L'impianto di S. Maria intitolato
a Giacomelli
Il Vignotto dedicato alla vittima
dell'Heysel
MONCALIERI - Il comune di Moncalieri
ha deciso di ricordare due uomini di sport, dedicandogli
un impianto sportivo. Un educatore ed un tifoso, l'uomo
che ha portato il rugby a Moncalieri e l'appassionato juventino
che ha perso la vita nella tragedia dell'Heysel, quella
terribile finale di Coppa Campioni in cui morirono 39 persone.
La decisione, per la verità, era già stata presa due anni
fa, con una delibera di giunta. Ora sono state fissate le
date delle due intitolazioni. Si partirà domenica 13 maggio
alle ore 18 quando sarà dedicato a Domenico Russo il centro
sportivo di strada Vignotto 17. Una settimana dopo, sabato
17, alle ore 15.30, il campo di via Saluzzo di Santa Maria
sarà invece intitolato a Glauco Giacomelli, anima e fondatore
del Moncalieri Rugby. Due momenti entrambi di grande commozione
per ricordare due uomini che in maniera diversa hanno lasciato
un grande vuoto dietro di sé. Domenico Russo era nato a
Vittoria, in provincia di Ragusa, il 25 aprile 1959. A Moncalieri
aveva costruito la sua vita e, da sportivo e grande tifoso
della Juventus, aveva deciso di andare a vedere quella tragica
finale in Belgio: Juventus-Liverpool. La sera del 29 maggio
1985 morì in diretta televisiva in una notte terribile.
Vittima della strage nel settore Z dello stadio Heysel di
Bruxelles, Domenico Russo è una delle 39 vittime, di cui
32 italiane, di quella notte. Muore a 26 anni, lasciando
la moglie incinta. In tutta Italia, e non solo, le vittime
della strage dell’Heysel sono state ricordate attraverso
commemorazioni, con targhe di ricordo e con l'intitolazione
di luoghi pubblici. A Moncalieri, il 14 giugno 2015 si è
svolto il primo torneo di calcio organizzato dallo Juventus
Club di Moncalieri dedicato a Domenico Russo. Ora il suo
nome verrà per sempre legato al calcio, a quella sua passione
che gli è costata la vita. A Santa Maria si ricorderà invece
Glauco Giacomelli, un educatore più che un insegnante. Professore
di educazione fisica alle medie, luogo dove ha potuto mettere
in atto i suoi insegnamenti, ex atleta ha fatto nascere
in città l'amore per la palla ovale, sport che lo ha accompagnato
per tutta la sua vita. Grazie alla sua ostinazione ha creato
quel campo in cui oggi giocano centinaia di ragazzi. Era
il 2005 quando intraprese questo percorso per realizzare
una società partendo da attività all'interno delle scuole
in orario extra scolastico e principalmente per gli studenti
della Scuola Principessa Clotilde. L'anno dopo nasce l'A.S.D.
Moncalieri Rugby, pone la prima pietra di numerosi lavori
che permettono la trasformazione di un terreno trascurato
ed abbandonato in un vero e proprio campo da gioco. Passionario
in tutto, anche da assessore, prima per l'Ambiente e in
seguito alle Politiche Sociali, Giacomelli era nato a Torino
il 20 gennaio 1950 ed è morto il 13 maggio 2014.
2 maggio 2018
Fonte: Il Mercoledì
ARTICOLI STAMPA e WEB 2 MAGGIO
2018
Domenica l'intitolazione alla vittima dell'Heysel
Una festa al Vignotto
in memoria di Russo
MONCALIERI - Sarà una
giornata di festa domenica 13 maggio in via Vico, al
campo del Vignotto. Alle 18 si svolgerà l'intitolazione
ufficiale dell'impianto a Domenico Russo, una delle 39
vittime italiane dell'Heysel, a conclusione di una
giornata che vedrà andare in scena anche l'ultima
partita del campionato di terza categoria dello Sporting
San Pietro, attualmente secondo in classifica, contro
l'Excelsius. Dopo la gara, alle 18, la cerimonia di
intitolazione del campo a Domenico Russo, il tifoso
bianconero morto nella calca dell'Heysel in quella
terribile finale di Coppia Campioni del 1985. Domenico
Russo era nato a Vittoria, in provincia di Ragusa, il 25
aprile 1959. A Moncalieri aveva costruito la sua vita e,
da sportivo e grande tifoso della Juventus, aveva deciso
di andare a vedere quella tragica finale in Belgio:
Juventus -Liverpool. La sera del 29 maggio 1985 morì in
diretta televisiva; vittima della strage nel settore Z
dello stadio Heysel di Bruxelles. Domenico Russo, faceva
l'elettricista, è stata una delle 39 vittime, di cui 32
italiane, di quella notte. Aveva 26 anni, ed ha lasciato
la moglie Tiziana, incinta di cinque mesi. Quel figlio
nato pochi mesi dopo e che oggi porta il nome del padre
mai conosciuto. "Come Club saremo presenti - dice il
presidente dello Juventus club cittadino Marino
Briccarello - in questi anni non abbiamo mai dimenticato
cosa successe quella notte. In passato abbiamo
organizzato un torneo in sua memoria, appuntamento che
riproporremo coinvolgendo le società calcistiche di
Moncalieri". Alla cerimonia saranno presenti alcuni
rappresentanti della Juventus, anche se purtroppo non
potranno esserci dei calciatori, impegnati nell'ultima
di campionato a Roma, oltre all'associazione delle
vittime dell'Heysel (NdR: Comitato Per Non Dimenticare Heysel di Reggio Emilia). In tutta Italia, e non solo,
le vittime di questa strage sono state ricordate
attraverso commemorazioni, con targhe ricordo e con
l'intitolazione di luoghi pubblici. A Moncalieri, il 14
giugno 2015 si è svolto il primo torneo di calcio
organizzato dallo Juventus Club di Moncalieri dedicato a
Domenico Russo. Ora il suo nome verrà per sempre legato
al calcio, a quella passione che gli è costata la vita.
9 maggio 2018
Fonte: Il Mercoledì
ARTICOLI STAMPA e WEB 9 MAGGIO
2018
LA
STORIA
Centro sportivo per non
dimenticare l'Heysel
di Massimo Massenzio
A Moncalieri il primo
impianto dedicato a una delle vittime, Domenico Russo.
MONCALIERI - Cancellare il
dolore per la morte assurda di un ragazzo di 26 anni non
è possibile, ma si può tentare di rimarginare una ferita
che da 33 anni continua ad essere aperta. Il Comune di
Moncalieri ha deciso di provarci, intitolando a Domenico
Russo il campo sportivo del Vignotto. Domenico era un
giovane elettricista, un grande tifoso juventino e la
sera del 29 maggio 1985 era sugli spalti dello stadio
Heysel di Bruxelles per assistere alla finale di Coppa
dei Campioni. Era partito carico di speranze con un
pullman dello Juventus Club Moncalieri, ma il destino
gli aveva assegnato un posto nel settore Z. E così
rientrò in Italia solo alcuni giorni dopo, a bordo di un
C130 dell'aeronautica militare, in una bara avvolta dal
tricolore. Domenica pomeriggio, per la prima volta in
Italia, un impianto sportivo verrà intitolato a una
singola vittima dell'Heysel (NdR: Non è il primo,
speriamo non l’ultimo). L'idea non l'ha avuta un tifoso
bianconero sfegatato, ma un milanista doc come Davide
Guida, il capo di gabinetto del sindaco Paolo Montagna
che, alcuni mesi fa, aveva inoltrato la richiesta in
prefettura ed è finalmente riuscito a ottenere il via
libera. Alle 18, a poche ore dalla partita che potrebbe
assegnare lo scudetto alla Juventus, verrà scoperta la
targa che ricorderà per sempre quel ragazzo riccioluto e
sorridente che non ha mai conosciuto il figlio, nato tre
mesi dopo la sua morte. Dare il nome di Domenico
all'impianto del Vignotto per Moncalieri ha un
significato profondo: "Non ci limiteremo al ricordo di
un nostro concittadino scomparso - assicura l'assessore
allo Sport Davide Messina - Vogliamo che il campo
Domenico Russo diventi un esempio per tutti i giovani.
Questa intitolazione deve avere un valore educativo e
far capire che lo sport significa vita, divertimento e
allegria". Alla cerimonia sarà presente la vedova di
Russo, Tiziana Fecchio, che il 29 maggio 1985 era
davanti alla televisione, mentre dal Belgio arrivavano
le drammatiche immagini degli scontri con gli hooligans
inglesi. Era al sesto mese di gravidanza e portava in
grembo il figlio che ha poi chiamato Domenico, come
l'amato marito. Assieme a lei ci saranno anche
rappresentanti dello Juventus Club di Moncalieri e
l'Associazione Nazionale Vittime dell'Heysel per un
momento toccante, atteso da 33 anni. Tanti, forse
troppi: "Gli uomini non hanno disposizione il tempo alle
spalle, ma solo quello che hanno davanti - conclude il
primo cittadino Paolo Montagna - E da qui vogliamo
partire per coltivare il nostro sogno: nessuno deve più
morire per una partita di calcio".
