CRONACA
- Secondo gli inquirenti, il
quadro è "chiaro e definito":
identificati gli aggressori. Si
attendono gli esiti
dell'autopsia. Melandri: "E' una
cosa inaudita".
Rissa
nello stadio di Luzzi
Cinque
iscritti nel registro degli
indagati
Tra
loro ci sarebbero anche dei
calciatori squalificati della
squadra avversaria. La
Cancellese si ritira dal
campionato. Aperta un'inchiesta
anche alla Federcalcio.
COSENZA
- Sono almeno cinque le persone
iscritte nel registro degli
indagati per aver partecipato
attivamente alla rissa che ieri
pomeriggio ha portato alla morte
nello stadio comunale San
Francesco di Luzzi (Cosenza)
Ermanno Licursi, 40 anni,
dirigente della Sammartinese.
Tra loro ci sarebbero anche dei
calciatori squalificati della
Cancellese: erano all'esterno
dello stadio ma quando è
scoppiata la rissa hanno varcato
il cancello e sono entrati in
campo. La Cancellese ha
condannato ciò che è successo
ieri sul campo di Luzzi e ha
deciso di ritirarsi dal
campionato di terza categoria,
girone D. La sorella: "Assurdo".
"Hanno voluto uccidere una
persona per una partita di
pallone. È assurdo che accadano
di questi episodi, dice Maria
Grazia Licursi, sorella del
dirigente della Sammartinese
morto. "Una persona che muore a
40 anni senza un motivo. Ed ora
i figli dovranno crescere da
soli. Si tratta di una vera
assurdità". Melandri:
"Gravissimo". Il ministro delle
Attività sportive Giovanna
Melandri definisce quello che è
successo ieri a Luzzi "di una
gravità inaudita. Il dramma
della morte del dirigente
sportivo esige l'immediata
reazione di tutti coloro che
vivono lo sport in modo
differente, come sana
competizione e rispetto assoluto
dell'avversario. Mi auguro che
la giustizia ordinaria ma anche
quella sportiva facciano
chiarezza rapidamente".
Identificati tutti gli
aggressori. I carabinieri hanno
lavorato per tutta la notte per
capire cosa realmente è successo
ieri pomeriggio dopo la partita
Sammartinese-Cancellese: hanno
interrogato una ventina di
persone tra calciatori, tifosi e
dirigenti oltre alle persone che
sarebbero responsabili della
vera e propria aggressione
fisica. Ormai "il quadro è
chiaro e definito"; tutti i
responsabili dell'aggressione
sono stati identificati. Secondo
i militari dell'Arma, si aspetta
solo l'esito dell'autopsia - che
sarà eseguita domani o martedì -
per chiarire le cause della
morte, se cioè siano legate
direttamente e immediatamente
all'aggressione, o siano state
provocate da un infarto. Morto
per un'emorragia cerebrale. Il
medico legale, che ha effettuato
l'ispezione sul corpo di
Licursi, ha riscontrato i segni
di un colpo sul naso. Dai primi
accertamenti, che dovranno
essere confermati dall'autopsia,
è emerso che il dirigente
sportivo sarebbe morto a causa
di una emorragia cerebrale
conseguente al trauma. La Lega
Nazionale Dilettanti ieri sera
ha sospeso tutti i campionati di
calcio in Calabria,
dall'eccellenza alla terza
categoria: "La decisione è stata
presa per dare un segnale contro
la violenza. Non si poteva
tornare in campo e fare finta di
niente". La Federcalcio apre
un'inchiesta. Ma non sarà solo
la magistratura ad indagare
sulla tragedia di Luzzi: anche
l'Ufficio Indagini della
Federcalcio si occuperà della
tragica rissa. In primo piano ci
sono le responsabilità penali
sulle quali stanno indagando le
autorità giudiziarie; ma gli
investigatori federali guidati
da Francesco Borrelli dovranno
accertare, soprattutto a seguito
dell'inchiesta giudiziaria,
eventuali coinvolgimenti e
responsabilità di tesserati
federali.
28
gennaio 2007
Fonte:
Repubblica.it
Calcio,
campionato di terza categoria
Rissa a
fine partita, muore un dirigente
Ermanno
Licursi, intervenuto per sedare
una rissa, è stato colpito al
naso. "Forse un infarto". Una
ventina di indagati.
