L’anniversario
Buffon attacca chi ha offeso il Grande Torino:
"Siete più morti dei morti"
Il portiere della Juve stigmatizza le offese ai caduti di
Superga nel giorno in cui ricorrono 68 anni dalla tragedia.
Il più accorato appello a rispettare i caduti di Superga
arriva dal calciatore che non t’aspetti. E non per mancanza
di sensibilità, qualità invece sempre mostrata nel corso
degli anni, quanto piuttosto perché milita da anni nelle
fila dei più acerrimi rivali dei granata, vale a dire i
cugini con la maglia bianconera. Si tratta del portiere
della Juventus e della Nazionale Gigi Buffon che, su Facebook,
attacca duramente le vergognose ingiurie scritte su muri
del capoluogo piemontese in coincidenza con il 68esimo anniversario
dell’incidente aereo in cui persero la vita tutti i protagonisti
dell’epopea del Grande Torino.
Il post
Nel suo post Buffon scrive:
"In una bella giornata post
vittoria, il mio pensiero va ai cugini del Toro, ai loro
tifosi e a quei gloriosi giocatori che hanno reso orgogliosa
la nazione intera e il popolo granata. Onore a voi campioni
del Grande Torino, in eterno, e siano perdonati coloro che
si macchiano di atti inqualificabili, come deridervi o mancarvi
di rispetto ancor oggi che sono passati quasi 70 anni. I
morti sono morti e non rompono i coglioni a nessuno. Vanno
lasciati in pace e vanno rispettati, fossero anche i nemici
ed i rivali più acerrimi che uno possa avere. Perché i morti
hanno mogli, figli e nipoti e dar loro una seconda atroce
sofferenza, oltre quella che hanno già patito, è disumano.
W la rivalità... W lo sfottò... W il campanilismo... W la
sportività... W la vita nella pienezza dei suoi sentimenti,
alcuni nobili, altri magari un po’ meno. Ma quando si scrivono
frasi indecorose o inopportuni striscioni, probabilmente
senza piena consapevolezza, si è più morti dei morti. Mi
provoca ribrezzo e rabbia sentire torturare ancor oggi i
nostri 39 angeli dell’Heysel: non macchiamoci delle stesse
colpe. Siamo uomini. Dobbiamo distinguerci se vogliamo seminare
qualcosa di duraturo e costruttivo per l’umanità che arranca.
Non accontentiamoci d’essere mediocri e vili solo per rifarci
di uno sgarbo subito. In certe situazioni è meglio essere
vittime che carnefici perché i carnefici saranno condannati
dalla vita a strisciare nell’inferno della loro vacua esistenza.
Le vittime patiranno il male subito, ma poi capiranno che
essere diversi dai propri aguzzini darà forza e sicurezza
per affondare la vita su valori autentici e per farsi portatori
di bellezza, coscienza, rispetto, lealtà, senza precludere
nulla alla competizione o rivalità. Tifosi della Juve, mi
rivolgo a voi perché so di potermelo permettere dopo tutto
quello che abbiamo condiviso insieme. Tifosi della Juve,
fatemi essere veramente orgoglioso di voi perché se pensiamo
e crediamo davvero che lo stile Juve rappresenti e indichi
dei valori meritevoli ed assoluti che ci caratterizzano,
non è concepibile profanare e violare la sensibilità di
chi ha sofferto e soffre ancora: non insudiciamo affetti,
sentimenti e ricordi. Un abbraccio a chi crede che, anche
e soprattutto nello sport, sia necessario essere uomini
di buona volontà. Ora, domani, sempre e per sempre #FinoAllaFine!!!"
4 maggio 2017
Fonte: Corriere.it
ARTICOLI
STAMPA e WEB 4 MAGGIO
2017
Juve, Buffon ai vandali di Superga: "Siete più morti dei
morti"
Lungo sfogo del portiere bianconero su Facebook: "I morti
non rompono i c... a nessuno. Le vittime granata vanno lasciate
in pace, come le nostre dell'Heysel".
Un appello accorato, che in certi punti sembra diventare
un attacco diretto. Gianluigi Buffon, all'indomani dell'impresa
della Juve a Montecarlo nella semifinale d'andata di Champions
League, scrive sul suo profilo Facebook ufficiale. Argomento:
la tragedia di Superga e le scritte infami che deridono
i morti del Torino (le ultime due giorni fa sulla strada
che porta alla Basilica). Rispetto - Buffon rivolge il pensiero
ai "cugini del Toro", rendendo onore al Grande Torino e
usando parole di fuoco per chi non fa altrettanto, macchiandosi
di comportamenti e scritte inqualificabili: "I morti sono
morti e non rompono i c... a nessuno - si legge in uno dei
passaggi più crudi della riflessione. Vanno lasciati in
pace e vanno rispettati, fossero anche i più acerrimi nemici".
Ribrezzo - L'appello è diretto soprattutto ai tifosi juventini,
affinché contribuiscano a portare in alto lo stile che il
club bianconero vuole avere in tutte le sue declinazioni,
in campo come sugli spalti. "Mi provoca ribrezzo e rabbia
sentire torturare ancora oggi i nostri 39 angeli dell'Heysel
- scrive Buffon. Non macchiamoci delle stesse colpe. Siamo
uomini, non accontentiamoci di essere mediocri e vili solo
per rifarci di uno sgarbo subito".
4 maggio 2017
Fonte: Gazzetta.it
ARTICOLI
STAMPA e WEB 4 MAGGIO
2017
04/05/17 Superga, Buffon richiama tifosi Juve: ''Lasciate
stare i morti''
di Pietro Colacicco
TORINO - Oggi sono 68 anni dalla tragedia di Superga e proprio
in questo momento si sta celebrando la commemorazione dei
morti nell'incidente aereo che spazzò via il grande Torino.