10 maggio 2018
Fonte: Il Corriere della
Sera
ARTICOLI STAMPA e WEB
10 MAGGIO 2018
Tiziana, moglie di Domenico Russo: al marito sarà
dedicato il campo di Moncalieri
"Noi, dimenticati dopo
la tragedia dell’Heysel"
di Massimo Massenzio
"Intitolare il campo
sportivo a Domenico è un gesto bellissimo. Uno dei pochi
in questi 33 anni in cui si è cercato più di dimenticare
che di ricordare". Seduta al tavolo della sua cucina
Tiziana Fecchio sfoglia i vecchi album e non riesce a
trattenere la commozione quando compaiono le foto di suo
marito, morto a 26 anni allo stadio Heysel di Bruxelles,
prima della finale di Coppa dei Campioni,
Juventus-Liverpool. Da domenica l'impianto del Vignotto,
a Moncalieri, porterà il nome di Domenico Russo e sarà
il primo campo da calcio in Italia dedicato a una delle
39 vittime dell'Heysel. (NdR: Non è il primo e speriamo
neanche l’ultimo…) "Apprezzo tantissimo la decisione del
Comune di Moncalieri e mi auguro che qualcuno colga
questo messaggio. Comprendo che non sia facile ricordare
uno stadio inadeguato, una finale che non si sarebbe
dovuta giocare e una coppa ancora più difficile da
festeggiare. Però per noi, per i famigliari di quelle 39
persone uccise, una maggiore vicinanza sarebbe stata
importante. Piccoli gesti, ma magari ripetuti ogni 29
maggio, da parte della società Juventus e anche del
Comune di Torino. Ci saremmo sentiti meno soli". Quella
tragica sera Tiziana era davanti alla televisione: "Ma
non avevo capito bene che cosa stesse succedendo.
Domenico non era un tifoso sfegatato. Non riusciva a
trovare i biglietti e poi, due giorni prima della
partita, si materializzarono quei posti nel settore Z.
Ho saputo della sua morte dal telegiornale". Tiziana era
al quinto mese di gravidanza e 3 mesi e mezzo dopo è
nato il figlio Domenico: "Si sarebbe dovuto chiamare
Adriano, ma poi abbiamo deciso diversamente. È cresciuto
senza conoscere suo padre e non mi ha mai chiesto troppe
informazioni per non farmi rivivere quei momenti. Solo
in occasione del trentennale" ha fatto una vera e
propria full immersion. Ma poi è ritornato alla sua
vita, in Veneto, con i suoi tre splendidi figli". A
Tiziana sono rimaste decine di fotografie che la
ritraggono con suo marito. Domenico sorrideva sempre:
"Amava la vita, lo sport e i bambini. E non è riuscito a
vedere nascere il suo".
11 maggio 2018
Fonte: Il Corriere della
Sera
ARTICOLI STAMPA e WEB 11 MAGGIO 2018
La Juventus a Bassano per ricordare l’Heysel in un
torneo con 200 bambini
BASSANO - Non è questione
di tifo o di colori d’appartenenza: tutti ricordano,
tristemente, la strage dell’Heysel avvenuta il 29 maggio
1985, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei
Campioni tra Juventus e Liverpool allo stadio di
Bruxelles. In quell’occasione morirono 39 persone, fra
cui due bassanesi: l’imprenditore Mario Ronchi e il
dentista Amedeo Spolaore. Domenica 21 maggio l’Asd San
Vito Bassano organizza il terzo torneo "Heysel, per non
dimenticare…" al quale parteciperanno oltre 200 bambini
di 16 squadre per una giornata di sport e di forti
emozioni. "Il nostro desiderio è quello di coinvolgere
bambini e famiglie in un grande evento che vada oltre la
commemorazione - spiega Giancarlo Tombolato, presidente
dell’Asd San Vito Bassano - e che sia capace di
trasmettere i veri valori dello sport. La tragica morte
di due nostri concittadini è una ferita ancora aperta
perché i ricordi, a differenza delle ferite, non si
devono rimarginare". La memoria non è ciò che
ricordiamo, ma ciò che ci ricorda. È un presente che non
finisce mai di passare. Con questo spirito
parteciperanno alla manifestazione anche i famigliari di
Mario Ronchi e Amedeo Spolaore, a cui è stata dedicata
una targa che simboleggia il costante abbraccio di
Bassano a due dei suoi figli. Il sindaco Riccardo
Poletto e numerosi esponenti dell’Amministrazione
comunale renderanno omaggio alle vittime e poi
lasceranno la scena ai bambini. Forse il messaggio più
appropriato per trasmettere la speranza nel domani
attraverso chi ha tutta una vita ancora da vivere. I
nomi delle squadre che si contenderanno il torneo sono
di primo livello: 16 compagini, di cui 8
professionistiche. Spicca la Juventus, per blasone e per
un legame a doppio filo con il ricordo dell’Heysel. Ma
ci saranno anche l’Inter, l’Atalanta, il Vicenza, il
Cittadella, il Bassano Virtus, il Padova ed il
Campodarsego. Fra le squadre dilettantistiche, oltre al
San Vito che organizza l’evento, giocheranno anche i
"Pulcini 2007" di Football Valbrenta, Union Ezzelina,
Angarano, Mottinello, Colceresa, Cà Baroncello e Gruppo
Cosmos. A rendere ancora più speciale l’evento
concorrono due succulente indiscrezioni, ancora non
confermate. La prima è la presenza di Stefano Tacconi,
estremo difensore della Juventus per quasi un decennio.
Restando in tema di "numeri 1", i bianconeri che
scenderanno in campo negli impianti sportivi di via Col
Moschin potrebbero far giocare il primogenito di Gigi
Buffon. Una giornata per guardare al passato con gli
occhi del futuro.
12 maggio 2018
Fonte: Lapiazzaweb.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 12 MAGGIO 2018
Moncalieri dedica un impianto a
Domenico
Russo, giovane vittima della
tragedia dell’Heysel
Il sindaco Montagna: "Lo avevamo
promesso, il 29 maggio del 2015, nel 30° anniversario di
quella notte terribile. Lo abbiamo fatto per rendere
omaggio alla storia di questo ragazzo e alla sua
famiglia".
MONCALIERI - La Città di Moncalieri
ha dedicato l’impianto sportivo di strada Vignotto a
Domenico Russo, giovane moncalierese vittima della
tragedia dell’Heysel avvenuta il 29 maggio del 1985
quando la giovane vittima aveva appena 26 anni. Alla
cerimonia di intitolazione hanno partecipato anche lo
Juventus Fan Club, di cui Domenico era socio, e il Toro
Club "Valentino Mazzola" di Moncalieri, mettendo in
scena un bellissimo gemellaggio della memoria.
ANDREA AGNELLI - In modo indiretto
ha partecipato anche Andrea Agnelli con una lettera
inviata al sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna: "Il 29
maggio rappresenta per il popolo bianconero una data da
commemorare, nel ricordo delle 39 vittime, in quella che
avrebbe dovuto essere una serata di festa e di sport, ma
che si è tristemente tramutata nella tragedia dello
stadio Heysel", ha scritto il presidente della società
bianconera, "sono passati tanti anni, ma il ricordo è
sempre vivo in ognuno di noi, juventini e non, ed è
importante rinnovare questa memoria affinché nessuno
dimentichi e per evitare che simili tragedie possano
accadere nuovamente. Con questo mio pensiero voglio
essere vicino, a titolo personale e in rappresentanza
della Juventus, alla famiglia di Domenico Russo e
rivolgere a Lei un ringraziamento per l’impegno e la
sensibilità dimostrata portando avanti la memoria di chi
purtroppo ha perso la vita in quella tragica giornata".
LA MOGLIE DI DOMENICO - Presente
anche la moglie di Domenico Russo, Tiziana, che
all’epoca era in attesa del loro primo figlio che nacque
nell’agosto successivo e che lei scelse di chiamare
Domenico proprio in memoria del padre. "Lo avevamo
promesso, il 29 maggio del 2015, nel 30° anniversario di
quella notte terribile", ha commentato il sindaco
Montagna, "lo abbiamo fatto per rendere omaggio alla
storia di questo ragazzo e alla sua famiglia, e anche
per guardare avanti, affinché su questa targa altri
ragazzi possano leggere e ricordare, insieme al nome di
Domenico Russo, i veri valori dello sport".
14 maggio 2018
Fonte: Torino.diariodelweb.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 14 MAGGIO
2018
Moncalieri, intitolato il campo
sportivo a Domenico Russo
Per non dimenticare la tragedia
dell'Heysel
Presente la vedova Tiziana, che ha
dato al figlio il nome del padre che non ha mai
conosciuto, perché perito nella tragedia del 29 maggio
1985. La lettera di Andrea Agnelli e il bellissimo
gemellaggio tra tifosi bianconeri e granata.
Nel nome del padre. Che non ha mai
conosciuto, complice la tragedia dell'Heysel, che il 29
maggio 1985 costò la vita a 39 persone, prima della
finale di Coppa dei Campioni tra Juve e Liverpool. Nel
tardo pomeriggio di ieri, domenica 13 maggio, a
Moncalieri è stato intitolato il campo sportivo a
Domenico Russo, uno dei tifosi bianconeri che 33 anni fa
erano partiti per il Belgio per assistere a una partita
di calcio e non sono mai tornati dalle loro famiglie.
Domenico era di Moncalieri e ad attenderlo in Italia
c'era una moglie in dolce attesa: il bambino che sarebbe
nato poco dopo non avrebbe mai potuto conoscere suo
padre, per questo la signora Russo decise di chiamare
Domenico il piccolo che aveva in grembo. Per iniziativa
di Davide Guida (collaboratore del sindaco Paolo
Montagna) e di Giuseppe Messina, si è arrivati a
intitolare a Domenico Russo il campo sportivo di
Moncalieri, una iniziativa doverosa, proprio nei giorni
che precedono il 33esimo anniversario della tragedia di
Bruxelles. Il fatto da sottolineare è che anche la
società Juventus ha "sponsorizzato" l'iniziativa, con
una bella lettera del presidente Andrea Agnelli: "Oggi
(ieri per chi legge, ndr) purtroppo, a causa degli
impegni sportivi, non sarà possibile per noi partecipare
all'intitolazione dell'impianto sportivo del comune di
Moncalieri, ma con questo mio pensiero voglio essere
vicino, a titolo personale e in rappresentanza della
Juventus, alla famiglia di Domenico Rosso e rivolgere a
Lei un ringraziamento per l'impegno e la sensibilità
dimostrata, portando avanti la memoria di chi purtroppo
ha perso la vita in quella tragica giornata". Alla
cerimonia era presente la vedova, signora Tiziana, ma
soprattutto c'erano, oltre ai tifosi bianconeri, anche i
rappresentanti del Toro Club Moncalieri. Perché di
fronte a certe tragedie non ci sono colori o bandiere
che dividono. I granata piangono i caduti di Superga
(oltre a Meroni e Ferrini), quelli bianconeri i tifosi
morti all'Heysel (oltre a Gaetano Scirea). Basta
striscioni vergognosi e cori beceri allo stadio, di
fronte alla morte ci vuole rispetto e cordoglio. Per
questo, è giusto sottolineare quanto si è visto ieri a
Moncalieri, come testimoniano le foto che corredano
questo articolo. Lo sport sa anche unire, non solo
dividere.
