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ARTICOLI GIUGNO-DICEMBRE 2010
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ARTICOLI STAMPA e WEB GIUGNO-DICEMBRE 2010
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GIUGNO-DICEMBRE 2010
ARTICOLI STAMPA e WEB GIUGNO 2010

Una corona per i 39 morti dell'Heysel

ARTICOLI STAMPA e WEB LUGLIO-AGOSTO 2010

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ARTICOLI STAMPA e WEB SETTEMBRE 2010

La strage dell'Heysel vista da Kenny Dalglish

ARTICOLI STAMPA e WEB OTTOBRE 2010

Stasera a Mergozzo la strage dell'Heysel vista da Beccantini

Genova, Heysel

...J.C. Blanc, in nuovo stadio monumento ai caduti Heysel

"Quei bidoni offendono la memoria dell'Heysel"

ARTICOLI STAMPA e WEB NOVEMBRE 2010

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ARTICOLI STAMPA e WEB DICEMBRE 2010

Quei cretini che inneggiano all’Heysel

Quelli che esaltano l'Heysel e che nessuno vuole punire

Il sindaco e la memoria a targhe alterne

Il ricordo della nazionale

Una corona per i 39 morti dell'Heysel

Il presidente federale Giancarlo Abete, il ct Marcello Lippi e il capitano azzurro Fabio Cannavaro hanno deposto una corona sotto la lapide che ricorda i 39 morti dell'Heysel, la tragedia del 29 maggio 1985 prima della finale Juventus-Liverpool di Coppa Campioni.

4 giugno 2010

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA e WEB GIUGNO 2010 

La strage dell'Heysel vista da Kenny Dalglish

di Giuseppe Ottomano

Quattordici anni dopo la pubblicazione del primo libro autobiografico dell’ex campione scozzese Kenny Dalglish, domani uscirà nelle librerie britanniche il secondo, e probabilmente neanche ultimo: "My Liverpool Home - Then and Now".

Già dal titolo si intende inequivocabilmente che l’oggi cinquantanovenne ex attaccante degli anni settanta e ottanta ha dettagliatamente relazionato, in 352 pagine, il proprio rapporto con la squadra dei Reds, nella quale ha militato ininterrottamente dal 1977 al 1990, conquistando la bellezza di otto campionati, più tre Coppe dei Campioni. In quell’epoca il Liverpool balzò agli onori delle cronache per le strepitose vittorie e per i fuoriclasse del calibro di Graeme Souness, Phil Neal, Ronnie Whelan, Ian Rush, il portiere Bruce Grobbelaar, oltre ovviamente allo stesso Dalglish. A far balzare la squadra ai disonori delle cronache ci pensarono invece i suoi tifosi, i famigerati hooligans della curva Kop, colpevoli di avere innescato la strage dell’Heysel nel 1985, e a loro volta vittime quattro anni dopo nell’altra strage dello stadio Hillsborough di Sheffield. E proprio sulla tragedia dell’Heysel, secondo gli stralci riportati in anteprima dalla stampa d’oltremanica, Kenny Dalglish ha raccontato la propria esperienza diretta, ricordando che la mattina successiva un folto gruppo di tifosi juventini, addolorati ed inferociti allo stesso tempo, erano arrivati sotto l’albergo dove alloggiava la squadra inglese. E, salendo sul pullman, Dalglish li aveva osservati, rimanendo impressionato dal grande dolore che si celava sotto la loro rabbia. "Ho visto i tifosi italiani piangere, mentre, a mani nude, colpivano il nostro pullman; e percepivo la crudezza delle loro emozioni". Poi, ha aggiunto, ricordando una delle tante massime del grande allenatore del Liverpool degli anni sessanta e settanta, Bill Shankly: "Il calcio non è una questione di vita o di morte. E' una cosa molto più importante". "Non ho mai smesso di stimare Shankly". Ha osservato Dalglish. "Ma questa volta aveva sbagliato. Il calcio non può essere mai una cosa più importante".

