Ultrà, Daspo dopo cerimonia Heysel
Stop a bianconero. Tar,
punibile anche se non c'era la partita.
(ANSA) - TORINO, 14 GEN -
Per ricevere un Daspo non è necessario macchiarsi di
violenze in occasione di una partita di calcio. Ne sa
qualcosa R.M., un tifoso della Juventus rimasto
coinvolto in una rissa al bar non durante un derby, ma
dopo una cerimonia di commemorazione delle vittime
dell'Heysel. Lo stop di quattro anni è stato confermato
dal Tar del Piemonte. Il 17 maggio 2016, R.M.
(appartenente del gruppo "Tradizione") prese parte a una
cerimonia in ricordo della tragedia del 1985 e al
rientro, insieme a una quindicina di compagni, si fermò
in un esercizio commerciale dove c'erano dei tifosi del
Torino: si passò dagli insulti alle violenze e alla
rottura di sedie e tavolini. "Dai filmati - scrive il
Tar - risulta altresì che si sia impossessato di una
borsa e di un giubbotto di un cliente". Inutilmente la
difesa ha sottolineato che l'episodio si è verificato in
un martedì in cui non c'erano partite. Per il Tar sono
censurabili con Daspo anche le violenze avvenute "a
causa" di una manifestazione di contenuti sportivi.
14 gennaio 2017
Fonte: Ansa.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Torino, rissa dopo commemorazione dell'Heysel: ultrà
punito con Daspo
Il Tar conferma il
provvedimento della questura dopo uno scontro con tifosi
del Torino, anche se lontano dallo stadio: "Violenza
comunque sanzionabile".
Per ricevere un Daspo non è
necessario macchiarsi di violenze in occasione di una
partita di calcio. Ne sa qualcosa R.M., un tifoso della
Juventus rimasto coinvolto in una rissa al bar non
durante un derby, ma dopo una cerimonia di
commemorazione delle vittime dell'Heysel. La questura,
lo scorso agosto, gli ha notificato uno stop di quattro
anni e il provvedimento è stato confermato dal Tar del
Piemonte. Il 17 maggio 2016, R.M. (appartenente del
gruppo "Tradizione") prese parte a una cerimonia -
vicino al ponte Vittorio Emanuele a Torino - in ricordo
della tragedia del 1985 a Bruxelles. Al rientro, insieme
a una quindicina di compagni, si fermò in un esercizio
commerciale dove c'erano dei tifosi del Torino: si passò
dagli insulti alle violenze e alla rottura di sedie e
tavolini. "Dai filmati - scrive il Tar - risulta altresì
che si sia impossessato di una borsa e di un giubbotto
di un cliente". Inutilmente la difesa ha sottolineato
che l'episodio si è verificato lontano da uno stadio e
in un martedì in cui non c'erano partite. Il Tar si è
detto del parere che siano sanzionabili le violenze "non
soltanto realizzate in occasione di una manifestazione
sportiva", ma anche quelle poste in essere "a causa
della manifestazione sportiva". Dove per
"manifestazione" si deve intendere qualsiasi evento
"anche non competitivo legato al mondo sportivo". "E non
è dubitabile - scrivono i giudici - che gli episodi di
violenza avvenuti dopo la commemorazione di uno dei
fatti più tragici avvenuti negli ultimi anni, provocato
proprio dalla violenza dei tifosi, siano strettamente
collegati con una "manifestazione sportiva secondo un
rapporto di diretta causalità".
14 gennaio 2017
Fonte: Torino.repubblica.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Locale distrutto dopo il corteo per
l’Heysel Daspo ai tifosi juventini
Il Tar: sanzione valida anche se
non c’era una partita.
di Andrea Rossi
Una commemorazione che finisce in
rissa. Un locale quasi distrutto dalla furia ultrà.
Un’inchiesta che finora ha coinvolto oltre dieci
persone. E, adesso, per alcune, il daspo, vale a dire il
divieto di assistere alle partite e di avvicinarsi agli
stadi nei giorni in cui si gioca. È una interpretazione
estensiva, quella con cui il ministero dell’Interno ha
punito alcuni tifosi della Juventus, banditi dagli stadi
per una rissa avvenuta in strada, lontano dai campi da
gioco e in una giornata senza appuntamenti calcistici,
eppure generata da questioni di tifo. La sera del 27
maggio dello scorso anno una cinquantina di tifosi
bianconeri attraversa via Pietro Micca. Sono reduci
dalla commemorazione per la tragedia dell’Heysel, lo
stadio belga in cui nel 1985 morirono 39 supporter
juventini dopo gli scontri con i tifosi del Liverpool
prima della finale di Coppa dei Campioni. Prima la
cerimonia in Comune, poi i fumogeni davanti alla Gran
Madre, il corteo e, infine, poco dopo l’una di notte,
l’ultimo passaggio in centro fermandosi davanti al Banco
Vini Alimenti di via dei Mercanti, spesso frequentato da
tifosi del Torino. Scattano sfottò e insulti reciproci
cui il gruppo ultrà, appartenente al nucleo "Tradizione", uno dei più rappresentativi della
tifoseria organizzata bianconera, risponde facendo
irruzione nel locale, rompendo bicchieri e bottiglie,
picchiando alcuni avventori e i titolari per poi fuggire
afferrando anche borse e giubbotti. Il risultato è
un locale mezzo distrutto e un’indagine - cui la procura
sta ancora lavorando - coordinata dalla Digos, che
finora ha coinvolto oltre dieci persone. Intanto sono
scattate anche le sanzioni amministrative. Il daspo ha
colpito duramente alcuni ultrà coinvolti nella rissa.
Uno, Romeo M., ha fatto ricorso al Tar contro il
provvedimento che lo bandisce dagli stadi per quattro
anni, ma i giudici hanno respinto le tesi del suo
avvocato, Ennio Galasso, secondo cui non ci sarebbe
alcun rapporto tra l’episodio di violenza e la
manifestazione sportiva e dunque il daspo non sarebbe
ammissibile. Il collegio, guidato dal presidente del Tar
Piemonte Domenico Giordano, non è della stessa idea:
anche se la rissa non si è svolta nel luogo della
commemorazione, la connessione c’è perché il gruppo si è
riunito proprio per partecipare alla manifestazione in
ricordo delle vittime di Bruxelles e poi tornando si è
appositamente fermato davanti al locale per insultare i
tifosi avversari. Non c’è dubbio, concludono i giudici,
"che gli episodi di violenza verificatisi dopo la
commemorazione di uno dei fatti più tragici accaduti
negli ultimi anni - provocato proprio dalla violenza dei
tifosi - siano strettamente collegati con una
manifestazione sportiva".