Proprio alla vigilia dell'evento erano apparse delle scritte
offensive nei confronti delle vittime, prontamente cancellate
da diversi tifosi granata, sui muri della strada che porta
alla Basilica sul colle. Anche Gianluigi Buffon, fresco
di vittoria contro il Monaco in Champions, ha voluto esprimere
la propria disapprovazione per l'atto vandalico attraverso
un post pubblicato su Facebook: "Il mio pensiero va ai cugini
del Toro, ai loro tifosi e a quei giocatori che hanno reso
orgogliosa la nazione intera e il popolo granata. Onore
a voi, campioni del Grande Torino, e siano perdonati coloro
che si macchiano di atti inqualificabili, come deridervi
o mancarvi di rispetto ancor oggi che sono passati quasi
70 anni - poi prosegue, duro - I morti son morti e non rompono
i coglioni a nessuno. Vanno lasciati in pace e vanno rispettati,
fossero anche i nemici ed i rivali più acerrimi che uno
possa avere. Perché i morti hanno figli, mogli e nipoti
e dar loro una seconda atroce sofferenza, oltre quella che
già hanno patito, è disumano. Viva la rivalità, lo sfottò,
il campanilismo, la sportività, la vita nella pienezza dei
sentimenti, alcuni nobili, altri magari un po' meno. Ma
quando si scrivono frasi indecorose o inopportuni striscioni,
si è più morti dei morti". HEYSEL - Non manca il riferimento
alla tragedia che ha colpito, viceversa, il popolo bianconero:
"Mi provoca ribrezzo e rabbia sentire ancora oggi torturare
i nostri 39 angeli dell'Heysel: non macchiamoci delle stesse
colpe. Siamo uomini. Dobbiamo distinguerci se vogliamo seminare
qualcosa di duraturo e costruttivo per l'umanità che arranca.
Non accontentiamoci di essere mediocri e vili soltanto per
rifarci di uno sgarbo subito". MEGLIO VITTIME CHE CARNEFICI
- "In certe situazioni è meglio essere vittime che carnefici
perché questi ultimi saranno condannati dalla vita a strisciare
nell'inferno della loro vacua esistenza. Le vittime patiranno
il male subito, ma poi si renderanno conto di essere diversi
dai propri aguzzini e questo li renderà più forti e sicuri
di affondare la vita su valori autentici". Il post si conclude
con un appello ai tifosi della Juve, dei quali il capitano
della Nazionale spera di poter essere orgoglioso, poi dedica
"un abbraccio a chi crede che, anche e soprattutto nello
sport, sia necessario essere uomini di buona volontà".
4 maggio 2017
Fonte: Vocenuova.tv
ARTICOLI
STAMPA e WEB 4 MAGGIO
2017
"Un
parco intitolato alla strage dell’Heysel"
La proposta di Badolato per affiggere una targa commemorativa
nell'area verde di via Modena.
Portomaggiore. Intitolare il parco senza nome di via Modena,
dove c’è anche uno spazio riservato alle attività ludiche
e attrezzature di gioco per bambini, a ricordo delle vittime
della strage allo stadio Heysel di Bruxelles. E’ la proposta
del consigliere Roberto Badolato che dà la disponibilità
al reperimento delle eventuali risorse necessarie alla realizzazione
della targa commemorativa. Una targa per ricordare quel
terribile 29 maggio 1985 quando, poco prima della finale
di calcio della coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool
allo stadio Heysel di Bruxelles, le intemperanze dei facinorosi
inglesi causarono la morte di 39 persone, di cui 32 italiani,
e il ferimento di oltre seicento persone. "Nello stesso
anno - ricorda Badolato - è stato presentato un monumento
a ricordo della strage nella sede societaria della Juventus
in piazza Crimea a Torino, sito dal 2001 all’interno della
sede amministrativa del club in Corso Galileo Ferraris con
il seguente epitaffio "Qui ricordiamo le 39 vittime di Bruxelles
il 29 maggio 1985 trucidate da brutale violenza. Quando
onore, lealtà, rispetto cedono alla follia è tradita ogni
disciplina sportiva". Alla nostra memoria il compito di
tenerla viva". Badolato ripercorre tutte le tappe commemorative.
"Nel 2000 in occasione della finale dell’europeo all’interno
dello stadio Re Baldovino è stata posta una targa commemorativa
a ricordo della tragedia di 15 anni prima; il 26 maggio
2010 in occasione del venticinquesimo anniversario della
tragedia alla presenza degli ex giocatori Sergio Brio e
Phil Neal in rappresentanza delle società è stata presentata
una targa permanente ad Anfield per onorare le vittime della
tragedia; nel 2012 è stato riservato un luogo in memoria
della vittime di quella strage con totem commemorativo all’interno
del Museo societario". Venendo a tempi più recenti, "il
13 novembre 2015 - prosegue Badolato - durante l’amichevole
tra Belgio e Italia giocata allo stadio Re Baldovino, la
partita è stata sospesa al minuto 39 per ricordare le 39
vittime i cui nomi sono stati fatti scorrere nei maxi schermi
dell’impianto, il giorno prima nel corso di una cerimonia
tenutasi sotto la targa commemorativa posta nell’ex Heysel,
la Figc aveva ufficialmente ritirato simbolicamente la maglia
39 della nazionale italiana".
11 Maggio 2017
Fonte: Estense.com
ARTICOLI
STAMPA e WEB 11 MAGGIO
2017
Torino dedica una piazza alle vittime dell'Heysel e una
biblioteca ai morti di Utoya
Le decisioni della commissione toponomastica del Comune.
Una intitolazione alla Falchera anche per Guido Rossa.
Le vittime dell'Heysel e i ragazzi di Utoya entrano nella
toponomastica torinese. Sarà, infatti, dedicata alle 39
vittime della strage dello stadio Heysel di Bruxelles, avvenuta
nel maggio del 1985 durante la finale di Coppa dei Campioni
tra Juventus e Liverpool, una piazzetta nella Circoscrizione
7. Ai 69 ragazzi vittime della strage sull'isola norvegese
di Utoya, perpetrata nel luglio 2011 dall'estremista di
destra Andres Breivik, sarà invece intitolata una biblioteca
di prossima realizzazione nella Circoscrizione 4. Lo ha
stabilito la commissione Toponomastica di Palazzo Civico,
presieduta dal presidente del Consiglio comunale, Fabio
Versaci. La commissione ha inoltre deciso di apporre una
targa sul palazzo di via Pietro Giuria a ricordo della sede
del "Circolo Garibaldi", nato nel 1948 e divenuto riferimento
per gli anziani della Circoscrizione 8. Un "sedime
stradale", infine, sarà dedicato, nella zona di via delle
Querce, alla Falchera, a Guido Rossa, operaio comunista
di Genova assassinato dalle Brigate Rosse il 24 gennaio
1979.