15 settembre 2010

Fonte: Pianeta-sport.net

ARTICOLI STAMPA e WEB SETTEMBRE 2010  

Stasera a Mergozzo la strage dell'Heysel vista da Beccantini

La strage dell'Heysel in primo piano questa sera a "Lettere di Sport", il 1° Festival di letteratura sportiva che si sta svolgendo a Mergozzo. Ospite della serata è il giornalista sportivo di fama nazionale Roberto Beccantini che del dramma di Bruxelles in cui morirono 39 persone, fu diretto protagonista. Beccantini interverrà alle 21 al ristorante "La Terrazza" dove verrà presentato il libro "Heysel, le verità di una strage annunciata", scritto dal giornalista Francesco Caremani. E' prevista inoltre la presenza di Osvaldo Bagnoli che proprio a Verbania concluse la sua carriera da calciatore e iniziò a muovere i primi passi di allenatore. Una carriera che lo portò a vincere uno scudetto nel 1985 col Verona. In mattinata la manifestazione coinvolgerà anche i giovani con la presentazione, alle 10 alla scuola media, del libro di Luca Squinzani "Lo stadio di tutti e i barbari in galera". Interverrà Bruno Gozzellino per parlare dei valori dello sport. Domani alle 11 al bar Sport di Mergozzo è previsto un incontro con Osvaldo Bagnoli. Nel pomeriggio alle 16 al ristorante Il Vecchio Olmo verrà presentato il libro "Vite in punta di dita" scritto da Luca Ferrato. Con l'autore ci sarà Mauro Bolzoni.

1 ottobre 2010

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA e WEB OTTOBRE 2010  

Genova, Heysel

di Emilio Targia

Vedendo le immagini di Marassi ho avuto un brivido. Il termine "Heysel" in queste ore viene usato un po’ troppo, e a volte a sproposito. Leggo che il Viminale sostiene che martedì si sia evitata una strage, un "nuovo Heysel". Attenzione. Le parole sono importanti. Si è evitata, certo. Grazie a Dio. Ma quel che va detto, guardando ai fatti, è che si è anche corso seriamente qualche rischio di troppo. A me pare che le decisioni prese dall’alto abbiano esposto la stessa polizia e migliaia di persone in quello stadio a un epilogo molto peggiore. Non credo che "si eviti" un nuovo Heysel decidendo di infilare frettolosamente in uno stadio come quello di Marassi i tifosi serbi, dopo quel che si era visto nel pomeriggio in città. Italo Cucci sostiene che la lista di quel che è successo prima della partita ha impressionanti analogie con Bruxelles 1985. E come se non bastasse li hanno fatti entrare in quella curva con passamontagna, coltelli, forbici, tronchesi e Bengala... Ma stiamo scherzando ? Hanno detto di averlo fatto "per isolarli". Ma disarmarli, prima, no ? "Isolarli" dove ? Dentro uno stadio con migliaia di persone ? Un controsenso pericoloso. Ma si rendono conto che lo stadio di Marassi era pieno di famiglie e bambini (il pubblico della nazionale è diverso da quello dei club) ? Anche se i tifosi serbi sostengono di non aver avuto intenti aggressivi verso i tifosi italiani, il clima comunque era surreale e molto teso. Cosa sarebbe successo se un vetro divisorio avesse ceduto ? Se qualche ultrà di Genova avesse deciso di reagire vedendo la propria curva in quelle condizioni ? Sarebbe bastata una scintilla, in quella situazione, per scatenare il panico... Intanto arrivano critiche anche dalla Serbia, e l’Uefa potrebbe individuare responsabilità anche italiane sull’accaduto. Giustamente. Intanto vedo che il ministro Maroni "ride" delle critiche. Mi sembra un atteggiamento poco felice. Quale credibilità avrà adesso la singolare e discutibilissima adozione della "tessera del tifoso", tanto strombazzata, dopo quel che è successo martedì sera ? Cosa dovrà fare un tifoso domenica quando gli steward gli chiederanno di togliere il tappo alla bottiglietta d’acqua all’ingresso ? Inoltre, dopo il flop della candidatura italiana a Euro 2016, e dopo questa nuova figuraccia, probabilmente Platini multerà l’Italia per le responsabilità organizzative. Tra l’altro la partita è stata fermata dall’arbitro, non dalla Questura o da altri. E anche questo fa pensare... Credo che occorrano risposte chiare e immediate dal questore e dal ministro. Al quale vorrei dire che non c’è niente da ridere. Ma proprio niente.

14 Ottobre 2010

Fonte: Il Gazzettino Illustrato

ARTICOLI STAMPA e WEB OTTOBRE 2010  

Juventus Football Club: J.C. Blanc, in nuovo stadio monumento ai caduti Heysel

Torino - Nel nuovo stadio non ci sarà una stella per ricordare i caduti dell'Heysel. Ci sarà un monumento". Lo ha spiegato l'a.d. di Juventus F.C., Jean-Claude Blanc, rispondendo all'osservazione di un azionista all'assemblea in corso al Lingotto. Il 29 maggio 1985, prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus F.C. e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles, in seguito a un'aggressione della frangia più estrema della tifoseria inglese morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e ne rimasero ferite oltre 600.

