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ARTICOLI GENNAIO-APRILE 2017
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ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO-APRILE 2017
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GENNAIO-APRILE 2017
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO 2017

Ultrà, Daspo dopo cerimonia Heysel

Torino, rissa dopo commemorazione dell'Heysel: ultrà punito con Daspo

Locale distrutto dopo il corteo per l’Heysel. Daspo ai tifosi juventini

Fiorentina - Juventus, 39 ragioni fino alla fine

Fiorentina - Juventus, rimossi adesivi che alludevano alle vittime dell'Heysel

Juventus, intorno al Franchi gli infami adesivi "- 39 nessun rispetto"

"-39, nessun rispetto" gli adesivi dell’infamia

Gli adesivi: "- 39 nessun rispetto". Il caso segnalato alla Figc

Strage Heysel: adesivi shock al Franchi. I familiari delle vittime: "Gesto spregevole"

Centinaia di adesivi sulla strage dell'Heysel

Omaggio alle vittime dell'Heysel

I cervelli sotto vuoto allo stadio, tra Heysel ed ebrei

Familiari vittime Heysel: "Inaccettabile quanto accaduto a Firenze"

La Fiorentina contro gli adesivi sulla strage dell'Heysel

Heysel, la Fiorentina chiede scusa alle famiglie delle vittime: "Offesi e dispiaciuti"

Heysel, i familiari delle vittime: "Della Valle prenda posizione contro i tifosi"

Calcio, offese alle vittime dell'Heysel. I familiari: "La Fiorentina prenda posizione"

Numerologia di Gigi

Le 39 vittime dell’Heysel ricordate prima del match

La strage dell’Heysel

 ARTICOLI STAMPA e WEB FEBBRAIO 2017

Quando Basilea fu la prova generale dell'Heysel

ARTICOLI STAMPA e WEB MARZO 2017

Juve, Tardelli e la Coppa vinta all'Heysel: "Non la riconosco"

ARTICOLI STAMPA e WEB APRILE 2017

Dall'Heysel al Borussia, Uefa senza pietà

Ultrà, Daspo dopo cerimonia Heysel

Stop a bianconero. Tar, punibile anche se non c'era la partita.

(ANSA) - TORINO, 14 GEN - Per ricevere un Daspo non è necessario macchiarsi di violenze in occasione di una partita di calcio. Ne sa qualcosa R.M., un tifoso della Juventus rimasto coinvolto in una rissa al bar non durante un derby, ma dopo una cerimonia di commemorazione delle vittime dell'Heysel. Lo stop di quattro anni è stato confermato dal Tar del Piemonte.  Il 17 maggio 2016, R.M. (appartenente del gruppo "Tradizione") prese parte a una cerimonia in ricordo della tragedia del 1985 e al rientro, insieme a una quindicina di compagni, si fermò in un esercizio commerciale dove c'erano dei tifosi del Torino: si passò dagli insulti alle violenze e alla rottura di sedie e tavolini. "Dai filmati - scrive il Tar - risulta altresì che si sia impossessato di una borsa e di un giubbotto di un cliente". Inutilmente la difesa ha sottolineato che l'episodio si è verificato in un martedì in cui non c'erano partite. Per il Tar sono censurabili con Daspo anche le violenze avvenute "a causa" di una manifestazione di contenuti sportivi.

14 gennaio 2017

Fonte: Ansa.it

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Torino, rissa dopo commemorazione dell'Heysel: ultrà punito con Daspo

Il Tar conferma il provvedimento della questura dopo uno scontro con tifosi del Torino, anche se lontano dallo stadio: "Violenza comunque sanzionabile".

Per ricevere un Daspo non è necessario macchiarsi di violenze in occasione di una partita di calcio. Ne sa qualcosa R.M., un tifoso della Juventus rimasto coinvolto in una rissa al bar non durante un derby, ma dopo una cerimonia di commemorazione delle vittime dell'Heysel. La questura, lo scorso agosto, gli ha notificato uno stop di quattro anni e il provvedimento è stato confermato dal Tar del Piemonte. Il 17 maggio 2016, R.M. (appartenente del gruppo "Tradizione") prese parte a una cerimonia - vicino al ponte Vittorio Emanuele a Torino - in ricordo della tragedia del 1985 a Bruxelles. Al rientro, insieme a una quindicina di compagni, si fermò in un esercizio commerciale dove c'erano dei tifosi del Torino: si passò dagli insulti alle violenze e alla rottura di sedie e tavolini. "Dai filmati - scrive il Tar - risulta altresì che si sia impossessato di una borsa e di un giubbotto di un cliente". Inutilmente la difesa ha sottolineato che l'episodio si è verificato lontano da uno stadio e in un martedì in cui non c'erano partite. Il Tar si è detto del parere che siano sanzionabili le violenze "non soltanto realizzate in occasione di una manifestazione sportiva", ma anche quelle poste in essere "a causa della manifestazione sportiva". Dove per "manifestazione" si deve intendere qualsiasi evento "anche non competitivo legato al mondo sportivo". "E non è dubitabile - scrivono i giudici - che gli episodi di violenza avvenuti dopo la commemorazione di uno dei fatti più tragici avvenuti negli ultimi anni, provocato proprio dalla violenza dei tifosi, siano strettamente collegati con una "manifestazione sportiva secondo un rapporto di diretta causalità".

14 gennaio 2017

Fonte: Torino.repubblica.it

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Locale distrutto dopo il corteo per l’Heysel Daspo ai tifosi juventini

Il Tar: sanzione valida anche se non c’era una partita.