LUZZI
(COSENZA) - Una ventina di
indagati per la rissa e un
gruppetto di cinque-sei persone
per l'aggressione finale:
all'indomani della tragedia è
chiaro e definito il quadro
della rissa che ha portato alla
morte di Ermanno Licursi, 40
anni, il dirigente della società
di calcio di terza categoria
girone morto nel corso di una
rissa avvenuta nello stadio di
Luzzi, in provincia di Cosenza,
alla fine della partita vinta
per 2 a 1 dalla sua formazione.
I carabinieri hanno lavorato per
tutta la notte, hanno
interrogato decine di persone ed
hanno il quadro chiaro di quello
che è avvenuto e, in sintonia
con il pm Adriano Del Bene,
hanno indagato una ventina tra
calciatori, tifosi e dirigenti e
poi i più facinorosi, quelli che
hanno picchiato di più. Sono
cinque, massimo sei. DINAMICA -
Secondo gli investigatori la
dinamica di quanto è avvenuto
alla fine della partita, valida
per il campionato di terza
categoria, tra Cancellese e
Sammartinese (1-2), è definita
in ogni suo aspetto. La gara si
è svolta a Luzzi perché la
Cancellese non dispone di una
struttura idonea dove poter
disputare le partite di calcio.
A fine partita un gruppo di
persone armate di pietre e
bastoni è entrata in campo e si
è diretta verso i giocatori.
Licursi è intervenuto per
calmarli ed evitare che la
situazione degenerasse. Ma nella
confusione della situazione
anche Licursi è stato colpito ed
è morto, dopo aver scambiato
alcune parole con dei
calciatori, nei pressi degli
spogliatoi. Il medico legale
dall'ispezione del corpo di
Licursi ha riscontrato i segni
di un colpo sul naso. Dai primi
accertamenti che dovranno essere
confermati dall'autopsia, è
emerso che il dirigente sportivo
sarebbe morto a causa di una
emorragia cerebrale conseguente
al trauma. La Lega Nazionale
Dilettanti ieri sera ha sospeso
tutti i campionati di calcio in
Calabria, dall'eccellenza alla
terza categoria. "La decisione -
spiega la LND - è stata presa
per dare un segnale contro la
violenza. Non si poteva tornare
in campo e fare finta di niente
continuando a giocare".
29
gennaio 2007
Fonte:
Corriere.it
Preso a
calci in faccia 5 indagati:
omicidio
di
Gaetano Imparato
Per la
morte del dirigente calabrese
una ricostruzione inchioderebbe
un calciatore di 19 anni e altre
4 persone. La Cancellese ha
preannunciato ieri il ritiro dal
campionato di Terza categoria.
Pare che anche la Sammartinese
sia decisa a ritirarsi.
Dal
nostro inviato. SAN MARTINO DI
FINITA (Cs) - Sono cinque e sono
state identificate le persone
che hanno aggredito Ermanno
Licursi, il dirigente della
Sammartinese morto, sabato, poco
dopo le percosse subite sul
campo di Luzzi. Tutti
denunciati. La posizione più
grave è d' un calciatore
diciannovenne (I.B.). I cinque,
nella migliore delle ipotesi,
saranno rinviati a giudizio con
l’imputazione di omicidio
preterintenzionale e concorso.
Secondo l’articolo 584 del
codice Penale rischiano tra i 10
e i 18 anni di reclusione,
inchiodati dalle testimonianze
di chi giura di aver visto
Ermanno Licursi preso a pugni e
calci, soprattutto al volto,
quando era a terra. OMICIDIO -
Il capitano della Stazione dei
Carabinieri di Rende, Vittorio
Carrara, ha ormai ricostruito i
fatti, senza ombre, anche se
sabato sera, quando era arrivato
nello stadio di Luzzi, era solo
davanti al cadavere del povero
dirigente, steso sul pavimento
dello spogliatoio. "Tutti
scappati. Tutti, anche gli amici
del morto. Siamo dovuti andarli
a prendere a casa o comunque
convocarli uno per uno", è
l’unica cosa che ammette,
irritato. DENUNCIA - Ha fatto
scattare una denuncia per
omicidio preterintenzionale e
quattro (giocatori, dirigenti e
tifosi della Cancellese) per
concorso. La società ha
preannunciato il ritiro dal
campionato. E pare che presto
sarà imitata dalla Sammartinese.