15 gennaio 2017
Fonte: Lastampa.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Fiorentina - Juventus, 39 ragioni
fino alla fine
di Marco Sanfelici
"Firenze lo sai non è servita a
cambiarla". L’esortazione a rispettare i morti, la
perorazione accorata a tenere in alto una civiltà che
contempla le proprie radici nella notte del medioevo.
Non sono serviti i sindaci, i presidenti, la gente per
bene. Gli idioti continuano a venire al mondo e sulle
sponde dell’Arno si accalcano a fare bella mostra nelle
vigilie di una gara che per loro è un evento, l’unico
della stagione. "Per questo canto una canzone triste,
triste, triste come me". Scusa Ivan se ti ho preso in
prestito. Non sono come te "fottuto di malinconia",
bensì in preda a una voglia pazza di sputare in faccia a
quei dementi, figli disgraziati di Florentia. Volesse il
cielo che nel discorso precedente alla discesa in campo
qualcuno nello spogliatoio bianconero rinfrescasse la
mente ai "nuovi". Qualcuno spiegasse al Pipita, a Pjanic, al General Bolivar 39 ragioni per non concedere
spazio ai viola. Per mangiare l’erba fino al 98′ e
oltre. Per rendere ancora una volta felici i nostri
angeli nel cielo, raggiunto dall’Heysel per
direttissima, senza condizionale o appello. E per gli
idioti, come scrivono loro, "nessun rispetto". Detto
questo, la gara di domani, per i veri sportivi, è uno
dei punti fissi di tutti i campionati italiani, da qui
all’eternità. L’ennesima fastidiosa trasferta su un
campo attorno al quale si è voluta creare artatamente
una rivalità che non ha ragione di esistere. Ma si sa
che coloro che non sanno brillare di luce propria, si
alimentano di luce altrui. Mi sovviene un’altra canzone,
che mia mamma cantava lavando i panni nella vasca di
casa. La lavatrice aveva da venire, ancora. "Firenze
stanotte sei bella in un manto di stelle", altro genere
da Graziani, altri tempi, ma domenica sera si ripeterà
il miracolo: una notte all’anno Firenze luccica di
stelle. Quelle della Juventus: luce riflessa, c.v.d.
(omissis testo sulla partita) Per Firenze è l’ "evento",
dunque sarà bene tenere ben inserita la "spina" fino
all’ultimo secondo e oltre. Vero è che vincere al
Franchi vale sempre 3 punti e basta, ma vale anche la
premessa. Espugnare Firenze è un atto dovuto a 39
creature che non sono tornate a casa. Tra cui un
bambino, tanti padri di famiglia e 7 persone straniere
che si volevano godere uno spettacolo in modo neutrale.
Lo potremo mai spiegare alle menti sottosviluppate che
si aggirano attorno a Ponte Vecchio ?
15 gennaio 2015
Fonte: Juveatrestelle.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Fiorentina - Juventus, rimossi
adesivi che alludevano alle vittime dell'Heysel
Le forze dell'ordine hanno tolto
degli adesivi con la scritta "meno 39, nessun rispetto"
attaccati su alcuni cartelli stradali in prossimità
dell'ingresso del settore ospiti.
FIRENZE - Adesivi con la scritta
"meno 39, nessun rispetto", riferibili alle altrettante
vittime dello stadio Heysel in occasione della partita
Juventus-Liverpool del 1985, sono stati rimossi dalle
forze dell'ordine all'esterno dello stadio 'Franchi' di
Firenze dove si è svolta la partita Fiorentina-Juventus.
Gli adesivi erano stati sistemati su alcuni cartelli
stradali in prossimità dell'ingresso del settore ospiti
e alcuni sono stati trovati anche all'interno dello
stesso settore. Le forze dell'ordine hanno comunicato
l'accaduto alla Figc. Poco prima della partita la
polizia ha denunciato un torinese di 23 anni sorpreso
con un fumogeno nel pre-filtraggio. Un 50enne tifoso
della Fiorentina, visibilmente ubriaco, è stato invece
allontanato mentre, poco prima della partita, cercava di
venire a contatto con alcuni supporters juventini.
15 gennaio 2017
Fonte: Corrieredellosport.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Juventus, intorno al Franchi gli
infami adesivi "- 39 nessun rispetto"
Sui muri dello stadio Artemio
Franchi e su qualche cancello si nota un adesivo che
insulta le vittime dell'Heysel.
FIRENZE - Purtroppo è sempre la
solita storia. Non c'è niente di particolarmente nuovo
nello scoprire che su qualche muro e su qualche cancello
dello stadio Artemio Franchi di Firenze campeggia un
infame adesivo che insulta le vittime della tragedia di
Bruxelles, nella quale morirono 39 tifosi in occasione
della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool
(29 maggio 1985). "-39 nessun rispetto", cita l'adesivo
(nella foto si vede ingrandito nel riquadro) che compare
qua e là nei dintorni dello stadio.
15 gennaio 2017
Fonte: Tuttosport.com
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
IN TRIBUNA VENTURA E RENZI
"-39, nessun rispetto" gli adesivi
dell’infamia
INVIATO A FIRENZE - Basta farsi un
giro attorno al Franchi e dare un'occhiata ai cancelli
"impreziositi" con messaggi non proprio meritevoli. Qui
e là omaggi a Batistuta: "Non dimentichiamolo mai". Ciò
che, invece, dovrebbe essere dimenticato - per alcuni -
è il ricordo delle 39 vittime dell’ Heysel: Bruxelles,
29 maggio 1985, finale di Coppa dei Campioni tra
Juventus e Liverpool. "-39 nessun rispetto" è scritto su
un adesivo viola. Non ce n'è solo uno altrimenti sarebbe
una bravata. Al Franchi, durante il primo tempo, dalla
curva Fiesole si alza il grido: "Amo Liverpool".
Giampiero Ventura ct dell'Italia e l'ex premier Renzi si
sono goduti lo "spettacolo".