23 maggio 2017
Fonte: Torino.repubblica.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 23 MAGGIO 2017
32 anni dopo la finale di Coppa Campioni tra Juventus e
Liverpool
L’OMAGGIO
Il Comune non dimentica: piazza intitolata alle
39 vittime dell’Heysel
L'area individuata si trova nella
Circoscrizione 7. La biblioteca che sorgerà in via Zumaglia
renderà onore alle vittime della strage sull’isola di Utoya.
Una piazza intitolata alle vittime dell’Heysel. La decisione,
a 32 anni di distanza dalla finale di Coppa dei Campioni
tra Juventus e Liverpool, il 29 maggio 1985 quando, prima
dell’inizio della partita, la violenza degli hooligans inglesi
provocò la morte dei sostenitori bianconeri (32 italiani,
4 belgi, 2 francesi, 1 irlandese), è stata presa dalla commissione
Toponomastica del Comune di Torino presieduta dal presidente
del Consiglio, Fabio Versaci. La piazzetta in questione
è una delle aree accanto alla biblioteca "Italo Calvino",
in lungo Dora Agrigento, nella Circoscrizione 7. Ai ragazzi
vittime della strage sull’isola di Utoya, avvenuta il 22
luglio 2011, sarà invece intitolata la biblioteca di prossima
realizzazione in via Zumaglia, nella Circoscrizione 4. Sull’isola
norvegese trovarono la morte 69 giovani (110 furono i feriti),
per mano di un terrorista simpatizzante dell’estrema destra,
mentre erano riuniti per un campus organizzato dalla sezione
giovanile del partito laburista. La commissione Toponomastica
ha inoltre deliberato di apporre una targa sul palazzo di
via Pietro Giuria a ricordo della sede del "Circolo Garibaldi",
nato nel 1948 e divenuto riferimento per gli anziani della
Circoscrizione 8. Un sedime stradale, infine, sarà dedicato,
nella zona di via delle Querce, al sindacalista Guido Rossa,
nella Circoscrizione 6.
23 maggio 2017
Fonte: Cronacaqui.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 23 MAGGIO 2017
Nella toponomastica di Torino le vittime dell’Heysel e i
ragazzi di Utoya
Sarà dedicata alle 39 vittime della strage dello stadio
Heysel di Bruxelles una delle due piazzette accanto alla
biblioteca "Italo Calvino", in lungo Dora Agrigento, nella
Circoscrizione 7. Lo ha stabilito, questa mattina, la commissione
Toponomastica, presieduta dal presidente del Consiglio comunale,
Fabio Versaci. La decisione a 32 anni di distanza dalla
finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, il
29 maggio 1985 quando, prima dell’inizio della partita,
la violenza degli hooligan inglesi provocò la morte dei
sostenitori bianconeri, fra questi 32 italiani, 4 belgi,
2 francesi, 1 irlandese. Ai ragazzi vittime della strage
sull’isola di Utoya, avvenuta il 22 luglio 2011, sarà invece
intitolata la biblioteca di prossima realizzazione in via
Zumaglia, nella Circoscrizione 4. Sull’isola norvegese trovarono
la morte 69 giovani (110 furono i feriti), per mano di un
terrorista simpatizzante dell’estrema destra, mentre erano
riuniti per un campus organizzato dalla sezione giovanile
del partito laburista. La commissione Toponomastica ha inoltre
deliberato di apporre una targa sul palazzo di via Pietro
Giuria a ricordo della sede del "Circolo Garibaldi", nato
nel 1948 e divenuto riferimento per gli anziani della Circoscrizione
8. Un sedime stradale, infine, sarà dedicato, nella zona
di via delle Querce, al sindacalista Guido Rossa, nella
Circoscrizione 6.
23 maggio 2017
Fonte: Quotidianopiemontese.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 23 MAGGIO 2017
Cronaca
Strage dell'Heysel, una piazza ricorderà le 39 vittime di
Bruxelles
La decisione arriva 32 anni dopo la finale di Coppa dei
Campioni tra Juventus e Liverpool, quando la violenza degli
hooligan inglesi provocò la morte dei sostenitori bianconeri.
Sarà dedicata alle 39 vittime della strage dello stadio
Heysel di Bruxelles una delle due piazzette accanto alla
biblioteca "Italo Calvino", in lungo Dora Agrigento, nella
Circoscrizione 7. Lo ha stabilito la commissione Toponomastica,
presieduta dal presidente del Consiglio comunale, Fabio
Versaci. La decisione arriva 32 anni dopo la finale di Coppa
dei Campioni tra Juventus e Liverpool, il 29 maggio 1985
quando, prima dell’inizio della partita, la violenza degli
hooligan inglesi provocò la morte dei sostenitori bianconeri,
fra questi 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi, 1 irlandese.
Ai ragazzi vittime della strage sull’isola di Utoya, avvenuta
il 22 luglio 2011, sarà invece intitolata la biblioteca
di prossima realizzazione in via Zumaglia, nella Circoscrizione
4. Sull’isola norvegese trovarono la morte 69 giovani per
mano di un terrorista simpatizzante dell’estrema destra.
Il fatto mentre i ragazzi si trovavano riuniti per un campus
organizzato dalla sezione giovanile del partito laburista.