Lo sport italiano si muoverà
attraverso l’Ufficio Indagini
coordinato da Borrelli. IL
FATTACCIO - La dinamica è
chiara. La Sammartinese vince
2-1, cosa che rende
effervescente il finale d' una
gara tranquilla. Il rientro
negli spogliatoi fa maturare la
tragedia: l’arbitro va subito
sotto la doccia (anomalia da
radiazione), si aprono i
cancelli (molti Sammartinesi
giurano siano spalancati già
durante la gara) mentre i
giocatori ancora si beccano a
fine partita. Dalle parole, si
passa ai fatti con Licursi, in
veste di paciere, preso a calci
e pugni violentissimi. Tutti a
segno. "Lo hanno preso a calci
in mezzo agli occhi" fa
verbalizzare ai carabinieri di
Rende un giocatore della
Sammartinese, fregandosene della
paura che, palpabile, si
respirava ieri a San Martino,
tra tutti i reduci del misfatto,
intimoriti dall' accaduto. Ma
anche un teste della Cancellese
avrebbe ammesso che Licursi
sarebbe caduto, privo di sensi,
già sul campo di gioco dopo
quella mitragliata di botte. La
tesi dello svenimento
successivo, nello spogliatoio
dove lo ha colto la morte sarà
tutta da provare, specie per i
difensori degli aggressori.
AUTOPSIA - Sarà fondamentale
l’autopsia, in calendario
domani, che stabilirà la causa
della morte, rafforzando o meno
il reato ipotizzato. Ma
importante sarà capire se i
calci in pieno viso ci sono
stati davvero, in che quantità,
e se hanno procurato
un’emorragia interna, quindi
svenimento e decesso, o se
Licursi è morto per un collasso
successivo. Distinguo importante
ai fini della gravità del fatto
ma anche per il tipo di
imputazione. EPICENTRO DELLA
TRAGEDIA - Il centro di San
Martino di Finita ha 500 anime e
un pugno di case che sembrano
franare a valle tra un attimo
per il dissesto idrogeologico,
tanto che il Ministro
dell’Ambiente Pecoraro Scanio li
ha inseriti negli interventi
previsti dal suo Decreto per i
casi disperati. L' epicentro del
dolore è una villetta con un
giardino a terrazze. Marcella
Sarro, mora e minuta, vaga come
un automa per casa chiedendo a
un amico di famiglia. "Compare,
dimmi almeno tu la verità:
quanti erano ? In quanti l’hanno
picchiato ? L' hanno preso a
calci ? Anche in faccia l’hanno
colpito ?". Ancora non si spiega
come e cosa sia accaduto. Ha
visto uscire di casa Ermanno,
sabato, felice. Non l’ha più
rivisto. DUE FIGLI - "Scommetteteci, se ne parlerà
ancora per molto di questa
tragedia, non si può lasciare
morire una persona così, da
sola, senza la Polizia o chi lo
difende - dicono Marcella e il
fratello Raffaele che, con
garbo, allontana le telecamere -
Vogliamo giustizia. Andremo fino
in fondo. Ci costituiremo parte
civile e un nostro medico legale
seguirà l’autopsia". Marcella è
la mamma di Ilary e Goffredo, 15
e 13 anni. Preannuncia
battaglia. Ma nessuno potrà
restituirgli il suo Ermanno.
29
gennaio 2007
Fonte:
La Gazzetta dello Sport
© Fotografia:
Nuovacosenza.com
CRONACA
- Il magistrato ipotizza il
reato di omicidio
preterintenzionale. Una ventina
denunciati per rissa. Inchiesta
parallela della Figc.
Cosenza, due giovani indagati
per morte dirigente squadra
calcio
COSENZA
- Sono due le persone indagate
per la morte del dirigente della
Sammartinese, Ermanno Licursi.
Si tratta di due giovani di 19
anni nei confronti dei quali si
ipotizzano i reati di omicidio
preterintenzionale e rissa
aggravata. È quanto emerso
stamani al termine
dell'affidamento dell'incarico
per l'autopsia che si svolgerà
domani a Cosenza. Sono una
ventina, invece, le persone
indagate per il reato di rissa.
"Le indagini - ha detto il
legale della famiglia Licursi,
Gianluca Bilotta - sono tutte
aperte. Bisogna attendere
l'esito dell'autopsia per avere
un quadro chiaro di ciò che è
accaduto". Sul corpo di Licursi,
secondo quanto si è appreso,
oltre ai segni di un colpo al
naso c'è anche una vistosa
tumefazione al collo e alla
nuca. "E' una situazione
complicata - ha aggiunto
l'avvocato Bilotta - perché si
dovrà accertare cosa ha
realmente provocato la morte di
Licursi. Per avere elementi di
maggiore chiarezza abbiamo
nominato un nostro consulente di
parte che domani parteciperà
all'autopsia". Intanto continua
parallela l'indagine sportiva.