16 gennaio 2017
Fonte: Tuttosport
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Fiorentina - Juventus: adesivi
fuori dallo stadio sulla tragedia dell'Heysel
Gli adesivi: "- 39 nessun
rispetto". Il caso segnalato alla Figc
Ieri sera prima del calcio d'inizio
del big match tra Fiorentina e Juventus, vinto dalla
Viola per 2 a 1, sono stati attaccati degli adesivi con
la scritta "-39 nessun rispetto" su alcuni cartelli
stradali in viale Fanti. In pratica lungo il tragitto
percorso poi dai tifosi ospiti. Il riferimento è alla
tragedia del 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles dove
morirono 39 tifosi in occasione della finale di Coppa
dei Campioni Juventus-Liverpool. L'episodio, secondo
alcuni quotidiani sportivi, sarebbe già stato segnalato
alla Figc. Daspo - Durante le operazioni di
pre-filtraggio un 22enne di Torino è stato denunciato
per aver cercato di introdurre un grosso petardo dentro
l'Artemio Franchi. Intanto la polizia sta visionando i
filmati per un fumogeno acceso in Curva Fiesole. Altri
due giovani, stavolta tifosi viola, sono stati
denunciati perché trovati con alcuni grammi di hashish.
16 gennaio 2017
Fonte: Firenzetoday.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Strage Heysel: adesivi shock al
Franchi
I familiari delle vittime:
"Gesto spregevole"
di Claudia Failli
Della vicenda si stanno adesso
interessando anche i membri dell’Associazione Familiari
Vittime dell’Heysel il cui presidente, Andrea Lorentini
figlio di Roberto, sta valutando insieme ai propri
legali quali operazioni intraprendere. "Un gesto
spregevole".
Un gesto spregevole. Che evoca una
delle pagine più brutte, tristi e feroci del calcio. Era
il 29 maggio 1985 e poco prima dell’inizio della finale
di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool
allo stadio Heysel di Bruxelles morirono 39 persone a
causa dell’attacco da parte delle frange più violente
della tifoseria inglese. Tra coloro che persero la vita
c’erano anche gli aretini Roberto Lorentini (31 anni) e
Giuseppina Conti (17). Un giorno da cancellare. Da
riscrivere. Ma che invece ciclicamente, complice
l’insensibilità dei soliti ignoti, torna sotto gli occhi
di tutti con la stessa violenza di trentadue anni fa.
L’ultimo episodio è quello documentato da Repubblica
Firenze nelle proprie colonne virtuali. Centinaia di
adesivi sulla strage dell’Heysel sono stati attaccati
sui segnali stradali in giro per Firenze e nei pressi
dello stadio. Altri, invece, hanno fatto la loro
comparsa persino sul plexiglass del settore ospiti dello
stadio Artemio Franchi. Su tutti si legge chiara e
inequivocabile la scritta "-39, nessun rispetto".
Secondo quanto riportato da Repubblica, gli adesivi
sarebbero stati trovati pochi minuti prima del calcio di
inizio di Fiorentina Juventus (disputatasi alle 20.45
del 15 gennaio). Sarebbero stati gli steward a rimuovere
le odiose etichette che hanno attirato immediatamente
l’attenzione delle forze dell’ordine presenti
all’interno dello stadio. In questo senso l’episodio
potrebbe avere delle conseguenze giudiziarie visto che
la giustizia sportiva potrebbe persino disporre una
sanzione nei confronti della società. Della vicenda si
stanno adesso interessando anche i membri
dell’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel il cui
presidente, Andrea Lorentini figlio di Roberto, sta
valutando insieme ai propri legali quali operazioni
intraprendere. "Un gesto spregevole".
18 gennaio 2017
Fonte: Arezzonotizie.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Centinaia di adesivi sulla strage
dell'Heysel
Centinaia di adesivi sulla strage
dell'Heysel attaccati sui segnali stradali in giro per
Firenze e nei pressi dello stadio, altri persino sul
plexiglass del settore ospiti. Su tutti, la scritta
"-39, nessun rispetto". Gli adesivi-shock sono stati
ritrovati dentro e fuori il Franchi, e poi rimossi dagli
steward, prima del fischio d'inizio di Fiorentina
Juventus. Il caso ha subito catturato l'attenzione della
polizia, per via delle ripercussioni che l'allusione
alla strage di Bruxelles (in cui morirono 39 tifosi
juventini nella finale di Champions) avrebbe potuto
innescare sul fronte ordine pubblico. Secondo
quanto emerso, il caso potrebbe avere conseguenze sul
fronte della giustizia sportiva, e portare a una
sanzione nei confronti della società. Gli accertamenti
sono ancora in corso. Nel complesso, il bilancio finale
dei controlli effettuati per la partita parla di due
sole denunce, per due tifosi ospiti sorpresi con un
petardo e con alcune dosi di hashish.
18 gennaio 2017
Fonte: Firenze.repubblica.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Delegazione dello Juventus Club di S. Lucia del Mela
Omaggio alle vittime
dell'Heysel
Per non dimenticare la
strage dell'Heysel, lo stadio di Bruxelles dove, il 29
maggio 1985, poco prima dell'inizio della finale di
Coppa di Campioni tra Juventus e Liverpool, persero la
vita 39 tifosi, di cui 32 italiani, e si registrarono
oltre 600 feriti. Con l'obiettivo di commemorare le
vittime, si è tenuta a Reggio Emilia, città di uno dei
morti dell’Heysel, una cerimonia alla quale ha preso
parte con una delegazione anche lo Juventus Club
"Gaetano Scirea" di Santa Lucia del Mela, presieduto da
Benedetto Merulla. Su invito del comitato Heysel della
città emiliana, prima della partita di domenica scorsa
contro il Sassuolo, soci dello "Scirea" si sono recati
al monumento eretto alle vittime della violenza negli
stadi e realizzato ispirandosi alle caratteristiche
dell'Heysel. Un momento di riflessione dedicata ai temi
della sicurezza e del rispetto tra tifoserie, condivisa
con i bianconeri di altre parti d'Italia, su una assurda
tragedia nazionale - condizioni dello stadio inadeguate,
ressa, crollo di un muro - che trent'anni dopo è rimasta
come una ferita profonda nella storia della Juventus.
(k.t)
18 gennaio 2017
Fonte: Gazzetta del Sud
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
I cervelli sotto vuoto allo stadio,
tra Heysel ed ebrei
di Mattia Cialini
Lo sport è passione: lo è il calcio
giocato, lo è quello vissuto al fianco della squadra del
cuore. In casa, in trasferta. Nelle partite più anonime,
nei derby più sentiti. Va bene il sostegno ai propri
colori e pure lo sfottò avversario, perché anche
all’oratorio certe pietanze vogliono il giusto
condimento. Amen. Ci sono poi manifestazioni allo stadio
che tifo non sono ma avrebbero la pretesa di essere
divertenti/sarcastiche/provocatorie/fighe. Fanno branco.