14 maggio 2018
Fonte: Torinoggi.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 14 MAGGIO
2018
MONCALIERI - Il campo sportivo del
Vignotto intitolato a una vittima dell'Heysel
Domenico Russo morì nella tragica
notte del 29 maggio 1985 durante la finale di Coppa
Campioni tra Juventus e Liverpool. Era membro del locale
club bianconero: da oggi il campo a Borgo San Pietro ha
il suo nome.
Dalla giornata di domenica, il
campo sportivo del Vignotto, a Moncalieri, ha un nuovo
nome: Domenico Russo, membro del club locale della
Juventus e morto nella tragedia dell’Heysel nel 1985.
Presenti all’evento l’amministrazione comunale, con il
sindaco Paolo Montagna a fare gli onori di casa, il
comitato in memoria delle vittime della tragedia e i
rappresentanti del Fan Club Juventus di Moncalieri.
Sciarpe bianconere e sciarpe granata, insieme, si sono
abbracciate nel ricordo di questo giovane moncalierese,
tra le 39 vittime della tragedia dell’Heysel. "Lo
avevamo promesso - spiega il sindaco, Paolo Montagna -
il 29 maggio del 2015, nel 30esimo anniversario di
quella notte terribile, rendiamo omaggio alla storia di
questo ragazzo, e lo abbiamo fatto anche per guardare
avanti, affinché altri ragazzi possano leggere e
ricordare, vicino al suo nome, i veri valori dello
sport".
15 maggio 2018
Fonte: Torinosud.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 15 MAGGIO
2018
29 MAGGIO 1985
A 33 anni dalla strage dell’Heysel
la città
dedica una piazza alle vittime di
quella notte
Martedì, il 29 maggio, saranno
passati esattamente 33 anni da quella notte nefasta.
Sarà dedicata una piazza alle vittime tra lungo Dora
Agrigento e strada del Fortino numeri 36 e 38.
TORINO - Dopo Moncalieri - che ha
dedicato un impianto sportivo a Domenico Russo, un
giovane moncalierese vittima della tragedia dell’Heysel
avvenuta il 29 maggio del 1985 quando la giovane vittima
aveva appena 26 anni - anche la città di Torino dedica
una piazza alle vittime di quella terribile notte. Lo
farà in Circoscrizione 7 martedì prossimo, il 29 maggio,
quando saranno passati esattamente 33 anni, nella
piazzetta compresa tra lungo Dora Agrigento e strada del
Fortino numeri 36 e 38.
CERIMONIA - La cerimonia avrà
inizio presso la Biblioteca Civica "Italo Calvino", in
lungo Dora Agrigento 94. Il momento sarà l’occasione per
ricordare quanto avvenne quella sera allo stadio Heysel
di Bruxelles. Doveva essere una festa per Juventus e
Liverpool, le due squadre finaliste dell’allora Coppa
dei Campioni, ma terminò nel modo peggiore: poco prima
del calcio d’inizio i tifosi inglesi più accesi (gli
hooligan) si spinsero con forza verso i settori occupati
dagli juventini fino al noto crollo, causa della morte
di 39 persone di cui 32 italiane. Ne rimasero ferite
oltre 600.
MOSTRA - A completare
l’intitolazione c’è la mostra "Per non dimenticare
l’Heysel" di Massimo Tadolini. È possibile visitarla
nella biblioteca Italo Calvino il lunedì dalle 15 alle
19.45, il martedì e il mercoledì dalle 14 alle 19.45 e,
infine, dal giovedì al sabato dalle 8.15 alle 14.
24 maggio 2018
Fonte: Torino.diariodelweb.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 24 MAGGIO
2018
Torino ricorda le vittime
dell’Heysel
di Diego Molino
Martedì 29 cerimonia di
intitolazione della piazzetta in strada del Fortino.
Sono passati trentatré anni da una
delle pagine più buie della storia sportiva cittadina e
mondiale, quella strage allo stadio Heysel di Bruxelles
in cui nel 1985 persero la vita 39 persone durante gli
incidenti poco prima della finale di Coppa dei Campioni
fra Juventus e Liverpool. Per rendere omaggio alle
vittime la Città di Torino e la società bianconera
organizzano una serie di iniziative per il prossimo
martedì 29 maggio.
A cominciare dalla mattinata alle ore 11 quando,
alla presenza della sindaca Chiara Appendino e del
presidente del consiglio comunale Fabio Versaci, si
svolgerà la cerimonia di intitolazione alle Vittime
dell’Heysel della piazzetta compresa fra lungo Dora
Agrigento e strada del Fortino.
In serata invece verrà nuovamente proiettata
sulla Mole Antonelliana la scritta "+ 39 Rispetto", un
logo ideato dall’associazione "Quelli di… via
Filadelfia". Alle ore 21 l’ultimo atto andrà in scena
nella sala Colonne di Palazzo civico, dove i trentanove
tifosi che persero la vita nella capitale belga verranno
ricordati con il monologo "Il giorno perduto" di
Gianluca Favetto e le musiche di Fabio Barovero.
24 maggio 2018
Fonte: Lastampa.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 24 MAGGIO
2018
Il +39 RISPETTO sulla Mole
Antonelliana: l'omaggio alle vittime dell'Heysel
di Giovanni Spinazzola
Torino si prepara a commemorare le
39 vittime dell'Heysel, in occasione della finale di
Champions League tra Juventus e Liverpool. Come si legge
sul sito del Comune della città piemontese, tante le
iniziative per gli sfortunati tifosi bianconeri. La
scritta "+39 RISPETTO"
sulla Mole Antonelliana, l’intitolazione di una
piazzetta nel quartiere Borgo Dora e un monologo
teatrale recitato a Palazzo Civico: così, nella giornata
di martedì 29 maggio, sarà ricordata la tragedia dello
stadio Heysel, avvenuta lo stesso giorno del 1985. Nella
mattinata, alle ore 11, alla presenza della sindaca
Chiara Appendino e del presidente del Consiglio
comunale, Fabio Versaci, si svolgerà la cerimonia di
intitolazione alle Vittime dell’Heysel della piazzetta
compresa tra lungo Dora Agrigento e strada del Fortino
tra i numeri civici 36 e 38. In serata, sulla facciata
della Mole Antonelliana sarà proiettato il logo nato
dall’idea dell’Associazione "Quelli di… Via Filadelfia",
la stessa che cura anche la "Giornata della Memoria per
le Vittime dell’Heysel" e ogni manifestazione sportiva
ad essa legata. Nella stessa serata, alle ore 21, nella
Sala delle Colonne di Palazzo di Città, i trentanove
tifosi che hanno perso la vita nella capitale belga
saranno ricordati con il monologo "Il giorno perduto" di
Gianluca Favetto e le musiche di Fabio Barovero.
24 maggio 2018
Fonte: Tuttojuve.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 24 MAGGIO
2018
Heysel, la scritta "+39 Rispetto"
sulla Mole antonelliana
Tutte le celebrazioni del Comune di
Torino e della Juventus per il 29 maggio.
TORINO - La scritta "+39 Rispetto"
sulla Mole antonelliana, l'intitolazione di una
piazzetta nel quartiere Borgo Dora e un monologo
teatrale recitato a Palazzo civico, sede del Comune di
Torino: così martedì 29 maggio sarà ricordata la
tragedia dello stadio Heysel, avvenuta lo stesso giorno
del 1985. Nel trentatreesimo anniversario del tragico
evento, la Città di Torino e Juventus Football Club
rendono omaggio alle vittime con una serie di iniziative
organizzate in città. In serata, sulla facciata della
Mole antonelliana, sarà proiettato il logo nato
dall'idea dell'associazione Quelli di... Via Filadelfia,
la stessa che cura anche la Giornata della memoria per
le vittime dell'Heysel e ogni manifestazione sportiva a
essa legata. Nella stessa serata, alle ore 21, nella
Sala delle colonne di Palazzo di Città, i trentanove
tifosi che hanno perso la vita nella capitale belga
saranno ricordati con il monologo "Il giorno perduto" di
Gianluca Favetto e le musiche di Fabio Barovero.
