La buona notizia
Bertot: "Le ruspe non lo cancelleranno"
È stato lo stesso assessore allo Sport
della Città di Bruxelles, Alain Courtois, a rispondere
all'interrogativo sollevato dall'europarlamentare Fabrizio
Bertot. E la risposta è quella che tutti i tifosi, juventini e
no, aspettavano: il monumento realizzato all'interno dello
stadio Roi Baudoin per commemorare le 39 vittime dell'Heysel non
verrà abbattuto. "La notizia che lo autorità belghe avessero
l'intenzione di abbattere il vecchio stadio Roi Baudoin senza
preoccuparsi del monumento alle vittime di quella folle e
assurda serata del maggio 1985 - aveva commentato
l'europarlamentare italiano - era vergognosa quanto incredibile.
Ci sono voluti vent'anni, troppi, perché fosse realizzato quel
monumento, la meridiana dello scultore francese Patrick Rimoux:
non potevamo permettere che fosse distrutto. Sarebbe stato un
oltraggio alla memoria di quelle vittime innocenti e ai loro
familiari. Per questo ho chiesto alla Commissione europea di
intervenire presso il Governo belga e la municipalità di
Bruxelles". Un interessamento che ha ottenuto il risultato
sperato: "Abbiamo ricevuto una comunicazione ufficiale da parte
dell'assessore allo Sport della città di Bruxelles, Alain
Courtois - rivela Bertot: il monumento è salvo, verrà preservato
e installato nel nuovo stadio che verrà costruito nei prossimi
mesi al posto dell'attuale Stade Roi Baudoin. Monsieur Courtois
c'era quella maledetta sera del 29 maggio 1985, era sugli spalti
dell'Heysel, insieme alle altre decine di migliaia di
appassionati che si aspettavano di vivere una splendida serata
di sport. "Ciò che è accaduto quella sera mi ha segnato per
sempre", mi ha scritto, sottolineando che la meridiana
realizzata dallo scultore francese Patrick Rimoux verrà
preservata per ricordare alle generazioni future l'importanza
della lotta contro tutte le forme di violenza. Non posso che
manifestare tutta la mia soddisfazione, che immagino sarà
condivisa da tutti i tifosi bianconeri ed, in generale, da tutti
gli appassionati di sport".
Luglio 2013
Fonte: Il Canavese
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
Fabrizio Bertot: "Il monumento
sull'Heysel è salvo !
Fabrizio
BERTOT: "L’assessore allo Sport della città di Bruxelles Alain
Courtois si è impegnato a salvare la meridiana commemorativa
della tragedia dell’Heysel. Con grande soddisfazione posso
quindi annunciare che il monumento è salvo !" L’on. Fabrizio
Bertot ha ottenuto la risposta che tutti i tifosi ed
appassionati di calcio, juventini e non, si attendevano, circa
la sorte del monumento alle vittime della tragedia dell’Heysel.
"Abbiamo ricevuto oggi la comunicazione da parte dell’assessore
allo Sport della città di Bruxelles, Alain Courtois: il
monumento è salvo, verrà preservato e installato nel nuovo
stadio che verrà costruito nei prossimi mesi al posto
dell’attuale Stade Roi Baudoin
- commenta
Monsieur Courtois - c’era
quella maledetta sera del 29 maggio 1985, era sugli spalti
dell’Heysel, insieme alle altre decine di migliaia di
appassionati che si aspettavano di vivere una splendida serata
di sport. "Ciò che è accaduto quella sera mi ha segnato per
sempre", mi ha scritto, sottolineando che la meridiana
realizzata dallo scultore francese Patrick Rimoux verrà
preservata per ricordare alle generazioni future l’importanza
della lotta contro tutte le forme di violenza. Non posso che
manifestare tutta la mia soddisfazione, che immagino sarà
condivisa da tutti i tifosi bianconeri ed, in generale, da tutti
gli appassionati di sport".
4 luglio 2013
Fonte: Tuttojuve.com
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
Una bella notizia
Tragedia Heysel "Salvata la lapide"
IL PERICOLO è stato sventato: il
monumento delle vittime dell'Heysel verrà preservato e
ricollocato nel nuovo stadio belga. La conferma è arrivata ieri:
l'assessore allo sport di Bruxelles, Alain Courtois, si è
impegnato per salvaguardare la meridiana commemorativa delle
vittime della tragedia avvenuta durante la finale di Coppa
Campioni del 29 maggio 1985 tra Juventus e Liverpool. Il
monumento è salvo, verrà preservato e installato nel nuovo
impianto che sarà costruito nei prossimi mesi al posto
dell'attuale Stade Roi Baudoin. Alla base della decisione -
hanno spiegato i vertici di Bruxelles - "la volontà di mantenere
viva la memoria per ricordare alle generazioni future
l'importanza della lotta contro tutte le forme di violenza.
"Abbiamo ottenuto un risultato importante, ringraziamo tutti
coloro che ci hanno seguito e sostenuto, compresa la redazione
di Tuttosport", ha detto Annamaria Licata, portavoce e membro
del "Comitato per non dimenticare l'Heysel".
5 luglio 2013
Fonte: Tuttosport
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
Heysel, il monumento rimane. La memoria
della Juve è salva
di Gianluca Oddenino
Nel 1985 allo stadio Heysel morirono 39
persone. Scongiurata la rimozione: il nuovo stadio di Bruxelles
avrà un targa che ricorda la tragedia. Il sindaco: "Sarebbe
stato sfregio ai 39 morti".
Monumento salvo e memoria preservata.
La mobilitazione dei tifosi juventini per conservare la
meridiana e le targhe che ricordano la tragedia dello stadio
Heysel, con i 39 tifosi morti a Bruxelles prima della finale di
Coppa dei Campioni del 29 maggio 1985 tra Juve e Liverpool, non
è stata vana. Nel nuovo stadio belga, che ospiterà gli Europei
di calcio del 2020, non scomparirà la traccia indelebile di
quella follia. La notizia è arrivata direttamente dal Comune di
Bruxelles, che ha garantito l’impegno per mantenere il monumento
alle vittime della tragedia dell’Heysel, grazie anche
all’intervento dell’europarlamentare Fabrizio Bertot. Che si è
attivato dopo le petizioni degli appassionati di calcio ed ha
interrogato Alain Courtois, assessore allo sport di Bruxelles.
"Ciò che è accaduto quella sera mi ha
segnato per sempre: ero sugli spalti insieme alle altre decine
di migliaia di appassionati che si aspettavano di vivere una
splendida serata di sport", ha scritto Cortois in una lettera,
sottolineando che la meridiana realizzata dallo scultore
francese Patrick Rimoux verrà preservata per ricordare alle
generazioni future l’importanza della lotta contro tutte le
forme di violenza. Il pericolo di una tragica rimozione è così
scampato e l’azione del "Comitato Per Non Dimenticare Heysel" è
stata determinante. Alzando la voce e attivando una grande
petizione, i luoghi di riferimento di quel giorno infausto sono
stati salvati. "Questo monumento non deve essere abbattuto - era
l’appello sentito - quelle luci non vanno tolte: sarebbe
l’ennesimo sfregio alla memoria dei nostri 39 Angeli ed al
dolore ancora vivo dei loro familiari". Un grido di dolore che è
stato ascoltato.
5 luglio 2013
Fonte: Lastampa.it
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
Annamaria Licata: "Sull'Heysel ottenuto
grande risultato...
La redazione di tuttojuve.com ha
deciso di intervistare Annamaria Licata, esponente di spicco del
tifo organizzato bianconero che ci ha parlato dell'iniziativa
che ha permesso la conservazione del monumento che commemora i
caduti dell'Heysel. Con lei una chiacchierata non solo sulla
pregevole iniziativa ma anche sul mercato e sulla sede della
Supercoppa.
Incomincio
col dire, che abbiamo ottenuto un grande risultato. E vi posso
garantire che non era ne’ facile ne’ scontato. Quando abbiamo
letto l’annuncio del governo belga sull’abbattimento dello
stadio Re Baldovino, Ex Heysel, (tra l’altro coincidenza
incredibile.. O con tempismo inopportuno, proprio il 29 maggio
scorso), alcuni di noi, non vedendo garanzie, ne’ una parola
sulla meridiana e sulla targa dedicata alle vittime dell’Heysel,
hanno deciso di promuovere una petizione, coinvolgendo anche
alcuni familiari delle vittime, con cui stiamo tenendo i
contatti. Petizione che è stata sottoscritta, e sostenuta anche
da voi di Tuttojuve.com e per questo siete i primi che
ringrazio. Sempre affianco ai tifosi nelle battaglie
doverose, come questa per la
salvaguardia della memoria dell’Heysel. Insieme agli altri
co-firmatari della petizione, ci siamo mossi
verso il Sindaco Di Bruxelles
e le altre istituzioni, sia europee che italiane, cercando di
ottenere attenzione ed avere garanzie che l’angolo della memoria
delle vittime dell’Heysel
costituito da una meridiana
con 39 luci, e da una targa, non solo non venisse abbattuto, ma
nemmeno dimenticato e spostato in qualche altro angolo della
città di Bruxelles. Quel monumento doveva rimanere nella
struttura del nuovo stadio, che sostituirà quello di ora, che
verrà completamente abbattuto. Ci tengo a precisare che la
sottoscritta, come membro e portavoce del "Comitato Per non
dimenticare l’Heysel" ha solo messo la faccia e la voce più di
altri, ma ad ottenere questa importante prima vittoria, siamo
stati in tanti. Quando il popolo juventino
"scende in campo" è
devastante, pari alla squadra di Conte,
e con l’aiuto dei media più
vicini alla nostra tifoseria, come voi di tuttojuve.com e
tuttosport abbiamo ottenuto le risposte che volevamo. Sia il
Sindaco che l’Assessore allo sport di Bruxelles hanno dato la
loro parola e la loro garanzia, con impegni formali presi con le
istituzioni europee ed italiane, che
il monumento e la targa
verranno assolutamente preservati, non solo come simboli di una
Memoria che non va persa, ma anche monito, perché una notte
folle come quella maledetta del 29 maggio 1985, non ci sia mai
più.