di Andrea Rossi

Una commemorazione che finisce in rissa. Un locale quasi distrutto dalla furia ultrà. Un’inchiesta che finora ha coinvolto oltre dieci persone. E, adesso, per alcune, il daspo, vale a dire il divieto di assistere alle partite e di avvicinarsi agli stadi nei giorni in cui si gioca. È una interpretazione estensiva, quella con cui il ministero dell’Interno ha punito alcuni tifosi della Juventus, banditi dagli stadi per una rissa avvenuta in strada, lontano dai campi da gioco e in una giornata senza appuntamenti calcistici, eppure generata da questioni di tifo. La sera del 27 maggio dello scorso anno una cinquantina di tifosi bianconeri attraversa via Pietro Micca. Sono reduci dalla commemorazione per la tragedia dell’Heysel, lo stadio belga in cui nel 1985 morirono 39 supporter juventini dopo gli scontri con i tifosi del Liverpool prima della finale di Coppa dei Campioni. Prima la cerimonia in Comune, poi i fumogeni davanti alla Gran Madre, il corteo e, infine, poco dopo l’una di notte, l’ultimo passaggio in centro fermandosi davanti al Banco Vini Alimenti di via dei Mercanti, spesso frequentato da tifosi del Torino. Scattano sfottò e insulti reciproci cui il gruppo ultrà, appartenente al nucleo "Tradizione", uno dei più rappresentativi della tifoseria organizzata bianconera, risponde facendo irruzione nel locale, rompendo bicchieri e bottiglie, picchiando alcuni avventori e i titolari per poi fuggire afferrando anche borse e giubbotti.  Il risultato è un locale mezzo distrutto e un’indagine - cui la procura sta ancora lavorando - coordinata dalla Digos, che finora ha coinvolto oltre dieci persone. Intanto sono scattate anche le sanzioni amministrative. Il daspo ha colpito duramente alcuni ultrà coinvolti nella rissa. Uno, Romeo M., ha fatto ricorso al Tar contro il provvedimento che lo bandisce dagli stadi per quattro anni, ma i giudici hanno respinto le tesi del suo avvocato, Ennio Galasso, secondo cui non ci sarebbe alcun rapporto tra l’episodio di violenza e la manifestazione sportiva e dunque il daspo non sarebbe ammissibile. Il collegio, guidato dal presidente del Tar Piemonte Domenico Giordano, non è della stessa idea: anche se la rissa non si è svolta nel luogo della commemorazione, la connessione c’è perché il gruppo si è riunito proprio per partecipare alla manifestazione in ricordo delle vittime di Bruxelles e poi tornando si è appositamente fermato davanti al locale per insultare i tifosi avversari. Non c’è dubbio, concludono i giudici, "che gli episodi di violenza verificatisi dopo la commemorazione di uno dei fatti più tragici accaduti negli ultimi anni - provocato proprio dalla violenza dei tifosi - siano strettamente collegati con una manifestazione sportiva". 

15 gennaio 2017

Fonte: Lastampa.it

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 Fiorentina - Juventus, 39 ragioni fino alla fine

di Marco Sanfelici

"Firenze lo sai non è servita a cambiarla". L’esortazione a rispettare i morti, la perorazione accorata a tenere in alto una civiltà che contempla le proprie radici nella notte del medioevo. Non sono serviti i sindaci, i presidenti, la gente per bene. Gli idioti continuano a venire al mondo e sulle sponde dell’Arno si accalcano a fare bella mostra nelle vigilie di una gara che per loro è un evento, l’unico della stagione. "Per questo canto una canzone triste, triste, triste come me". Scusa Ivan se ti ho preso in prestito. Non sono come te "fottuto di malinconia", bensì in preda a una voglia pazza di sputare in faccia a quei dementi, figli disgraziati di Florentia. Volesse il cielo che nel discorso precedente alla discesa in campo qualcuno nello spogliatoio bianconero rinfrescasse la mente ai "nuovi". Qualcuno spiegasse al Pipita, a Pjanic, al General Bolivar 39 ragioni per non concedere spazio ai viola. Per mangiare l’erba fino al 98′ e oltre. Per rendere ancora una volta felici i nostri angeli nel cielo, raggiunto dall’Heysel per direttissima, senza condizionale o appello. E per gli idioti, come scrivono loro, "nessun rispetto". Detto questo, la gara di domani, per i veri sportivi, è uno dei punti fissi di tutti i campionati italiani, da qui all’eternità. L’ennesima fastidiosa trasferta su un campo attorno al quale si è voluta creare artatamente una rivalità che non ha ragione di esistere. Ma si sa che coloro che non sanno brillare di luce propria, si alimentano di luce altrui. Mi sovviene un’altra canzone, che mia mamma cantava lavando i panni nella vasca di casa. La lavatrice aveva da venire, ancora. "Firenze stanotte sei bella in un manto di stelle", altro genere da Graziani, altri tempi, ma domenica sera si ripeterà il miracolo: una notte all’anno Firenze luccica di stelle. Quelle della Juventus: luce riflessa, c.v.d. (omissis testo sulla partita) Per Firenze è l’ "evento", dunque sarà bene tenere ben inserita la "spina" fino all’ultimo secondo e oltre. Vero è che vincere al Franchi vale sempre 3 punti e basta, ma vale anche la premessa. Espugnare Firenze è un atto dovuto a 39 creature che non sono tornate a casa. Tra cui un bambino, tanti padri di famiglia e 7 persone straniere che si volevano godere uno spettacolo in modo neutrale. Lo potremo mai spiegare alle menti sottosviluppate che si aggirano attorno a Ponte Vecchio ?

15 gennaio 2015

Fonte: Juveatrestelle.it

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Fiorentina - Juventus, rimossi adesivi che alludevano alle vittime dell'Heysel

Le forze dell'ordine hanno tolto degli adesivi con la scritta "meno 39, nessun rispetto" attaccati su alcuni cartelli stradali in prossimità dell'ingresso del settore ospiti.

FIRENZE - Adesivi con la scritta "meno 39, nessun rispetto", riferibili alle altrettante vittime dello stadio Heysel in occasione della partita Juventus-Liverpool del 1985, sono stati rimossi dalle forze dell'ordine all'esterno dello stadio 'Franchi' di Firenze dove si è svolta la partita Fiorentina-Juventus. Gli adesivi erano stati sistemati su alcuni cartelli stradali in prossimità dell'ingresso del settore ospiti e alcuni sono stati trovati anche all'interno dello stesso settore. Le forze dell'ordine hanno comunicato l'accaduto alla Figc. Poco prima della partita la polizia ha denunciato un torinese di 23 anni sorpreso con un fumogeno nel pre-filtraggio. Un 50enne tifoso della Fiorentina, visibilmente ubriaco, è stato invece allontanato mentre, poco prima della partita, cercava di venire a contatto con alcuni supporters juventini.

15 gennaio 2017

Fonte: Corrieredellosport.it

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Juventus, intorno al Franchi gli infami adesivi "- 39 nessun rispetto"

Sui muri dello stadio Artemio Franchi e su qualche cancello si nota un adesivo che insulta le vittime dell'Heysel.

FIRENZE - Purtroppo è sempre la solita storia. Non c'è niente di particolarmente nuovo nello scoprire che su qualche muro e su qualche cancello dello stadio Artemio Franchi di Firenze campeggia un infame adesivo che insulta le vittime della tragedia di Bruxelles, nella quale morirono 39 tifosi in occasione della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool (29 maggio 1985). "-39 nessun rispetto", cita l'adesivo (nella foto si vede ingrandito nel riquadro) che compare qua e là nei dintorni dello stadio.

