani che cercavano di scappare
dalla violenza inglese, li costringe contro un muro.
Poi quel muro crolla. Crolla tutto il buon senso del
calcio in quel momento. Crolla tutta l’Italia,
indipendentemente dai colori calcistici. Tutto viene
infangato, viene nascosto e la partita giocata. Ai
giorni nostri sarebbe follia, ma il 29 Maggio 1985
non esistevano i cellulari, internet… Dall’estero
era difficile comunicare, capire cosa stesse
succedendo. La Juve vinse la partita ma i caroselli
furono censurati dall’allora presidente Giampiero
Boniperti. Trentanove salme rimpatriate… Cosa
diamine c’è da festeggiare ?! L’anno scorso mi sono
recata per la seconda volta a Bruxelles e proprio
come la prima sono andata all’Heysel per portare un
fiore in ricordo delle vittime. Davanti allo stadio
è stato aperto un parco giochi per ragazzini ed un
cinema. Vedevo decine di ragazzi dagli 8 ai 15 anni
camminare davanti a questa struttura assaporando pop
corn, coca cola e, come è giusto che sia alla loro
età, divertendosi. Ma una domanda me la sono fatta:
quanti di loro, quando si girano a guardare questo
stadio sanno che ha le fondamenta bagnate di sangue
?
17 aprile 2018
Fonte: Storie Maledette (Gruppo Facebook)
ARTICOLI STAMPA e WEB APRILE 2018
Un torneo con 250 "pulcini" per ricordare Amedeo e
Mario morti all’Heysel
BASSANO - Si commuove
ancora, Alberta Bizzotto Spolaore, ripensando a quel
terribile 29 maggio 1985 quando il marito Amedeo
perse la vita allo stadio Heysel di Bruxelles, poco
prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni
di calcio tra Juventus e Liverpool. Il figlio
Giuseppe, allora ragazzo, rimase ferito, ma si salvò
per la prontezza di riflessi di un amico del padre
che lo strappò dalla bolgia di corpi in cui si
trovava rischiando di soffocare. "Impossibile
dimenticare - osserva Alberta, già consigliere
comunale e attiva in diverse associazioni - ammiro
mio figlio che è riuscito a perdonare chi causò
quella strage". Furono 32 gli italiani che persero
la vita in quell’inferno su un totale di 39 vittime
e ben 600 i feriti. Oltre ad Amedeo Spolaore, noto
dentista, morì anche l’imprenditore bassanese Mario
Ronchi che lasciò la moglie Maria Teresa e il
piccolo Alessandro di appena due anni. La tragedia
ha profondamente segnato Bassano, che a distanza di
33 anni non dimentica i suoi concittadini partiti
assieme ad un gruppo di amici per vedere dal vivo
quella partita. A loro e alle altre vittime, l’Asd
San Vito Bassano dedica il torneo di calcio "Per non
dimenticare Heysel". Riservato alla categoria
pulcini, si disputerà domenica agli impianti di San
Vito. Il primo fischio d’inizio è fissato per le 9.
"Sono più di 250 i ragazzini, classe 2008, che
parteciperanno alla sfida suddivisi in 16 squadre di
altrettante società italiane, tra cui la Juventus",
spiega Giancarlo Tombolato, il presidente
dell’associazione promotrice. Oltre ai portacolori
bianconeri, ci saranno quelli dell’Hellas Verona,
del Vicenza calcio, della Bassano Virtus 55 soccer
team, dell’As Cittadella, del Pordenone, del Calcio
Padova, dell’Alto Accademy Ssd, solo per citare
alcune significative presenze in campo. "Non sono
previsti vinti né vincitori - precisa Tombolato - ci
sarà una classifica ma senza podio perché a
prevalere saranno lo spirito sportivo e il ricordo".
Entusiasta dell’iniziativa, Alberta Bizzotto ne
evidenzia il risvolto educativo: "Insegna ai bambini
a competere e a sfidarsi rispettandosi, a
contrastare la violenza in campo: è il modo più
efficace per commemorare Amedeo e Mario". Come
ricordato dall’assessore allo Sport Oscar
Mazzocchin, la manifestazione apre il filone degli
appuntamenti dedicati ai bambini del programma
"Bassano città europea dello sport". R. F.
20 aprile 2018
Fonte: Corriere del
Veneto (Vicenza e Bassano)
ARTICOLI STAMPA e WEB APRILE 2018
Il Comune dimentica
l’Heysel e gli Invincibili:
niente Mole accesa
nel ricordo delle tragedie
di Andrea Parisotto
Palazzo Civico non
coprirà le spese per la proiezione delle
diapositive: la Mole potrebbe essere accesa grazie
al Museo Grande Torino e all’Associazione Quelli di
via Filadelfia.
TORINO - Può il Comune
di Torino dimenticare gli Invincibili del Grande
Torino e le vittime dell’Heysel ?
L’affermazione potrà suonare
assurda ai torinesi, ai tifosi della Juventus e del
Toro, eppure è quanto sembra essere accaduto
quest’anno: la Mole Antonelliana, che negli ultimi
anni ricordava entrambe le tragedie con la
proiezione di una diapositiva, rischia infatti di
rimanere "spenta".
IL COMUNE NON RICORDA
LE DUE TRAGEDIE - Spieghiamo meglio: per Palazzo
Civico non vi sono le condizioni economiche per
proiettare lo stemma del Toro contornato dal colore
granata in onore del Grande Torino e l’immagine "+39
RISPETTO" in ricordo delle vittime dell’Heysel. La
motivazione di natura economica è stata fornita dal
Comune all’Associazione "Quelli di via Filadelfia" e
al Museo Grande Torino. I rispettivi presidenti,
Beppe Franzo e Domenico Beccaria, sono rimasti
esterrefatti di fronte a un simile rifiuto. La fede
delle due associazioni è diversa, eppure la protesta
è condivisa: "Come può la Città ignorare due simili
tragedie ?" diventa un coro unanime. Pensare che
illuminare la Mole il 4 maggio e il 29 maggio, in
accordo con Iren, non costerebbe uno sproposito,
anzi: parliamo di una cifra inferiore ai 1000 euro.
MOLE ILLUMINATA DAI
TIFOSI ? - Niente Mole illuminata dunque ? Non è
detta l’ultima parola, perché sia l’Associazione
Quelli di via Filadelfia che il Museo Grande Torino
promettono di fare di tutto perché la Mole ricordi
le due tragedie. A loro spese ovviamente. "Vediamo
spesso la Mole illuminata per tante iniziative di
ogni genere, la Città vuole dirci il ricordo
dell’Heysel non è altrettanto importante ?" commenta
Beppe Franzo. "Se i fondi sono limitati, si
definiscano le priorità" è la proposta del
presidente dell’associazione bianconera, che intanto
ha già fornito di tasca sua la diapositiva da
proiettare a Iren. Sulla stessa lunghezza d’onda
Domenico Beccaria, del Museo Grande Torino:
"Purtroppo confermo, ci è stato detto che la Città
non coprirà le spese. Faremo il possibile noi
tifosi, ma non garantiamo nulla". Se le due
associazioni dovessero trovare la cifra necessaria,
la Mole verrà illuminata altrimenti il simbolo di
Torino rimarrà tristemente "buio". Uno schiaffo che
gli Invincibili e gli angeli dell’Heysel non
meritano.
21 aprile 2018
Fonte:
Torino.diariodelweb.it
ARTICOLI STAMPA e WEB APRILE 2018
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