Non è giusto morire nemmeno in
guerra, figuriamoci per una partita di pallone. Direi che
abbiamo ottenuto un risultato importante... Dovremo vigilare,
SEMPRE fino all’inaugurazione del nuovo stadio per il 2020 e gli
europei, ma penso che con tutta l'attenzione che c'è intorno
alla salvaguardia del monumento possiamo tirare un sospiro di
sollievo...
Nessuno lo toccherà. Anche se
ai Belgi non piace ricordare quella notte e le loro colpe. Ecco
perché non era ne’ scontato ne’ facile.
Chi ti senti di ringraziare ? In primis i
tifosi che hanno creduto in questa petizione e sono partiti
senza nemmeno sapere dove saremmo arrivati. E avendo un
obiettivo per nulla facile. Tramite il vostro portale, li voglio
ringraziare uno per uno, soprattutto i tifosi non juventini, i
tifosi inglesi, e di squadre nostre avversarie. Ringrazio i
nostri amici del Notts, e anche quei tifosi del Liverpool che
hanno firmato. Forse la loro è stata la firma più significativa.
La cosa che mi ha impressionato, è che le firme arrivano da ogni
parte del mondo. Poi vorremmo ringraziare le istituzioni
italiane ed europee perché in questa occasione ci sono stati
affianco. Ringrazio le istituzioni italiane, ovvero comune di
Reggio Emilia, nella persona di Federico Montanari, il Quirinale
e l'ambasciatore italiano in Belgio che hanno contribuito ad
ottenere questo risultato. A tal proposito, oggi mi è stata
girata la risposta, anche da parte del Consigliere Diplomatico
del Quirinale Stefano Stefanin, che è stato ingaggiato dal
Comune di Reggio Emilia, che sin dall’inizio ci ha sostenuto in
questa iniziativa. Parlo nello specifico del consigliere
Federico Montanari. Nella missiva si evidenzia lo scambio di
chiarimenti tra
il nostro ambasciatore in
terra Belga e il Borgomastro di Bruxelles, il quale garantisce
il suo impegno affinché il monumento venga preservato e
ricollocato all’interno del
progetto del nuovo stadio.
Ovviamente non dimentico il Vice presidente commissione Europea
Tajani, che ha premuto sul governo belga. Quando cittadini e
istituzioni si muovono insieme i risultati sono sempre positivi.
Relativamente ai media, dopo i ringraziamenti sentiti e doverosi
per voi di Tuttojuve.com, è per quanto tutti hanno ripreso la
notizia della nostra petizione. Ringrazio in particolare la
Redazione di Tuttosport perché insieme a voi, hanno appoggiato
la petizione dandole visibilità massima. E non posso
dimenticarmi di tutti gli altri spazi web , dal più piccolo al
più grande... Insieme siamo stati devastanti. Quando la
comunicazione funziona e si va tutti verso la stessa giusta
direzione, siamo davvero inarrestabili perché siamo i migliori
ad usare il web... E perché siamo tanti. Infine non può mancare
un ringraziamento per il nostro direttore Luciano Luciano Moggi
lui sa. I miei ringraziamenti sono ovviamente non solo a titolo
personale ma anche a nome del Comitato Heysel Reggio Emilia e
dei familiari firmatari della petizione. Ringrazio ovviamente
l'On. Bertot di cui voi, avete già dato notizia...
Si è mosso con
un'interrogazione parlamentare presso il parlamento europeo
tanto da ottenere un impegno formale da parte dell'assessore
dello sport, della città
di Bruxelles. Manca solo un
nome, che in questa lista di ringraziamenti dovrebbe essere il
primo, ma che purtroppo ha calato un silenzio quasi assordante
sulla faccenda. Forse non si riteneva, fosse il caso di esporsi
al nostro fianco, perché non si conoscevano le reali intenzioni
dal Belgio e perché non si aveva voglia di chiedere... La scelta
del silenzio in questo caso è stata la cosa più sbagliata e un
bravo comunicatore, ho detto bravo, avrebbe trovato modo di dire
due cose in merito, anche sul sito istituzionale, senza paura di
essere sommerso dalle petizioni o dalle richieste più assurde.
Perché comunque l'Heysel fa parte della storia della Juve e si
deve e si può distinguere da tutte le altre richieste. Ci sono
39 tifosi morti e 39 famiglie vive... E loro devono avere spazio
nella nostra storia
a prescindere. Ma forse a sto
giro erano impegnati a fare brutte figure con Lotito. (Omissis
Testo su altri argomenti).
6 luglio 2013
Fonte: Tuttojuve.com
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
Una lettera al Quirinale e il monumento è salvo
Non sarà distrutto insieme allo stadio
di Bruxelles
Forte di 3200 firme il consigliere
comunale ha scritto a Roma e ottenuto soddisfazione.
Forte di 3200 firme, Federico
Montanari, 27 anni, consigliere comunale del Pd, è riuscito a
salvare il monumento in ricordo delle vittime dell'Heysel che si
trova allo stadio di Bruxelles, oggi chiamato "Roi Baudouin".
"Il merito non è solo mio tiene a precisare il giovane politico
ma di tutte le persone legate al comitato "Per non dimenticare
l'Heysel", di cui faccio parte, che in pochi giorni ha raccolto
questo impensabile numero di firme, provenienti da tutta
l'Europa". Firme raccolte dopo che dal Belgio erano arrivate
notizie allarmanti in relazione all'abbattimento dello stadio
per far spazio a un moderno impianto sportivo. "Si sa cosa
succede in questi casi sottolinea Montanari e quindi ho scritto
al Quirinale per esternare tutta la nostra preoccupazione e
chiedendo un intervento diplomatico perché il monumento resti
come memoria e monito per i posteri perché non accadano più
simili stragi".
Tornando al monumento, la risposta del
consigliere diplomatico del presidente della Repubblica, Stefano
Stefanini, non si è fatta attendere. "Mi ha ringraziato racconta
Montanari e soprattutto ha contattato l'ambasciatore in Belgio
che a sua volta ha parlato col sindaco di Bruxelles. Il quale
gli ha assicurato il suo impegno perché il monumento rimanga lì
in futuro". Stefanini ha poi aggiunto: "Vi sono ampi margini per
evitare che la memoria di quel 29 maggio 1985 vada perduta. Le
suggerisco a tal fine di mantenere stretto contatto con la
nostra ambasciata per concordare ulteriori azioni a sostegno
della causa da lei rappresentata".
9 luglio 2013
Fonte: Il Resto del Carlino
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
La memoria dell’Heysel non va
cancellata
di Roberto Beccantini
RICORDANDO L'HEYSEL, SEMPRE - A
Bruxelles stanno pensando di abbattere lo stadio Re "Badouin",
ex Heysel, per costruire un impianto nuovo di zecca. Il rischio
è che, con i ruderi della vecchia arena, venga spazzata via
dalle ruspe, pratiche e morali, anche (e soprattutto) il
monumento che ricorda i 39 morti del 29 maggio 1985, giorno in
cui la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool si
trasformò in un massacro. Sarebbe un atto intollerabile e
imperdonabile. La memoria va allenata e, se serve, traslocata:
non abbandonata, non rimossa. Domenico Laudadio, creatore e
custode di www.saladellamemoriaheysel.it, e Annamaria Licata,
portavoce e membro del comitato "Per non dimenticare Heysel" di
Reggio Emilia, hanno lanciato una raccolta di firme. Coloro che
intendessero aderire alla petizione possono farlo attraverso
www.change.org/it. lo ero là, quel maledetto giorno. Non si può
e non si deve dimenticare cosa successe, e perché. Troppo comodo
voltarsi dall'altra parte. È giusto che la vita continui, a
patto che possa continuare, nel ricordo, almeno anche per coloro
che l'hanno persa.
10 luglio 2013
Fonte: Guerin Sportivo
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
Quando la memoria non fa pubblicità
di Maurizio Romeo
Avrebbe potuto essere davvero un
bell’esempio: durante il Trofeo TIM di domani a Reggio Emilia si
sarebbe onorata la memoria di 39 angeli, sarebbe intervenuto il
Ministro dello Sport Graziano Delrio per parlare sì del
Monumento dello Stadio Heysel salvato da una petizione popolare
promossa da Annamaria Licata per conto del Comitato "Per non
dimenticare Heysel" della cittadina emiliana, ma anche al fine
di lanciare un messaggio contro l’orrenda e vigliacca abitudine
di insultare i morti. A sostegno dell’intervento aveva dato
adesione e disponibilità alla partecipazione la Juventus.
Abbiamo usato però il condizionale non
a caso perché purtroppo tutto ciò non avverrà: l’organizzazione
del Trofeo TIM infatti non ha concesso lo spazio al Ministro. La
ragione ? L’agenda del torneo era già astata fissata e gli
organizzatori non hanno ritenuto ci fossero le condizioni per
modificarlo, nemmeno per un fine nobile, nemmeno per un
messaggio importante, nemmeno per l’intervento di un Ministro
della Repubblica che, fra le altre cose, è sindaco "in
aspettativa" (per il suo ruolo all’interno dell’esecutivo)
proprio di Reggio Emilia. Il comune di Reggio Emilia ha fatto
l’impossibile, sostenendo Annamaria e il Comitato che hanno
promosso anche questa iniziativa, muovendosi in tutte le sedi e
dando completa disponibilità.