24 maggio 2018
Fonte: Tuttosport.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 24 MAGGIO
2018
Il 29 maggio, la scritta "+39
RISPETTO" sulla Mole
Antonelliana in omaggio alle
vittime dell’Heysel
La scritta "+39 RISPETTO "sulla
Mole Antonelliana, l’intitolazione di una piazzetta nel
quartiere Borgo Dora e un monologo teatrale recitato a
Palazzo Civico: così, nella giornata di martedì 29
maggio, sarà ricordata la tragedia dello stadio Heysel,
avvenuta lo stesso giorno del 1985. Nel trentatreesimo
anniversario del tragico evento, la Città di Torino e la
Juventus Football Club rendono omaggio alle vittime con
una serie iniziative organizzate in città. Nella
mattinata, alle ore 11, alla presenza della sindaca
Chiara Appendino e del presidente del Consiglio
comunale, Fabio Versaci, si svolgerà la cerimonia di
intitolazione alle Vittime dell’Heysel della piazzetta
compresa tra lungo Dora Agrigento e strada del Fortino
tra i numeri civici 36 e 38. In serata, sulla facciata
della Mole Antonelliana sarà proiettato il logo nato
dall’idea dell’Associazione "Quelli di… Via Filadelfia",
la stessa che cura anche la "Giornata della Memoria per
le Vittime dell’Heysel" e ogni manifestazione sportiva
ad essa legata. Nella stessa serata, alle ore 21, nella
Sala delle Colonne di Palazzo di Città, i trentanove
tifosi che hanno perso la vita nella capitale belga
saranno ricordati con il monologo "Il giorno perduto" di
Gianluca Favetto e le musiche di Fabio Barovero.
24 maggio 2018
Fonti: Torinoggi.it -
Torinoclick.it
- Ilmercoledi.news - Quotidianopiemontese.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 24 MAGGIO
2018
Eventi per l'anniversario della
tragedia dell'Heysel
Tragedia dell'Heysel, la città
dedica una piazza alle vittime
Sulla Mole comparirà il logo "+39
Rispetto"
di Alexia Penna
La città di Torino e lo Juventus
Football Club ricordano la tragedia dello stadio Heysel.
Il 29 maggio 1985, poco prima dell'inizio della finale
di Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e
Liverpool, sul campo sportivo di Bruxelles, morirono
nella calca 39 persone, di cui 32 italiane, e ne
rimasero ferite oltre 600. Martedì 29 maggio dunque, nel
giorno del 33° anniversario della tragedia, sulla Mole
Antonelliana comparirà la scritta "+39 Rispetto" e una
piazzetta nel quartiere Borgo Dora verrà intitolata alle
vittime, mentre un monologo teatrale verrà recitato a
Palazzo Civico. Nella mattinata, alle ore 11, alla
presenza della sindaca Chiara Appendino e del presidente
del Consiglio comunale, Fabio Versaci, si svolgerà la
cerimonia di intitolazione alle Vittime dell’Heysel
della piazzetta compresa tra lungo Dora Agrigento e
strada del Fortino tra i numeri civici 36 e 38. In
serata, sulla facciata della Mole Antonelliana sarà
proiettato il logo nato dall’idea dell’Associazione
"Quelli di… Via Filadelfia", la stessa che cura anche la
"Giornata della Memoria per le Vittime dell’Heysel" e
ogni manifestazione sportiva ad essa legata. Nella
stessa serata, alle ore 21, nella Sala delle Colonne di
Palazzo di Città, i trentanove tifosi che hanno perso la
vita nella capitale belga saranno ricordati con il
monologo "Il giorno perduto" di Gianluca Favetto e le
musiche di Fabio Barovero.
24 maggio 2018
Fonte: Torinotoday.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 24 MAGGIO
2018
Castelfiorentino
"Una tragedia che mi ha segnato la
vita"
di Marco Gargini
Stadio Heysel, una ferita ancora
aperta dopo 33 anni. Due castellani, la Juve e gli
hooligans. I fratelli Carpitelli erano nel settore Z.
Il 29 maggio 1985 all'Heysel una
partita di calcio si trasformò in una guerra in cui
caddero 39 persone, tra cui quattro toscani. Furono
centinaia i tifosi della Juventus partiti dalla nostra
regione per andare a seguire la finale di Coppa dei
Campioni contro il Liverpool. Tra questi anche due
giovani di Castelfiorentino, Enrico e Gianni Carpitelli.
Quest'ultimo, oggi affermato commerciante di 50 anni, è
tornato indietro nel tempo a quella sera. Una sera in
cui avrebbe dovuto trasformare lo sport, ma che si
trasformò in una tragedia che tutto il mondo seguì in
diretta televisiva.
Se Le dico Heysel, qual è la prima
cosa che Le viene in mente ?
"È difficile mettere in fila tutti
i ricordi perché dalla partenza al ritorno fu tutta una
avventura particolare. Sicuramente il fatto di essermi
ritrovato nelle carceri belghe fu una cosa completamente
fuori programma rispetto a quelle che erano le
aspettative iniziali. C'era tanta paura: avendo
all'epoca 17 anni ed essendo minorenne ti vengono i
brividi tutte le volte che ci ripensi. Perché è una cosa
senza senso partire per vedere una partita di calcio e
ritrovarti praticamente in una guerra. Avevo anche il
timore di non poter far rientro a casa, senza sapere
quello che effettivamente era accaduto perché fui
"arrestato" prima della caduta del muro".
Come fu prelevato e portato in
carcere ?
"Eravamo nel settore Z. Eravamo
entrati dentro lo stadio con un sentore abbastanza
strano. Lo stadio era fatiscente, con delle reti, come
quelle che usiamo per le galline, che ci dividevano da
questa orda di gente per lo più ubriaca. La
preoccupazione fu subito molta. Però quando sei a una
festa dello sport tendi a minimizzare tutto. Quindi, io
e mio fratello Enrico, che era il mio "tutore" quella
sera, abbiamo preso posto ognuno con i propri amici a
due scaloni di distanza. Quando cominciò tutta la
confusione, con gli inglesi che avevano iniziato a
tirarci le cose addosso, mi resi subito conto che non si
andava più dove si voleva, ma dove la folla ci portava.
Nell'indietreggiare con cinquemila persone, ti ritrovi
alzato venti centimetri da terra e di conseguenza segui
l'onda e la corrente. Fui fra le uniche venti, trenta
persone ad avere la fortuna di attraversare la rete che
divideva i gradoni bassi dalla pista di atletica. Su
questa pista c'erano solamente tre poliziotti che ci
guardavano e non agivano. Anzi, cercavano di tenerci
dentro il settore. Penso di essere stato uno degli
ultimi a passare di lì e, invece di andare sotto alla
tribuna che stava alla nostra destra, dove c'erano gli
spogliatoi della Juventus, i giornalisti etc., andai
verso l'altra curva. Perché ? Dentro di me, ho questo
flash, mi ricordavo che due anni prima eravamo stati ad
Atene ed avevo conosciuto alcuni club di Fucecchio e di
Capannori. Lì per lì mi prese questa vana speranza che
qualcuno mi notasse. Andai sotto all'altra curva e mi
scambiarono per un facinoroso e dopo trenta secondi mi
presero per il braccio e mi portarono fuori fino al
furgoncino della Polizia e mi ammanettarono. Fu dei
momenti in cui ebbi più paura perché, quando partimmo,
ero con due inglesi. II furgoncino partì a velocità
elevata e, essendo in un Paese straniero, mi chiesi:
"Dove ci portano" ?. Lì mi passò la vita davanti agli
occhi. Ebbi la sensazione che ci portassero in campagna
per spararci un colpo. Non sapevo proprio dove sarei
finito. Arrivati in gendarmeria, mi tolsero tutto il
poco che avevo. Aveva tutto mio fratello, documenti
compresi, mentre io avevo le sciarpe, le sigarette e
poco altro. Mi collocarono in una cella, non di quelle
chiuse, ma di quelle con le sbarre aperte con gli
inglesi accanto. E lì ci passai praticamente più di metà
nottata".
Gli Inglesi che erano con lei come
si comportarono ?
"Nella camionetta eravamo in uno
spazio di mezzo metro quadrato per cui stavano
tranquilli anche perché avevamo delle manette speciali
molto strette. Arrivati in cella, mi ricordo che mi
sputarono quasi tutta la sera. Ad un certo punto mi
addormentai ripiegato su me stesso. Mi svegliai quando
mi chiamarono per aprire la cella perché cominciavano a
portare i sacchi neri con dentro le sciarpe insanguinate
della Juventus. Da lì cominciai ad avere il sentore che
fosse successo qualcosa di molto grave. Chiesi ad un
gendarme, sapendo il francese, cosa fosse accaduto e la
sua risposta fu abbastanza granitica perché mi riferì
che c'erano stati degli incidenti gravi e poi mi disse
addirittura "che te ne frega ? Tanto avete vinto".
Fondamentalmente della gravità degli incidenti lo seppi
in una fase successiva. I gendarmi mi interrogarono fino
a verso le 2 di notte e mi promisero che mi avrebbero
riaccompagnato in hotel a 180 chilometri da Bruxelles,
ma fui sbattuto fuori intorno alle 4. Da lì riuscii in
qualche modo a raggiungere la stazione ferroviaria che
era chiusa visto che apriva alle 6 e lì davanti c'erano
cinquecento inglesi sdraiati. Perciò buttai via le
sciarpe, ma poi sentii parlare italiano. Da lì cominciò
un'altra storia perché un giornalista de La Stampa e
altre due persone mi portarono in giro a rifocillarmi e
mi raccontarono un po' quello che era successo, anche se
loro non avevano la percezione del numero dei morti. In
tutto questo pensavo solamente a uscire velocemente dal
Belgio. Sapevo che mio fratello potesse essere in
pensiero perché non mi trovava più. La mia priorità,
però, era di andare via, uscire dal Belgio e vedere cosa
sarebbe successo. Quando aprì la stazione, il
giornalista mi pagò il biglietto fino in Lussemburgo".
E suo fratello Enrico ?
"Mio fratello se l'è vista molto
peggio di me perché fin dall'inizio non mi trovava più.
Dovette guardare praticamente quasi tutti i morti per
vedere se mi riconosceva tra quelli fuori dello stadio.
