Il ricordo della nazionale
Una corona per i 39 morti dell'Heysel
Il presidente federale Giancarlo Abete,
il ct Marcello Lippi e il capitano azzurro Fabio Cannavaro hanno
deposto una corona sotto la lapide che ricorda i 39 morti
dell'Heysel, la tragedia del 29 maggio 1985 prima della finale
Juventus-Liverpool di Coppa Campioni.
4 giugno 2010
Fonte: La Stampa
ARTICOLI STAMPA e WEB GIUGNO
2010
La strage dell'Heysel vista da Kenny
Dalglish
di Giuseppe Ottomano
Quattordici anni dopo la pubblicazione
del primo libro autobiografico dell’ex campione scozzese Kenny
Dalglish, domani uscirà nelle librerie britanniche il secondo, e
probabilmente neanche ultimo: "My Liverpool Home - Then and
Now".
Già dal titolo si intende
inequivocabilmente che l’oggi cinquantanovenne ex attaccante
degli anni settanta e ottanta ha dettagliatamente relazionato,
in 352 pagine, il proprio rapporto con la squadra dei Reds,
nella quale ha militato ininterrottamente dal 1977 al 1990,
conquistando la bellezza di otto campionati, più tre Coppe dei
Campioni. In quell’epoca il Liverpool balzò agli onori delle
cronache per le strepitose vittorie e per i fuoriclasse del
calibro di Graeme Souness, Phil Neal, Ronnie Whelan, Ian Rush,
il portiere Bruce Grobbelaar, oltre ovviamente allo stesso
Dalglish. A far balzare la squadra ai disonori delle cronache ci
pensarono invece i suoi tifosi, i famigerati hooligans della
curva Kop, colpevoli di avere innescato la strage dell’Heysel
nel 1985, e a loro volta vittime quattro anni dopo nell’altra
strage dello stadio Hillsborough di Sheffield. E proprio sulla
tragedia dell’Heysel, secondo gli stralci riportati in anteprima
dalla stampa d’oltremanica, Kenny Dalglish ha raccontato la
propria esperienza diretta, ricordando che la mattina successiva
un folto gruppo di tifosi juventini, addolorati ed inferociti
allo stesso tempo, erano arrivati sotto l’albergo dove
alloggiava la squadra inglese. E, salendo sul pullman, Dalglish
li aveva osservati, rimanendo impressionato dal grande dolore
che si celava sotto la loro rabbia. "Ho visto i tifosi italiani
piangere, mentre, a mani nude, colpivano il nostro pullman; e
percepivo la crudezza delle loro emozioni". Poi, ha aggiunto,
ricordando una delle tante massime del grande allenatore del
Liverpool degli anni sessanta e settanta, Bill Shankly: "Il
calcio non è una questione di vita o di morte. E' una cosa molto
più importante". "Non ho mai smesso di stimare Shankly". Ha
osservato Dalglish. "Ma questa volta aveva sbagliato. Il calcio
non può essere mai una cosa più importante".
15 settembre 2010
Fonte: Pianeta-sport.net
ARTICOLI STAMPA e WEB
SETTEMBRE 2010
Stasera a Mergozzo la strage
dell'Heysel vista da Beccantini
La strage dell'Heysel in primo piano
questa sera a "Lettere di Sport", il 1° Festival di letteratura
sportiva che si sta svolgendo a Mergozzo. Ospite della serata è
il giornalista sportivo di fama nazionale Roberto Beccantini che
del dramma di Bruxelles in cui morirono 39 persone, fu diretto
protagonista. Beccantini interverrà alle 21 al ristorante "La
Terrazza" dove verrà presentato il libro "Heysel, le verità di
una strage annunciata", scritto dal giornalista Francesco
Caremani. E' prevista inoltre la presenza di Osvaldo Bagnoli che
proprio a Verbania concluse la sua carriera da calciatore e
iniziò a muovere i primi passi di allenatore. Una carriera che
lo portò a vincere uno scudetto nel 1985 col Verona. In
mattinata la manifestazione coinvolgerà anche i giovani con la
presentazione, alle 10 alla scuola media, del libro di Luca
Squinzani "Lo stadio di tutti e i barbari in galera". Interverrà
Bruno Gozzellino per parlare dei valori dello sport. Domani alle
11 al bar Sport di Mergozzo è previsto un incontro con Osvaldo
Bagnoli. Nel pomeriggio alle 16 al ristorante Il Vecchio Olmo
verrà presentato il libro "Vite in punta di dita" scritto da
Luca Ferrato. Con l'autore ci sarà Mauro Bolzoni.