Tutto però ad oggi è stato purtroppo
inutile. Al momento la situazione è quella che vi abbiamo
esposto. Viene da pensare quindi che per la TIM e per gli
organizzatori del torneo i morti e la loro memoria non facciano
bene alla pubblicità… Tutto davvero molto molto triste.
Domattina la Juventus si allenerà allo stadio Mirabello di
Reggio Emilia. La gradinata di quello stadio è intitolata a
Claudio Zavaroni, una delle 39 vittime di quella triste notte.
Subito fuori dallo stadio c’è il monumento alla memoria delle
vittime di quella tragedia, dove ogni anno si svolge una
commemorazione cui partecipano tifosi bianconeri (e non solo)
provenienti da tutta Italia: sarebbe bello se al termine
dell’allenamento almeno i bianconeri riuscissero a fare un
piccolo gesto per onorare la memoria di quei tifosi che hanno
pagato con la loro vita la follia di altri. L’Heysel è uno dei
momenti più drammatici della storia italiana, non solo
bianconera e non solo sportiva, eppure c’è chi ancora, per
imbecillità o becera ignoranza, non lo comprende e ne oltraggia
la memoria. Con la decisione di non concedere spazio, in nome di
un’agenda immodificabile, lo ha fatto anche l’organizzazione del
trofeo TIM. "Somewhere over the rainbow" recita la canzone dello
spot dello sponsor del torneo. Da qualche parte sopra
l’arcobaleno ci sono sicuramente quei 39 angeli. Noi li
ricordiamo e ne onoriamo la memoria. Altri faranno i conti con
la propria coscienza. A patto che ne abbiano una.
22 luglio 2013
Fonte: Dodiciblog.altervista.org
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
Heysel, ricordare per comprendere
di Davide Terruzzi
Eppure gira. E va anche veloce, questo
mondo in cui viviamo, talmente veloce che noi uomini non
sappiamo fermarci per un attimo, alzare lo sguardo e iniziare a
dare il giusto valore alle cose. Stiamo diventando sempre più
indifferenti, impermeabili a quello che ci accade attorno, ma
soprattutto stiamo perdendo la memoria. Senza neanche una botta
in testa, una amnesia le cui radici vanno ricercate nel non
volersi fermare mai. Non sappiamo ricordare, non sappiamo
custodire una testimonianza, insomma generiamo ignoranza, perché
senza memoria non ci può essere educazione. Eppure, per fortuna,
esistono ancora persone che si impegnano per tramandare il
ricordo di persone speciali e di avvenimenti tragici. Come
quello dell’Heysel, una immane tragedia che fa parte della
Juventus e della storia del calcio mondiale, una sciagura che ha
interrotto la vita di 39 persone e cambiato quelle di numerose
famiglie. Trasmettere continuamente la memoria dell’Heysel non è
solamente un modo per onorare chi ha perso la vita, ma significa
educare per impedire che simili atrocità possano ripetersi.
Purtroppo, nonostante il grande impegno di diverse persone, sta
vincendo l’oblio e con esso l’ignoranza e l’odio, quei fattori
che portano tifoserie a usare l’Heysel, e le vittime, come
offesa nei confronti della Juventus e dei suoi tifosi. Ecco
perché la Tim sbaglia a non trovare un breve spazio per
permettere al sindaco di Reggio Emilia e ministro dello sport,
Graziano Del Rio, di ricordare questa immane tragedia ed educare
i tifosi al culto della memoria e al rispetto dei morti.
L’augurio e la speranza è che gli organizzatori ritornino sui
propri passi permettendo al Ministro di prendere la parola e
trasmettere il proprio messaggio. Tutto questo, però, ovviamente
non basta. Sull’Heysel è lecito e doveroso aspettarsi sempre
qualcosa di più dalla Juventus, perché quanto successo nel 1985
fa parte della storia bianconera e il suo ricordo va sempre
difeso, tutelato e onorato. A partire da domani, quando la
squadra di Conte sarà a Reggio Emilia allenandosi nel campo in
cui una gradinata è intitolata a Claudio Zavaroni, una delle
vittime di quella tragica notte. Fuori dallo stadio c’è poi il
Monumento alla Memoria delle vittime dell’Heysel e sarebbe
giusto portare tutta la squadra in questo luogo, fermarsi un
attimo, riflettere e ricordare. E’ ora che la Juventus
custodisca e trasmetta la memoria di 39 persone, che pianga
morti che sono anche suoi e che lo faccia ogni 29 maggio e ogni
volta se ne presenti l’occasione affiancando chi, come il
Comitato Per non dimenticare l’Heysel, lotta ogni giorno per non
disperdere la memoria, perché se non ricordiamo, non possiamo
comprendere.
22 luglio 2013
Fonte: Tuttojuve.com
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
A Reggio Emilia si gioca per il trofeo
Tim ma si perde la memoria dell'Heysel
I bianconeri hanno lasciato il ritiro
di Châtillon. Convocati 23 giocatori: mancano Marrone, Bouy e
Pepe. Il trofeo Tim prenderà il via alle ore 20.45 con
Juve-Milan. Ma non c'è spazio per la commemorazione dei caduti
dell'Heysel.
(Omissis Testo su altri argomenti)… 39
angeli senza pace - Sarà un'occasione mancata, purtroppo:
stasera, in occasione del trofeo Tim, su input del Comitato "Per
non dimenticare l'Heysel" di Reggio Emilia, e con l'appoggio
fattivo del Comune della città emiliana, si sarebbe reso omaggio
ai 39 caduti dell'Heysel, in una cerimonia cui sarebbe
intervenuto il ministro per lo Sport Graziano Delrio a ricordare
la vicenda del salvataggio del monumento in onore delle vittime,
monumento che rischiava di essere distrutto nell'ambito dei
lavori di distruzione e ricostruzione dello stadio Heysel. Ma
l'occasione sarà gettata alle ortiche, perché l'organizzazione
del Trofeo Tim ha deciso che per un simile nobile gesto non
c'era spazio; o forse ricordare quell'immane tragedia è parso
mal conciliarsi con i fini pubblicitari dell'azienda. Fatto sta
che si perderà una preziosa possibilità per non stendere
l'ennesimo velo di polvere su una tragedia sempre viva nel cuore
di tutti i tifosi bianconeri; una tragedia che stenta a
perforare il velo dell'oblio persino quando certe vergognose
iniziative di alcune tifoserie avversarie oltraggiano i 39
angeli. Ecco perché la cerimonia, mancata, di stasera, avrebbe
potuto avere il duplice scopo di omaggio alle vittime e di
stimolo educativo nei confronti di chi sinora si è distinto per
ignoranza e disumanità. Invece non interessa.
23 Luglio 2013
Fonte: Juventinovero.com
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
Tragedia Heysel, il ricordo dei tifosi
a Reggio Emilia
di Guido Vaciago
Nell'unica città in Italia ad ospitare
un monumento alla memoria delle vittime, il comitato "Per non
dimenticare" si riunirà per commemorare il dramma del 29 Maggio
1985.
REGGIO EMILIA - I bianconeri si sono
dati appuntamento per oggi pomeriggio alle 17 in Via Matteotti
per un momento di commemorazione della tragedia accaduta il 29
Maggio 1985 a Bruxelles. Ci saranno i membri del Comitato "Per
non dimenticare" e il consigliere comunale di Reggio Emilia
Federico Montanari, che insieme ad Annamaria Licata ha
collaborato per salvare l’altro monumento in memoria delle
vittime, quello eretto proprio nei pressi dello stadio Heysel,
nella capitale belga. Il Comune di Bruxelles, infatti, ha in
progetto nei prossimi mesi di abbattere l’impianto e di
ricostruirne uno più moderno e funzionale. In un primo tempo il
piano contemplava anche l’abbattimento della stele che ricorda
il dramma di quella finale di Coppa campioni. La petizione
online promossa dalla Licata e l’intervento dei politici ha
sventato questa ipotesi e il monumento di Bruxelles è, quindi,
salvo. Una ragione in più per essere presenti alla
commemorazione di oggi pomeriggio, per ricordare 39 tifosi di
calcio assurdamente morti quella notte di 28 anni fa.
23 luglio 2013
Fonte: Tuttosport.com
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
Trofeo Tim: non c’è spazio per il
ricordo dell’Heysel
Non è solo una giornata di festa ma
anche un’occasione per ricordare. Nel giorno in cui si disputa a
Reggio il Trofeo Tim i tifosi bianconeri si sono dati
appuntamento per oggi pomeriggio alle 17 in via Matteotti,
davanti al monumento ai caduti, per un momento di commemorazione
della tragedia dell’Heysel. Purtroppo non ci saranno la squadra
e le autorità: l’organizzazione del trofeo ha infatti ritenuto
che non ci fosse spazio per un momento di ricordo ufficiale.
Alla commemorazione saranno comunque
presenti i rappresentanti del Comitato "Per non dimenticare" e
il consigliere comunale di Reggio Emilia Federico Montanari, che
insieme ad Annamaria Licata ha collaborato per salvare l’altro
monumento in memoria delle vittime, quello eretto proprio nei
pressi dello stadio Heysel che doveva essere abbattuto
nell’ambito di ricostruzione dell’impianto.
Annamaria è stata tra le promotrici
della petizione che ha permesso di non abbattere il monumento
che ricorda le vittime dell’Heysel costituito da una meridiana
con 39 luci, e da una targa.
Sono passati 26 anni da quel tragico 29
maggio ma il ricordo dei corpi straziati sulle gradinate dello
stadio Heysel è ancora vivo, profondo, terribile. Col passare
degli anni le immagini non hanno perso la forza evocativa di una
tragedia assurda.