Poi fu portato in ambasciata e gli furono dati dei
calmanti. Ha vissuto male tutta la situazione anche
perché, oltre a essere responsabile di un fratello
minore, non sapeva che dire ai miei genitori che videro
cosa stava succedendo in diretta al maxischermo nella
discoteca di Castelfiorentino. Tornarono a casa e
cominciò la loro odissea nel telefonare al consolato,
all'ambasciata. Enrico diceva loro che non ero nella
lista dei morti, né in quella dei feriti gravi e che non
sapeva dove cercarmi. Alla fine venne fuori che io ero
l'unico italiano "arrestato" prima della partita e senza
motivo. Ci rivedemmo due giorni dopo a casa".
Come fece ad avvisare i suoi
genitori ?
"La mattina dopo riuscii a
telefonare dal Lussemburgo mentre i miei genitori
stavano andando all'aeroporto di Pisa per volare in
Belgio, convinti di ritornare con una bara. Fu una cosa
abbastanza buffa perché, mentre mia madre scendeva per
andare a comprare i biglietti e mio padre andava a
parcheggiare, la Polizia dello scalo di Pisa chiamò i
signori Carpitelli per dare loro una comunicazione. I
poliziotti si avvicinarono a mia mamma, le dissero che
avevo chiamato a casa e che stavo bene. A casa c'era
un'amica di famiglia a rispondere alle chiamate. Mamma
si mise a piangere per l'emozione, babbo entrò in
aeroporto in un momento successivo e, vedendo mia madre
piangere, inizialmente pensò al peggio. Poi presi il
treno dal Lussemburgo e tornai a Firenze dove mi venne a
prendere mio padre".
Come fu il ritorno a casa ? E,
poi, ha più rimesso piede in uno stadio ?
"Mia madre di colpo era invecchiata
di venti anni. Mi immagino quello che passarono i miei
familiari. Forse, tra tutti e quattro, io fui quello a
vivere meglio questa vicenda perché sapevo dove ero e di
essere vivo. Magari non potevo avvisare, però ero
abbastanza sveglio perché in certe situazioni te la devi
saper cavare. Forse incise anche il fatto di non aver
vissuto direttamente la tragedia nel suo essere, cioè il
muro caduto ed i morti in terra. La paura ci fu soltanto
all'inizio e quel fatto di essere riuscito a sfuggire
subito, e di non essermi reso conto di quello che era
successo, sicuramente mi aiutò a superare la tragedia.
Infatti, in seguito sono sempre andato a vedere tutte le
finali di Champions League della Juventus. Andai da solo
a Monaco, ad Amsterdam... Mio fratello ha sofferto
notevolmente, anche attacchi di panico. Non ha voluto
più frequentare posti dove c'è tanta folla, come per
esempio i concerti. È sicuramente rimasto traumatizzato
da questa cosa. Considera che al ritorno al pullman
fissato per mezzanotte mancavamo in due: io ed il
pratese Bruno Balli, che morì. Mio fratello visse
quest'esperienza con Otello Lorentini che aveva perso il
figlio Roberto. All'ambasciata si facevano coraggio
insieme".
Negli anni ci sono state delle
iniziative tra Juventus e Liverpool e la tifoseria dei
"Reds" invocò a chiare lettere l'"amicizia". Che ne
pensa ?
"Credo che nella vita tutti abbiano
l'opportunità di potersi rifare. Sarebbe sbagliato
fermarsi al primo errore e condannare definitivamente
uno per tutta la vita per quello che ha fatto. A
Bruxelles ci fu una sottovalutazione molto più ampia. Si
sapeva che gli inglesi si ubriacavano e che quindi
perdevano il controllo, ma io credo che ci siano state
enormi responsabilità dall'Uefa a scendere. Gli
hooligans andavano fermati prima e non andavano
probabilmente neanche dati i biglietti. lo sarei rimasto
a casa perché quei biglietti comparvero all'improvviso
nelle agenzie di viaggio. Non so se un giorno ci sarà
mai una pacificazione. Quello che fanno a livello
istituzionale fra i dirigenti conta relativamente. Non
ce l'ho neanche tanto con loro anche se, mi raccontava
mio fratello, che lan Rush, che poi venne a giocare a
Torino, dal pullman alzò il dito medio nei confronti di
coloro che erano giù e che stavano subendo le pene
dell'Inferno fuori dallo stadio. lo personalmente non ho
risentimenti perché guardo al calcio come a una sorgente
di vita, a una passione, ad una fede spropositata che
ho, ma mi fermo lì".
Soprattutto a Firenze, ma anche in
altri stadi, molti offendono la memoria delle vittime
dell'Heysel. Cosa ne pensa ? Cosa dovrebbero fare le
società ?
"Quelli sono imbecilli a
prescindere. Le società ? Fanno poco o nulla perché c'è
questo sub-accordo tra società e tifosi in cui l'una ha
bisogno degli altri. Quindi difficilmente c'è una chiara
presa di posizione. Tornando agli imbecilli, credo che
sull'imbecillità delle persone ci si possa fare ben
poco. Devi sperare che ce ne vadano sempre meno allo
stadio. In Italia manca la cultura sportiva. Già quando
si va a vedere le partite delle giovanili, la domenica è
un vero manicomio mentale a partire dai genitori. I
figli sono il meno, ma apprendono dai loro genitori
questa "educazione" che è vera e propria ignoranza,
cattiveria verso l'altro. Il calcio c'entra, comunque,
poco: questi andrebbero a far danni ovunque, in
birreria, ad un concerto etc. Quando hai in mente
l'antagonismo non puoi essere ottimista e altruista. lo
ho tanti amici in Curva Fiesole e sono persone che hanno
vissuto e che sanno cosa sia l'amicizia. Purtroppo ci
sono tante altre persone che si sfogano negli stadi e
sui social. lo, sinceramente, non me la sento di
litigare per il calcio. Ok lo sfottò, ma finisce lì. Di
andare oltre, con tutti i problemi che ci sono, ne
faccio volentieri a meno".
Tornando a quella sera, cosa pensa
di quella Coppa e dei festeggiamenti ?
"Prima di tutto, non la sento una
coppa vinta. L'unica coppa che sento di aver vinto è
quella di Roma contro l'Ajax nel 1996. Credo che quella
sera sia stata architettata una cosa per non creare
ulteriori problemi di ordine pubblico. Avendo vissuto la
situazione al di fuori dello stadio prima della partita,
non voglio neanche immaginarmi cosa sarebbe successo
lasciando migliaia di persone di contrapposte fazioni a
giro per Bruxelles. Gli inglesi non so neanche se ce la
facevano fisicamente a guardare il secondo tempo per
come erano conciati e credo che non avrebbero più potuto
fare ulteriori danni. Il fatto di aver giocato quella
partita fu una decisione presa da tutti gli organi
federali, forse l'unica giusta. La coppa è insanguinata
ed io, se fossi stato in Giampiero Boniperti, l'avrei
lasciata lì. La Juventus, successivamente, ha peccato di
insensibilità nei confronti di chi subì quella tragedia.
Mi è sembrato molto strano che all'epoca, da parte della
società, non ci sia stata un'attenzione maggiore verso
le famiglie".
Questa esperienza come l'ha segnata
nella vita ?
"Ti segna anche negli
atteggiamenti, soprattutto inconsapevolmente. Te ne
rendi conto sempre a posteriori di come ti comporti e di
come ti atteggi. C'è sempre un po' di paura e un po' più
di attenzione verso certe cose. Alla fine è tutta una
crescita e la crescita avviene attraverso anche i traumi
e le cose negative. Queste sono delle situazioni, se
riesci fortunatamente ad uscirne vivo come successe a me
ed a mio fratello, che comunque ti accompagnano in
maniera dolorosa, ma che ti fanno anche superare in
maniera più facile certi aspetti e certe situazioni che
poi ti ritrovi difronte. E questo perché, comunque, hai
passato un qualcosa di indelebile che è molto, molto
peggio e molto più forte".
Domani la finale tra Real Madrid e
Liverpool. Per chi simpatizzerà ?
"Penso che a livello calcistico il
Real sia superiore e mi farebbe piacere veder vincere
una squadra diversa. Non ho risentimenti nei confronti
del Liverpool, soprattutto verso i suoi giocatori che
non c'entrano nulla con ciò che successe quella sera.
Che vinca il migliore e che la successiva la vinca la
Juventus".
25 Maggio 2018
Fonte: Chiantisette - Val
D’Elsasette
ARTICOLI STAMPA e WEB 25 MAGGIO
2018
Gli incidenti prima della finale di
Coppa dei Campioni del 1985
La furia cieca dei Reds e il rosso
del sangue
di Marco Gargini
CASTELFIORENTINO - Tutto ad un
tratto fu il caos. Un boato, una nube di polvere, le
grida di dolore, le urla ed i pianti di donne e
ragazzini. Nell'aria l'odore acre della polvere che,
misto a quello del sangue, ti prendeva la gola e te la
stringeva come un cappio, lasciandoti senza respiro e
facendoti morire, dentro o proprio fisicamente. Tutto
intorno macerie e morte, morte e macerie. No, non era
scoppiata una bomba. O, meglio, un ordigno innescato da
ore c'era ed era la orda barbarica inglese, "Reds" come
il sangue che di lì a poco avrebbero fatto versare. Una
vera bomba, una mandria di bestie imbufalite e accecate
da litri e litri di alcol che, oscillando avanti e
indietro, aveva fatto cadere giù la rete che divideva la
frontiera tra hooligans britannici e resto del mondo e
che, col proprio peso sommato a quello dei loro nemici
rei di condividere la stessa passione, ma di avere la
divisa di un altro colore, aveva fatto crollare un
intero settore dello stadio. 39 persone morirono quella
sera. 39, di cui 2 minorenni (l'aretina Giuseppina Conti
di 17 anni ed il piccolo Andrea Casula che ne avrebbe
compiuti 11 a Ferragosto). 32 erano cittadini italiani e
3 di questi erano di fede interista (Nino Cerullo, Mario
Ronchi e Tarcisio S alvi), all'Heysel per onorare quel
valore primario chiamato amicizia. Quattro erano belgi,
due francesi ed uno nordirlandese, quest'ultimo nemmeno
tifoso di calcio. 39 vite spezzate, 39 famiglie
distrutte. Oltre 600 i feriti. Ma molte altre persone,
vittime di quella follia, portano ancora i segni di
quella sera, indelebili nel profondo dell'animo. Ferite
che, a 33 anni di distanza, ancora non riescono a
cicatrizzarsi. Era il 29 maggio 1985 ed il mondo del
calcio non sarebbe stato più lo stesso. Allo stadio
Heysel era in programma la finale di Coppa dei Campioni
tra Juventus e Liverpool. Andò in scena una delle pagine
più vergognose della storia del tifo. Andò in scena una
delle pagine più vergognose della storia del calcio.