23 maggio 2017
Fonte: Torinotoday.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 23 MAGGIO 2017
Strage dell’Heysel, Torino dedica una piazza ai 39 tifosi
della Juve morti in Belgio
Sarà dedicata alle 39 vittime della strage dello stadio
Heysel di Bruxelles una delle due piazzette che sorgono
a Torino accanto alla biblioteca "Italo Calvino", in lungo
Dora Agrigento, nella Circoscrizione 7. Lo ha stabilito,
questa mattina, la commissione Toponomastica del capoluogo
piemontese, presieduta dal presidente del Consiglio comunale,
Fabio Versaci. Lo comunica il comune guidato dalla 5 Stelle
Chiara Appendino in una nota. La decisione a 32 anni di
distanza dalla finale di Coppa dei Campioni tra Juventus
e Liverpool, il 29 maggio 1985 quando, prima dell’inizio
della partita, la violenza degli hooligan inglesi provocò
la morte dei sostenitori bianconeri, fra questi 32 italiani,
4 belgi, 2 francesi, 1 irlandese. Scrisse il quotidiano
La Stampa il giorno dopo la tragedia, giovedì 30 maggio
1985: "Italia e Inghilterra hanno confermalo di essere i
due Paesi più scalcinati d’Europa, quelli che riversano
ogni speranza, ogni ideologia, ogni fede, ogni rivalsa non
nel gioco del calcio, ma nella rissa ai margini del campo
di calcio, ma nella rissa sugli spalti, ma nella rissa sugli
accessi agli stadi. Ma il Belgio ha voluto porre il suggello
della sua vergognosa inefficienza". "Questa di Bruxelles
è stata una vera manifestazione europea - proseguiva l’editoriale
a firma di Oreste del Buono - I morti sono caduti in nome
di quest’Europa, medioevale di ritorno. Ed ecco le squadre
in campo per invocazione e imposizione delle superiori autorità.
Una finale non per la definizione della migliore squadra
europea, ma per ragioni di ordine pubblico. La Juventus
non avrebbe voluto giocare ma è una squadra disciplinata,
s’è piegata". A seguito del comportamento violento da parte
dei supporter del Liverpool, le squadre inglesi per lunghi
anni furono escluse dalle Coppe europee. In UK invece incominciò,
sotto l’egida del governo conservatore guidato da Margaret
Thatcher, quel processo di profondo cambiamento alla base
del cosiddetto "modello inglese" che prevede pene severissime
per chi sgarra anche minimamente sugli spalti.
23 maggio 2017
Fonte: Calcioefinanza.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 23 MAGGIO 2017
Torino dedica una piazza alle 39 vittime dell'Heysel
La decisione a 32 anni dalla tragedia dello stadio di Bruxelles
in cui persero la vita i tifosi juventini arrivati a vedere
la finale (poi vinta) contro il Liverpool.
TORINO - Il Comune di Torino dedica una piazza alle vittime
dell'Heysel, i 39 tifosi juventini (32 italiani, 4 belgi,
2 francesi, 1 irlandese) rimasti schiacciati nel settore
a loro dedicato dello stadio di Bruxelles, trasformato la
sera del 29 maggio 1985 da sede dell'attesissima finale
di Coppa dei Campioni (allora non si chiamava ancora Champions
League) tra Juventus e Liverpool, a teatro di una delle
più tristi tragedie della storia del calcio e dello sport
in generale. CIRCOSCRIZIONE 7 - A 32 anni di distanza da
quella tragica serata, la decisione è stata presa nella
mattinata di ieri dalla commissione Toponomastica guidata
dal presidente del Consiglio comunale di Torino, Fabio Versaci.
Sarà quindi intitolata ai morti dell'Heysel una delle due
piazzette accanto alla biblioteca "Italo Calvino", in lungo
Dora Agrigento, nella Circoscrizione 7.
24 maggio 2017
Fonte: Tuttosport.com
ARTICOLI
STAMPA e WEB 24
MAGGIO 2017
Torino, nuove vie e piazze per commemorare le vittime dell’Heysel
e di Utoya
di Andrea Decorato
Torino, a breve saranno intitolate nuove vie e piazze alle
vittime dell’Heysel e di Utoya.
A Torino saranno intitolate nuove vie e piazze per commemorare
le vittime dell’Heysel e della strage di Utoya, in Norvegia.
Nella Circoscrizione 7, una piazzetta sarà dedicata a coloro
che persero la vita nel tragico giorno del 29 maggio 1985.
La caduta di parti dello stadio di Bruxelles, durante la
finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, causò
la morte di 39 persone. La strage di Utoya, datata luglio
2011, verrà commemorata invece con una nuova biblioteca
nella Circoscrizione 4. Le vittime dell’Heysel e della strage
di Utoya non saranno però le uniche a beneficiare di questa
speciale onorificenza. In zona Falchera, dalle parti di
via delle Querce, un sedime stradale sarà dedicato a Guido
Rossa. L’operaio comunista, assassinato all’inizio del 1979
dalle Brigate Rosse, avrà dunque un suo spazio. Per quanto
riguarda invece la Circoscrizione 8, in via Pietro Giuria
sarà apposta una targa sul palazzo presente. Con essa verrà
ricordato il Circolo Garibaldi. Quest’ultimo, fondato nel
1948, era diventato uno dei simboli del quartiere, nonché
punto di riferimento per gli anziani. Un luogo di ritrovo,
che viene ricordato per il suo stile unico e antico, di
epoche ormai passate, che sono rimaste ugualmente nel cuore
dei torinesi. Le decisioni, tutte prese dalla commissione
Toponomastica del Comune di Torino, avranno validità immediata.
24 maggio 2017
Fonte: Mole24.it
ARTICOLI STAMPA
e WEB 24 MAGGIO 2017
Strage dell'Heysel, Torino dedica una piazza ai 39 tifosi
della Juve morti
Lo ha stabilito la commissione Toponomastica del capoluogo
piemontese.
A 32 anni di distanza dalla finale di Coppa dei Campioni
Juventus-Liverpool, il 29 maggio 1985, quando la violenza
degli hooligans inglesi provocò la morte di 39 sostenitori
bianconeri allo stadio Heysel di Bruxelles, Torino ha deciso
di dedicare una piazza alle vittime. Lo ha stabilito mercoledì
mattina la commissione Toponomastica del capoluogo piemontese
e ne ha dato annuncio il Comune guidato dalla sindaca Cinque
Stelle Chiara Appendino. Il luogo scelto per onorare la
vittime della furia degli hooligans (32 italiani, 4 belgi,
2 francesi e 1 irlandese) è una delle due piazzette che
sorgono a Torino accanto alla biblioteca "Italo Calvino",
in lungo Dora Agrigento, nella Circoscrizione 7.