Prima dell’inizio della finale della
Coppa dei Campioni del 1985 tra Liverpool e Juventus, nel
fatiscente stadio Heysel (oggi Re Baldovino) di Bruxelles si
consuma quello che verrà ricordato come uno dei più gravi
disastri mai avvenuti all’interno di un impianto sportivo: 39
persone (per la maggior parte italiani) muoiono schiacciate
dalla folla, in seguito ad uno scontro tra tifoserie sugli
spalti, oltre 600 restano ferite. Tra le vittime c’è anche un
giovane reggiano fotografo, il ventottenne Claudio Zavaroni.
23 luglio 2013
Fonte: 7per24.it
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
"Non ci hanno fatto commemorare i morti
dell'Heysel"
di Benedetta Salsi
LA POLEMICA. Al Mirabello la curva
Zavaroni è di fianco al monumento ai caduti. "Anche Delrio
sarebbe venuto". GLI ORGANIZZATORI. "Le squadre fanno ciò che
vogliono, non era di nostra competenza".
NESSUNA commemorazione. Niente
cerimonia. Un'incomprensione, pare. Un pasticciaccio, in ogni
caso. L'allenamento della Juve (poi messo in forse) era previsto
lì. In quello scrigno chiamato Mirabello, che custodisce i
batticuore di tutti i reggiani. Quelle gradinate, però, portano
impresso anche il nome di Claudio Zavaroni, fotografo di
Cerezzola, una delle 39 vittime della tragedia dell'Heysel. E
proprio di fronte - a una manciata di metri dagli ingressi del
vecchio stadio - c'è anche il monumento dedicato ai morti di
quella assurda giornata. L'unico, in Italia (sono due in tutta
Europa: uno a Reggio e l'altro in Belgio). Ma per un incredibile
malinteso (almeno questo è ciò che emerge dalle ricostruzioni)
stamattina non ci sarà la manifestazione tanto voluta dal
comitato "Per non dimenticare l'Heysel" e dall'amministrazione
comunale reggiana (il consigliere comunale Federico Montanari,
che ne fa parte, in prima linea). Iniziativa lodevole, che aveva
raccolto anche il plauso dell'ex sindaco e neo ministro allo
sport Graziano Delrio ("farò di tutto per essere presente",
aveva riferito). Peccato che non ci sia proprio la
commemorazione. "Vi ricordate che vi avevo parlato di grande
sorpresa per il Trofeo Tim?", scrive su facebook Annamaria
Licata, portavoce del comitato. "Sarebbe voluto intervenire il
Ministro dello sport, per dire due parole sulla petizione per il
monumento dell'Heysel e lanciare un messaggio contro l'orrenda e
vigliacca abitudine di insultare i morti negli stadi. Bene...
L'organizzazione del trofeo non ha concesso spazio, perché
l'agenda era già stata fissata e non hanno voluto fare ulteriori
modifiche. Almeno al momento questa è la situazione". I commenti
e le condivisioni, ieri, si sprecavano. "Questa è comunque
l’ennesima dimostrazione di come in Italia ci sia l’assoluta
mancanza di memoria e di rispetto per la storia in generale. A
prescindere da tutto, l’Heysel è un momento drammatico della
storia italiana, in particolare del mondo dello sport italiano",
aggiunge. La Juve doveva allenarsi al Mirabello, lì "dove la
gradinata è intestata a Claudio Zavaroni, una delle 39 vittime e
dove subito fuori, c'è monumento ai 39 caduti, dove ogni anno si
fa la commemorazione", incalza la portavoce. "Sarebbe carino se
a fine allenamento si riuscisse a fare un piccolo gesto per
onorare quei morti".
LA STRAGE dell'Heysel avvenne poco
prima dell' inizio della finale di Coppa dei Campioni di calcio
tra Juventus e Liverpool. Era il 29 maggio 1985. Ma Master
Group, organizzatore dell'evento, ora allontana ogni addebito:
"Abbiamo ricevuto un sacco di richieste da parte di associazioni
benefiche e sono state tutte accolte - fanno sapere. - Tanto che
ospiteremo gratis allo stadio tanti bambini in difficoltà. Ma
l'allenamento della Juve non è di nostra competenza, le squadre
si muovono indipendentemente dall'organizzatore. Tutto diventa
di nostra gestione dal momento in cui le società entrano al
Mapei; quindi soltanto la serata". In pratica, dicono, "non
potevamo fare nulla in questo ambito. Forse c’è stata una
incomprensione".
23 luglio 2013
Fonte: Il Resto del Carlino
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
Di Rupo, l'Heysel non sarà dimenticato
Il premier belga dopo l'annuncio della
demolizione dello stadio.
(ANSA) - ROMA, 23 LUG - La memoria
della tragedia dell'Heysel e delle sue 39 vittime sopravviverà
alla distruzione dello stadio Re Baldovino: lo assicura il
premier belga Elio Di Rupo in risposta al vicepresidente della
Commissione Ue Antonio Tajani. Il vecchio impianto sarà
sostituito da una nuova struttura per consentire la candidatura
del Belgio a sede degli Europei 2020 e i familiari delle vittime
italiane avevano manifestato il timore di veder scomparire il
monumento alla memoria realizzato nei pressi dello stadio.
23 luglio 2013
Fonte: Ansa.it
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
Il ricordo dei tifosi per l’Heysel
di Guido Vaciago
Toccante incontro presso il
monumento di Reggio Emilia. Dal Belgio: angolo della memoria
salvo.
REGGIO EMILIA - La Juventus torna a
Reggio Emilia dopo tanti anni e incrocia la sua storia, di cui
la città emiliana ospita un simbolo importante. E così il
passaggio a Reggio diventa l’occasione per visitare il monumento
alle vittime dell’Heysel, l’unico in Italia. Un angolo della
città che tiene vivo il ricordo della tragedia del 29 maggio del
1985, quando 39 tifosi di calcio (non è giusto catalogarli con i
loro colori, perché l’Heysel è una tragedia di tutti, non solo
del popolo juventino) morirono prima della finale di Coppa
Campioni Juventus-Liverpool.
NON DIMENTICARE - Il monumento, formato
da trentanove steli che riproducono i supporti a cui erano
ancorate le transenne sulle quali persero tragicamente la vita
le vittime di quella notte, vive grazie all’instancabile
dedizione del comitato "Per non dimenticare" che anche ieri era
presente, assieme a una manciata di tifosi bianconeri (dovevano
essere molti di più, ma alcuni sono rimasti bloccati in
autostrada) e ad Adele Zavaroni mamma di Claudio, una delle
vittime. Una piccola commemorazione in memoria di chi amava la
Juventus, che a un paio di chilometri di distanza, aspettava in
albergo l’inizio del Trofeo Tim.
CONFORTO - C’era anche il consigliere
comunale reggiano Federico Montanari, che insieme ad Annamaria
Licata, ha dato un grosso contributo al salvataggio dell’altro
monumento dedicato alle vittime, quello che è stato eretto
proprio nelle vicinanze dello stadio Heysel, che sta per essere
abbattuto e ricostruito. Un progetto, quest’ultimo, che aveva
messo a rischio la stele commemorativa. La petizione on line
della Licata e l’interessamento di alcuni parlamentari europei
(tra cui il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani
e di Montanari) hanno sventata l’ipotesi. Il Premier belga, Elio
Di Rupo ha fornito importanti rassicurazioni tramite una lettera
a Tajani: "Condivido la necessità di conservare la memoria della
tragedia, ho trasmesso al borgomastro di Bruxelles la richiesta
di fornire i chiarimenti opportuni". Il momento di Bruxelles
verrà preservato nel nuovo progetto e questo era un altro motivo
per trovarsi ieri pomeriggio, nonostante il caldo torrido. Il
successo della mobilitazione dei tifosi di tutto il mondo è
stata infatti un segnale importante (e toccante) per capire come
chi ama la Juventus e il calcio non vuole dimenticare le vittime
di quella assurda tragedia e soprattutto i loro famigliari che,
come Adele, trovano anche un piccolo conforto nella visita al
museo e nel calore degli altri tifosi.
ALTRA VOLTA - Quest’anno la Juventus
tornerà a Reggio Emilia per giocare la trasferta con il Sassuolo
(che disputerà il campionato al Mapei Stadium che ieri ha
ospitato il Tim). Potrebbe essere l’occasione giusta perché
anche qualcuno della squadra e della società tributi il giusto
omaggio al monumento e alle vittime a cui è dedicato.
24 luglio 2013
Fonte: Tuttosport
ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO 2013
Bruxelles: avanti con nuovo stadio
Heysel
Lanciata ufficialmente anche
candidatura città a Euro 2020.
Questa volta Bruxelles fa sul serio e,
dopo l'annuncio a fine maggio dell'intenzione di abbattere e
ricostruire lo stadio dell'Heysel, è arrivato ora l'accordo
politico con la firma dei primi documenti per procedere. E il
concomitante lancio ufficiale della candidatura della capitale
belga per l'Euro 2020, con l'invio di una dichiarazione
d'intenti co-firmata anche dalla Federazione calcio belga e
indirizzata all'Uefa. L'intesa è stata siglata dai governi
federale, fiammingo e di Bruxelles, indicando che il nuovo
impianto sarà di preferenza dotato di una pista d'atletica (in
modo da poter garantire in futuro lo svolgimento anche del
Memoriale Van Damme), di una tribuna amovibile e senza copertura
totale. Il nuovo stadio costerà attorno ai 300 milioni di euro,
senza alcun finanziamento pubblico. Confermata anche la
location: al posto del parcheggio adiacente all'attuale Roi
Baudoin, dove il 29 maggio 1985 persero la vita 39 persone di
cui 32 italiani per la finale della Coppa Campioni
Juventus-Liverpool, e alla cui memoria è dedicata una targa
commemorativa sul muro dell'attuale stadio. Il premier belga
Elio Di Rupo, su sollecitazione del vicepresidente della
Commissione Ue Antonio Tajani, durante l'estate ha però
assicurato che la memoria delle vittime verrà preservata e che
sopravviverà alla distruzione dell'Heysel.