Andò in scena una guerra che ancora oggi è una ferita
decisamente aperta.
25 maggio 2018
Fonte: Chiantisette - Val
d'Elsasette
ARTICOLI STAMPA e WEB 25 MAGGIO
2018
CERIMONIA
Reggio ricorda i 39 caduti
dell’Heysel
di Romano Zampineti
Si è svolta, nel parco di fronte
allo stadio Mirabello, a Reggio Emilia, la
commemorazione della tragedia del 29 maggio 1985 allo
stadio Heysel di Bruxelles, durante la finale di Coppa
dei campioni tra la Juventus e il Liverpool, dove sono
morte 39 persone tra cui il reggiano Claudio Zavaroni.
Hanno partecipato il presidente della Provincia
Gianmaria Manghi, il deputato Andrea Rossi, il
presidente della Fondazione dello sport Mauro Rozzi,
Armando Addona della Filef, Angelo Zanetti, presidente
di Orgoglio Reggiano e molti rappresentanti dello
Juventus club sparsi in Italia. È stato letto un
messaggio scritto dal presidente della Juventus, Andrea
Agnelli, e ha suscitato profonda commozione la lettura
dei nomi dei 39 angeli tragicamente scomparsi. Era
presente la mamma di Zavaroni e, alla fine, la
presidentessa del Comitato Iuliana Bodnari ha
ringraziato commossa i presenti.
L’unico rammarico è stato la non presenza di
rappresentanti del calcio giovanile e non ma il Comitato
sta lavorando per varie iniziative con le scuole di
Reggio Emila, in modo particolare il Bus, e iniziative
annuali con la biblioteca di Santa Croce di Reggio: si
spera che possa partire un progetto per far capire ai
giovani l’importanza del fairplay fra le varie tifoserie
di ogni sport. (Video di Enrico Rossi)
25 maggio 2018
Fonte: Gazzetta di Reggio
ARTICOLI STAMPA e WEB 25 MAGGIO
2018
33° ANNIVERSARIO
Domenica il ricordo della tragedia
allo stadio Heysel
REGGIO EMILIA - Si svolgerà
domenica alle 10.30, al parco di via Matteotti, la
tradizionale commemorazione in memoria delle vittime
dello stadio Heysel di Bruxelles. Davanti al monumento
eretto in loro ricordo. In quella tragedia, di cui
ricorre il 33esimo anniversario, persero la vita 39
persone che stavano assistendo alla finale tra Juventus
e Liverpool in Coppa dei Campioni. Fra le vittime anche
un reggiano, Claudio Zavaroni, morto due giorni prima
del suo compleanno. "Cercò in tutti i modi di mettere in
salvo altre persone ricordano gli organizzatori della
commemorazione, il "Comitato Per Non Dimenticare Heysel"
ma fu travolto. Al suo rientro avrebbe dovuto inaugurare
il suo studio, che diventò purtroppo la sua camera
ardente. La mamma Adele e la zia Lella sono sempre con
noi fin dalla prima commemorazione, la nostra città
dovrebbe esserlo di più". La commemorazione organizzata
dal comitato e dalla sua presidente, Iuliana Bodnari,
inizierà nel parco di via Matteotti alle 10.30 con le
note dell’Inno Nazionale. Dopo il benvenuto della
Bodnari e un minuto di silenzio in ricordo delle
vittime, interverranno il presidente della Provincia
Giammaria Manghi e Andrea Rossi: sottosegretario alla
presidenza della Regione Emilia-Romagna, deputato del Pd
e tifoso juventino dichiarato. In una mattinata
caratterizzata da musica, poesia e riflessioni saranno
tanti i rappresentanti dei club juventini a prendere la
parola. Oltre che dai vari quartieri della città e dai
paesi della provincia, verranno infatti anche da Bologna
e Ladispoli. "La tragedia di Heysel – conclude il
comitato – dovrebbe insegnarci che si deve far di più,
abbiamo tutti questo obbligo morale".
25 maggio 2018
Fonte: Gazzetta di Reggio
ARTICOLI STAMPA e WEB 25 MAGGIO
2018
Codogno, ultimata la bretella di via Collodi: nuovo
collegamento per il rione
Ultimo intervento prima
dell'apertura al transito di auto, pedoni e ciclisti,
ognuno con la propria corsia.
Codogno (Lodi), 25
maggio 2018 - Asfalto posato e finalmente la "bretella"
che collega via Collodi a viale Resistenza, al rione Don
Bosco, è pronta: ieri, finalmente, gli operai della
ditta appaltatrice hanno effettuato l'ultimo intervento
prima dell'apertura al transito di auto, pedoni e
ciclisti (ognuno avrà la propria corsia) che avverrà la
settimana prossima dopo la posa della segnaletica
orizzontale. Per le macchine, la nuova strada sarà a
senso unico verso via Collodi. Una particolarità: il
nuovo percorso non ha ancora un nome, ma il sindaco
Francesco Passerini vorrebbe intitolarla alle vittime
dell'Heysel, a ricordo della strage del 1985 allo stadio
di Bruxelles prima della partita di calcio Juventus e
Liverpool.
25 maggio 2018
Fonte: Ilgiorno.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 25 MAGGIO
2018
La ricorrenza domenica 27 maggio in
zona Mirabello
"Per non dimenticare Heysel"
Ecco la commemorazione reggiana
Il "Comitato Per Non Dimenticare Heysel" di Reggio Emilia ha organizzato, per la giornata
di domenica 27 maggio, l'annuale commemorazione della
tragedia allo Stadio Heysel di Bruxelles, dove persero
la vita 39 persone, travolte dagli hooligans al seguito
del Liverpool. Una tragedia non solo juventina ma di
tutti gli sportivi, in occasione della finale di Coppa
dei Campioni del 29 maggio 1985. L'inizio della
cerimonia alle ore 10.30, davanti al monumento a loro
dedicato dallo scultore fiammingo Gido Vanlessen, nel
parco dì Via G. Matteotti in zona Mirabello; vi sarà la
partecipazione di autorità locali, famigliari delle
vittime (sarà presente la famiglia di Claudio Zavaroni,
vittima in quella tragedia e che al momento del secondo
attacco degli hooligans stava aiutando persone a
mettersi in salvo quando a sua volta fu travolto) e
amici reduci dì quella carneficina. Un modo per riunirsi
e ricordare 39 angeli (32 italiani, 4 belgi, 2 francesi
e un tifoso irlandese), ribadendo con forza la condanna
ad ogni forma di violenza.
26 maggio 2018
Fonte: La Voce
ARTICOLI STAMPA e WEB 26 MAGGIO
2018
Venerdì 25 maggio 2018
Commemorazione a Cherasco 39
vittime dell’Heysel
di Cinzia Fresia
Venerdì 25 maggio, alle 19.30 ha
avuto luogo la commemorazione dei 39 caduti dell’Heysel
a Cherasco, presso il Monumento 39 vittime, situato
dietro al Santuario del Santo Rosario, nel giardino
della Madonnina. La celebrazione è un appuntamento sacro
per noi juventini al quale non possiamo mancare. Una
tiepida giornata di sole, ha fatto da cornice ad un
evento breve ma dalle emozioni intense. La serata
organizzata dall’amministrazione comunale, dai gruppi e
associazioni di tifosi, è stata profonda e commovente,
30 minuti bastano per ricordare quella terribile
tragedia, che ogni singolo juventino si porta dentro. Mi
hanno colpita e sinceramente emozionata le parole di
Gianluca Pessotto, come rappresentante della società
Juventus, il quale ricordando l’immane tragedia, ha
sostenuto che il fatto non debba essere di pertinenza
esclusiva dei tifosi della Juventus, ma di appartenenza
collettiva assoluta. Eppure, sempre a dire di Pessotto,
si viene ancora derisi, e in certi stadi succede anche
di peggio. Toccante il discorso del dirigente della
Juventus che ha esposto in modo pacato e sincero il
nostro stato d’animo, che è anche il suo, e altrettanto
della Società. Importante l’oratoria di Beppe Franzo,
leggendario presidente dell’associazione Quelli di Via
Filadelfia 88, sempre in prima linea in difesa delle 39
vittime ha annunciato per martedì 21 maggio 2018
l’inaugurazione di una piazza dedicata ai caduti Heysel
finalmente a Torino. Alle 20 la funzione finisce, è il
tramonto, il cielo si tinge di riflessi dorati, uno
sventolare di bandiere bianconere ci saluta dandoci
appuntamento al prossimo anno, e con gli occhi lucidi io
torno a casa. Il blog di Alessandro Magno, ricorda la
celebrazione al Monumento 39 vittime dell’Heysel a
Reggio Emilia - Stadio Mirabello domani domenica 27
maggio 2018, organizzato dal Comitato "Per non
dimenticare Heysel".