Ma che in sintesi sono partorite da cervelli carenti,
replicate e sostenute da cervelli spenti. Che dentro il
gruppone/gruppetto/gruppino sembrano suonare tanto bene
per denigrare l’avversario: vengono evocate tragedie con
logiche da bullismo della scuola materna. Suscitano più
pena che rabbia, come un bimbo che dice parolacce per
farsi notare. Ma siccome gli stadi calamitano milioni di
occhi, poi tocca parlarne. E dire cose ovvie tipo che
gli adesivi allo stadio Franchi contro le vittime
dell’Heysel sono spregevoli al pari dei cori antisemiti
allo Stadium di Torino. Lo spunto arriva da un messaggio
facebook indirizzato alla nostra redazione, dopo
l’articolo della collega Claudia Failli sulle penose
scritte del Franchi. Mi pare assurdo giustificare il
nostro articolo, lo faccio per chiarirne la logica
giornalistica. Siamo un giornale di provincia, ci
interessiamo di quel che accade nell’Aretino. Il
presidente dell’Associazione tra i familiari delle
vittime dell’Heysel è di Arezzo, Andrea Lorentini, due
giovani - tra cui il padre di Andrea, Roberto Lorentini
- che persero la vita Bruxelles nell’85 erano di Arezzo:
la posizione dell’associazione sui fatti del Franchi non
può che trovare spazio su Arezzo Notizie. Come lo
troverebbe, per dire, la condanna dei cori dello Stadium
di un’associazione aretina che lotta contro
l’antisemitismo. Detto questo, il messaggio, nella sua
tristezza, permette un paio di riflessioni. Uno: gli
pseudo-tifosi che intonano un canto articolato contro i
fiorentini ("Il viola è il colore che odio e quello che
odio di più. Gli sterilizziamo le donne, cosi non ne
nascono più ! Firenze è una patria d’infami, la odio da
sempre perché i viola non sono italiani ma sono una
massa di ebrei") con finale antisemita, tendono
(involontariamente) una trappola al loro bersaglio, chi
ci casca - come il nostro lettore - offendendosi per
l’epiteto "massa di ebrei" pecca dello stesso
pregiudizio di quelli che intonano il coro. Giusto
indignarsi per il coro, non certo per l’accostamento
fiorentini=ebrei, ma per tutto quel che implicitamente
intende (ebrei = popolo inferiore, quindi fiorentini =
popolo inferiore). Due. Grazie al lettore per il
messaggio (che però resta parecchio piccino e triste):
ci permette di ribadire cose che sembrano ovvie, ma che
per tutti forse non lo sono. Che juventini e fiorentini
si sfottano, a Torino, a Firenze, ad Arezzo come a
Ponticino. Ma ci vuole rispetto per le tragedie e zero
tolleranza per chi offende la memoria, sia che vengano
oltraggiate le vittime di incidenti, sia le vittime di
insensato odio razziale. E, per inciso, l’Associazione
fra i familiari delle vittime dell’Heysel si batte
contro tutte le forme di odio e discriminazione negli
stadi.
23 gennaio 2017
Fonte: Arezzonotizie.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Familiari vittime Heysel:
"Inaccettabile quanto accaduto a Firenze"
Dura presa di posizione
dell’Associazione Familiari Vittime Heysel dopo i fatti
di Firenze.
L’Associazione fra i Familiari
delle Vittime dell’Heysel denuncia quanto accaduto in
occasione della partita Fiorentina-Juventus dello scorso
15 gennaio, quando sono stati rimossi dalle forze
dell’ordine, all’esterno dello stadio Franchi di
Firenze, adesivi con la scritta "– 39, nessun rispetto",
riferibili alle vittime dello stadio Heysel, in quella
tragica serata di Bruxelles del 29 maggio 1985.
"Attraverso l’avvocato
dell’Associazione abbiamo scritto al dottor Andrea Della
Valle una lettera formale di richiamo affinché prenda
pubblicamente le distanze da quei personaggi che con i
loro atteggiamenti infangano la memoria delle vittime
dell’Heysel e macchiano l’immagine di una città,
Firenze, e di un popolo, i fiorentini, che non meritano
di essere associati a questo tipo di becere
manifestazioni - afferma il presidente
dell’Associazione, Andrea Lorentini. Una presa di
distanza che non sia solo pubblica, ma che si espliciti
in gesti e atti concreti. La lettera è stata inviata per
conoscenza anche al sindaco di Firenze Nardella, al
presidente federale Tavecchio, al procuratore federale,
al presidente della Lega Beretta, e al Centro di
coordinamento dei viola club".
L’Associazione non è più disposta a
tollerare fatti di questo tenore o comportamenti
denigratori e diffamatori nei confronti delle vittime di
quel tragico 29 maggio. Pertanto annuncia la propria
scelta di adottare una linea dura nei confronti di tutti
coloro che con scritte, comportamenti o parole
rievochino impropriamente la strage dell’Heysel.
"Purtroppo da quasi 32 anni a
Firenze si ripete questo scempio - prosegue Lorentini -,
già nell’aprile del 2015 scrissi una lettera al dott.
Della Valle sui continui oltraggi alla memoria che
puntualmente si ripetevano ogni qualvolta la Juventus
giocava allo stadio "Franchi". Della Valle rispose
condividendo il nostro sdegno e assicurando che avrebbe
dato mandato ai suoi collaboratori di non tollerare più
simili comportamenti. Purtroppo dobbiamo constatare che
ciò non ha sortito alcun effetto. È quindi necessario da
parte della proprietà della Fiorentina un’ulteriore e
seria presa di posizione".
Offendere le vittime dell’Heysel
significa non solo oltraggiare la memoria di quei 39
caduti, ma riaprire una dolorosissima ferita per 39
famiglie. Significa mancare di rispetto a mogli, madri,
figli, fratelli che da quel maledetto 29 maggio 1985
hanno visto la loro vita stravolta e distrutta per una
partita di calcio. Quanto accade puntualmente a
Firenze è ancora più grave per almeno due ordini di
motivi. Il primo perché Otello Lorentini, fondatore e
storico presidente dell’Associazione tra i Familiari
delle Vittime di Bruxelles, simbolo della lotta contro
la violenza negli stadi, era tifoso della Fiorentina. Il secondo perché nel 2015
l’Associazione è stata insignita proprio a Firenze del
Gonfalone d’Argento, la massima onorificenza del
Consiglio regionale della Toscana, dal Presidente del
consiglio regionale Giani, come riconoscimento
dell’impegno civile che porta avanti per i valori dello
sport.
Va da sé, per tutte le menti vuote
che in questi giorni hanno commentato sui social la
nostra presa di posizione, come bambini dell’asilo
Mariuccia, che la nostra battaglia si allarga a tutti
quei cori e quelle offese intollerabili, fuori e dentro
uno stadio: da Paparelli a Curi, da Superga al Vesuvio.