11 settembre 2013
Fonte: Ansa.it
ARTICOLI STAMPA e WEB
SETTEMBRE 2013
Calcio: premier Belgio, monumento
tragedia Heysel resterà
Elio Di Rupo rassicura vicepresidente
Commissione Antonio Tajani
(ANSA) - BRUXELLES, 23 SET - Il
monumento in memoria delle 39 vittime della tragedia dell'Heysel
eretto nel 2010, in occasione del 25° anniversario, non sparirà
con la demolizione dello stadio prevista nell'ambito della
ristrutturazione dell'area. Lo ha assicurato il premier del
Belgio, Elio Di Rupo, con una lettera inviata al vicepresidente
della Commissione europea, Antonio Tajani, che nel luglio scorso
aveva chiesto informazioni sul destino del monumento che ricorda
chi perse la vita il 29 maggio 1985 prima della finale di Coppa
dei Campioni tra Juventus e Liverpool. "Il sindaco Freddy
Thielemans - ha scritto Di Rupo a Tajani - mi ha fatto sapere
che la città si impegna a perpetuare il dovere della memoria
all'Heysel nel quadro della ristrutturazione previste e della
ricollocazione dello stadio attuale".
23 settembre 2013
Fonte: Ansa.it
ARTICOLI STAMPA e WEB
SETTEMBRE 2013
Juventus-Verona: l'ennesimo richiamo
alla tragedia dell'Heysel
di Nicola Iuzzolino
Quello di domenica è stato un
pomeriggio molto positivo per i tifosi bianconeri, che hanno
visto la propria squadra rimediare alla brutta prestazione di
Copenaghen trionfando sul Verona grazie alle reti di Tevez e
Llorente. Una giornata di campionato fin qui discretamente
felice, se non fosse che nel settore ospiti è comparso, per
l’ennesima volta, un richiamo alla strage del 29 maggio 85’. Non
uno striscione eclatante, non un coro becero: una semplice
sciarpa del Liverpool. Un oggetto di per sé innocuo, quasi
invisibile a tutto lo stadio, ma che è stato sventolato da un
tifoso del Verona come emblema di vittoria di quella maledetta
serata. Ovviamente non perché nutrisse particolari simpatie per
la squadra inglese, sia chiaro; ma perché ha preferito offendere
il tifo bianconero aggrappandosi ad uno degli eventi più tragici
della storia juventina e soprattutto italiana. Non è purtroppo
il primo che si attacca a queste cose, che utilizza quella
vicenda per insultare i tifosi juventini. Tante, troppe volte
abbiamo visto supporters avversari inneggiare allo stadio Heysel
cantando "Amo Liverpool, amo Liverpool" o esponendo striscioni
con su scritto "-39". Episodi sicuramente peggiori della
sciarpetta di domenica pomeriggio, ma che hanno in comune lo
stesso obiettivo: pungolare l’anima di quelle povere vittime.
Già, perché quello che probabilmente non entra in testa a questi
pseudo-tifosi, è che quelle persone che hanno perso la vita lì,
in quella tragica serata del 29 maggio, erano uomini prima che
tifosi. Erano padri, fratelli, mariti, nipoti. Erano italiani,
prima che tifosi. Ma perché bisogna ricorrere a queste
vigliaccate, a queste offese irrispettose e squallide, per
insultare una squadra avversaria ? Perché alla fin fine provare
piacere per la morte di 39 persone, divertirsi nello scherzare
sulla loro tragedia, non è da persone civili. E’ una cosa che
sta totalmente al di fuori della ragione umana, una cosa che non
può assolutamente essere concepita da persone dotate di
intelletto. Si sta parlando di uomini, non di bestie. Ma allora
perché si comportano così, perché compiono queste scelleratezze
? Quale soddisfazione ricevono nel rievocare quella terribile
vicenda ? Ma cosa ancor più importante, perché nessuno prende
provvedimenti seri nei loro confronti ? Perché si preferisce far
finta di niente, tapparsi le orecchie, quando si sente parlare
di questi episodi ? Perché è vero che non accadono nella
quotidianità di tutti i giorni, ma è anche vero che non sono poi
eventi così isolati. Non è infatti difficile sentire in taluni
stadi i tifosi cantare "Mi ricordo lo stadio Heysel" e vederli
portare con sé magliette e sciarpe del Liverpool. Il tutto,
ovviamente, per rievocare alla memoria quel giorno. Ma questo di
cui si parla non è calcio, è altro. Il calcio è fatto di lealtà,
di sportività. A che serve mandare in televisione spot a favore
dell’uguaglianza, del rispetto, quando negli stadi questo viene
sempre messo da parte ? Questo non può essere calcio, non può
essere tifo. Tifo è seguire la propria squadra avendo un limite
di decenza nei confronti degli avversari. Perché gli sfottò e le
frecciatine ci possono stare, fa parte del gioco; ma quando si
supera questa soglia, allora si scende nel disumano.
24 settembre
Fonte: Tuttojuve.com
ARTICOLI STAMPA e WEB
SETTEMBRE 2013
L’Heysel, lo stadio della discordia
di Mattia Braida
In questo blog scriviamo raramente, o
quasi mai, di sport. Oggi, però, voglio parlarvi di una
controversia che ha creato un certo dibattito in Belgio, intorno
alle solite divisioni campanilistiche tra fiamminghi e valloni,
alla diffidenza verso Bruxelles capitale, e all’importanza dello
sport anche qui, in questo piccolo paese.
Per quanto
ci riguarda, da expat, la controversia non è poi così
interessante, infatti discute del futuro dello stadio nazionale
"Re Baldovino". La Città di Bruxelles ha deciso di ricostruire
lo stadio per gli Europei 2020 di calcio, creando un complesso
che sia in linea con i nuovi dettami del UEFA
in termini di sicurezza e
dimensioni, spostando l’attuale collocazione - di fianco
all’Atomium, per intenderci - in uno dei parcheggi vicini,
consentendo così di riconvertire la zona in uno spazio
commerciale e urbanistico nuovo.
Il dibattito
interessa proprio il luogo scelto per il nuovo stadio. Infatti,
la zona designata per l’edificio non si trova più nel territorio
di Bruxelles capitale, ma già nel comune di Grimbergen, quindi
nelle Fiandre. Insomma, tralasciando i fattori economici - che
come in molti casi simili sottostanno a bilanci e pianificazioni
alquanto fumose - ancora una volta il fattore etnico e
linguistico ha fatto insorgere fiamminghi e valloni. Da una
parte i valloni protestano perché nel futuro stadio è stato
chiesto di giocare all’Anderlecht, che ha una tradizione legata
al mondo di lingua francese che fa storcere il naso a chi non
vuole vederla giocare
territorio fiammingo.
Dall’altra, a chi (come l’N-VA, il partito nazionalista
fiammingo) ha già chiesto che nello stadio sia imposto anche il
fiammingo come lingua. Insomma, una patata bollente che le
autorità belghe hanno risolto un po’ all’italiana, decidendo e
andando avanti sulla strada dei numerosi milioni messi sul
piatto dai vari appetiti privati, infischiandosene dell’opinione
pubblica. Anche perché, fa notare la stampa belga, abbattere lo
stadio esistente e costruirne uno nuovo costerà molto di più che
restaurare il "Re Baldovino". Poi, il costo per costruire un
impianto che possa anche ospitare il classico meeting di
atletica "Van Damme", uno dei più importanti d’Europa, ha fatto
lievitare i preventivi a livelli da fare sorprendere anche i non
addetti ai lavori.
Per noi italiani, c’è però un motivo
per interessarci alla vicenda e portarla alla vostra attenzione.
Lo stadio in questione, infatti, è il tristemente famoso stadio
dell’Heysel, dove come molti di voi sapranno, si consumò una
delle peggiori tragedie calcistiche dell’era moderna. Prima
della finale di Coppa dei Campioni del 1985 fra Juventus e
Liverpool, gli scontri tra hooligans del Liverpool e tifosi
esagitati delle due parti (N.D.R: Clamoroso falso storico già
segnalatogli e presuntuosamente mai rimosso dall’autore),
favorita dalla totale impreparazione delle forze dell’ordine,
causò un fuggi fuggi generale che bloccò e schiacciò all’interno
di uno dei settori dello stadio numerose persone che non
c’entravano nulla con gli scontri, tifosi, famiglie e bambini.
Il crollo di un muro e il caos che ne seguì, poi, proprio in
quel settore causarono la morte di 39 persone, molte delle quali
rimasero schiacciate dalla calca, e più di 600 feriti. Di quei
morti, 32 furono italiani. L’episodio rimane una ferita
bruciante nella storia del calcio, un evento che fortunatamente
ha portato ad un’evoluzione nella sicurezza dei luoghi pubblici,
purtroppo sulla pelle di persone che quella mancanza l’hanno
pagata con la vita.
Elio Di Rupo, Primo Ministro belga
dalle origini italiane, ha garantito che la targa a memoria
della tragedia presente nell’attuale stadio verrà spostata con
lo stadio stesso, e che il luogo per rispettare la memoria di
quei morti e il monito che quell’assurda disgrazia verrà
mantenuto. Leggendo i commenti dei giornali belgi, per i quali
l’evento è bello che dimenticato, invece, credo che possa finire
altrimenti, nel caos di chi dà e riceve in questa storia.