1 ottobre 2010
Fonte: La Stampa
ARTICOLI STAMPA e
WEB OTTOBRE
2010
Genova, Heysel
di Emilio Targia
Vedendo le immagini di Marassi ho avuto
un brivido. Il termine "Heysel" in queste ore viene usato un po’
troppo, e a volte a sproposito. Leggo che il Viminale sostiene
che martedì si sia evitata una strage, un "nuovo Heysel".
Attenzione. Le parole sono importanti. Si è evitata, certo.
Grazie a Dio. Ma quel che va detto, guardando ai fatti, è che si
è anche corso seriamente qualche rischio di troppo. A me pare
che le decisioni prese dall’alto abbiano esposto la stessa
polizia e migliaia di persone in quello stadio a un epilogo
molto peggiore. Non credo che "si eviti" un nuovo Heysel
decidendo di infilare frettolosamente in uno stadio come quello
di Marassi i tifosi serbi, dopo quel che si era visto nel
pomeriggio in città. Italo Cucci sostiene che la lista di quel
che è successo prima della partita ha impressionanti analogie
con Bruxelles 1985. E come se non bastasse li hanno fatti
entrare in quella curva con passamontagna, coltelli, forbici,
tronchesi e Bengala... Ma stiamo scherzando ? Hanno detto di
averlo fatto "per isolarli". Ma disarmarli, prima, no ?
"Isolarli" dove ? Dentro uno stadio con migliaia di persone ? Un
controsenso pericoloso. Ma si rendono conto che lo stadio di
Marassi era pieno di famiglie e bambini (il pubblico della
nazionale è diverso da quello dei club) ? Anche se i tifosi
serbi sostengono di non aver avuto intenti aggressivi verso i
tifosi italiani, il clima comunque era surreale e molto teso.
Cosa sarebbe successo se un vetro divisorio avesse ceduto ? Se
qualche ultrà di Genova avesse deciso di reagire vedendo la
propria curva in quelle condizioni ? Sarebbe bastata una
scintilla, in quella situazione, per scatenare il panico...
Intanto arrivano critiche anche dalla Serbia, e l’Uefa potrebbe
individuare responsabilità anche italiane sull’accaduto.
Giustamente. Intanto vedo che il ministro Maroni "ride" delle
critiche. Mi sembra un atteggiamento poco felice. Quale
credibilità avrà adesso la singolare e discutibilissima adozione
della "tessera del tifoso", tanto strombazzata, dopo quel che è
successo martedì sera ? Cosa dovrà fare un tifoso domenica
quando gli steward gli chiederanno di togliere il tappo alla
bottiglietta d’acqua all’ingresso ? Inoltre, dopo il flop della
candidatura italiana a Euro 2016, e dopo questa nuova
figuraccia, probabilmente Platini multerà l’Italia per le
responsabilità organizzative. Tra l’altro la partita è stata
fermata dall’arbitro, non dalla Questura o da altri. E anche
questo fa pensare... Credo che occorrano risposte chiare e
immediate dal questore e dal ministro. Al quale vorrei dire che
non c’è niente da ridere. Ma proprio niente.
14 Ottobre 2010
Fonte: Il Gazzettino Illustrato
ARTICOLI STAMPA e
WEB OTTOBRE
2010
Juventus Football Club: J.C. Blanc, in
nuovo stadio monumento ai caduti Heysel
Torino - Nel nuovo stadio non ci sarà
una stella per ricordare i caduti dell'Heysel. Ci sarà un
monumento". Lo ha spiegato l'a.d. di Juventus F.C., Jean-Claude
Blanc, rispondendo all'osservazione di un azionista
all'assemblea in corso al Lingotto. Il 29 maggio 1985, prima
della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus F.C. e Liverpool
allo stadio Heysel di Bruxelles, in seguito a un'aggressione
della frangia più estrema della tifoseria inglese morirono 39
persone, di cui 32 italiane, e ne rimasero ferite oltre 600.
