23 - 05 - 2009
Doveva essere la
giornata della festa al Tardini
e invece s'è trasformata in una
tragedia, con un ragazzo di
Vicenza che ha perso la vita per
una tragica fatalità.
Era
iniziata con lo striscione
appeso davanti alla Nord
"18-05-2008 C'è ancora un debito
da saldare, Parma vuole
giustizia", e "La fede non si
diffida" al Petitot. Un
messaggio di solidarietà ai
nostri diffidati, e un messaggio
a tutti gli altri: per non
dimenticare quell'ingiustizia.
In un periodo felice dove tanti
politicanti vengono al Parma per
farsi vedere, non possono esser
presenti quelli che al Parma ci
tengono veramente. Il pensiero
va soprattutto ai ragazzi
diffidati per Parma-Inter,
perché pagano per colpe altrui:
di chi (Prefettura e Questura)
creò le condizioni affinché
l'ordine pubblico vacillasse. Ma
come troppo spesso accade: i
vertici si assolvono da ogni
responsabilità e rimangono
stabilmente al loro posto,
scaricando colpe (e diffide)
sulla base (gli ultras). Non c'è
da stupirsi. La gestione
dell'ordine pubblico nella
nostra città, in occasione delle
partite del Parma, sembra spesso
voler incentivare gli scontri,
più che prevenirli. Mentre in
tutte le altre città d'Italia i
tifosi ospiti sono scortati al
loro settore, a Parma gli ultras
avversari vengono fatti passare
davanti alla nostra Curva. È
questo è accaduto anche con il
Vicenza, tifoseria rivale
gemellata con i reggiani. La
giornata era proseguita in Curva
con la nostra raccolta fondi per
l'Abruzzo, e poi con una
stupenda coreografia, che aveva
colorato tutta la Nord. Al
centro il nostro bandierone
"Parma siamo noi" (con il
simbolo di Parma e il nostro,
fusi insieme) e ai lati tanti
cartoncini gialli e blu. Era una
giornata felice e spensierata,
con il Parma padrone del gioco,
già promosso in Serie A. Poi, al
decimo minuto del secondo tempo,
tutto cambia. Eugenio Bortolon,
un ragazzo di 19 anni tifoso del
Vicenza, in trasferta con il
Gruppo "Caneva Berica", si
sporge e cade dalla balaustra
del settore ospiti (a fianco dai
distinti), facendo un salto nel
vuoto di più di 10 metri.
Vediamo i tifosi ospiti
sbracciarsi e chiedere aiuto,
anche chi è in campo comprende
la situazione e la partita viene
sospesa. Sentiamo
telefonicamente gli ultras del
Vicenza. Qualcuno di noi va
verso il settore ospiti e parla
con loro. Decidiamo di astenerci
dal tifo e chiediamo la
sospensione della partita,
perché è insensato ed inumano
tirar calci ad un pallone,
mentre al Tardini un giovane
tifoso sta lottando contro la
morte. La partita viene sospesa,
ma dopo 40 minuti viene ripresa.
Ma per noi è finita lì, non
l'abbiamo più seguita, ci è
scivolata via, persi in pensieri
più gravi. Tante persone, di
ogni età, hanno abbandonato in
silenzio i gradoni della Curva.
Nessuno parlava, nessuno
comunicava, ma non era
necessario: stavamo provando gli
stessi sentimenti. La memoria
dei BOYS era a Crocetta Nord,
quando il Bagna morì dinnanzi ai
nostri occhi. Una scena che non
dimenticheremo mai. Negli stessi
frangenti, quasi irreale,
udivamo il coro "Giochiamo,
giochiamo", barbaro grido di una
platea senz'anima (la stessa che
solitamente non tifa e non
canta). Dinnanzi a tanta
meschinità qualcuno di noi s'è
infuriato, ma alla fine il
disgusto ha prevalso. Questa è
la "civiltà" che abbiamo
rifiutato, scegliendo di
diventare ultras. Non occorre
essere amici per avere rispetto
per la sofferenza degli altri in
un momento tragico, questo è il
nostro modo di vivere, questa è
la mentalità che ci guida.
Alcuni nostri rappresentati
hanno raggiunto immediatamente
l'Ospedale, per sincerarsi delle
condizioni del ragazzo; per
portare la nostra solidarietà e
offrire un piccolo supporto agli
ultras e ai tifosi vicentini che
gli sono rimasti a fianco. Nelle
ore successive tanti BOYS hanno
fatto almeno un salto
all'Ospedale, sentendosi toccati
dalla vicenda. Eugenio è morto
durante la notte. Il 30 maggio
2009 una decina di BOYS hanno
partecipato ai funerali di
Eugenio.
CIAO EUGENIO!! ULTRAS
LIBERI
Fonte: Boysparma1977.it
© Fotografia:
Ilgiornaledivicenza.it
Sono
già passati due anni da quel
maledetto giorno, ma il nostro
ricordo è ancora vivo, certe
cose non si dimenticano. Era il
23 maggio 2009, e durante
Parma-Vicenza, ultima giornata
di Serie B, giornata che per noi
doveva essere una festa per la
promozione in Seria A, cadde da
una balaustra Eugenio Bortolon,
19 anni, che morì qualche ora
dopo in ospedale, dove
delegazioni Ultras di Parma e
Vicenza, insieme anche se
rivali, aspettavano notizie.
Quel giorno la partita non fu
sospesa, anche se un ragazzo
perse la vita, quel giorno parte
del pubblico cantò "giochiamo
giochiamo", per poi criticare
chi come noi e altri decise che
nella tragedia non aveva senso
continuare e abbandonò lo
stadio. Come l’anno scorso,
anche quest’anno è stato appeso
fuori dal Settore Ospiti, ancora
sotto sequestro, uno striscione
per ricordare Eugenio.
23 maggio 2011
Fonte: Boysparma1977.it
© Fotografie:
Ilgiornaledivicenza.it
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