15 gennaio 2017

Fonte: Tuttosport.com

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IN TRIBUNA VENTURA E RENZI

"-39, nessun rispetto" gli adesivi dell’infamia

INVIATO A FIRENZE - Basta farsi un giro attorno al Franchi e dare un'occhiata ai cancelli "impreziositi" con messaggi non proprio meritevoli. Qui e là omaggi a Batistuta: "Non dimentichiamolo mai". Ciò che, invece, dovrebbe essere dimenticato - per alcuni - è il ricordo delle 39 vittime dell’ Heysel: Bruxelles, 29 maggio 1985, finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. "-39 nessun rispetto" è scritto su un adesivo viola. Non ce n'è solo uno altrimenti sarebbe una bravata. Al Franchi, durante il primo tempo, dalla curva Fiesole si alza il grido: "Amo Liverpool". Giampiero Ventura ct dell'Italia e l'ex premier Renzi si sono goduti lo "spettacolo".

16 gennaio 2017

Fonte: Tuttosport

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Fiorentina - Juventus: adesivi fuori dallo stadio sulla tragedia dell'Heysel

Gli adesivi: "- 39 nessun rispetto". Il caso segnalato alla Figc

Ieri sera prima del calcio d'inizio del big match tra Fiorentina e Juventus, vinto dalla Viola per 2 a 1, sono stati attaccati degli adesivi con la scritta "-39 nessun rispetto" su alcuni cartelli stradali in viale Fanti. In pratica lungo il tragitto percorso poi dai tifosi ospiti. Il riferimento è alla tragedia del 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles dove morirono 39 tifosi in occasione della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool. L'episodio, secondo alcuni quotidiani sportivi, sarebbe già stato segnalato alla Figc. Daspo - Durante le operazioni di pre-filtraggio un 22enne di Torino è stato denunciato per aver cercato di introdurre un grosso petardo dentro l'Artemio Franchi. Intanto la polizia sta visionando i filmati per un fumogeno acceso in Curva Fiesole. Altri due giovani, stavolta tifosi viola, sono stati denunciati perché trovati con alcuni grammi di hashish.

16 gennaio 2017

Fonte: Firenzetoday.it

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Strage Heysel: adesivi shock al Franchi

I familiari delle vittime: "Gesto spregevole"

di Claudia Failli

Della vicenda si stanno adesso interessando anche i membri dell’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel il cui presidente, Andrea Lorentini figlio di Roberto, sta valutando insieme ai propri legali quali operazioni intraprendere. "Un gesto spregevole".

Un gesto spregevole. Che evoca una delle pagine più brutte, tristi e feroci del calcio. Era il 29 maggio 1985 e poco prima dell’inizio della finale di  Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles morirono 39 persone a causa dell’attacco da parte delle frange più violente della tifoseria inglese. Tra coloro che persero la vita c’erano anche gli aretini Roberto Lorentini (31 anni) e Giuseppina Conti (17).  Un giorno da cancellare. Da riscrivere. Ma che invece ciclicamente, complice l’insensibilità dei soliti ignoti, torna sotto gli occhi di tutti con la stessa violenza di trentadue anni fa. L’ultimo episodio è quello documentato da Repubblica Firenze nelle proprie colonne virtuali. Centinaia di adesivi sulla strage dell’Heysel sono stati attaccati sui segnali stradali in giro per Firenze e nei pressi dello stadio. Altri, invece, hanno fatto la loro comparsa persino sul plexiglass del settore ospiti dello stadio Artemio Franchi. Su tutti si legge chiara e inequivocabile la scritta "-39, nessun rispetto". Secondo quanto riportato da Repubblica, gli adesivi sarebbero stati trovati pochi minuti prima del calcio di inizio di Fiorentina Juventus (disputatasi alle 20.45 del 15 gennaio). Sarebbero stati gli steward a rimuovere le odiose etichette che hanno attirato immediatamente l’attenzione delle forze dell’ordine presenti all’interno dello stadio. In questo senso l’episodio potrebbe avere delle conseguenze giudiziarie visto che la giustizia sportiva potrebbe persino disporre una sanzione nei confronti della società. Della vicenda si stanno adesso interessando anche i membri dell’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel il cui presidente, Andrea Lorentini figlio di Roberto, sta valutando insieme ai propri legali quali operazioni intraprendere. "Un gesto spregevole".

18 gennaio 2017

Fonte: Arezzonotizie.it

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Centinaia di adesivi sulla strage dell'Heysel

Centinaia di adesivi sulla strage dell'Heysel attaccati sui segnali stradali in giro per Firenze e nei pressi dello stadio, altri persino sul plexiglass del settore ospiti. Su tutti, la scritta "-39, nessun rispetto". Gli adesivi-shock sono stati ritrovati dentro e fuori il Franchi, e poi rimossi dagli steward, prima del fischio d'inizio di Fiorentina Juventus. Il caso ha subito catturato l'attenzione della polizia, per via delle ripercussioni che l'allusione alla strage di Bruxelles (in cui morirono 39 tifosi juventini nella finale di Champions) avrebbe potuto innescare sul fronte ordine pubblico.  Secondo quanto emerso, il caso potrebbe avere conseguenze sul fronte della giustizia sportiva, e portare a una sanzione nei confronti della società. Gli accertamenti sono ancora in corso. Nel complesso, il bilancio finale dei controlli effettuati per la partita parla di due sole denunce, per due tifosi ospiti sorpresi con un petardo e con alcune dosi di hashish.