24 maggio 2017
Fonte: Sportmediaset.mediaset.it
ARTICOLI STAMPA
e WEB 24 MAGGIO 2017
Nella regione
E ad Arezzo vive la memoria dell’ Heysel
di Filippo Conticello
Lorentini, figlio di una delle vittime nel 1985:
"Così ricordiamo
ed educhiamo".
La studentessa Giuseppina Conti, 17enne di Arezzo. Giancarlo
Gonnelli di Ponsacco, 20 anni (NdR: 46). Bruno Balli e Giovacchino
Landini, 50enni di Prato e Capannori. Poi il medico aretino,
Roberto Lorentini, 31enne, eroe dell’Heysel. C’è tanto,
troppo sangue toscano versato a Bruxelles: cinque morti,
tra i trentanove tifosi uccisi dalla follia hooligan prima
che la Juve vincesse tra le lacrime la sua prima Coppa Campioni.
E proprio in Toscana si custodisce ancora la memoria della
tragedia: ad Arezzo opera l’associazione "Familiari e Vittime
dell’Heysel" (NdR: Associazione fra i Familiari delle Vittime
dell’Heysel), animata dal 1987 da Otello Lorentini, il papà
di Roberto. Era un dottore e ritornò indietro sugli spalti
a soccorrere un bambino ferito, secondo alcune testimonianze
proprio Andrea Casùla, la vittima più giovane di quell’inferno.
Morì anche lui travolto da una seconda carica inglese mentre
era chinato e provava la respirazione artificiale al piccolo
tifoso. Oggi ad Arezzo è il figlio Andrea, giornalista sportivo,
a custodire la memoria: "Nonno Otello, il fondatore dell’associazione,
è morto nel 2014. lo ho deciso di continuare il suo lavoro
perché il ricordo deve intrecciarsi in eterno all’educazione.
Noi esistiamo per ricordare a tutti che non è stato sport,
ma solo follia". L’associazione che adesso dirige il nipote
ha vissuto tutto il processo sulla strage dell’Heysel fino
in Cassazione, ottenendo una sentenza che ha fatto giurisprudenza
in tutta Europa. Da quel momento la Uefa è responsabile
degli eventi che organizza: "Non può più lavarsi le mani,
deve garantire certi standard di sicurezza", ricorda Andrea.
Dieci anni fa esatti, era col nonno e col presidente Cobolli
Gigli all’intitolazione del piazzale dello stadio a Roberto
Lorentini: due ore dopo la squadra del medico eroe sarebbe
pure tornata in Serie A. Il SACRIFICIO. Cardiff sta arrivando
e, come ogni finale europea, sarà un tuffo al cuore: "Per
noi parenti delle vittime è sempre una esplosione di sentimenti
contrastanti. Non possiamo guardare a questa partita senza
pensare a ciò che è stato", ricorda adesso. Dando nuova
energia all’associazione, Lorentini continua a coinvolgere
bimbi in tutta Italia: "Ricordiamo banalmente che il calcio
è vita, nient’altro". Oggi c’è quel +39 che risalta nella
curva dello Stadium a far da scudo contro chi vuole sporcare
il ricordo: "Negli ultimi anni c’è molta più attenzione
e per questo ringraziamo i tanti tifosi bianconeri, non
solo toscani", conclude Andrea. Di Roberto, medaglia d’argento
all’onor civile, non ha ricordi: aveva tre anni quando il
papà sacrificò se stesso per salvare gli altri.
24 maggio 2017
Fonte: La Gazzetta dello Sport
ARTICOLI
STAMPA e WEB 24
MAGGIO 2017
Tutte le circoscrizioni
Dall’Heysel a Utoya la nuova toponomastica
di Pier Francesco Caracciolo
La decisione arriva dopo anni di discussioni e rinvii. Finalmente
Torino avrà un luogo intitolato alle vittime dell’Heysel,
lo stadio belga in cui morirono 39 tifosi prima della finale
di Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus nel 1985.
La commissione Toponomastica, presieduta dal presidente
del Consiglio comunale, Fabio Versaci, ha deciso di intitolare
alle vittime dell’Heysel una delle due piazzette accanto
alla biblioteca Italo Calvino, in lungo Dora Agrigento,
nella Circoscrizione 7. L’ha fatto a 32 anni di distanza
da quella notte di violenza degli hooligan inglesi costata
la morte ai sostenitori bianconeri e a quattro anni dalla
mozione che era stata presentata in Consiglio da Marrone
(Fratelli d'Italia), Sbriglio (Idv) e Lo Russo (Pd). La
biblioteca che verrà costruita in via Zumaglia sarà invece
intitolata ai 69 ragazzi che partecipavano a un campus organizzato
dal Partito Laburista norvegese uccisi il 22 luglio 2011
sull’isola di Utoya da Anders Breivik, un trentenne simpatizzante
di estrema destra. La commissione Toponomastica ha inoltre
deliberato di mettere una targa sul palazzo di via Pietro
Giuria in ricordo della sede del Circolo Garibaldi, nato
nel 1948 e diventato riferimento per gli anziani della Circoscrizione
8. Un pezzo di strada, infine, sarà dedicato, nella zona
di via delle Querce, al sindacalista Guido Rossa.
25 maggio 2017
Fonte: La Stampa
ARTICOLI STAMPA e WEB 25 MAGGIO 2017
Juventus e Manchester:
"remake" di un film già visto
di Marco Bernardini
Un applauso, sincero e di cuore, ai colleghi inglesi del
Daily Telegraph. Il quotidiano londinese è uscito con una
pagina che è un capolavoro da incorniciare. La gigantografia
del minuto di silenzio nello stadio di Stoccolma con sopra
il titolo "Manchester, United". Una virgola a separare le
due parole per rendere ancora più forte il concetto di "Unione".