27 ottobre 2010
Fonte: Milanofinanza.it
ARTICOLI STAMPA e
WEB OTTOBRE
2010
"Quei bidoni offendono la memoria
dell'Heysel"
Lui, quel giorno, c'era. "Era la mia
prima partita all'estero, il mio primo viaggio in aereo, ho
vissuto da vicino quella tragedia. Ho conservato, per anni, il
biglietto di quella partita, sporco di sangue. Quel biglietto,
ora, è al museo del calcio a Coverciano". Gianni Gullo,
sanremese, è un uomo di calcio. Ex presidente della Sanremese,
osservatore internazionale per conto di grandi club (Juventus,
Milan, ora il Monaco) gira l'Europa a caccia di talenti
emergenti. E, in una puntata in Belgio, al famigerato stadio
Heysel (che ora si chiama stadio Re Baldovino) ha scoperto una
cosa che ha dell'incredibile: sotto la targa che ricorda i 39
tifosi juventini morti nella tragedia del 29 maggio 1985 in
occasione di Liverpool-Juventus finale di Coppa dei Campioni ci
sono due cassonetti della spazzatura. "Ero all'Heysel per
seguire Belgio-Germania - racconta Gullo. Ho visto la targa e i
cassonetti. Era buio. Sono tornato il giorno dopo e ho avuto
conferma. Ho protestato con un custode e lui mi ha risposto
malamente, apostrofandomi "Italien" in modo dispregiativo. Ma è
incredibile. Non si può offendere quella tragedia in questo
modo. Tanto più che ci sono decine e decine di metri di muro per
sistemare quei cassonetti". Gullo non si è limitato a protestare
con il custode. Ha protestato via internet, ha segnalato la cosa
ad alcuni amici e la sua indignazione è diventata l'indignazione
di tanti altri, una protesta amplificata per mille, a livello
internazionale, sul web. "Lo specchio di una società sempre più
misera e meschina", ha scritto Eurosport.it. Stessi toni su
tanti altri siti (saladellamemoriaheysel, tuttomercatoweb,
vecchiasignora, tuttojuve, etc). Ma non c'è da stupirsi più di
tanto. Il Belgio ha sempre tentato di rimuovere quella tragedia.
Già nel 2000, agli Europei, fu impedito ad una delegazione
italiana di portare fiori sotto quella targa. Per i responsabili
dell'ex Heysel meglio la spazzatura !
27 ottobre 2010
Fonte: La Stampa
ARTICOLI STAMPA e
WEB OTTOBRE
2010
Quei cretini che inneggiano all’Heysel
di David Guetta
Mi ero talmente isolato e concentrato
sulla partita da non essermi accorto di niente, proprio perché
in uno stadio deserto era più difficile trovare il ritmo giusto
per la radiocronaca. Scopro ora sulle pagine nazionali di
Repubblica (anche loro evidentemente in ritardo, visto che la
partita si è giocata martedì sera) che una trentina di cretini
hanno inneggiato alla tragedia dell’Heysel come se ci fosse un
nesso tra il criminale che sabato ha fatto rischiare la vita ai
tifosi viola e chi la vita l’ha persa davvero, 25 anni fa per
una partita di calcio. Pare che gli idioti siano stati subito
zittiti dal resto dello stadio (altra spiegazione probabile del
perché non me ne sono accorto), ma resta la desolazione
dell’accorgersi che va allo stadio gente con un solo neurone nel
cervello, per giunta funzionante a corrente alternata. E’ questa
gente che rischia di farci perdere la faccia, è questa gente che
dobbiamo isolare, perché tanto ogni dialogo con loro sarebbe
impossibile.
2 dicembre 2010
Fonte: Davidguetta.it
ARTICOLI STAMPA e WEB
DICEMBRE
2010
Il caso
Quelli che esaltano l'Heysel e che
nessuno vuole punire
di Maurizio Crosetti
Un coro terribile che inneggia alla
strage. Lo cantano a Firenze: pochi, ma indisturbati Con la Juve
la rivalità è durissima dall'81-82, quando i bianconeri vinsero
lo scudetto per un punto sui viola. Ultimi incidenti sabato.