26 maggio 2018
Fonte: Ilblogdialessandromagno.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 26 MAGGIO
2018
Juventus-Liverpool, Reggio Emilia
ricorda le 39 vittime dell'Heysel
di Romano Zampineti
Si è svolta, nel parco di fronte
allo stadio Mirabello, a Reggio Emilia, la
commemorazione della tragedia del 29 maggio 1985 allo
stadio Heysel di Bruxelles, durante la finale di Coppa
dei campioni tra la Juventus e il Liverpool, dove sono
morte 39 persone tra cui il reggiano Claudio Zavaroni.
Hanno partecipato il presidente della Provincia
Gianmaria Manghi, il deputato Andrea Rossi, il
presidente della Fondazione dello sport Mauro Rozzi,
Armando Addona della Filef, Angelo Zanetti, presidente
di Orgoglio Reggiano e molti rappresentanti dello
Juventus club sparsi in Italia. È stato letto un
messaggio scritto dal presidente della Juventus, Andrea
Agnelli, e ha suscitato profonda commozione la lettura
dei nomi dei 39 angeli tragicamente scomparsi. Era
presente la mamma di Zavaroni e, alla fine, la
presidentessa del Comitato Juliana Bodnari ha
ringraziato commossa i presenti. (Video di Enrico Rossi)
27 maggio 2018
Fonte: Gazzetta di Reggio
ARTICOLI STAMPA e WEB 27 MAGGIO
2018
ESCLUSIVA TJ Appello di Bodnari,
presidente "Per non dimenticare l'Heysel Reggio Emilia":
"Invito tutti alla commemorazione "Grazie alla Juve salvato
il
monumento, Andrea Agnelli l'unico che ci è vicino"
di Mirko Di Natale
Si dice che una persona muore
soltanto nel momento in cui non vive più nel cuore di
chi lo ricorda. Quella sera di fine maggio, che doveva
essere il culmine di una manifestazione sportiva, si
trasformò invece nella più triste delle tragedie che noi
tutti oggi ricordiamo come "Strage dell'Heysel". Quei 39
angeli che ora, da lassù, guarderanno e proteggeranno
tutti i loro cari.
In occasione del trentatreesimo
anniversario da quel 27 maggio 1985, la nostra redazione
ha contattato telefonicamente Iuliana Bodnari,
presidente e fondatrice del comitato "Per Non
Dimenticare l'Heysel Reggio Emilia", che ci spiega le
iniziative di quest'anno per la commemorazione delle
vittime: "Invito qualsiasi persona voglia partecipare
alla cerimonia che si terrà oggi, a partire dalle 10.30,
a Reggio Emilia nel parco che è di fronte allo stadio
vecchio di nome "Mirabello" e l'unica tribuna ancora
presente è dedicata alla nostra vittima reggiana Claudio
Zavaroni. Sua mamma, di 83 anni, nonostante qualche
acciacco è sempre presente. Durerà fino a mezzogiorno,
poi bisognerà lasciare il parco pulito e, purtroppo,
segnalo che una volta dei vandali hanno buttato giù una
stele. È stato l'unico atto di vandalismo mai accaduto,
è stato un evento molto triste".
Per chi non conoscesse che cosa
sia, ci puoi raccontare la stele e da cosa è costituita
?
"Siamo molto fortunati a ricevere
il monumento che è stato realizzato dallo scultore
fiammingo Vanlessen e costituito da 39 steli, che
rappresenta le bandiere dell'Irlanda, della Francia, del
Belgio, i colori del Liverpool, dell'Italia. La tragedia
è di tutti, non è stato soltanto lo juventino ad essere
colpito. Era stato concepito per rimanere al chiuso in
quanto è molto fragile, non all'aria aperta".
Quando è stato concepito quel
monumento? In che anno è nato ?
"In occasione dei mondiali del '90
giocati in Italia, Vanlessen lo aveva presentato come
progetto culturale. Alcuni amici hanno fatto la
richiesta di acquistarlo e di poterlo donare al comune
di Reggio Emilia in quanto legittimo proprietario perché
non poteva essere di proprietà di un singolo cittadino.
L'anno seguente è avvenuta la partita con Paolo Rossi ed
altri giocatori della Juventus, ma poi dopo si sono
dimenticati di quell'opera".
Dimenticati ? In che senso ?
"Quel monumento è caduto a pezzi,
non ne rimaneva niente. Nel 2005 abbiamo provato a
bussare ad ogni porta, solo due anni più tardi siamo
riusciti a restaurarlo. Ecco il perché siamo diventati
un comitato, perché il nostro obiettivo era di
proteggerlo e ci siamo riusciti. Io e Rossano, nel 2013,
con i nostri risparmi gli abbiamo garantito una
copertura ed ora è bellissimo. Un paio d'anni, dopo,
siamo riusciti a recuperare tutta la somma investita
grazie alla Juventus che non potendo darci i soldi in
quanto avrebbero creato un precedente, ci ha donato il
materiale firmato. Si è scatenata una gara di
solidarietà incredibile, sono rimasta felice perché non
l'avrei mai detto".
Paolo Rossi e i calciatori della
Juventus, ma oltre a loro hai avuto il supporto di
qualche personaggio famoso ?
"No, ho provato a contattare i
personaggi famosi e i calciatori di quella Juventus ma
l'unico che ci ascolta e fa sentire la sua presenza è il
presidente bianconero Andrea Agnelli. Tutti gli anni,
lui ci invia una corona di fiori ed una lettera che io
leggo durante la commemorazione. È l'unico che ci ha
aiutati. Una volta, a margine della partita tra Sassuolo
e Juventus, abbiamo ricevuto la visita di Pavel Nedved e
Fabio Paratici in compagnia di Mariella Scirea che hanno
depositato una corona di fiori. Spero che qualcuno di
loro potrà esserci, io non demordo (sorride ndr)".
La commemorazione avviene sempre di
domenica oppure anche durante un altro giorno della
settimana ?
"Scegliamo sempre la domenica per
permettere ad ogni persona, che viene da lontano, di
poterci essere. La programmiamo nei minimi dettagli
cercando di invitare tutti coloro che vogliono
partecipare: lo scrittore Nereo Ferlat che ha scritto il
libro "L' ultima curva. La tragedia dello stadio Heysel"
che è ormai un punto fisso del comitato, i sopravvissuti
della curva z, i politici e, quest'anno, avremo il
piacere di avere il presidente della provincia e della
regione. Sono orgogliosa perché ho partecipato ad altre
celebrazioni ma questa è la vera commemorazione dei 39
angeli" (Omissis Programma Manifestazione).
27 maggio 2018
Fonte: Tuttojuve.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 27 MAGGIO
2018
Ieri il ricordo della tragedia
davanti al monumento
Sciarpe, fiori e tanta commozione
per l'anniversario dell'Heysel
Tante persone, sciarpe, bandiere e
soprattutto commozione
attorno al monumento commemorativo ieri mattina
davanti allo stadio Mirabello. Ricorreva il 33esimo
anniversario della tragedia dell’Heysel. Per ricordare
quel maledetto 29 maggio 1985 allo stadio di Bruxelles,
durante la finale di Coppa dei Campioni tra la Juventus
e il Liverpool, dove sono morte 39 persone tra cui il
reggiano Claudio Zavaroni. Hanno aderito all’iniziativa
il presidente della Provincia Giammaria Manghi, il
sottosegretario alla presidenza della Regione e
onorevole Andrea Rossi, il nuovo presidente della
Fondazione dello Sport, Mauro Rozzi, il numero uno della
Filef Amando Addona, Angelo Zanetti della onlus Orgoglio
Reggiano e numerosi club juventini d'Italia tra cui
Emilia Bianconera, Juventus Club Carpi, Gattinara,
Teramo, Giulianova, Bologna e Riccione. E ovviamente la
presidentessa del Comitato Heysel di Reggio, Iuliana
Bodnari che ha ringraziato per la vasta partecipazione
anche se ha poi ha aggiunto: "L’unico rammarico è quello
di non aver avuto la presenza di qualche squadra
giovanile reggiana...". È stato letto un messaggio
scritto dal presidente della Juventus, Andrea Agnelli e
ha suscitato profonda commozione la lettura dei nomi dei
39 angeli tragicamente scomparsi. Presente tra il
pubblico anche la madre di Zavaroni.
28 maggio 2018
Fonte: Il Resto del Carlino
ARTICOLI STAMPA e WEB 28 MAGGIO
2018
La Mole Antonelliana illuminata per
ricordare le vittime dell’Heysel
La Mole Antonelliana illuminata per
ricordare le vittime dell’Heysel: proiettata
sull’edificio una particolare scritta.
Grande attesa per domani, quando
sarà possibile ammirare lo spettacolo della Mole
Antonelliana illuminata per ricordare le vittime
dell’Heysel. L’edificio simbolo della nostra città sarà
coinvolto in una interessante iniziativa, portata avanti
dall’Associazione "Quelli di… via Filadelfia". Nello
specifico, sulle pareti esterne della Mole sarà
proiettata la scritta "+ 39 RISPETTO", che rappresenterà
l’omaggio alle 39 persone che hanno tragicamente perso
la vita durante la finale di Coppa dei Campioni del
1985. Quello di martedì 29 maggio è l’ennesimo evento
che riguarda l’illuminazione della Mole per occasioni
speciali. In precedenza era stata utilizzata anche per
ricordare la strage del Grande Torino (lo scorso 4
maggio, con una coreografia granata). Le altre
iniziative in programma: Nella giornata di martedì 29
maggio sono in programma altri interessanti e importanti
eventi legati a questa triste ricorrenza. Durante la
mattinata, infatti, sarà intitolata una piazzetta alle
39 vittime. La zona indicata è tra lungo Dora Agrigento
e strada del Fortino, tra i numeri civici 36 e 38.