La dimostrazione che la semplicità, quando è intelligente
e parte dal cuore, è più efficace di ogni pomposa retorica.
Ieri sera, osservando Pogba che sollevava la Coppa appena
conquistata con i compagni a fargli da corona e con Mourinho
un poco più in là appena sorridente, non ho potuto fare
a meno di lasciare libera la memoria affinché tornasse indietro
nel tempo per arrivare fino a quel terribile 29 maggio del
1985 che nessun uomo o donna, sportivi ma anche no, ha mai
dimenticato e mai potrà farlo. Quello "prodotto" in Svezia
e quello "realizzato" a Bruxelles. Il remake di uno stesso
tragico film già visto e anche già vissuto. Due "feste",
a distanza di così tanti anni, bagnate dalle lacrime. Esistono
motivazioni differenti che ci spingono a piangere. Il dolore
e la gioia che sono due momenti tra loro distanti come la
notte dal giorno. Talvolta può accadere che, come al tramonto
e all’alba, le due pulsioni si confondano in un paradossale
mix emotivo. Lacrime figlie di un’anima a pezzi e lacrime
generate da uno spirito allegro. Allora succede ciò che
è accaduto ieri nello stadio svedese in copia conforme rispetto
a quel che era capitato nell’Heysel di Bruxelles. La morte
e la vita che scavalcano i rispettivi confini per unirsi
in un abbraccio sorprendente. Saltavano davanti allo loro
curva i giocatori della squadra inglese. Proprio come Platini
e i suoi compagni avevano dato di matto di fronte ai tifosi
bianconeri assiepati nel settore opposto a quella maledetta
"Z" dove, appena qualche ora prima, era stata consumata
la mattanza di tante persone innocenti. Ricordo che allora
i giocatori della Juventus vennero messi in croce dai media
e dall’opinione pubblica con l’accusa di aver mortificato
la memoria delle vittime esagerando in esaltazione. Platini,
successivamente nel libro delle sue memorie, confessò di
essere caduto in una sorta di "trance" incontrollabile dalla
ragione. Sta di fatto che nessun protagonista di quella
notte tragica è mai riuscito a parlare di quella Coppa dei
Campioni come di un trofeo del quale andare orgogliosi.
Rivisto a distanza di anni e copia-incollato sopra quello
di ieri sera merita sicuramente una riflessione differente
da quella censoria di allora e soprattutto meno farisaica.
Un evento di gioia come dovrebbe essere una partita di pallone
è sicuramente complicato da accostare e da far convivere
con il terribile dramma di una strage. Differenti, naturalmente,
sono i punti di partenza specifici nel caso della Juventus
e del Manchester United. La tragedia di Bruxelles venne
provocata da quella parte di calcio ubriaco e teppista fortunatamente
liquidato nel tempo grazie al pugno di ferro. L’olocausto
dell’Arena inglese è frutto della lucida follia che alberga
nelle menti malate di fanatici assassini istruiti da una
religione falsata. E con questo tipo di cancro deve fare
i conti l’intero mondo occidentale. In ogni caso non è possibile
operare alcun distinguo di sorta tra morti ammazzati dal
terrorismo e morti ammazzati dalla delinquenza comune. Le
vittime sono vittime e basta. Loro, insieme con i famigliari
e gli amici che restano a piangerli. Occorre rispetto. Grande
rispetto. Un rispetto al quale, diciamolo finalmente una
volta per tutte e senza ipocrisia, non sono venuti meno
i giocatori del Manchester in Svezia così come quelli della
Juventus a Bruxelles. Sia gli uni che gli altri hanno soltanto
compiuto il loro dovere professionale tentando e riuscendo
di dare il meglio di loro stessi. Probabilmente, questo
sì, avrebbero potuto festeggiare in maniera più sobria ma
quando sei "drogato" dall’adrenalina è impossibile controllarsi.
L’unica soluzione per evitare queste scene di normale "follia
agonistica" sarebbe stata quella di non giocare entrambe
le partite. Ma scelte di quel tipo, certamente coraggiose,
non appartengono alla filosofia di questa nostra società. Eppoi, ne sono certo, i giocatori inglesi e Mourinho avranno
pianto negli spogliatoi a mente fredda. Proprio come vidi
fare a quelli bianconeri e a Trapattoni nel sottopasso dell’Heysel.
Vi assicuro che non erano lacrime di coccodrillo.
25 maggio 2017
Fonte: Ilbianconero.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 25 MAGGIO 2017
Torino dedica una piazza alle 39 vittime dell’Heysel
La decisione arriva 32 anni dopo la tragedia.
TORINO - Il Comune di Torino ha deciso di dedicare una piazza
alle vittime dell’Heysel, i 39 tifosi bianconeri rimasti
schiacciati nel settore a loro dedicato dello stadio di
Bruxelles, durante la finale del 29 Maggio 1985 poi vinta
dalla Juventus 1-0. La decisione è stata presa ieri mattina
dalla commissione Toponomastica guidata dal presidente del
Consiglio comunale di Torino, Fabio Versaci. Sarà quindi
intitolata ai morti dell’Heysel una delle due piazzette
accanto alla biblioteca "Italo Calvino", in lungo Dora Agrigento,
nella Circoscrizione 7.
25 maggio 2017
Fonte: Juvenews.eu
ARTICOLI STAMPA e WEB 25 MAGGIO 2017
Heysel, Torino dedica una piazza ai 39 tifosi della Juventus
morti in Belgio
Il Comune di Torino ha dedicato una piazza alle vittime
della strage dell’Heysel.
di Andrea Coppini
Come riportato dall’edizione odierna di Tuttosport, sarà
dedicata alle 39 vittime della strage dello stadio Heysel
di Bruxelles una delle due piazzette che sorgono a Torino
accanto alla biblioteca "Italo Calvino" in lungo Dora Agrigento,
nella Circoscrizione 7. Lo ha stabilito la commissione Toponomastica
del capoluogo piemontese, presieduta dal presidente del
Consiglio comunale, Fabio Versaci. La decisione a 32 anni
di distanza dalla finale di Coppa dei Campioni tra Juventus
e Liverpool, il 29 maggio 1985 quando, prima dell’inizio
della partita, la violenza degli hooligans inglesi provocò
la morte dei sostenitori bianconeri, fra questi 32 italiani,
4 belgi, 2 francesi, 1 irlandese. Anche la cittadina di
Cherasco in provincia di Cuneo recentemente ha dedicato
un monumento alle vittime.