Domani dovrebbero essere rese
note le decisioni del giudice
sportivo circa la partita di
sabato Cancellese-Sammartinese,
al termine della quale si è
scatenata la rissa che ha
portato alla morte di Licursi.
Lo si è appreso dal presidente
del comitato regionale della
Calabria della Figc - Lega
Nazionale Dilettanti, Antonio
Cosentino: "Ho chiesto di
anticipare a domani la decisione
del giudice sportivo. Per ciò
che è avvenuto credo che ci sarà
una decisione dura e incisiva".
Domani, presso il comitato
provinciale di Cosenza della
Figc, avranno inizio anche le
attività dell'ufficio indagine.
"Il capo dell'ufficio indagini -
ha aggiunto Cosentino - ha dato
incarico ad un suo collaboratore
di avviare le attività su quanto
accaduto. Le attività
inizieranno domani mattina a
Cosenza perché i campionati di
seconda e terza categoria
vengono seguiti direttamente dai
comitati provinciali.
Contestualmente alla giudiziaria
sportiva noi collaboreremo anche
con la giustizia penale affinché
venga accertata la verità
sull'accaduto".
29
gennaio 2007
Fonte:
Repubblica.it
Cosenza, ricostruita la rissa e
identificate 20 persone. Ieri
sospesa Cavese-Taranto per
tafferugli sugli spalti.
Dirigente ucciso, indagati
calciatori e tifosi
LUZZI
(Cosenza) - La rissa assurda e
la morte di Ermanno Licursi, 40
anni, secondo i carabinieri di
Rende non ha più nulla di
misterioso: identificati sia gli
autori dell’aggressione, cinque
o sei, sia tutti i partecipanti
alla rissa, una ventina tra
calciatori, tifosi e dirigenti
della Cancellese. Tutti
indagati, tutti sotto
interrogatorio nella notte. Ora
c’è l’attesa per l’autopsia,
fissata per oggi, per capire la
causa della morte del dirigente
della Sammartinese calcio. Si
saprà se è stata un’emorragia
interna causata dalle botte o un
infarto. I più facinorosi,
quelli che hanno picchiato duro
durante la rissa allo stadio di
Luzzi, sono 5-6. Forse anche
qualche calciatore squalificato
della Cancellese, in tribuna
durante l’incontro
Sammartinese-Cancellese,
campionato di Terza categoria.
Alla fine della partita, si
sarebbero scagliati contro
Licursi solo perché il dirigente
avrebbe cercato di riportare la
calma durante gli incidenti
scoppiati in campo. Racconta
Gabriel Sala, giocatore della
Sammartinese: "Ermanno era a
terra, vicino allo spogliatoio,
ho visto due persone entrare dal
cancello e picchiarlo. Ho
cercato di soccorrerlo. Lo
abbiamo trascinato negli
spogliatoi, sanguinava e non
parlava. Si è accasciato, senza
più riprendere conoscenza. I
soccorsi sono arrivati in
ritardo". Il capitano della
Sammartinese, Gianluca Albanito
ha corso per sei chilometri per
sfuggire agli aggressori: "Avevo
le scarpette in mano, quando
sono stato avvicinato da cinque
persone armati di bastoni. Sono
scappato, per paura non mi sono
mai voltato, fino allo stadio di
Taverna Montalto dove c’era
un’altra partita". Il tecnico
della Cancellese, Francesco Scardamaglia, attacca chi se la
prende con i suoi calciatori:
"Bisogna riflettere prima di
sparare cattiverie sulla gente".
Rincara la dose, invece, il
presidente della Sammartinese,
Umberto Iantorno: "Nelle ultime
gare la Cancellese ha concluso
gli incontri con espulsioni e
istigando gli avversari e il
pubblico. Due settimane fa è
stato picchiato l’arbitro". E il
dirigente se la prende con la
Lega dilettanti colpevole di
"non aver richiesto la presenza
delle forze dell’ordine".
Iantorno minaccia di ritirare la
squadra dal campionato, il suo
collega della Cancellese l’ha
già fatto. Il ministro dello
Sport Giovanna Melandri ha detto
ieri che "gli episodi di
violenza sono sempre
intollerabili, ma quello che è
successo a Luzzi è di una
gravità inaudita". E sempre ieri
a Cava de Tirreni è scoppiata
una battaglia tra tifosi e forze
dell’ordine durante la partita
Cavese-Taranto, sospesa durante
il primo tempo.