27 ottobre 2010

Fonte: Milanofinanza.it

ARTICOLI STAMPA e WEB OTTOBRE 2010  

"Quei bidoni offendono la memoria dell'Heysel"

Lui, quel giorno, c'era. "Era la mia prima partita all'estero, il mio primo viaggio in aereo, ho vissuto da vicino quella tragedia. Ho conservato, per anni, il biglietto di quella partita, sporco di sangue. Quel biglietto, ora, è al museo del calcio a Coverciano". Gianni Gullo, sanremese, è un uomo di calcio. Ex presidente della Sanremese, osservatore internazionale per conto di grandi club (Juventus, Milan, ora il Monaco) gira l'Europa a caccia di talenti emergenti. E, in una puntata in Belgio, al famigerato stadio Heysel (che ora si chiama stadio Re Baldovino) ha scoperto una cosa che ha dell'incredibile: sotto la targa che ricorda i 39 tifosi juventini morti nella tragedia del 29 maggio 1985 in occasione di Liverpool-Juventus finale di Coppa dei Campioni ci sono due cassonetti della spazzatura. "Ero all'Heysel per seguire Belgio-Germania - racconta Gullo. Ho visto la targa e i cassonetti. Era buio. Sono tornato il giorno dopo e ho avuto conferma. Ho protestato con un custode e lui mi ha risposto malamente, apostrofandomi "Italien" in modo dispregiativo. Ma è incredibile. Non si può offendere quella tragedia in questo modo. Tanto più che ci sono decine e decine di metri di muro per sistemare quei cassonetti". Gullo non si è limitato a protestare con il custode. Ha protestato via internet, ha segnalato la cosa ad alcuni amici e la sua indignazione è diventata l'indignazione di tanti altri, una protesta amplificata per mille, a livello internazionale, sul web. "Lo specchio di una società sempre più misera e meschina", ha scritto Eurosport.it. Stessi toni su tanti altri siti (saladellamemoriaheysel, tuttomercatoweb, vecchiasignora, tuttojuve, etc). Ma non c'è da stupirsi più di tanto. Il Belgio ha sempre tentato di rimuovere quella tragedia. Già nel 2000, agli Europei, fu impedito ad una delegazione italiana di portare fiori sotto quella targa. Per i responsabili dell'ex Heysel meglio la spazzatura !

27 ottobre 2010

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA e WEB OTTOBRE 2010  

Quei cretini che inneggiano all’Heysel

di David Guetta

Mi ero talmente isolato e concentrato sulla partita da non essermi accorto di niente, proprio perché in uno stadio deserto era più difficile trovare il ritmo giusto per la radiocronaca. Scopro ora sulle pagine nazionali di Repubblica (anche loro evidentemente in ritardo, visto che la partita si è giocata martedì sera) che una trentina di cretini hanno inneggiato alla tragedia dell’Heysel come se ci fosse un nesso tra il criminale che sabato ha fatto rischiare la vita ai tifosi viola e chi la vita l’ha persa davvero, 25 anni fa per una partita di calcio. Pare che gli idioti siano stati subito zittiti dal resto dello stadio (altra spiegazione probabile del perché non me ne sono accorto), ma resta la desolazione dell’accorgersi che va allo stadio gente con un solo neurone nel cervello, per giunta funzionante a corrente alternata. E’ questa gente che rischia di farci perdere la faccia, è questa gente che dobbiamo isolare, perché tanto ogni dialogo con loro sarebbe impossibile.

2 dicembre 2010

Fonte: Davidguetta.it

ARTICOLI STAMPA e WEB DICEMBRE 2010  

Il caso

Quelli che esaltano l'Heysel e che nessuno vuole punire

di Maurizio Crosetti

Un coro terribile che inneggia alla strage. Lo cantano a Firenze: pochi, ma indisturbati Con la Juve la rivalità è durissima dall'81-82, quando i bianconeri vinsero lo scudetto per un punto sui viola. Ultimi incidenti sabato.