Non ne possiamo più, esigiamo rispetto e lo pretendiamo
per tutte quelle famiglie che hanno perso una persona
cara che viene ciclicamente offesa durante una partita
di calcio. Prima di una partita di calcio, il 29 maggio
1985, sono morte 39 persone, durante molte altre partite
sono state uccise una seconda volta e questo è
inaccettabile. Chiediamo quindi a tutte le associazioni,
anche del tifo organizzato, che si sentono colpite e/o
offese da tanta infamia di unirsi a noi in questa lotta
di civiltà. Intanto abbiamo iniziato attraverso le vie
legali, le uniche che in questo Paese pare sortiscano
effetti".
24 gennaio 2017
Fonte: Arezzonotizie.it -
Quinewsarezzo.it - Gonews.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
La Fiorentina contro gli adesivi
sulla strage dell'Heysel
"Siamo offesi e dispiaciuti. Siamo
in prima fila contro la violenza scritta o verbale".
"Siamo sinceramente dispiaciuti e
offesi di quanto accaduto, ma vorremmo evidenziare che
la nostra società è da sempre in prima linea con
attività, comportamenti e iniziative volte a condannare
ogni forma di discriminazione razziale, violenza scritta
o verbale e atta a limitare o peggio privare la libertà
altrui e qualsiasi forma offensiva dell'altrui
personalità". Comincia così la lettera aperta della
Fiorentina all'Associazione familiari vittime
dell'Heysel. "Prendiamo atto della vostra nota inerente
agli incresciosi fatti accaduti all'esterno dello stadio
Franchi in occasione di Fiorentina-Juventus lo scorso 15
gennaio - prosegue la lettera. Nel fatto specifico
teniamo a precisare che, appena informati, abbiamo messo
in atto tutte le procedure presso gli organi competenti
affinché fosse fatta chiarezza sull'accaduto, benché lo
stesso non fosse imputabile al nostro servizio di
sicurezza che come previsto dalla normativa vigente
agisce all'interno dell'impianto. Il gesto messo in atto
da alcune persone è sicuramente da condannare come lo
sono gli attori medesimi. Il fatto accaduto all'esterno
dello stadio però non può essere imputato a un'intera
tifoseria o a un'intera città che hanno sempre
dimostrato, nel tempo e con azioni concrete, la propria
sensibilità nei confronti di avvenimenti dolorosi". Poi,
sui propri tifosi: "Annotiamo come si siano comportati
correttamente durante tutto l'incontro e a testimonianza
di questo non sono stati rilevati dagli organi adibiti a
controllare fatti e/o azioni offensive, lesive e/o
diffamatorie. Siamo certi che con la collaborazione di
tutte le componenti e con provvedimenti severi volti a
punire tali atti di viltà non potremo che porre fine a
queste manifestazioni di inciviltà e idiozia".
24 gennaio 2017
Fonte: Firenze.repubblica.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Heysel, la Fiorentina chiede scusa
alle famiglie delle vittime: "Offesi e dispiaciuti"
Il club viola prende le distanze
dal comportamento di quei tifosi che in occasione della
sfida contro la Juventus avevano tappezzato alcuni
cancelli del Franchi con gli adesivi "-39 nessun
rispetto".
TORINO - "-39, nessun rispetto". È
il contenuto degli adesivi che campeggiavano sui
cancelli dello stadio Franchi in occasione della sfida
contro la Juventus dello scorso 15 gennaio. Adesso il
club viola, a più di una settimana di distanza dal
fattaccio, ha tenuto a scusarsi con i familiari delle
vittime con una lettera aperta pubblicata sul proprio
sito. ECCO IL TESTO INTEGRALE -
"Gentilissimi Signori, Prendiamo atto della Vostra nota
inerente agli incresciosi fatti accaduti all'esterno
dello Stadio Franchi in occasione dell'incontro di
campionato disputato lo scorso 15 gennaio
Fiorentina-Juventus. Siamo sinceramente dispiaciuti e
offesi di quanto accaduto, ma vorremmo evidenziare che
la nostra società è da sempre in prima linea con
attività, comportamenti e iniziative, che ci vedono
partecipanti attivi, volti a condannare qualsivoglia
forma di discriminazione razziale; violenza scritta o
verbale e atta a limitare o peggio privare la libertà
altrui e qualsiasi forma offensiva dell’altrui
personalità. Nel fatto specifico, ci teniamo a precisare
che appena avuto informazione del fatto abbiamo messo in
atto tutte le procedure presso gli Organi competenti
affinché fosse fatta chiarezza sull'accaduto, benché lo
stesso non fosse imputabile al nostro servizio di
sicurezza che come previsto dalla normativa vigente
agisce all'interno dell'impianto. Il gesto messo in atto
da alcune persone è sicuramente da condannare, come lo
sono gli attori medesimi. Il fatto accaduto all'esterno
dello Stadio non può essere imputato a una intera
tifoseria o a un'intera città, che hanno sempre
dimostrato, nel tempo e con azioni concrete, la propria
sensibilità nei confronti di avvenimenti dolorosi. In
particolare per quanto concerne i nostri tifosi
annotiamo come si siano comportati correttamente durante
tutto l'incontro a testimonianza di questo, non sono
stati rilevati dagli Organi adibiti a controllare: fatti
e/o azioni offensive lesive e/o diffamatorie). Siamo
certi che con la collaborazione di tutte le componenti e
con provvedimenti severi volti a punire tali atti di
viltà non potremo che porre fine a queste manifestazioni
di inciviltà e idiozia".
25 gennaio 2017
Fonte: Tuttosport.com
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Heysel, i familiari delle vittime:
"Della Valle prenda posizione contro i tifosi"
di Alberto Pucci
In occasione della recente sfida
tra viola e bianconeri, nei pressi dello stadio i tifosi
della Fiorentina hanno attaccato manifesti e adesivi con
la scritta "-39 nessun rispetto".
La stupidità di certi tifosi non
conosce confini. Da nord a sud si continuano infatti a
sentire cori deliranti: talmente beceri da far
impallidire anche buona parte di coloro che prende posto
in quelle stesse curve da dove solitamente parte
l'insulto agghiacciante. E se dalle parti di Torino il
punto più basso viene toccato ogni volta che gli ultrà
inneggiano al Vesuvio, in quel di Firenze ci si vergogna
dei continui cori della tifoseria in favore della strage
dell'Heysel. Quella maledetta serata del 29 maggio 1985,
nella quale persero la vita 39 tifosi della Juventus, è
stata nuovamente rievocata in occasione della recente
sfida al "Franchi" tra i bianconeri e i viola. Nei
pressi dello stadio di Firenze, lungo il tragitto
percorso dai tifosi ospiti, sono addirittura comparsi
dei manifesti con la scritta "-39 nessun rispetto".