All’inaugurazione prenderanno parte la sindaca Chiara
Appendino e del presidente del Consiglio comunale, Fabio
Versaci. La serata sarà invece caratterizzata dal
monologo "Il giorno perduto", che sarà proposto da
Gianluca Favetto e da Fabio Barovero (quest’ultimo
incaricato per le musiche).
28 maggio 2018
Fonte: Mole24.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 28 MAGGIO
2018
Torino dedica piazza a vittime
stadio Heysel
di Danilo Loria
Torino dedica la piazzetta compresa
tra lungo Dora Agrigento e strada del Fortino alle
vittime dello stadio Heysel.
Torino dedica la piazzetta compresa
tra lungo Dora Agrigento e strada del Fortino alle
vittime dello stadio Heysel. La cerimonia di
intitolazione domani mattina nella biblioteca civica
‘Italo Calvino’ dove, dal 29 maggio al 30 giugno, sarà
esposta la mostra ‘Per non dimenticare Heysel’ di
Massimo Tadolini. Alla manifestazione sono attesi il
presidente del Consiglio Comunale, Fabio Versaci, il
presidente della Circoscrizione 7, Luca Deri, il
dirigente della Juventus, Gianluca Pessotto, il
presidente dell’Associazione dei famigliari vittime
dell’Heysel, Andrea Lorentini e la presidente del
Comitato di Reggio Emilia ‘Per non dimenticare Heysel’
Iuliana Bodnari. La tragedia dell’Heysel è avvenuta a
Bruxelles il 29 maggio 1985, poco prima della finale di
Coppa dei Campioni tra la Juventus e il Liverpool quando
persero la vita 39 persone. (AdnKronos)
28 maggio 2018
Fonte: Calcioweb.eu
ARTICOLI STAMPA e WEB 28 MAGGIO
2018
29 maggio a Torino l’intitolazione
di piazza Vittime dello stadio Heysel
Il 29 maggio 2018 alle 11, si
svolgerà la cerimonia di intitolazione della piazzetta
compresa tra lungo Dora Agrigento e strada del Fortino
alle Vittime dello stadio Heysel. Nella tragedia,
avvenuta a Bruxelles il 29 maggio 1985, in occasione
della finale di Coppa dei Campioni tra la Juventus e il
Liverpool, persero la vita 39 persone. La cerimonia si
terrà presso la biblioteca civica "Italo Calvino" dove,
dal 29 maggio al 30 giugno, sarà esposta la mostra "Per
non dimenticare Heysel", di Massimo Tadolini. Alla
cerimonia interverranno il presidente del Consiglio
Comunale e della commissione Toponomastica, Fabio
Versaci, il presidente della Circoscrizione 7, Luca
Deri, il dirigente della Juventus, Gianluca Pessotto, il
presidente dell’Associazione dei famigliari vittime
dell’Heysel, Andrea Lorentini e la presidente del
Comitato di Reggio Emilia "Per non dimenticare Heysel".
28 maggio 2018
Fonte: Quotidianopiemontese.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 28 MAGGIO
2018
Domani a Torino la intitolazione
della piazzetta Vittime dello stadio Heysel
Tra lungo Dora Agrigento e strada
del Fortino
Domani, martedì 29 maggio, alle ore
11, si svolgerà la cerimonia di intitolazione della
piazzetta compresa tra lungo Dora Agrigento e strada del
Fortino alle Vittime dello stadio Heysel. Nella tragedia
avvenuta a Bruxelles il 29 maggio 1985, in occasione
della finale di Coppa dei Campioni tra la Juventus e il
Liverpool persero la vita 39 persone. La cerimonia si
terrà presso la biblioteca civica "Italo Calvino", dove,
dal 29 maggio al 30 giugno, sarà esposta la mostra "Per
non dimenticare Heysel", di Massimo Tadolini. Alla
cerimonia interverranno il presidente del Consiglio
Comunale e della commissione Toponomastica, Fabio
Versaci, il presidente della Circoscrizione 7, Luca
Deri, il dirigente della Juventus, Gianluca Pessotto, il
presidente dell’Associazione dei famigliari vittime
dell’Heysel, Andrea Lorentini e la presidente del
Comitato di Reggio Emilia "Per non dimenticare Heysel",
Iuliana Bodnari.
28 maggio 2018
Fonte: Torinoggi.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 28 MAGGIO
2018
Una piazza intitolata e la Mole
illuminata: Torino ricorda l’Heysel
di Valerio Barretta
La strage dello stadio Heysel di
Bruxelles provocò la morte di 39 tifosi della Juventus,
di cui 32 italiani, che erano partiti verso il Belgio
per assistere alla finale di Coppa dei Campioni tra i
bianconeri e il Liverpool.
Il 29 maggio 1985 non è una data
qualsiasi per lo sport italiano. Men che meno per le
famiglie delle 39 vittime della tragedia dell’Heysel, lo
stadio di Bruxelles dove quella notte si doveva
assistere a una grande sfida di calcio internazionale -
la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool
- e non al bagno di sangue provocato dalla carica dei
tifosi inglesi contro quelli bianconeri. In occasione
del 33esimo anniversario, la Città di Torino e la
Juventus commemorano le vittime della strage con una
serie di iniziative. Domattina, martedì 29 maggio, alle
11, verrà intitolata una piazzetta compresa tra lungo
Dora Agrigento e strada del Fortino tra i numeri civici
36 e 38. La cerimonia si terrà presso la biblioteca
civica "Italo Calvino". Oltre alle famiglie delle
vittime e ai superstiti della tragedia, saranno presenti
anche la sindaca Chiara Appendino e il presidente del
Consiglio comunale Fabio Versaci. In serata, sulla
facciata della Mole Antonelliana sarà proiettata la
scritta "+39 rispetto", logo nato dall’idea
dell’Associazione Quelli di … Via Filadelfia", la stessa
che cura anche la Giornata della Memoria per le Vittime
dell’Heysel e ogni manifestazione sportiva ad essa
legata. Alle 21, invece, nella Sala delle Colonne di
Palazzo di Città, le vittime dell’Heysel saranno
ricordate con il monologo "Un giorno perduto" di
Gianluca Favetto e le musiche di Fabio Barovero.
L’Heysel è tra le più grandi tragedie sportive che vede
coinvolta una squadra italiana. Fu provocata dalla
carica degli hooligan del Liverpool verso il settore Z,
che ospitava i tifosi della Juventus. Questi ultimi
indietreggiarono impauriti fino ad ammassarsi contro un
muricciolo e a intrappolarsi in una morsa mortale: il
muro crollò, molte persone finirono schiacciate dalle
macerie, altre calpestate dalla folla. L’iniziativa del
Comune segue l’inaugurazione del "Giardino Vittime
dell’Heysel" a Grugliasco, risalente allo scorso anno.
Del 13 maggio è invece l’intitolazione di un campo
sportivo di Moncalieri a Domenico Russo, uno dei tifosi
che 33 anni fa erano partiti per il Belgio per assistere
a una partita e non sono mai più tornati dai loro cari.
28 maggio 2018
Fonte: Futura.news
ARTICOLI STAMPA e WEB 28 MAGGIO
2018
Nasce a Torino la Piazzetta Vittime
dello Stadio di Heysel
Alessandro DecoratoLa giunta
comunale di Torino intitolerà una piazza in nome ed in
memoria delle 39 vittime scomparse quel fatidico 29
maggio 1985.
Il 29 maggio 1985 si andava a
disputare la finale di Coppa Campioni tra Juventus e
Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles. Dalle 19:20
fino alle 20:30 quella che doveva essere una serata di
gala per il calcio si trasformò, invece, nella strage
dell’Heysel. Gli Hooligans, i famosi tifosi ultras della
squadra inglese, cominciarono a muoversi verso l’anello
occupato da tifosi juventini e neutri (l’anello occupato
da soli tifosi juventini era esattamente di fronte a
quello degli inglesi e, perciò, impossibile da
raggiungere per quest’ultimi). I tifosi inglesi cercano
il cosiddetto "take an end" (prendi la curva) sfondando,
ad ondate, le reti divisorie. Le vittime dell’attacco si
accorgono del pericolo imminente e si spostano in massa
verso l’anello opposto. Le forze dell’ordine belghe,
però, oppongono resistenza manganellando i tifosi
dell’anello, juventini e non. La pressione, però,
diventa tale da non permettere al muro divisore di
reggere: chi si lanciò nel vuoto, chi cercò di
scavalcare le recinzioni, chi rimase schiacciato e chi
morì. A fine tragedia, i numeri registrati furono
gravissimi: 600 i feriti, 39 le vittime, di cui 32
italiane. La strage dell’Heysel non è mai stata
dimenticata e molti personaggi sportivi, nel corso degli
anni seguenti, hanno commemorato le vittime della
tragedia. La decisione di intitolare una piazza alle
vittime: La giunta di Torino, nell’ultimo periodo, ha
preso un’ulteriore decisione. Nel giorno del 33°
anniversario della tragedia, martedì 29 maggio 2018, la
città di Torino intitolerà una piazzetta in nome delle
vittime. Il tratto di strada compreso tra Lungo Dora
Agrigento e Strada del Fortino si chiamerà "Piazzetta
vittime dello stadio di Heysel". La cerimonia si
svolgerà dalle 11:00 e sarà presieduta dalla sindaca
Chiara Appendino e dal Presidente del Consiglio
Comunale, Fabio Versaci. Sulla Mole Antonelliana,
inoltre, verrà proiettato il logo "+39 Rispetto", il
quale venne creato dall’associazione "Quelli di… via
Filadelfia". Alle ore 21:00, presso la sala Colonne di
Palazzo Civico, le 39 vittime verranno commemorate con
il monologo di Gianluca Favetto intitolato "Il giorno
perduto" e con le musiche di Fabio Barovero in
sottofondo.
28 maggio 2018
Fonte: Mole24.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 28 MAGGIO
2018
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