18 gennaio 2017

Fonte: Firenze.repubblica.it

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Delegazione dello Juventus Club di S. Lucia del Mela

Omaggio alle vittime dell'Heysel

Per non dimenticare la strage dell'Heysel, lo stadio di Bruxelles dove, il 29 maggio 1985, poco prima dell'inizio della finale di Coppa di Campioni tra Juventus e Liverpool, persero la vita 39 tifosi, di cui 32 italiani, e si registrarono oltre 600 feriti. Con l'obiettivo di commemorare le vittime, si è tenuta a Reggio Emilia, città di uno dei morti dell’Heysel, una cerimonia alla quale ha preso parte con una delegazione anche lo Juventus Club "Gaetano Scirea" di Santa Lucia del Mela, presieduto da Benedetto Merulla. Su invito del comitato Heysel della città emiliana, prima della partita di domenica scorsa contro il Sassuolo, soci dello "Scirea" si sono recati al monumento eretto alle vittime della violenza negli stadi e realizzato ispirandosi alle caratteristiche dell'Heysel. Un momento di riflessione dedicata ai temi della sicurezza e del rispetto tra tifoserie, condivisa con i bianconeri di altre parti d'Italia, su una assurda tragedia nazionale - condizioni dello stadio inadeguate, ressa, crollo di un muro - che trent'anni dopo è rimasta come una ferita profonda nella storia della Juventus. (k.t)

18 gennaio 2017

Fonte: Gazzetta del Sud

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 I cervelli sotto vuoto allo stadio, tra Heysel ed ebrei

di Mattia Cialini

Lo sport è passione: lo è il calcio giocato, lo è quello vissuto al fianco della squadra del cuore. In casa, in trasferta. Nelle partite più anonime, nei derby più sentiti. Va bene il sostegno ai propri colori e pure lo sfottò avversario, perché anche all’oratorio certe pietanze vogliono il giusto condimento. Amen. Ci sono poi manifestazioni allo stadio che tifo non sono ma avrebbero la pretesa di essere divertenti/sarcastiche/provocatorie/fighe. Fanno branco. Ma che in sintesi sono partorite da cervelli carenti, replicate e sostenute da cervelli spenti. Che dentro il gruppone/gruppetto/gruppino sembrano suonare tanto bene per denigrare l’avversario: vengono evocate tragedie con logiche da bullismo della scuola materna. Suscitano più pena che rabbia, come un bimbo che dice parolacce per farsi notare. Ma siccome gli stadi calamitano milioni di occhi, poi tocca parlarne. E dire cose ovvie tipo che gli adesivi allo stadio Franchi contro le vittime dell’Heysel sono spregevoli al pari dei cori antisemiti allo Stadium di Torino. Lo spunto arriva da un messaggio facebook indirizzato alla nostra redazione, dopo l’articolo della collega Claudia Failli sulle penose scritte del Franchi. Mi pare assurdo giustificare il nostro articolo, lo faccio per chiarirne la logica giornalistica. Siamo un giornale di provincia, ci interessiamo di quel che accade nell’Aretino. Il presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime dell’Heysel è di Arezzo, Andrea Lorentini, due giovani - tra cui il padre di Andrea, Roberto Lorentini - che persero la vita Bruxelles nell’85 erano di Arezzo: la posizione dell’associazione sui fatti del Franchi non può che trovare spazio su Arezzo Notizie. Come lo troverebbe, per dire, la condanna dei cori dello Stadium di un’associazione aretina che lotta contro l’antisemitismo. Detto questo, il messaggio, nella sua tristezza, permette un paio di riflessioni. Uno: gli pseudo-tifosi che intonano un canto articolato contro i fiorentini ("Il viola è il colore che odio e quello che odio di più. Gli sterilizziamo le donne, cosi non ne nascono più ! Firenze è una patria d’infami, la odio da sempre perché i viola non sono italiani ma sono una massa di ebrei") con finale antisemita, tendono (involontariamente) una trappola al loro bersaglio, chi ci casca - come il nostro lettore - offendendosi per l’epiteto "massa di ebrei" pecca dello stesso pregiudizio di quelli che intonano il coro. Giusto indignarsi per il coro, non certo per l’accostamento fiorentini=ebrei, ma per tutto quel che implicitamente intende (ebrei = popolo inferiore, quindi fiorentini = popolo inferiore). Due. Grazie al lettore per il messaggio (che però resta parecchio piccino e triste): ci permette di ribadire cose che sembrano ovvie, ma che per tutti forse non lo sono. Che juventini e fiorentini si sfottano, a Torino, a Firenze, ad Arezzo come a Ponticino. Ma ci vuole rispetto per le tragedie e zero tolleranza per chi offende la memoria, sia che vengano oltraggiate le vittime di incidenti, sia le vittime di insensato odio razziale. E, per inciso, l’Associazione fra i familiari delle vittime dell’Heysel si batte contro tutte le forme di odio e discriminazione negli stadi.

23 gennaio 2017

Fonte: Arezzonotizie.it

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Familiari vittime Heysel: "Inaccettabile quanto accaduto a Firenze"

Dura presa di posizione dell’Associazione Familiari Vittime Heysel dopo i fatti di Firenze.

L’Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel denuncia quanto accaduto in occasione della partita Fiorentina-Juventus dello scorso 15 gennaio, quando sono stati rimossi dalle forze dell’ordine, all’esterno dello stadio Franchi di Firenze, adesivi con la scritta "– 39, nessun rispetto", riferibili alle vittime dello stadio Heysel, in quella tragica serata di Bruxelles del 29 maggio 1985.

"Attraverso l’avvocato dell’Associazione abbiamo scritto al dottor Andrea Della Valle una lettera formale di richiamo affinché prenda pubblicamente le distanze da quei personaggi che con i loro atteggiamenti infangano la memoria delle vittime dell’Heysel e macchiano l’immagine di una città, Firenze, e di un popolo, i fiorentini, che non meritano di essere associati a questo tipo di becere manifestazioni - afferma il presidente dell’Associazione, Andrea Lorentini. Una presa di distanza che non sia solo pubblica, ma che si espliciti in gesti e atti concreti. La lettera è stata inviata per conoscenza anche al sindaco di Firenze Nardella, al presidente federale Tavecchio, al procuratore federale, al presidente della Lega Beretta, e al Centro di coordinamento dei viola club". L’Associazione non è più disposta a tollerare fatti di questo tenore o comportamenti denigratori e diffamatori nei confronti delle vittime di quel tragico 29 maggio. Pertanto annuncia la propria scelta di adottare una linea dura nei confronti di tutti coloro che con scritte, comportamenti o parole rievochino impropriamente la strage dell’Heysel. "Purtroppo da quasi 32 anni a Firenze si ripete questo scempio - prosegue Lorentini -, già nell’aprile del 2015 scrissi una lettera al dott. Della Valle sui continui oltraggi alla memoria che puntualmente si ripetevano ogni qualvolta la Juventus giocava allo stadio "Franchi". Della Valle rispose condividendo il nostro sdegno e assicurando che avrebbe dato mandato ai suoi collaboratori di non tollerare più simili comportamenti. Purtroppo dobbiamo constatare che ciò non ha sortito alcun effetto. È quindi necessario da parte della proprietà della Fiorentina un’ulteriore e seria presa di posizione". Offendere le vittime dell’Heysel significa non solo oltraggiare la memoria di quei 39 caduti, ma riaprire una dolorosissima ferita per 39 famiglie. Significa mancare di rispetto a mogli, madri, figli, fratelli che da quel maledetto 29 maggio 1985 hanno visto la loro vita stravolta e distrutta per una partita di calcio. Quanto accade puntualmente a Firenze è ancora più grave per almeno due ordini di motivi. Il primo perché Otello Lorentini, fondatore e storico presidente dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime di Bruxelles, simbolo della lotta contro la violenza negli stadi, era tifoso della Fiorentina. Il secondo perché nel 2015 l’Associazione è stata insignita proprio a Firenze del Gonfalone d’Argento, la massima onorificenza del Consiglio regionale della Toscana, dal Presidente del consiglio regionale Giani, come riconoscimento dell’impegno civile che porta avanti per i valori dello sport. Va da sé, per tutte le menti vuote che in questi giorni hanno commentato sui social la nostra presa di posizione, come bambini dell’asilo Mariuccia, che la nostra battaglia si allarga a tutti quei cori e quelle offese intollerabili, fuori e dentro uno stadio: da Paparelli a Curi, da Superga al Vesuvio. Non ne possiamo più, esigiamo rispetto e lo pretendiamo per tutte quelle famiglie che hanno perso una persona cara che viene ciclicamente offesa durante una partita di calcio. Prima di una partita di calcio, il 29 maggio 1985, sono morte 39 persone, durante molte altre partite sono state uccise una seconda volta e questo è inaccettabile. Chiediamo quindi a tutte le associazioni, anche del tifo organizzato, che si sentono colpite e/o offese da tanta infamia di unirsi a noi in questa lotta di civiltà. Intanto abbiamo iniziato attraverso le vie legali, le uniche che in questo Paese pare sortiscano effetti".