25 maggio 2017
Fonte: Calcionews24.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 25 MAGGIO 2017
Heysel: Torino avrà una piazza dedicata ai 39 tifosi Juve
La commissione Toponomastica di Torino ha deciso di intitolare
una piazza ai 39 tifosi della Juve che persero la vita all’Heysel.
Torino - Gli angeli dell’Heysel avranno una piazza a loro
intitolata. Lo ha deciso proprio oggi la commissione Toponomastica
del comune di Torino. A 32 anni di distanza da quella fatale
notte del 29 maggio 1985 durante la quale la Juve vinse
una Coppa dei Campioni contro il Liverpool a Bruxelles,
ma perse 39 tifosi, c’è un’ottima notizia per il popolo
bianconero. Il comune guidato da Chiara Appendino, sindaco
del Movimento 5 Stelle e grande tifosa della Juventus, ha
deciso infatti di intitolare una piazza alle vittime dell’Heysel.
Il luogo scelto per commemorare i 39 angeli è una delle
due piazzette che sorgono a Torino nei pressi della biblioteca
"Italo Calvino", in lungo Dora Agrigento, nella Circoscrizione
7. La storia non si cancella e Torino ha confermato di avere
grande rispetto per i familiari di quella tragedia.
25 maggio 2017
Fonte: Jmania.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 25 MAGGIO 2017
Cabrini al BN:
"Allegri ha superato Conte. Sull'Heysel..."
di Mattia Carapelli
Tredici trofei conquistati con la maglia della Juventus,
uno - la Coppa del Mondo del 1982 - con quella della Nazionale:
alle spalle di Antonio Cabrini c’è la carriera di uno dei
giocatori più vincenti del nostro calcio. Dal 2012, l’ex
terzino bianconero si è reinventato come c.t. dell’Italia
femminile, contribuendo alla crescita di un movimento finora
colpevolmente "dimenticato". Di questo e di molti altri
temi, Cabrini ha parlato in esclusiva a ilBiancoNero.com.
Tra Allegri in versione Trapattoni e il ricordo, sempre
vivo, dello stadio Heysel.
(Omissis testo intervista sul ruolo di allenatore della
nazionale azzurra di calcio femminile)
Lunedì saranno trascorsi 32 anni dagli eventi dello stadio
Heysel. Cosa si ricorda di quella sera ? "Purtroppo è stata
una sconfitta del calcio in generale. Non si è tenuto conto
di situazioni, violente, che sulla carta potevano compromettere
la partita, come in effetti è accaduto". Il suo ex compagno
di squadra Marco Tardelli ha più volte detto che quella
Coppa quasi non la sente sua. Qual è la sua opinione ? "Bisogna
considerare che la partita è stata giocata sia da noi che
dal Liverpool senza essere condizionati. Poi è chiaro che
il risultato passa in secondo piano vedendo quello che è
successo. Però penso che i due aspetti debbano essere tenuti
separati".
26 maggio 2017
Fonte: Ilbianconero.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 26 MAGGIO
2017
Juventus Club DOC Heysel 1985 Siracusa a raccolta per la
Finale di Cardiff
di Alessandro Vignati
"Sono da sempre convinto che a fare grande il calcio sono
i tifosi. Sono loro i veri campioni, quelli che accompagnano
i giocatori in campo, li supportano e credono nei valori
sani dello sport e del calcio in particolare. Da qui, l’idea
di strutturare un club della squadra bianco-nera anche nella
nostra città, dove coltivare la nostra passione per la Juventus
e condividere la cultura dello sport come aggregazione".
A parlare è Salvatore Speranza, che ha inaugurato da qualche
tempo, in alcuni locali del viale Zecchino, il club juventino
ufficiale Heysel 1985". " Un nome - spiega Speranza - che
vuole essere un monito a non far diventare lo sport tragedia,
per fanatismi e violenze, lontani dal vero credo sportivo.
Ero presente tra gli spalti mentre si consumava quella tragedia
a Bruxelles, poco prima che si disputasse la finale della
Coppa dei di calcio tra Juventus e Liverpool e per un poco
mi ero allontanato dagli stadi, poi la grande passione ha
prevalso, perché il calcio sa e deve distinguersi positivamente".
In occasione della partita della Juventus contro il Real
Madrid che si disputerà sabato 3 giugno alle ore 20.45 al Millenium stadium nel Regno Unito, il club siracusano ha
chiamato a raccolta tutti gli iscritti, ma anche i simpatizzati
e tutti i cittadini che vogliono guardare insieme la partita,
organizzando una serata particolare, a partire dalle 18.00
in Piazza San Giovanni, dove sarà allestito un mega-schermo
e ci saranno nell’attesa diverse iniziative di intrattenimento.
26 maggio 2017
Fonte: Tuttojuve.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 26 MAGGIO
2017
Brio al BN: "Heysel,
Coppa vinta sul campo ! Ma ci forzarono a giocare..."
di Mattia Carapelli
Lunedì 29 maggio sarà celebrata la memoria della terribile
strage dello stadio Heysel: a 32 anni di distanza da Juventus-Liverpool,
da quella finale di Coppa dei Campioni che strappò via ben
39 vite, il ricordo di chi quegli eventi li ha vissuti da
vicino è ancora più vivido che mai. IlBiancoNero.com ne
ha parlato in esclusiva con Sergio Brio, che da difensore
bianconero scese in campo dal primo minuto in quella serata
da incubo.
Cosa ricorda di quei momenti ?