L'invito a Della Valle. A distanza
di giorni, l'associazione familiari delle vittime
dell'Heysel è tornata a farsi sentire con una lettera
inviata al presidente viola Della Valle. Nella missiva,
spedita per conoscenza anche a Carlo Tavecchio e al
sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente
dell'associazione ha invitato il patron del club
gigliato a prendere posizione contro i propri tifosi: "Non siamo più disposti a tollerare episodi del genere -
ha scritto Andrea Lorentini - da 32 anni a Firenze si
ripete questo scempio. Nel 2015 abbiamo scritto al
presidente Della Valle, che condivise il nostro sdegno,
ma ciò non ha sortito alcun effetto. È necessario che la
Fiorentina prenda un’ulteriore e seria presa di
posizione". Offendere le vittime dell’Heysel significa
non solo oltraggiare la memoria di quei 39 caduti, ma
riaprire una dolorosissima ferita per 39 famiglie - ha
concluso il presidente Lorentini. Significa mancare di
rispetto a mogli, madri, figli, fratelli che da quel
maledetto 29 maggio 1985 hanno visto la loro vita
stravolta e distrutta per una partita di calcio".
25 gennaio 2017
Fonte: Calcio.fanpage.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Calcio, offese alle vittime
dell'Heysel
I familiari: "La
Fiorentina prenda posizione"
Prima di Fiorentina-Juventus del 15
gennaio le scritte "-39 nessun rispetto", l'associazione
familiari delle vittime: "Ora basta".
Dura protesta dell'Associazione
familiari delle vittime dell'Heysel, per i manifesti
comparsi domenica 15 gennaio nei pressi dello stadio
Artemio Franchi, prima di Fiorentina-Juventus. Manifesti
con la scritta "-39 nessun rispetto", che richiamavano
la tragedia del maggio 1985, quando a Bruxelles, prima
della finale di Coppa Campioni contro il Liverpool,
morirono 39 tifosi juventini. "Non siamo più disposti a
tollerare episodi del genere, da oggi adotteremo una
linea dura nei confronti di tutti coloro che con
scritte, comportamenti o parole rievochino
impropriamente la strage dell’Heysel", afferma Andrea
Lorentini, presidente dell’associazione, che annuncia la
volontà di intraprendere vie legali. "Da 32 anni a
Firenze si ripete questo scempio. Nel 2015 abbiamo
scritto al presidente Della Valle, che condivise il
nostro sdegno, ma ciò non ha sortito alcun effetto. È
necessario che la Fiorentina prenda un’ulteriore e seria
presa di posizione", chiede Lorentini, che ha scritto
una nuova lettera alla dirigenza viola, inviata anche al
sindaco di Firenze Dario Nardella e al Centro di
coordinamento dei viola club. "Offendere le vittime
dell’Heysel significa non solo oltraggiare la memoria di
quei 39 caduti, ma riaprire una dolorosissima ferita per
39 famiglie - conclude Lorentini. Significa mancare di
rispetto a mogli, madri, figli, fratelli che da quel
maledetto 29 maggio 1985 hanno visto la loro vita
stravolta e distrutta per una partita di calcio". Otello
Lorentini, fondatore dell’Associazione e morto nel 2014,
era tra l'altro tifoso della Fiorentina. L’Associazione,
che lotta anche contro la violenza negli stadi, è stata
insignita a Firenze, nel novembre del 2015, del
Gonfalone d’Argento, la massima onorificenza del
consiglio regionale della Toscana, come riconoscimento
dell’impegno civile che porta avanti per i valori dello
sport.
25 gennaio 2017
Fonte: Firenzetoday.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Numerologia di Gigi
di Marco Edoardo Sanfelici
Che la numerologia sia una scienza
esatta è tutto da dimostrare. Eppure, perché azzerare,
per restare in tema, l’ancestrale bisogno di esplorare
il futuro e svelare di esso alcuni risvolti, tipico del
genere umano ? Non ci vuole poi molto a scoprire che
alcuni numeri si ripetono con caratteristiche analoghe
che hanno dello sbalorditivo, suffragando l’ipotesi che
sta alla base del "culto" della teoria in oggetto. E’ il
caso del numero 39. Non si entri in merito al fatto che
è un multiplo di 3, numero perfetto per antonomasia, la
cui divisione genera un numero primo (teniamolo a mente
!), né ci si soffermi sulla curiosa multiplità tra le
cifre che lo compongono e che una è il quadrato
dell’altra. Roba da numerologi. Certo però che il
sospetto che non ci troviamo di fronte ad un numero
qualsiasi, a questo punto cresce a dismisura. La storia
degli uomini illustri ci viene in aiuto. Giacomo
Leopardi muore a 39 anni. Felix Mendelssohn sfiora i 39
anni sul letto di morte. Chopin lascia questa terra nel
pieno dei 39 anni. L’elenco potrebbe continuare. E se è
vero il detto di Menadro: "Muor giovane colui ch’al
cielo è caro", dietro alla cifra nuda e cruda, il 39
nasconde un’essenza di epicità del tutto singolare.
Scendiamo ai piani bassi. Entriamo in casa bianconera e
subito ci investe la tragedia. Perché al numero 39 siamo
costretti ad associare una sera di maggio, insanguinata
dalla follia hooligan, sotto le sfere inorridite del
monumento all’Euratom. Heysel è un nome ormai sfregiato
dalla trascuratezza belga e dalla delinquenza
britannica, incubo eterno per le famiglie di chi ha
esalato allora l’ultimo respiro. Fu tragedia nazionale,
degna di un giorno del ricordo e di una feroce
repressione di rigurgiti imbecilli ed ignoranti. Quasi
sacro dunque il numero 39. Da portare a testa alta, come
uno schiaffo in faccia ai codardi e con l’orgoglio dei
migliori, dei numeri uno. Come Gianluigi Buffon. Il
capitano di tutti gli juventini, vivi e scomparsi. Il
numero UNO dei numeri Uno, senza se e senza ma. Il più
grande, l’eroe omerico delle porte da calcio di ogni
parte del mondo. Colui che ha esordito bambino, che ha
dato una svolta al suo ruolo, che ha superato operazioni
terribili e debilitanti per noi comuni mortali, per
rifiorire a nuova vita. Solo i campioni possono tanto.