E se il vero problema del calcio non
fosse la minaccia di sciopero, e neppure la crisi tecnica, ma la
resistenza dei barbari ? La loro clamorosa, tracotante impunità
? Qualche minuto prima di Fiorentina-Cagliari, ieri. Dalla curva
Fiesole s'alza quello che potremmo chiamare un coro di
repertorio, perché appartiene a decenni di vergogna. Riesumato,
come una carcassa putrescente, dopo i recenti scontri tra tifosi
viola e bianconeri a Torino. E' una canzone terribile: inneggia
alla strage dell'Heysel. Fa il tifo per gli assassini. La musica
è quella delle medievali "Montagne verdi" (Marcella Bella,
1972). "Ti ricordi lo stadio Heysel/le bandiere del Liverpool/10
mila sono partiti/39 non tornan più". Due volte in pochi giorni
si è sentita questa canzone, allo stadio di Firenze, dove l'anno
scorso si videro magliette con il numero 39; prima, in Coppa
Italia contro la Reggina, e poi ieri pomeriggio. In entrambi i
casi non è accaduto niente, la partita si è svolta come se nulla
fosse. Eppure esistono regole precise contro la violenza
verbale. Insultare i morti non è meno grave dei cori razzisti:
allora, non si vede perché non diffidare, e semmai squalificare
il campo. Non importa che gli autori del coro siano al massimo
cinquanta, cento idioti: si devono filmare, identificare e
cacciare. Fuori dallo stadio, se occorre per anni. Come gli
aggressori di Diamoutene a Lecce, altra vergogna di questi
giorni (con l'ingiusta beffa per il ragazzo neppure convocato
contro il Genoa, altro che scelta tecnica). Invece, si è
riusciti soltanto a militarizzare gli stadi, permettendo però al
serbo Ivan di invadere Marassi, lui e le sue cesoie. Oppure si
sono inventati provvedimenti draconiani come la tessera del
tifoso, la quale allontana i veri sportivi e non scoraggia i
delinquenti. Così gli impianti si svuotano, perdono i tifosi
normali ma non i teppisti che lanciano bombe carta e parole, non
meno esplosive. Per chi l'avesse dimenticato, la sera del 29
maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, prima di
Juventus-Liverpool, morirono 39 persone, 32 delle quali
italiane, e 600 furono i feriti. Decine di famiglie ancora
piangono. Tifare per chi ha ucciso è come essere complici,
significa uccidere ancora un po' la memoria, la pietà, il
ricordo, e quel poco di umanità che resta.
6 dicembre
2010
Fonte: Repubblica.it
ARTICOLI STAMPA e WEB
DICEMBRE
2010
Il sindaco e la memoria a targhe
alterne
di Alvaro Moretti
Ma voi l’avete ascoltate o lette le
dichiarazioni del sindaco di Firenze, Renzi, in cui si
condannano senza se e senza ma i cori dei suoi colleghi tifosi
della Fiesole sulle vittime dell’Heysel ? Noi no. Abbiamo letto,
dopo un oblio lungo lungo, l’ad Mencucci e anche Montolivo.
Ricordiamo poco se dopo le magliette e il gemellaggio posticcio
coi tifosi del Liverpool, invero ormai molto diversi da quelli
dell’85, lo stesso primo cittadino fiorentino abbia chiesto
scusa anche a nome della città. Perché Firenze non merita certi
vuoti di memoria che non possono essere, nel caso dell’ultrà
viola Renzi, una giustificazione: lui ricorda tutto e ha
attaccato, proprio alla vigilia del match con la Juve, con
parole becere e piene di fiele la squadra bianconera parlandone
come di nemico. Un odio che chissà quanto condividono i suoi
concittadini votanti che amano la Juve. Di certo un innesco
inatteso e ingiustificato che ha fatto ripartire la girandola
dei cattivi pensieri e delle pessime azioni (a partire dai
bomboni ingiustificabili dell’Olimpico di Torino). Chi ha più
senno lo dovrebbe adoperare, diceva un adagio antico. Forse
troppo antico per il giovane sindaco di Firenze. Usiamo, però,
questo blog per ricordare tutti assieme gesti e parole di
solidarietà per chi è morto assurdamente; per segnalare le cose
che uniscono. Che di quelle che dividono si occupano con parole
e bombe carta, gli altri. E riprendere l’idea del forum della
memoria delle vittime dell’Heysel, fatta dal signor Laudadio,
custode di quella memoria: una targa anche al Franchi, perché le
parole le porta via il vento, le parole scritte sulla pietra
restano. Il Franchi, tra l’altro, è uno stadio comunale. O no ?
7 dicembre 2010
Fonte: Tuttosport.com (Rubrica Filo
Spinato)
ARTICOLI STAMPA e WEB
DICEMBRE
2010
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