Insomma, mi auguro che la memoria,
parte integrante di quello che siamo oggi, di un evento tanto
tragico come la morte di 39 persone per una semplice partita di
calcio, venga mantenuta. Soprattutto per noi italiani, per cui
il calcio è uno sport tanto popolare. Anche ieri, scontri negli
stadi, cori razzisti e battaglie sugli spalti hanno fatto
dimenticare il senso stesso dello sport, quello del
divertimento, della spensieratezza e della passione.
Forse dovremmo ricordarci più spesso
dell’Heysel.
30 settembre 2013
Fonte: Zingarate.com
ARTICOLI STAMPA e WEB
SETTEMBRE 2013
Il Direttore del Museo del Grande
Torino presenta la mostra
"Settanta Angeli in un unico cielo
Heysel e Superga, tragedie sorelle"
... (Omissis Testo su altri argomenti)
"Ho lasciato volutamente per ultima la mostra che inaugureremo a
febbraio. Una mostra particolare, direi unica nel suo genere. È
dedicata alle tragedie sorelle dell'Heysel (1985) e di Superga
(1949) e avrà come titolo "Settanta angeli in un unico cielo".
Troppo spesso le barbarie dei tifosi hanno preso di mira queste
due tragedie, offendendone e umiliandone le memorie. Lo scorso
anno, in modo del tutto casuale, ho avuto modo di visitare un
museo virtuale dedicato alle vittime dell'Heysel, ideato e
curato con amorevole passione da Domenico Laudadio. Fino a quel
giorno la mia conoscenza su questo terribile avvenimento era
piuttosto scarsa. La visione del sito è stata folgorante. Ho
avuto modo di scoprire storie umane fino ad allora sconosciute.
Mi sono lasciato coinvolgere dall'angoscia di sguardi impressi
su fotografie dure come pietre. Mentre le guardavo pensavo a
loro non come tifosi bianconeri a noi rivali ma come persone
care e li ho sentiti una parte di me, come fratelli. Mi sono
convinto di una cosa: se tutti avessero modo di visitare questo
sito sono certo che proverebbero questi stessi fraterni
sentimenti. Non ho dubbi e lo stesso vale per ogni altra
tragedia. Ringrazierò sempre Domenico (Mimmo) Laudadio per
questa opportunità di riflessione. Il sito è documentatissimo e
invito tutti a una attenta visita, ecco l'indirizzo:
www.saladellamemoriaheysel.it. Ad agosto ho confidato a Mecu
l'idea della mostra trovando piena e totale condivisione di
pensiero e spirito. Mecu, tra l'altro, si era già pubblicamente
espresso con un ricordo affettuoso verso le vittime dell'Heysel.
L'idea della mostra comune è stata immediatamente accolta anche
da Mimmo con lo stesso cuore, con lo stesso spirito di fraterna
condivisione. Poi ovviamente, resta intatta la rivalità
sportiva. Altrettanto sacra, indiscutibile, direi necessaria.
Noi tiferemo sempre Toro e Mimmo tiferà sempre Juve ma ci sono
momenti e situazioni dove tutti insieme ci possiamo ritrovare,
oltre le nostre bandiere, in un unico cielo".
Settembre 2013
Fonte: Il Trombettiere del Filadelfia
ARTICOLI STAMPA e WEB
SETTEMBRE 2013
Sportitalia - Suma (dir. Milan
Channel):
"La vera vergogna ? I riferimenti all'Heysel
Questa è la priorità, in un Paese
civile non devono esistere e si deve intervenire".
"Io la cosa vera che desidero non venga
più pronunciata in nessuno stadio italiano è qualcosa che
richiama alle vittime dell'Heysel". Lo ha detto il direttore di
Milan Channel, Mauro Suma, durante la trasmissione di
Sportitalia, "Aspettando Calcio € Mercato". "Non c'è niente come
questa vergogna - ha detto Suma - come quella delle vittime
dell'Heysel, che purtroppo entrano a volte in alcuni cori, in
alcuni stendardi. Non voglio dare paternità perché non è questo
lo spirito, però se c'è una priorità è che cose sulle vittime
dell'Heysel, in un Paese civile, in uno Stato civile, non devono
essere più pronunciate. Su queste cose serie, ci deve essere un
intervento".
11 ottobre 2013
Fonte: Tuttojuve.com
ARTICOLI STAMPA e WEB
OTTOBRE 2013
Offese e minacce sul web per la maglia
viola esposta nel bar
di Marco Sabia
I tifosi juventini: "La casacca viola
col 39 si riferisce ai morti dell’Heysel". Ma è il numero
civico, che ha dato il nome al locale di Fucecchio. Il titolare:
"Temo ritorsioni".
FUCECCHIO - Un locale fucecchiese,
L'Angolo 39, gestito da tre fratelli, finisce al centro delle
polemiche sul web, a causa di un equivoco che ha i connotati
dell'assurdo, con offese e minacce al titolare e alla sua
attività. Ma veniamo al merito spiegando la dinamica di questo
incredibile equivoco: all'interno del Bar, aperto da poco, è
presente una maglia ufficiale della Fiorentina, regalata ai tre
fratelli da alcuni cari amici, su cui è scritto "Angolo 39", un
modo per celebrare la loro fede gigliata augurandogli buona
fortuna per il bar da poco aperto. Alcuni tifosi juventini,
anche se definirli tali è arduo, scambiano il nome Angolo 39 per
un riferimento offensivo ai 39 juventini morti nell'assurda
tragedia verificatasi in occasione della finale di Coppa dei
Campioni del 1985, poi vinta 1-0 con gol di Platini. Ma il senso
della maglia, ovviamente, non è questo: il bar, infatti, fa
angolo lungo via Battisti a Fucecchio e, inoltre, il 39 è un
riferimento non ai morti dell'Heysel ma semplicemente al numero
civico del locale, il 39 appunto. La frittata, però, è fatta: su
facebook è nata la polemica, scatenata da qualche utente con
termini del tipo "Vergogna", per poi diffondersi su alcuni forum
di tifosi juventini, uno in particolare al quale ci siamo
iscritti per verificare quale fosse la situazione. In seguito a
una segnalazione di un utente (probabilmente della zona) che,
capitato nel bar per un aperitivo, aveva postato sul forum una
foto della maglia "incriminata", seguita poi da una serie di
considerazioni offensive di altri utenti, i gestori sono finiti
al centro di una polemica fondata pressoché sul niente. Il
maggiore dei tre fratelli, il trentenne Amos Milazzo è
arrabbiato e stupito: "Quando ho letto quelle offese - inizia -
ci sono rimasto malissimo, sinceramente mai pensato che si
potesse arrivare ad una situazione del genere, col nostro bar al
centro di polemiche che ci feriscono e ci fanno male. Questi non
sono tifosi - continua - sono persone che parlano senza
conoscere i reali motivi che stanno dietro alla maglietta della
Fiorentina, regalataci da cari amici. Quello che mi ferisce
ancor di più - precisa - è che la polemica sia divampata a causa
di qualcuno della zona che ha postato la foto della maglia sul
web, dando il via ad un tam-tam mediatico che io non posso
controllare e che rischia d'infangare la nostra immagine. Voglio
solo sperare - conclude - che si fermi tutto qui, che nessuno
pensi di colpire il nostro bar".
30 novembre 2013
Fonte: Iltirreno.gelocal.it
ARTICOLI STAMPA e WEB
NOVEMBRE 2013
Grugliasco, 16 febbraio - 20 aprile
2014
"Settanta Angeli in un unico cielo Heysel e Superga, tragedie sorelle"
Mostra e Convegno a cura del Museo del
Grande Torino e della leggenda granata e del Museo Virtuale
Multimediale www.saladellamemoriaheysel.it con la partecipazione
di Francesco Caremani, giornalista e autore del libro "HEYSEL -
Le verità di una strage annunciata".
Il valore della memoria è un patrimonio
individuale, familiare e sociale da condividere collettivamente.
La storia si tramanda di padre in figlio, di generazione in
generazione, direttamente ai popoli che ne ricevono il
testimone, in viaggio non soltanto nel proprio tempo. Un museo è
il percorso suggestivo di un racconto, se pur doloroso, unto dal
crisma del mito.
Anche certe tragedie dello sport
possono essere narrate con devozione e tenerezza trasmettendo
semplicemente la verità. Tutte le sciagure, pur con modalità e
responsabilità differenti, sono naturalmente imparentate fra
loro, essendo partorite dalla stessa madre, la morte. E proprio
in ragione di questa affine familiarità nel dolore esigono da
chiunque il dovuto silente rispetto e gli onori della memoria.
Talvolta, però, l’imbarbarimento di alcuni presunti tifosi
profana ignobilmente in atti riprovevoli questa comunione
spirituale, offendendo con crudeltà le vittime ed i loro
familiari.
Proprio in
virtù di queste ragioni Superga e l’Heysel sono virtualmente
luoghi sacri ed inviolabili nella memoria di tutti, "tragedie
sorelle". Abbiamo, quindi, pensato di compiere insieme un gesto
"forte", rivolgendoci alla comunità di tutti gli sportivi,
rispondendo a quanti stuprano da tempo bestialmente la pietà e
la dignità umana. Il Museo del Grande Torino e della Leggenda
Granata ed il Museo Virtuale Multimediale
www.saladellamemoriaheysel.it
scambieranno il proprio logo
sui rispettivi siti istituzionali e organizzeranno insieme il
16/2/2014 presso il Museo del Grande Torino di Villa Claretta
Alessandri a Grugliasco una mostra intitolata: "Settanta Angeli
in un unico cielo - Heysel e Superga, tragedie sorelle".