Tre vite si sono dipanate in una, tre carriere nel
volgere di 20 anni. Tre come il numero con cui,
dividendo 39 si ottiene 13, numero primo. Indivisibile
come la grandezza di Buffon, primo come lui. Anzi, UNO
come sulla sua maglia. Pare allora che nulla succeda a
caso. Che i numerologi non abbiano poi tutti i torti ?
28 gennaio 2017
Fonte: Spazioj.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Le 39 vittime dell’Heysel ricordate
prima del match
REGGIO EMILIA - Il ricordo della
strage avvenuta all'interno dello stadio Heysel, 32 anni
fa, è ancora viva nella testa di molti tifosi che quel
giorno si trovavano sugli spalti dell'impianto belga e,
nella giornata di ieri, come avviene ogni anno, si sono
volute commemorare le 39 vittime davanti al monumento a
loro dedicato, situato davanti allo stadio Mirabello di
Reggio Emilia. Il ricordo dei tifosi caduti in quel
drammatico 29 maggio 1985 è avvenuto come sempre nel
giorno in cui si trova in città la squadra juventina.
All'evento, come di consueto, hanno partecipato anche
moltissimi tifosi dei club juventini, presenti in città
per la sfida della formazione bianconera contro il
Sassuolo. C'erano gli Juventus Club di Andria,
Moncalieri, Porto Gruaro, Filadelfia 88, Forlì, Nord-est
bianconero, Emilia bianconera, Abruzzo, Nucleo,
Castelfiorentino, Club Juve Croatia, i sostenitori della
formazione neroverde con il Club Nero-Verde del Sassuolo
calcio e il Club Sassuolo Gli Antenati, che hanno voluto
essere presenti in segno di fair play tra le tifoserie.
I sostenitori bianconeri hanno posato sul monumento
commemorativo una corona di fiori in ricordo delle 39
persone che il 29 maggio 1985 hanno perso la vita prima
del fischio d'inizio della finale della Coppa dei
Campioni tra Liverpool e Juventus, cercando di scappare
alla carica degli hooligans inglesi e rimanendo
schiacciati in seguito al crollo di un muro dello stadio
per il troppo peso che era stato costretto a sostenere.
Il monumento dedicato ai caduti dell'Heysel, che si
trova di fronte allo stadio Mirabello è l'unico presente
in Italia, con la città di Reggio che fu toccata
direttamente dalla strage poiché tra le 39 vittime c'era
anche Claudio Zavaroni, fotografo reggiano e tifoso
juventino, che si era recato in Belgio per assistere
alla finale di Coppa dei Campioni della sua squadra del
cuore e immortalare quei momenti che sarebbero dovuti
rimanere per lui dei ricordi indelebili. Zavaroni
all'epoca dei fatti aveva 28 anni. La presidentessa del
comitato per non dimenticare i caduti dell'Heysel,
Iuliana Bodnari, da anni si sta battendo perché il
ricordo di quanto successo in quel drammatico 29 maggio
non venga mai dimenticato e, proprio per questo motivo,
durante tutta la stagione sportiva vengono organizzate
delle partite di calcio per spiegare anche ai più
giovani quanto successo quel giorno, mentre i figli dei
caduti e la società bianconera ancora oggi stanno
aspettando di sapere di chi sia la responsabilità di
quanto avvenuto su quegli spalti. "Ci siamo ritrovati
qui, nel giorno 29 (proprio come in quel tragico 29
maggio) - ha spiegato Iuliana Bodnari - per ricordare i
39 angeli che non ci sono più. Non poteva esserci
occasione migliore della presenza della Juventus e dei
suoi tifosi a Reggio Emilia, per la partita di
campionato contro il Sassuolo". La mattinata si è
conclusa con un caloroso applauso da parte dei tanti
presenti.
30 gennaio 2017
Fonte: Gazzettadireggio.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
La strage dell’Heysel
di Leonardo Silani
Sono passati ormai 32 anni da
quando il 29 maggio 1985 a Bruxelles si scatenò
l’inferno sugli spalti dello stadio dell’Heysel. Quella
sera si svolgeva la finale della Coppa dei Campioni tra
la Juventus e il Liverpool e vi morirono 39 persone, tra
questi 32 nostri connazionali. Nonostante siano passati
più di tre decenni, non è ancora chiaro il motivo
dell’avvenuto. Gli hooligans, conosciuti in Europa per
la loro aggressività e per i loro atti vandalici,
inseguirono i tifosi della Juventus fino ai limiti degli
spalti. Questi ultimi presi dal panico si ammucchiarono
nell’angolo più basso del settore Z, accalcandosi tutti
sul muro che dopo pochi secondi crollò a causa del peso
della folla. Marco Tardelli, ex giocatore della Juventus
che giocò quella sera affermò: "Non ho mai sentito la
coppa dei campioni di Bruxelles come una vittoria, è
stata la sconfitta per tutto il mondo del calcio e per
tutto il mondo sportivo e non solo". Bisogna mantenere
vivo il ricordo di questi drammatici eventi affinché le
azioni vandaliche non si ripetano più nel mondo dello
sport.
31 gennaio 2017
Fonte: Acornhouse.school.it
ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO
2017
Quando Basilea fu la prova generale
dell'Heysel
La finale di coppa Coppe, vinta
dalla Juve, in balia degli ultrà. Per fortuna c'erano i
portoghesi...
di Tony Damascelli
Il St. Jakob si portava appresso la
storia di quella partita favolosa tra Ungheria e
Germania. Erano i mondiali del '54 e la squadra di Kocsis e Puskas ne segnò 8, dico otto, ai tedeschi che
non andarono oltre i tre gol di Pfaff, Rahn, Hermann per
poi vendicarsi, si suppone anche come, nella finale di
Berna finita 3 a 2. Uno stadio appena rifatto per il
torneo della Fifa, cinquantunomila e trecento posti
ufficiali a sedere ma, una volta in piedi, ammassati,
diventavano sessantamila. Tanti erano anche per la
finale di coppa delle Coppe, la quarta ospitata nello
stadio di Basilea, la sera del sedici di maggio
dell'Ottantaquattro. Strapieno, oltre ogni logica di
sicurezza. I binari della ferrovia passavano di fianco
alla tribuna, si udiva perfettamente il fischio dei
treni. Juventus e Porto si giocavano la coppa, Basilea
venne invasa da cinquantamila italiani e diecimila
portoghesi, questo era il rapporto fra le due tifoserie.