24 gennaio 2017

Fonte: Arezzonotizie.it - Quinewsarezzo.it - Gonews.it

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La Fiorentina contro gli adesivi sulla strage dell'Heysel

"Siamo offesi e dispiaciuti. Siamo in prima fila contro la violenza scritta o verbale".

"Siamo sinceramente dispiaciuti e offesi di quanto accaduto, ma vorremmo evidenziare che la nostra società è da sempre in prima linea con attività, comportamenti e iniziative volte a condannare ogni forma di discriminazione razziale, violenza scritta o verbale e atta a limitare o peggio privare la libertà altrui e qualsiasi forma offensiva dell'altrui personalità". Comincia così la lettera aperta della Fiorentina all'Associazione familiari vittime dell'Heysel. "Prendiamo atto della vostra nota inerente agli incresciosi fatti accaduti all'esterno dello stadio Franchi in occasione di Fiorentina-Juventus lo scorso 15 gennaio - prosegue la lettera. Nel fatto specifico teniamo a precisare che, appena informati, abbiamo messo in atto tutte le procedure presso gli organi competenti affinché fosse fatta chiarezza sull'accaduto, benché lo stesso non fosse imputabile al nostro servizio di sicurezza che come previsto dalla normativa vigente agisce all'interno dell'impianto. Il gesto messo in atto da alcune persone è sicuramente da condannare come lo sono gli attori medesimi. Il fatto accaduto all'esterno dello stadio però non può essere imputato a un'intera tifoseria o a un'intera città che hanno sempre dimostrato, nel tempo e con azioni concrete, la propria sensibilità nei confronti di avvenimenti dolorosi". Poi, sui propri tifosi: "Annotiamo come si siano comportati correttamente durante tutto l'incontro e a testimonianza di questo non sono stati rilevati dagli organi adibiti a controllare fatti e/o azioni offensive, lesive e/o diffamatorie. Siamo certi che con la collaborazione di tutte le componenti e con provvedimenti severi volti a punire tali atti di viltà non potremo che porre fine a queste manifestazioni di inciviltà e idiozia".

24 gennaio 2017

Fonte: Firenze.repubblica.it

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Heysel, la Fiorentina chiede scusa alle famiglie delle vittime: "Offesi e dispiaciuti"

Il club viola prende le distanze dal comportamento di quei tifosi che in occasione della sfida contro la Juventus avevano tappezzato alcuni cancelli del Franchi con gli adesivi "-39 nessun rispetto".

TORINO - "-39, nessun rispetto". È il contenuto degli adesivi che campeggiavano sui cancelli dello stadio Franchi in occasione della sfida contro la Juventus dello scorso 15 gennaio. Adesso il club viola, a più di una settimana di distanza dal fattaccio, ha tenuto a scusarsi con i familiari delle vittime con una lettera aperta pubblicata sul proprio sito. ECCO IL TESTO INTEGRALE - "Gentilissimi Signori, Prendiamo atto della Vostra nota inerente agli incresciosi fatti accaduti all'esterno dello Stadio Franchi in occasione dell'incontro di campionato disputato lo scorso 15 gennaio Fiorentina-Juventus. Siamo sinceramente dispiaciuti e offesi di quanto accaduto, ma vorremmo evidenziare che la nostra società è da sempre in prima linea con attività, comportamenti e iniziative, che ci vedono partecipanti attivi, volti a condannare qualsivoglia forma di discriminazione razziale; violenza scritta o verbale e atta a limitare o peggio privare la libertà altrui e qualsiasi forma offensiva dell’altrui personalità. Nel fatto specifico, ci teniamo a precisare che appena avuto informazione del fatto abbiamo messo in atto tutte le procedure presso gli Organi competenti affinché fosse fatta chiarezza sull'accaduto, benché lo stesso non fosse imputabile al nostro servizio di sicurezza che come previsto dalla normativa vigente agisce all'interno dell'impianto. Il gesto messo in atto da alcune persone è sicuramente da condannare, come lo sono gli attori medesimi. Il fatto accaduto all'esterno dello Stadio non può essere imputato a una intera tifoseria o a un'intera città, che hanno sempre dimostrato, nel tempo e con azioni concrete, la propria sensibilità nei confronti di avvenimenti dolorosi. In particolare per quanto concerne i nostri tifosi annotiamo come si siano comportati correttamente durante tutto l'incontro a testimonianza di questo, non sono stati rilevati dagli Organi adibiti a controllare: fatti e/o azioni offensive lesive e/o diffamatorie). Siamo certi che con la collaborazione di tutte le componenti e con provvedimenti severi volti a punire tali atti di viltà non potremo che porre fine a queste manifestazioni di inciviltà e idiozia".

25 gennaio 2017

Fonte: Tuttosport.com

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Heysel, i familiari delle vittime: "Della Valle prenda posizione contro i tifosi"

di Alberto Pucci

In occasione della recente sfida tra viola e bianconeri, nei pressi dello stadio i tifosi della Fiorentina hanno attaccato manifesti e adesivi con la scritta "-39 nessun rispetto".