Importante precisare, al bando di
retorica e ipocrisia, in particolare alle tifoserie di Torino e
Juventus, che l’intento comune di entrambi i Musei sarà
esclusivamente quello di fraternizzare fra terra e cielo la
memoria dei propri caduti, pur riconoscendo e riaffermando le
immutabili e sacrosante dinamiche antagonistiche della storica
rivalità tra i propri due clubs.
"Lo Sport non divide, affratella".
Giampaolo Muliari (Direttore Museo del
Grande Torino e della leggenda granata)
Domenico Laudadio (Custode
www.saladellamemoriaheysel.it)
Domenico Beccaria (Presidente
Associazione Memoria Storica Granata)
25 dicembre 2013
Fonte: Saladellamemoriaheysel.it
ARTICOLI STAMPA e WEB
DICEMBRE 2013
Heysel e Superga tragedie sorelle
In un momento in cui l'imbarbarimento
del tifo sembra non conoscere più limiti, nemmeno quelli che
l'umana pietà dovrebbe imprimere nell'animo di chiunque, pare
opportuno anticipare una lodevole iniziativa come la Mostra
Multimediale che resterà aperta dal 16 febbraio al 20 aprile
2014 in Villa Claretta Alessandri, via La Salle 87, Grugliasco
(TO).
Da idea e sentimento di Giampaolo
Muliari, Direttore del Museo del Grande Torino e della Leggenda
granata. Con la partecipazione di Domenico Beccaria, Presidente
dell'Associazione Memoria Storica Granata, del Museo Virtuale
Multimediale ww.saladellamemoriaheysel.it di Domenico Laudadio e
di Francesco Caremani, giornalista e autore del libro "Heysel.
Le verità di una strage annunciata". Consulenza e repertorio
fotografico di Salvatore Giglio.
"Il valore della memoria è un
patrimonio individuale, familiare e sociale da condividere
collettivamente. La storia si tramanda di padre in figlio, di
generazione in generazione, direttamente ai popoli che ne
ricevono il testimone, in viaggio non soltanto nel proprio
tempo. Un museo è il percorso suggestivo di un racconto, se pur
doloroso, unto dal crisma del mito.
Anche certe tragedie dello sport
possono essere narrate con devozione e tenerezza trasmettendo
semplicemente la verità. Tutte le sciagure, pur con modalità e
responsabilità differenti, sono naturalmente imparentate fra
loro, essendo partorite dalla stessa madre, la morte. E proprio
in ragione di questa affine familiarità nel dolore esigono da
chiunque il dovuto silente rispetto e gli onori della memoria.
Talvolta, però, l’imbarbarimento di alcuni presunti tifosi
profana ignobilmente in atti riprovevoli questa comunione
spirituale, offendendo con crudeltà le vittime ed i loro
familiari. Proprio in virtù di queste ragioni Superga e l’Heysel
sono virtualmente luoghi sacri ed inviolabili nella memoria di
tutti, "tragedie sorelle". Abbiamo, quindi, pensato di compiere
insieme un gesto 'forte', rivolgendoci alla comunità di tutti
gli sportivi, rispondendo a quanti stuprano da tempo
bestialmente la pietà e la dignità umana. Il Museo del Grande
Torino e della Leggenda Granata ed il Museo Virtuale
Multimediale www.saladellamemoriaheysel.it scambieranno il
proprio logo sui rispettivi siti istituzionali e organizzeranno
insieme il 16/2/2014 presso il Museo del Grande Torino di Villa
Claretta Alessandri a Grugliasco una mostra intitolata:
'Settanta Angeli in un unico cielo - Heysel e Superga, tragedie
sorelle'. Importante precisare, al bando di retorica e
ipocrisia, in particolare alle tifoserie di Torino e Juventus,
che l’intento comune di entrambi i Musei sarà esclusivamente
quello di fraternizzare fra terra e cielo la memoria dei propri
caduti, pur riconoscendo e riaffermando le immutabili e
sacrosante dinamiche antagonistiche della storica rivalità tra i
propri due club".
25 dicembre 2013.
"Lo Sport non divide, affratella".
Giampaolo Muliari (Direttore Museo del
Grande Torino e della leggenda granata).
Domenico Laudadio (Custode
www.saladellamemoriaheysel.it).
Domenico Beccaria (Presidente
Associazione Memoria Storica Granata).
26 dicembre 2013
Fonte: Juventinovero.com
ARTICOLI STAMPA e WEB
DICEMBRE 2013
Heysel e Superga, 70 angeli in un cielo
solo
di Diego Fornero
Una mostra celebrerà i caduti della
strage dell'Heysel, così come gli Invincibili di Superga, al
Museo del Grande Torino.
Iniziativa decisamente innovativa
quella che si vedrà la luce, con inaugurazione il prossimo 16
febbraio, al Museo del Grande Torino e della leggenda granata di
Villa Claretta a Grugliasco. In collaborazione con la "Sala
della memoria - Heysel", infatti, i responsabili del Museo,
Giampaolo Muliari e Domenico Beccaria, ospiteranno la mostra
"Settanta angeli in un unico cielo - Heysel e Superga, tragedie
gemelle".
E' lo stesso Beccaria a presentare
l'iniziativa, con questo breve comunicato: "Questo sarà il
titolo della mostra, che vuole innanzitutto fare riflettere
sulla tragedia della morte, ricordare il rispetto per chi è
caduto e obbligarci a rispettare innanzitutto la nostra umanità.
Basta cori e striscioni beceri, basta trincerarsi dietro la
scusa puerile "ma loro lo fanno". Facciamo tutti un passo
avanti, verso la civiltà e la ragione, verso il rispetto e
l'onore. Noi che sappiamo rispettare i morti, i nostri come
quelli degli altri, siamo meglio di loro, quelli che magari
indossando i nostri stessi colori, professando la nostra stessa
fede, li offendono. Guardando alcune delle immagini di
Bruxelles, mi sono sentito colpito profondamente. Vi chiedo di
venire a visitare la mostra, dopo la sua apertura, per toccare
con mano e capire. Dopo, nulla sarà più lo stesso".
Un'iniziativa, in un certo senso,
persino storica, sicuramente lodevole, che non mancherà di far
parlare di sé. Attendiamo curiosamente l'inaugurazione per
assistervi di persona...
27 Dicembre 2013
Fonte: Toronews.net
ARTICOLI STAMPA e WEB
DICEMBRE 2013
Heysel e Superga, la morte non ha
colore
Dal 16 febbraio, al via la mostra che
ricorda le vittime delle due tragedie.
Dal 16 febbraio al via la mostra
"Settanta angeli in un unico cielo - Heysel e Superga, tragedie
sorelle" al Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata.
L'evento è dedicato alle vittime che hanno perso la vita nelle
tragedie che hanno colpito le due squadre di Torino: gli
Invincibili granata e i tifosi bianconeri a Bruxelles durante
Liverpool-Juventus. La mostra è stata organizzata dal Museo del
Grande Torino, in collaborazione con il portale
saladellamemoriaheysel.it ed è volta al ricordo e alla
riflessione sulla morte. Perché, nonostante l'accesa rivalità,
il messaggio degli organizzatori è che il lutto non ha colori.
27 dicembre 2013
Fonte: Toro.it
ARTICOLI STAMPA e WEB
DICEMBRE 2013
Lo sport non divide, affratella e i veri tifosi lo sanno
di Elena Rossin
L’etica e il valore dello sport non
sono solo bei concetti. A febbraio una mostra per ricordare la
tragedia di Superga e la strage dell’Heysel.
Si parla tanto dell’etica e del valore
dello sport e spesso però non si va oltre alle parole, ma
ciclicamente qualcuno c’è che prova con i fatti a dimostrare che
lo sport non è solo vincere o perdere, essere più forti o più
deboli. Nel mese di febbraio una mostra cercherà di affratellare
due grandi lutti che hanno colpito il calcio torinese: la
tragedia di Superga che il 4 maggio 1949 vide perire la squadra
del Grande Torino con i suoi accompagnatori, i membri
dell’equipaggio aereo e tre giornalisti e la strage dell’Heysel
che il 29 maggio 1985 vide morire trentanove persone, di cui
trentadue tifosi della Juventus, e altre seicento rimasero
ferite. Iniziative di questo tipo non sono facili da organizzare
e soprattutto non vengono sempre capite da tutti e quindi
prendendo spunto dalla mail che ha scritto Giampaolo Muliari,
direttore del Museo del Toro, ai soci dell’Associazione Memoria
Storica Granata in quest’ultimo giorno del 2013 dedicare qualche
minuto a riflettere può essere un modo, piccolo e semplice, per
dare significato e valore allo sport e nel caso particolare al
calcio.
"Cari amici
e care amiche, ho pensato di rivolgermi a voi per un doveroso
pensiero che riguarda una nostra prossima iniziativa museale,
dedicata alle tragedie di Superga e dell’Heysel.
L’idea di questa mostra è nata
dopo aver visionato il sito di Domenico Laudadio
(www.saladellamemoriaheysel.it, appena potete visitatelo) che ci
ha fatto capire alcuni aspetti a noi sconosciuti, almeno a me.
Il famoso settore Z, quello oggetto del massacro, era occupato
da famiglie. Gli ultras bianconeri erano da tutt’altra parte. Ad
alcune famiglie abbiamo inoltrato in questi giorni una lettera
di invito, scriverla è stato molto difficile. Siamo entrati
nelle loro case e nel loro dolore in punta di piedi, soppesando
ogni singola parola per la paura di turbare i loro sentimenti.