Quella juventina contava anche un gruppo di scalmanati e
provocatori, presero a squarciare la rete di recinzione
dietro la porta, lanciando anche pietre e bastoni. Il
più idiota, addobbato in maglietta bianconera con il
numero 2, entrò correndo sul campo mentre i calciatori
si stavano riscaldando e andò ad abbracciare Scirea e
Boniek e poi Gentile. Un gruppetto di fanatici restò
appollaiato su un'alta struttura precaria, in legno,
rischiando di precipitare. I poliziotti svizzeri non
furono immediatamente reattivi ma il clima festaiolo non
comportava particolari preoccupazioni. Anche perché i
tifosi portoghesi non minacciavano rappresaglie. Se
fossero stati gli hooligans inglesi, sarebbe stata una
strage. Come accadde l'anno dopo, all'Heysel, stessa
atmosfera ma altro epilogo, nessun abbraccio ma la
stretta della morte nella curva Zeta. L'Uefa non avvertì
il segnale di allarme acceso al St. Jakob, la partita fu
vinta 2 a 1 dalla Juventus che indossava una maglia
giallo limone con pantaloncini e bordi blu, i colori
della città di Torino. Il gol decisivo venne segnato da
Boniek e quelli del Porto urlarono contro l'arbitro
Prokop che, secondo loro, non si avvide di un galeotto
colpo di mano del polacco. Il momento della premiazione,
mentre si era messo a piovere, fu agitato dal portiere
portoghese Ze Beto che spinse con forza lo stesso Prokop
e strappò di mano la bandierina a uno degli assistenti
dell'arbitro. Il segretario generale del Porto dichiarò
che il poliziotto-arbitro Prokop, insieme con i suoi
collaboratori, aveva fatto rientro in Germania Est a
bordo di tre vetture Fiat. La festa si concluse senza
feriti ma lo stadio venne demolito nel '98. Per la
cronaca andrebbe registrata un'altra mezza sfida tra
Juventus e Porto, avvenne per l'inaugurazione del Delle
Alpi il 31 maggio del 90, una mista Juve-Toro affrontò
il Porto per beneficenza, finì 4 a 3 ma si sono perse le
tracce di quel pomeriggio, a parte i fischi e gli
insulti nel minuto di silenzio per il Grande Torino e
Gaetano Scirea. Ma è la bellezza del calcio. O no ?
21 febbraio 2017
Fonte: Ilgiornale.it
ARTICOLI STAMPA e WEB
FEBBRAIO
2017
Juve, Tardelli e la Coppa vinta
all'Heysel: "Non la riconosco"
L'ex bianconero, in campo nel 1985
contro il Liverpool: "Non ho mai vinto la Coppa dei
Campioni".
di Matteo Dalla Vite
Io non ho mai vinto la Coppa dei
Campioni". Lo ha detto, con grande sincerità e
riferendosi alla tragedia dell'Heysel dell'85, Marco
Tardelli nell'ambito del "Premio Bianconeri Amarcord",
primo evento andato in scena ieri sera a Monsano,
provincia di Ancona, per raccogliere fondi da devolvere
in beneficenza ai paesi colpiti dal terremoto nelle
Marche.
IERI E DOMANI - Oltre a l'uomo
dell'urlo, erano presenti altri ex campioni bianconeri,
Massimo Bonini, Moreno Torricelli e Fabrizio Ravanelli.
E quando è uscito il tema della Champions League vinta
dagli ultimi due e dalla Coppa dei Campioni, ecco Marco
Tardelli puntualizzare un concetto già espresso in
passato: "io non ho mai vinto una Coppa dei campioni.
Cioè l'ho vinta ma non l'ho... vinta, non la riconosco"
e il chiaro riferimento è alla finale giocata il 29
maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles contro il
Liverpool in quella serata in cui morirono 39 tifosi.
Alla serata erano presenti ben 800 persone oltre a varie
autorità locali e non. Tardelli, considerando la
Juventus di oggi, ha difeso Max Allegri: "Tanti forse
non si ricordano che è arrivato in finale di Champions:
a volte lo sento criticare e sinceramente la cosa mi
infastidisce. Spero rimanga ancora a lungo alla
Juventus".
8 marzo 21017
Fonte: Gazzetta.it
ARTICOLI STAMPA e WEB MARZO 2017
Dall'Heysel al Borussia, Uefa senza
pietà
Nemmeno un attentato diretto agli
attori riesce a fermare il circo del calcio.
di Elia Pagnoni
Nemmeno un attentato diretto agli
attori riesce a fermare il circo del calcio. In questi
due giorni incredibili, con l'escalation delle notizie
che accreditavano via via la pista dell'attentato, gli
ordigni di Dortmund avrebbero dovuto quanto meno alzare
il livello di preoccupazione, se non di emozione, dei
padroni del pallone. E invece no, i signori dell'Uefa
sono rimasti ancora incredibilmente insensibili e
nemmeno di fronte ad una delle sue squadre più
rappresentative presa di mira dal terrorismo, hanno
avuto il pudore di fermare il pallone, costringendo il Borussia ad andare in campo ad appena ventiquattr'ore
dal tremendo episodio che solo per fortuna non ha avuto
conseguenze peggiori. I tedeschi, che oltre tutto
nell'esplosione hanno subito il ferimento del loro
difensore Bartra, si sono ritrovati a dover affrontare
il Monaco ancora sotto choc e, al di là dei meriti dei
monegaschi, hanno perso in casa 3-2. Difficile dire
quanto lo choc del giorno precedente abbia inciso sul
loro rendimento. Di certo il loro allenatore Tuchel ha
definito la scelta dell'Uefa "una decisione disumana". E
sinceramente ci viene difficile dargli torto. L'Uefa,
dopo aver brillato per assenza di comunicazioni nella
sera dell'attentato, si è preoccupata solo di ottenere
il consenso delle due società a giocare alle 18.45, per
non sovrapporre la partita di Dortmund alle due già in
programma nella serata di ieri e non inficiare il valore
dei diritti televisivi. Ma d'altra parte anche questo
non ci sorprende: passano gli anni, passano i
presidenti, passano persino gli attentati, ma la
federcalcio europea è sempre quella che ha fatto giocare
la finale dell'Heysel e che non ha saputo fermare la
Champions League nemmeno nel giorno delle torri gemelle,
mandando in scena uno spettacolo assurdo nella serata in
cui tutto il mondo si era fermato sconvolto. Figuriamoci
se poteva impressionarsi per le tre bombette di
Dortmund. Business is business.
14 aprile 2017
Fonte: Ilgiornale.it
ARTICOLI STAMPA e WEB
APRILE 2017
|