La stupidità di certi tifosi non conosce confini. Da nord a sud si continuano infatti a sentire cori deliranti: talmente beceri da far impallidire anche buona parte di coloro che prende posto in quelle stesse curve da dove solitamente parte l'insulto agghiacciante. E se dalle parti di Torino il punto più basso viene toccato ogni volta che gli ultrà inneggiano al Vesuvio, in quel di Firenze ci si vergogna dei continui cori della tifoseria in favore della strage dell'Heysel. Quella maledetta serata del 29 maggio 1985, nella quale persero la vita 39 tifosi della Juventus, è stata nuovamente rievocata in occasione della recente sfida al "Franchi" tra i bianconeri e i viola. Nei pressi dello stadio di Firenze, lungo il tragitto percorso dai tifosi ospiti, sono addirittura comparsi dei manifesti con la scritta "-39 nessun rispetto". L'invito a Della Valle. A distanza di giorni, l'associazione familiari delle vittime dell'Heysel è tornata a farsi sentire con una lettera inviata al presidente viola Della Valle. Nella missiva, spedita per conoscenza anche a Carlo Tavecchio e al sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente dell'associazione ha invitato il patron del club gigliato a prendere posizione contro i propri tifosi: "Non siamo più disposti a tollerare episodi del genere - ha scritto Andrea Lorentini - da 32 anni a Firenze si ripete questo scempio. Nel 2015 abbiamo scritto al presidente Della Valle, che condivise il nostro sdegno, ma ciò non ha sortito alcun effetto. È necessario che la Fiorentina prenda un’ulteriore e seria presa di posizione". Offendere le vittime dell’Heysel significa non solo oltraggiare la memoria di quei 39 caduti, ma riaprire una dolorosissima ferita per 39 famiglie - ha concluso il presidente Lorentini. Significa mancare di rispetto a mogli, madri, figli, fratelli che da quel maledetto 29 maggio 1985 hanno visto la loro vita stravolta e distrutta per una partita di calcio".

25 gennaio 2017

Fonte: Calcio.fanpage.it

ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO 2017  

Calcio, offese alle vittime dell'Heysel

I familiari: "La Fiorentina prenda posizione"

Prima di Fiorentina-Juventus del 15 gennaio le scritte "-39 nessun rispetto", l'associazione familiari delle vittime: "Ora basta".

Dura protesta dell'Associazione familiari delle vittime dell'Heysel, per i manifesti comparsi domenica 15 gennaio nei pressi dello stadio Artemio Franchi, prima di Fiorentina-Juventus. Manifesti con la scritta "-39 nessun rispetto", che richiamavano la tragedia del maggio 1985, quando a Bruxelles, prima della finale di Coppa Campioni contro il Liverpool, morirono 39 tifosi juventini. "Non siamo più disposti a tollerare episodi del genere, da oggi adotteremo una linea dura nei confronti di tutti coloro che con scritte, comportamenti o parole rievochino impropriamente la strage dell’Heysel", afferma Andrea Lorentini, presidente dell’associazione, che annuncia la volontà di intraprendere vie legali. "Da 32 anni a Firenze si ripete questo scempio. Nel 2015 abbiamo scritto al presidente Della Valle, che condivise il nostro sdegno, ma ciò non ha sortito alcun effetto. È necessario che la Fiorentina prenda un’ulteriore e seria presa di posizione", chiede Lorentini, che ha scritto una nuova lettera alla dirigenza viola, inviata anche al sindaco di Firenze Dario Nardella e al Centro di coordinamento dei viola club. "Offendere le vittime dell’Heysel significa non solo oltraggiare la memoria di quei 39 caduti, ma riaprire una dolorosissima ferita per 39 famiglie - conclude Lorentini. Significa mancare di rispetto a mogli, madri, figli, fratelli che da quel maledetto 29 maggio 1985 hanno visto la loro vita stravolta e distrutta per una partita di calcio". Otello Lorentini, fondatore dell’Associazione e morto nel 2014, era tra l'altro tifoso della Fiorentina. L’Associazione, che lotta anche contro la violenza negli stadi, è stata insignita a Firenze, nel novembre del 2015, del Gonfalone d’Argento, la massima onorificenza del consiglio regionale della Toscana, come riconoscimento dell’impegno civile che porta avanti per i valori dello sport.

25 gennaio 2017

Fonte: Firenzetoday.it

ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO 2017  

Numerologia di Gigi

di Marco Edoardo Sanfelici

Che la numerologia sia una scienza esatta è tutto da dimostrare. Eppure, perché azzerare, per restare in tema, l’ancestrale bisogno di esplorare il futuro e svelare di esso alcuni risvolti, tipico del genere umano ? Non ci vuole poi molto a scoprire che alcuni numeri si ripetono con caratteristiche analoghe che hanno dello sbalorditivo, suffragando l’ipotesi che sta alla base del "culto" della teoria in oggetto. E’ il caso del numero 39. Non si entri in merito al fatto che è un multiplo di 3, numero perfetto per antonomasia, la cui divisione genera un numero primo (teniamolo a mente !), né ci si soffermi sulla curiosa multiplità tra le cifre che lo compongono e che una è il quadrato dell’altra. Roba da numerologi. Certo però che il sospetto che non ci troviamo di fronte ad un numero qualsiasi, a questo punto cresce a dismisura. La storia degli uomini illustri ci viene in aiuto. Giacomo Leopardi muore a 39 anni. Felix Mendelssohn sfiora i 39 anni sul letto di morte. Chopin lascia questa terra nel pieno dei 39 anni. L’elenco potrebbe continuare. E se è vero il detto di Menadro: "Muor giovane colui ch’al cielo è caro", dietro alla cifra nuda e cruda, il 39 nasconde un’essenza di epicità del tutto singolare. Scendiamo ai piani bassi. Entriamo in casa bianconera e subito ci investe la tragedia. Perché al numero 39 siamo costretti ad associare una sera di maggio, insanguinata dalla follia hooligan, sotto le sfere inorridite del monumento all’Euratom. Heysel è un nome ormai sfregiato dalla trascuratezza belga e dalla delinquenza britannica, incubo eterno per le famiglie di chi ha esalato allora l’ultimo respiro. Fu tragedia nazionale, degna di un giorno del ricordo e di una feroce repressione di rigurgiti imbecilli ed ignoranti. Quasi sacro dunque il numero 39. Da portare a testa alta, come uno schiaffo in faccia ai codardi e con l’orgoglio dei migliori, dei numeri uno. Come Gianluigi Buffon. Il capitano di tutti gli juventini, vivi e scomparsi. Il numero UNO dei numeri Uno, senza se e senza ma. Il più grande, l’eroe omerico delle porte da calcio di ogni parte del mondo. Colui che ha esordito bambino, che ha dato una svolta al suo ruolo, che ha superato operazioni terribili e debilitanti per noi comuni mortali, per rifiorire a nuova vita. Solo i campioni possono tanto. Tre vite si sono dipanate in una, tre carriere nel volgere di 20 anni. Tre come il numero con cui, dividendo 39 si ottiene 13, numero primo. Indivisibile come la grandezza di Buffon, primo come lui. Anzi, UNO come sulla sua maglia. Pare allora che nulla succeda a caso. Che i numerologi non abbiano poi tutti i torti ?