"E’ un ricordo mai dimenticato,
che bisogna celebrare tutti gli anni. Ho ancora in mente
quella serata, che ci ha regalato una Coppa dei Campioni
ma ci ha portato via 39 persone. Non bisogna mai e poi mai
dimenticarlo". Molti parlano ancora oggi di una "tragedia
annunciata", soprattutto per l'inadeguatezza dello stadio
Heysel. Voi calciatori avevate in qualche modo il presentimento
che qualcosa potesse andare storto ? "No, assolutamente.
Prima di quella partita si è tenuta la riunione da parte
della Uefa, che ha praticamente forzato Boniperti a giocare.
Il presidente avrebbe voluto un rinvio, ma in quella riunione
gli hanno comunicato che la Juve sarebbe dovuta scendere
in campo, per evitare di perdere a tavolino e avere sulla
coscienza la morte di un tifoso. La partita era valida e
noi, dalla nostra, abbiamo giocato per vincerla. I nostri
detrattori, i nostri nemici, si sarebbero aggrappati a qualcosa
anche se avessimo perso. Sono 32 anni che lo ribadiamo:
quello che ci interessa, al di là della vittoria della Coppa,
è il dolore dei familiari, siamo dispiaciuti per i nostri
tifosi. Mi dissocio da questi detrattori, non sono sportivi
ma avvoltoi". Il suo compagno di squadra di allora Marco
Tardelli ha dichiarato che quel trofeo non lo sente suo.
Per Antonio Cabrini, al contrario, bisogna distinguere tra
l’esito del match e quei tragici eventi. Lei da che parte
sta ? "Ognuno ha il diritto di pensarla come vuole, Marco
la vede in quel modo. Per quanto mi riguarda, quella Coppa
è stata vinta sul campo, l'abbiamo conquistata anche per
quei tifosi. Ma noi continuiamo ad essere vicini ai parenti
delle vittime: penso che perdere un familiare sia come un
ergastolo che dura tutta la vita". Al problema degli hooligans
da allora è stato posto un freno in Inghilterra, ma secondo
lei basta ad affermare che in Europa oggi gli stadi siano
sicuri ? "No, ancora no, ci sono leggi ferree in Inghilterra
ma questa gente si sbizzarrisce appena esce fuori dal Regno
Unito. Servono regole severe che assicurino la sicurezza
sia nelle gare casalinghe che in quelle in trasferta".
27 maggio 2017
Fonte: Ilbianconero.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 27 MAGGIO
2017
Le finali bianconere raccontate dai
"gregari": Massimo Briaschi
e il dramma dell’Heysel 1985
"Se non avessimo
giocato sarebbero morti in mille"
di Maurizio Crosetti
"Se non l'avessimo giocata ne sarebbero morti mille, non
trentanove". Il tempo fa un mestiere strano, più che altro
cancella ma a volte precisa, definisce. Massimo Briaschi
dice che dalla notte dell'Heysel, 29 maggio 1985, è come
se certi contorni fossero più netti. "Sono le fotografie
che porto dentro. La mattina andammo alla Grand Place per
fare due passi, ma non scendemmo neppure dell'autobus. C'erano
già centinaia di inglesi ubriachi, casse di birra sui tavoli,
vetri a terra. Bruxelles ci fece paura e tornammo in albergo".
Fu presto sera, un tramonto stupendo, di fuoco. "I vari
settori dello stadio erano separati da reti da pollaio e
c'erano file di gendarmi in verticale, uno ogni due o tre
gradini. Mai vista una cosa simile, una specie di cordoncino
umano. Però, lì per lì lo noti e non lo consideri, non ci
pensi. Io poi avevo la grana del ginocchio". Serve onestà,
dentro lo spessore degli anni trascorsi, per non concedersi
ricordi ipocriti. "Il mio legamento crociato era rotto ma
non avrei mai rinunciato alla finale. Feci una prima infiltrazione,
poi la seconda. Mi rivedo nell'angolo dello spogliatoio
e intanto arrivano le prime notizie confuse, c'è un morto,
forse due, si sono menati, hanno attaccato con i cavalli.
E io penso che se la partita non comincia, cesserà l'effetto
delle iniezioni". Nessuno, tra coloro che c’erano, ha mai
smesso di vivere l'Heysel. Se lo dice è un ipocrita. "Si
cominciò lentamente a intuire la portata del dramma, dico
intuire perché il numero dei morti ci venne comunicato in
pullman, dopo la finale, neanche allo stadio. Andammo sul
campo in cinque o sei giocatori per parlare sotto la curva
dei nostri tifosi, che era dall'altra parte rispetto al
muretto crollato. Dicevamo state calmi, giocheremo per voi,
lo stesso messaggio letto dal povero Scirea e da Neal prima
del fischio d'inizio. E vi assicuro che se non ci fossimo
mossi noi, quella gente non l'avrebbe tenuta nessuno". I
morti adagiati sulle transenne come barelle, le tracheotomie
fatte al volo da medici accorsi quasi per caso, le facce
viola e gonfie dei cadaveri. Le bandiere a tema, le scarpe
spaiate. Brandelli di vestiti di bambini. La partita, dopo,
è un sogno senza parole, una nebbia, un mancamento. La più
assurda, la più crudele ma anche la più necessaria dell'intera
storia del calcio. "Restai in campo per 84 minuti, poi mi
sostituì Prandelli. Avevamo aspettato quella notte come
la più importante della nostra vita, ci sentivamo al sicuro,
volevamo vincere finalmente la prima Coppa dei Campioni
della Juventus. Ma niente era normale, intatto. Chi se ne
frega se il rigore non c'era. Vincemmo, ma solo perché l‘avevamo
dovuta giocare. Il Presidente federale Sordillo ci chiese
di fare il giro del campo col trofeo, e di farlo durare
il più a lungo possibile perché i nostri tifosi restassero
sulle gradinate mentre gli hooligans stavano uscendo. Quanto
si è speculato su quel giro di campo, e su troppe altre
cose. Io dico solo che quella notte ci toccò viverla. E
chi non c‘era porti rispetto".
28 maggio 2017
Fonte: La Repubblica
ARTICOLI STAMPA e WEB 28 MAGGIO 2017
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