E se il vero problema del calcio non fosse la minaccia di sciopero, e neppure la crisi tecnica, ma la resistenza dei barbari ? La loro clamorosa, tracotante impunità ? Qualche minuto prima di Fiorentina-Cagliari, ieri. Dalla curva Fiesole s'alza quello che potremmo chiamare un coro di repertorio, perché appartiene a decenni di vergogna. Riesumato, come una carcassa putrescente, dopo i recenti scontri tra tifosi viola e bianconeri a Torino. E' una canzone terribile: inneggia alla strage dell'Heysel. Fa il tifo per gli assassini. La musica è quella delle medievali "Montagne verdi" (Marcella Bella, 1972). "Ti ricordi lo stadio Heysel/le bandiere del Liverpool/10 mila sono partiti/39 non tornan più". Due volte in pochi giorni si è sentita questa canzone, allo stadio di Firenze, dove l'anno scorso si videro magliette con il numero 39; prima, in Coppa Italia contro la Reggina, e poi ieri pomeriggio. In entrambi i casi non è accaduto niente, la partita si è svolta come se nulla fosse. Eppure esistono regole precise contro la violenza verbale. Insultare i morti non è meno grave dei cori razzisti: allora, non si vede perché non diffidare, e semmai squalificare il campo. Non importa che gli autori del coro siano al massimo cinquanta, cento idioti: si devono filmare, identificare e cacciare. Fuori dallo stadio, se occorre per anni. Come gli aggressori di Diamoutene a Lecce, altra vergogna di questi giorni (con l'ingiusta beffa per il ragazzo neppure convocato contro il Genoa, altro che scelta tecnica). Invece, si è riusciti soltanto a militarizzare gli stadi, permettendo però al serbo Ivan di invadere Marassi, lui e le sue cesoie. Oppure si sono inventati provvedimenti draconiani come la tessera del tifoso, la quale allontana i veri sportivi e non scoraggia i delinquenti. Così gli impianti si svuotano, perdono i tifosi normali ma non i teppisti che lanciano bombe carta e parole, non meno esplosive. Per chi l'avesse dimenticato, la sera del 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, prima di Juventus-Liverpool, morirono 39 persone, 32 delle quali italiane, e 600 furono i feriti. Decine di famiglie ancora piangono. Tifare per chi ha ucciso è come essere complici, significa uccidere ancora un po' la memoria, la pietà, il ricordo, e quel poco di umanità che resta.

6 dicembre 2010 

Fonte: Repubblica.it

ARTICOLI STAMPA e WEB DICEMBRE 2010  

Il sindaco e la memoria a targhe alterne

di Alvaro Moretti

Ma voi l’avete ascoltate o lette le dichiarazioni del sindaco di Firenze, Renzi, in cui si condannano senza se e senza ma i cori dei suoi colleghi tifosi della Fiesole sulle vittime dell’Heysel ? Noi no. Abbiamo letto, dopo un oblio lungo lungo, l’ad Mencucci e anche Montolivo. Ricordiamo poco se dopo le magliette e il gemellaggio posticcio coi tifosi del Liverpool, invero ormai molto diversi da quelli dell’85, lo stesso primo cittadino fiorentino abbia chiesto scusa anche a nome della città. Perché Firenze non merita certi vuoti di memoria che non possono essere, nel caso dell’ultrà viola Renzi, una giustificazione: lui ricorda tutto e ha attaccato, proprio alla vigilia del match con la Juve, con parole becere e piene di fiele la squadra bianconera parlandone come di nemico. Un odio che chissà quanto condividono i suoi concittadini votanti che amano la Juve. Di certo un innesco inatteso e ingiustificato che ha fatto ripartire la girandola dei cattivi pensieri e delle pessime azioni (a partire dai bomboni ingiustificabili dell’Olimpico di Torino). Chi ha più senno lo dovrebbe adoperare, diceva un adagio antico. Forse troppo antico per il giovane sindaco di Firenze. Usiamo, però, questo blog per ricordare tutti assieme gesti e parole di solidarietà per chi è morto assurdamente; per segnalare le cose che uniscono. Che di quelle che dividono si occupano con parole e bombe carta, gli altri. E riprendere l’idea del forum della memoria delle vittime dell’Heysel, fatta dal signor Laudadio, custode di quella memoria: una targa anche al Franchi, perché le parole le porta via il vento, le parole scritte sulla pietra restano. Il Franchi, tra l’altro, è uno stadio comunale. O no ?

7 dicembre 2010

Fonte: Tuttosport.com (Rubrica Filo Spinato)

ARTICOLI STAMPA e WEB DICEMBRE 2010  

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