28 gennaio 2017

Fonte: Spazioj.it

ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO 2017  

Le 39 vittime dell’Heysel ricordate prima del match

REGGIO EMILIA - Il ricordo della strage avvenuta all'interno dello stadio Heysel, 32 anni fa, è ancora viva nella testa di molti tifosi che quel giorno si trovavano sugli spalti dell'impianto belga e, nella giornata di ieri, come avviene ogni anno, si sono volute commemorare le 39 vittime davanti al monumento a loro dedicato, situato davanti allo stadio Mirabello di Reggio Emilia. Il ricordo dei tifosi caduti in quel drammatico 29 maggio 1985 è avvenuto come sempre nel giorno in cui si trova in città la squadra juventina. All'evento, come di consueto, hanno partecipato anche moltissimi tifosi dei club juventini, presenti in città per la sfida della formazione bianconera contro il Sassuolo. C'erano gli Juventus Club di Andria, Moncalieri, Porto Gruaro, Filadelfia 88, Forlì, Nord-est bianconero, Emilia bianconera, Abruzzo, Nucleo, Castelfiorentino, Club Juve Croatia, i sostenitori della formazione neroverde con il Club Nero-Verde del Sassuolo calcio e il Club Sassuolo Gli Antenati, che hanno voluto essere presenti in segno di fair play tra le tifoserie. I sostenitori bianconeri hanno posato sul monumento commemorativo una corona di fiori in ricordo delle 39 persone che il 29 maggio 1985 hanno perso la vita prima del fischio d'inizio della finale della Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus, cercando di scappare alla carica degli hooligans inglesi e rimanendo schiacciati in seguito al crollo di un muro dello stadio per il troppo peso che era stato costretto a sostenere. Il monumento dedicato ai caduti dell'Heysel, che si trova di fronte allo stadio Mirabello è l'unico presente in Italia, con la città di Reggio che fu toccata direttamente dalla strage poiché tra le 39 vittime c'era anche Claudio Zavaroni, fotografo reggiano e tifoso juventino, che si era recato in Belgio per assistere alla finale di Coppa dei Campioni della sua squadra del cuore e immortalare quei momenti che sarebbero dovuti rimanere per lui dei ricordi indelebili. Zavaroni all'epoca dei fatti aveva 28 anni. La presidentessa del comitato per non dimenticare i caduti dell'Heysel, Iuliana Bodnari, da anni si sta battendo perché il ricordo di quanto successo in quel drammatico 29 maggio non venga mai dimenticato e, proprio per questo motivo, durante tutta la stagione sportiva vengono organizzate delle partite di calcio per spiegare anche ai più giovani quanto successo quel giorno, mentre i figli dei caduti e la società bianconera ancora oggi stanno aspettando di sapere di chi sia la responsabilità di quanto avvenuto su quegli spalti. "Ci siamo ritrovati qui, nel giorno 29 (proprio come in quel tragico 29 maggio) - ha spiegato Iuliana Bodnari - per ricordare i 39 angeli che non ci sono più. Non poteva esserci occasione migliore della presenza della Juventus e dei suoi tifosi a Reggio Emilia, per la partita di campionato contro il Sassuolo". La mattinata si è conclusa con un caloroso applauso da parte dei tanti presenti.

30 gennaio 2017

Fonte: Gazzettadireggio.it

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La strage dell’Heysel

di Leonardo Silani

Sono passati ormai 32 anni da quando il 29 maggio 1985 a Bruxelles si scatenò l’inferno sugli spalti dello stadio dell’Heysel. Quella sera si svolgeva la finale della Coppa dei Campioni tra la Juventus e il Liverpool e vi morirono 39 persone, tra questi 32 nostri connazionali. Nonostante siano passati più di tre decenni, non è ancora chiaro il motivo dell’avvenuto. Gli hooligans, conosciuti in Europa per la loro aggressività e per i loro atti vandalici, inseguirono i tifosi della Juventus fino ai limiti degli spalti. Questi ultimi presi dal panico si ammucchiarono nell’angolo più basso del settore Z, accalcandosi tutti sul muro che dopo pochi secondi crollò a causa del peso della folla. Marco Tardelli, ex giocatore della Juventus che giocò quella sera affermò: "Non ho mai sentito la coppa dei campioni di Bruxelles come una vittoria, è stata la sconfitta per tutto il mondo del calcio e per tutto il mondo sportivo e non solo". Bisogna mantenere vivo il ricordo di questi drammatici eventi affinché le azioni vandaliche non si ripetano più nel mondo dello sport.

31 gennaio 2017

Fonte: Acornhouse.school.it

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Quando Basilea fu la prova generale dell'Heysel

La finale di coppa Coppe, vinta dalla Juve, in balia degli ultrà. Per fortuna c'erano i portoghesi...