Le risposte, fino ad ora, sono state tutte positive, grazie al
cielo. Non potete immaginare la difficoltà a mettere in piedi
una mostra simile. Oltre ai familiari abbiamo ritenuto doveroso
chiedere un coinvolgimento preventivo delle due società, granata
e bianconera, ebbene abbiamo ottenuto la disponibilità del
Torino, mentre la Juventus si è invece defilata, negandoci il
patrocinio e ogni tipo si sostegno o coinvolgimento e
limitandosi a dare una disponibilità formale a partecipare se
invitata. Questa mostra non è un gemellaggio sportivo. Con
Domenico Laudadio e Francesco Caremani (autore del libro "Le
verità sull’Heysel") continuerà a dividerci una sacrosanta
rivalità sportiva, ma questo non ci deve impedire di poterci
incontrare nella comune memoria dei propri caduti che meritano
un ricordo e un rispetto comune. Comprendo la difficoltà (spero
solo iniziale) per alcuni o molti di voi a capire e condividere
lo spirito di questa iniziativa. A chi è dubbioso ma rispettoso
della decisione presa di allestire questa mostra, decisione come
tutti ricordate presa in un’assemblea aperta, rivolgo il mio
grazie per questo impegno. A tutti, comunque, ricordo lo spirito
del nostro Museo: non siamo allo stadio, né tantomeno in curva,
con tutto il rispetto sia chiaro. Il Museo è una entità a parte.
E’ un luogo di memoria, di cultura, di fratellanza sportiva.
All’ingresso, infatti, abbiamo volutamente inserito la frase "Lo
sport non divide, affratella" che è lì fin dal primo giorno, 22
aprile 2008. E’ una frase non di bellezza ma di sostanza, non
dimentichiamolo mai.
Quest'estate io e il presidente
Domenico Beccaria abbiamo visitato il Museo del Benfica e tra le
altre cose c’è rimasta impressa favorevolmente una loro idea che
cercheremo di fare nostra se non in questo (per ragioni di
spazio…) nel nuovo Museo che verrà (lo speriamo fortemente). Le
pareti al fondo sono tappezzate da tutti i nomi delle squadre
affrontate dal Benfica nella sua secolare storia sportiva, il
tutto accompagnato da una frase emblematica il cui senso è
questo: "senza di loro la nostra storia non sarebbe mai stata
scritta". Sarebbe bello riproporre questa idea anche nel nostro
Museo e in tal caso cosa facciamo, omettiamo il nome Juventus ?
Sarebbe ridicolo, ci comporteremmo in modo puerile. Nel Museo
della Juventus non vi è alcun riferimento che sia uno al Toro,
alla sua storia, alle sue tragedie, come se vivessimo sulla
luna. Noi siamo altra cosa e questa mostra servirà a dimostralo
e a ricordarlo. Ecco cari amici, ho pensato di rivolgermi a voi
con questi pensieri, scritti anche con il peso e l’amarezza di
aver letto e ricevuto messaggi offensivi, quasi diffamatori, del
tipo che approfittiamo di queste cose per far cassa. Siamo al
delirio soprattutto quando penso a noi, al nostro spirito di
totale gratuità che ci ha sempre accompagnato fin dal primo
giorno. Non potete immaginare quanto ne stia soffrendo,
purtroppo ho un carattere così. Facciamo squadra e remiamo
uniti, almeno tra di noi, e speriamo che siano in tanti a
condividere questo difficile, ma necessario cammino di
riflessione.
Un abbraccio con i migliori auguri di
un sereno e felice anno nuovo".
Giampaolo Muliari
31 dicembre 2013
Fonte: Torinogranata.it
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DICEMBRE 2013
Rush: "Suarez vale 144 milioni ! E
sull'Heysel..."
di Massimo Franchi
"Ha una clausola rescissoria super.
Vorrei che il mio Liverpool sfidasse la Juve nella finale
Champions 2015".
DUBAI, 31 dicembre 2013 - È stato un
cannoniere formidabile: 346 gol complessivi (47 in tutto - 32 in
campionato - nella sola stagione 1983-84 che gli valsero la
Scarpa d’Oro) in 660 partite ufficiali con la maglia del
Liverpool. Recordman assoluto nella gloriosa storia dei "Reds"
di Anfield con cui ha vinto due Coppe dei Campioni, 5 Premier
League, 3 Coppe d’Inghilterra, 5 Coppe di Lega e 6 "Charity
Shield". Ancor oggi, a 52 anni d’età, viene fermato per strada
dai tifosi di ogni età che ne reclamano l’autografo. Il gallese
Ian James Rush dal 2010 ricopre l’incarico di ambasciatore
ufficiale del Liverpool. Gira il mondo per sviluppare il "brand"
del famoso club inglese che ha per simbolo il leggendario "Liver
Bird", un cormorano che tiene col becco una felce e che nella
mitologia medioevale britannica rappresenta una sorta di araba
fenice. Nella scintillante notte di Globe Soccer al Madinat
Jumeirah Hotel è stato lui a premiare sul palco Antonio Conte
con il prestigioso "Award" come migliore allenatore al mondo del
2013. Erano seduti allo stesso tavolo durante la cena di gala e
hanno naturalmente discusso della Juventus, unico grande cruccio
dello spietato killer (in fatto di gol...) nativo di Saint
Asaph. Una sola stagione a Torino, nel 1987-88, poi l’immediato
ritorno all’ovile per struggente nostalgia. Alla fine della
fantasmagorica "Audi Football Night" Ian ci ha concesso una
lunga intervista esclusiva toccando tutti i temi: dall’Heysel al
mercato.
Rush, cominciamo dal suo punto debole:
quell’anno, il solo, in maglia bianconera... "Arrivai a Torino
animato dai migliori propositi, volevo davvero sfondare
all’estero, le proposte di Boniperti e del dottor Giuliano mi
avevano convinto sotto tutti i punti di vista: economico e
sportivo. Ma non avevo fatto i conti con il profondo
rinnovamento della squadra. Quell’anno la Juve acquistò 7 nuovi
giocatori. Platini se n’era appena andato, ah quanto ho sognato
e "rimpianto" i suoi possibili assist ! Il grande Michel fu
sostituito da... Magrin, il che è tutto dire, no ? E in panchina
c’era un gentleman come Marchesi, che però non aveva per niente
il carisma di un leader, di un vero motivatore come per esempio
adesso Conte o Brendan Rodgers, il nostro attuale manager a
Liverpool. Non mi adattai né in campo, soprattutto, e neppure
fuori. Non ero felice e chi non è felice non può rendere al
meglio. In qualsiasi tipo di lavoro, figurarsi in una squadra di
calcio per di più per uno straniero che non parla la lingua ed è
alla prima esperienza in un mondo completamente nuovo. Il titolo
di capocannoniere lo vinse Maradona con appena 15 gol seguito a
13 dal suo compagno Careca. Io chiusi a quota 7, nulla per uno
come me ma comunque miglior marcatore della Juve, e mi consolai
col rigore decisivo nello spareggio Uefa contro il Torino".
Tornasse indietro rifarebbe la stessa scelta ? "Bella domanda,
ma non si può tornare indietro. Facile ragionarci su col senno
di poi. La considero comunque un’esperienza utile e proficua pur
nella sua complessiva negatività. E non dimenticherò mai
l’incontro con l’Avvocato Gianni Agnelli a Villa Frescot, in
collina, non lontano da dove vivevo io con mia moglie Tracey. Un
uomo dal fascino straordinario e uno squisito intenditore di
calcio. Mi raccontò tanti aneddoti sul grande John Charles, il
Gigante Buono, il primo gallese alla corte della Juve alla fine
degli Anni Cinquanta di cui io avrei dovuto essere il
continuatore delle gesta con la maglia numero 9 bianconera".
Come non si può tornare indietro sulla tragedia dell’Heysel ‘85,
purtroppo... "Già, io persi con il Liverpool la Coppa dei
Campioni che finì alla Juve, la mia futura squadra. Ma quella
notte persero tutti: fu una delle più grandi sconfitte del
calcio inteso in generale. Non si può andare allo stadio felici
e speranzosi, in un’atmosfera gioiosa, a tifare per la tua
squadra e perdere la vita". Fra meno di un anno e mezzo, il 29
maggio 2015, ricorrerà il trentennale di quell’immane tragedia:
a Liverpool pensate di fare qualcosa per ricordare l’Heysel ?
"Noi l’abbiamo già fatto per ricordare un’altra strage allo
stadio, all’Hillsborough di Sheffield, nel 1989, quando morirono
96 persone schiacciate tra le pareti laterali e le recinzioni
per la calca. Erano quasi tutti tifosi del Liverpool giunti a
Sheffield per la semifinale di Coppa d’Inghilterra contro il
Nottingham Forest. So che a Torino e a Bruxelles ci sono un
cippo e una targa per ricordare il disastro dell’Heysel e le
vittime quasi tutte italiane, ma ovviamente noi siamo pronti a
fare qualsiasi cosa. Basta che la Juve ce lo dica e noi
obbediremo". Lei ha un’idea in proposito, magari un’amichevole
visto che il 2015 è un anno dispari in cui non si disputano cioè
né Mondiali né Europei ? "Un’amichevole va bene, come no ? Ma io
un grande sogno ce l’ho per davvero: dalla tragedia di Bruxelles
ho sempre sperato che un giorno i tifosi del Liverpool e della
Juventus si potessero unire in un abbraccio affettuoso e
sincero. E quale occasione migliore della finale di Champions
League ? Mi auguro che ciò accada molto presto. Perché no,
proprio nel 2015: noi in questa stagione siamo rimasti fuori
dall’Europa e la Juve è uscita dopo la prima fase a gruppi.
Entrambi saremo caricatissimi per la prossima stagione, vogliosi
di dare il massimo sul più prestigioso palcoscenico europeo".
31 dicembre 2013
Fonte: Tuttosport
ARTICOLI STAMPA e WEB
DICEMBRE 2013
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