di Tony Damascelli

Il St. Jakob si portava appresso la storia di quella partita favolosa tra Ungheria e Germania. Erano i mondiali del '54 e la squadra di Kocsis e Puskas ne segnò 8, dico otto, ai tedeschi che non andarono oltre i tre gol di Pfaff, Rahn, Hermann per poi vendicarsi, si suppone anche come, nella finale di Berna finita 3 a 2. Uno stadio appena rifatto per il torneo della Fifa, cinquantunomila e trecento posti ufficiali a sedere ma, una volta in piedi, ammassati, diventavano sessantamila. Tanti erano anche per la finale di coppa delle Coppe, la quarta ospitata nello stadio di Basilea, la sera del sedici di maggio dell'Ottantaquattro. Strapieno, oltre ogni logica di sicurezza. I binari della ferrovia passavano di fianco alla tribuna, si udiva perfettamente il fischio dei treni. Juventus e Porto si giocavano la coppa, Basilea venne invasa da cinquantamila italiani e diecimila portoghesi, questo era il rapporto fra le due tifoserie. Quella juventina contava anche un gruppo di scalmanati e provocatori, presero a squarciare la rete di recinzione dietro la porta, lanciando anche pietre e bastoni. Il più idiota, addobbato in maglietta bianconera con il numero 2, entrò correndo sul campo mentre i calciatori si stavano riscaldando e andò ad abbracciare Scirea e Boniek e poi Gentile. Un gruppetto di fanatici restò appollaiato su un'alta struttura precaria, in legno, rischiando di precipitare. I poliziotti svizzeri non furono immediatamente reattivi ma il clima festaiolo non comportava particolari preoccupazioni. Anche perché i tifosi portoghesi non minacciavano rappresaglie. Se fossero stati gli hooligans inglesi, sarebbe stata una strage. Come accadde l'anno dopo, all'Heysel, stessa atmosfera ma altro epilogo, nessun abbraccio ma la stretta della morte nella curva Zeta. L'Uefa non avvertì il segnale di allarme acceso al St. Jakob, la partita fu vinta 2 a 1 dalla Juventus che indossava una maglia giallo limone con pantaloncini e bordi blu, i colori della città di Torino. Il gol decisivo venne segnato da Boniek e quelli del Porto urlarono contro l'arbitro Prokop che, secondo loro, non si avvide di un galeotto colpo di mano del polacco. Il momento della premiazione, mentre si era messo a piovere, fu agitato dal portiere portoghese Ze Beto che spinse con forza lo stesso Prokop e strappò di mano la bandierina a uno degli assistenti dell'arbitro. Il segretario generale del Porto dichiarò che il poliziotto-arbitro Prokop, insieme con i suoi collaboratori, aveva fatto rientro in Germania Est a bordo di tre vetture Fiat. La festa si concluse senza feriti ma lo stadio venne demolito nel '98. Per la cronaca andrebbe registrata un'altra mezza sfida tra Juventus e Porto, avvenne per l'inaugurazione del Delle Alpi il 31 maggio del 90, una mista Juve-Toro affrontò il Porto per beneficenza, finì 4 a 3 ma si sono perse le tracce di quel pomeriggio, a parte i fischi e gli insulti nel minuto di silenzio per il Grande Torino e Gaetano Scirea. Ma è la bellezza del calcio. O no ?

21 febbraio 2017

Fonte: Ilgiornale.it

ARTICOLI STAMPA e WEB FEBBRAIO 2017 

 Juve, Tardelli e la Coppa vinta all'Heysel: "Non la riconosco"

L'ex bianconero, in campo nel 1985 contro il Liverpool: "Non ho mai vinto la Coppa dei Campioni".

di Matteo Dalla Vite

Io non ho mai vinto la Coppa dei Campioni". Lo ha detto, con grande sincerità e riferendosi alla tragedia dell'Heysel dell'85, Marco Tardelli nell'ambito del "Premio Bianconeri Amarcord", primo evento andato in scena ieri sera a Monsano, provincia di Ancona, per raccogliere fondi da devolvere in beneficenza ai paesi colpiti dal terremoto nelle Marche.

IERI E DOMANI - Oltre a l'uomo dell'urlo, erano presenti altri ex campioni bianconeri, Massimo Bonini, Moreno Torricelli e Fabrizio Ravanelli. E quando è uscito il tema della Champions League vinta dagli ultimi due e dalla Coppa dei Campioni, ecco Marco Tardelli puntualizzare un concetto già espresso in passato: "io non ho mai vinto una Coppa dei campioni. Cioè l'ho vinta ma non l'ho... vinta, non la riconosco" e il chiaro riferimento è alla finale giocata il 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles contro il Liverpool in quella serata in cui morirono 39 tifosi. Alla serata erano presenti ben 800 persone oltre a varie autorità locali e non. Tardelli, considerando la Juventus di oggi, ha difeso Max Allegri: "Tanti forse non si ricordano che è arrivato in finale di Champions: a volte lo sento criticare e sinceramente la cosa mi infastidisce. Spero rimanga ancora a lungo alla Juventus".

8 marzo 21017

Fonte: Gazzetta.it

ARTICOLI STAMPA e WEB MARZO 2017   

 Dall'Heysel al Borussia, Uefa senza pietà

Nemmeno un attentato diretto agli attori riesce a fermare il circo del calcio.

di Elia Pagnoni

Nemmeno un attentato diretto agli attori riesce a fermare il circo del calcio. In questi due giorni incredibili, con l'escalation delle notizie che accreditavano via via la pista dell'attentato, gli ordigni di Dortmund avrebbero dovuto quanto meno alzare il livello di preoccupazione, se non di emozione, dei padroni del pallone. E invece no, i signori dell'Uefa sono rimasti ancora incredibilmente insensibili e nemmeno di fronte ad una delle sue squadre più rappresentative presa di mira dal terrorismo, hanno avuto il pudore di fermare il pallone, costringendo il Borussia ad andare in campo ad appena ventiquattr'ore dal tremendo episodio che solo per fortuna non ha avuto conseguenze peggiori. I tedeschi, che oltre tutto nell'esplosione hanno subito il ferimento del loro difensore Bartra, si sono ritrovati a dover affrontare il Monaco ancora sotto choc e, al di là dei meriti dei monegaschi, hanno perso in casa 3-2. Difficile dire quanto lo choc del giorno precedente abbia inciso sul loro rendimento. Di certo il loro allenatore Tuchel ha definito la scelta dell'Uefa "una decisione disumana". E sinceramente ci viene difficile dargli torto. L'Uefa, dopo aver brillato per assenza di comunicazioni nella sera dell'attentato, si è preoccupata solo di ottenere il consenso delle due società a giocare alle 18.45, per non sovrapporre la partita di Dortmund alle due già in programma nella serata di ieri e non inficiare il valore dei diritti televisivi. Ma d'altra parte anche questo non ci sorprende: passano gli anni, passano i presidenti, passano persino gli attentati, ma la federcalcio europea è sempre quella che ha fatto giocare la finale dell'Heysel e che non ha saputo fermare la Champions League nemmeno nel giorno delle torri gemelle, mandando in scena uno spettacolo assurdo nella serata in cui tutto il mondo si era fermato sconvolto. Figuriamoci se poteva impressionarsi per le tre bombette di Dortmund. Business is business.

14 aprile 2017

Fonte: Ilgiornale.it

ARTICOLI STAMPA e WEB APRILE 2017 

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