29
gennaio 2007
Fonte:
Il Corriere della Sera
© Fotografia:
Quicosenza.it
Morto
in campo, cinque sotto accusa
di
Giuseppe Baldessarro
COSENZA
- Hanno un nome i presunti
protagonisti della rissa costata
la vita a Ermanno Licursi. I
carabinieri sono riusciti a
ricostruire la dinamica dello
scontro e a identificare tutti i
partecipanti. Una mega lite, a
pugni e calci, a fine di una
gara di terza categoria tra la
Sammartinese e la Cancellese.
Ora si attende solo l’esito
dell’autopsia che dovrà
stabilire se il dirigente
sportivo è deceduto per le
percosse subite o per un
infarto, conseguente allo stato
di agitazione. Secondo gli
inquirenti cinque persone
avrebbero partecipato al
pestaggio del quarantenne,
mentre una ventina sarebbero
complessivamente i tifosi,
dirigenti e calciatori che sono
stati indagati dalla procura di
Cosenza. I carabinieri sono
giunti ai nomi attraverso le
testimonianze, raccolte nel
corso della notte tra i presenti
all' interno dello stadio.
Secondo gli accertamenti
dell’inchiesta condotta dal Pm
Adriano Del Bene, a partita
finita, con la vittoria della
Sammartinese, il finimondo
sarebbe scoppiato a seguito di
uno scambio di insulti tra
calciatori. Alcuni spettatori,
tra cui anche dirigenti e atleti
squalificati della Cancellese,
avrebbero fatto ingresso nell'
area adiacente agli spogliatoi
per affrontare gli ospiti.
Quando Ermanno Licursi ha visto
che era nata una rissa è
intervenuto per evitare che la
situazione degenerasse. E per
tirar fuori dalla mischia un suo
giocatore. Nella confusione
anche il dirigente sarebbe stato
colpito più volte e da più
persone. L' uomo è morto, dopo
aver scambiato alcune parole con
alcuni atleti all' interno dello
spogliatoio. Ieri la Cancellese
ha annunciato che la squadra
sarà ritirata dal torneo. In un
comunicato i dirigenti hanno
anche fornito la loro versione
dei fatti. Spiegando che "al
termine della partita, mentre
gran parte dei giocatori
rientrava negli spogliatoi, a
centrocampo c’è stato uno
scontro verbale tra due di essi.
Dalle parole si è passati ad uno
scontro fisico che ha coinvolto
successivamente anche altri
calciatori delle due squadre".
C'era chi cercava di sedare gli
animi e tra questi "i dirigenti
di entrambe le società".
Aggiunge la società: "Alla fine
della breve colluttazione
Licursi si è diretto da solo
negli spogliatoi così come tutti
gli altri. Dopo circa 15-20
minuti qualcuno della
Sammartinese chiedeva soccorso
perché una persona si sentiva
male. Un medico presente è
intervenuto immediatamente e noi
ci siamo adoperati per
richiedere l’intervento di una
autoambulanza. Purtroppo tutto
risultava inutile". Secondo i
padroni di casa "nessuno aveva
corpi contundenti in mano, quali
manganelli, pietre o altro, non
c’è stato nessun lancio di
oggetti e non vi è stata alcuna
premeditazione". Della vicenda
si occuperà. Oltre che la
magistratura per gli aspetti
penali, anche l’Ufficio Indagini
della Federcalcio. Gli
investigatori di Francesco
Borrelli dovranno accertare,
soprattutto a seguito
dell’inchiesta giudiziaria,
eventuali coinvolgimenti e
responsabilità dei tesserati
federali. Il Ministro allo Sport
Giovanna Melandri ha definito
l’episodio di Luzzi "vergognoso
e intollerabile" ed ha inviato
le proprie condoglianze alla
famiglia Licursi.
29
gennaio 2007
Fonte:
La Repubblica
Autopsia: la morte del dirigente
causata dai calci. Arresti
imminenti
Almeno
un giocatore finirà in manette
con l’accusa di omicidio
di
Gaetano Imparato
Omicidio preterintenzionale:
l’autopsia ha cancellato gli
ultimi dubbi. Ermanno Licursi è
morto perché i calci al volto e
alla testa subiti nella rissa di
Cancellese-Sammartinese gli
hanno lesionato la carotide
procurando una emorragia interna
che gli ha inondato il torace.
L' ha stabilito, abbastanza
chiaramente, l’autopsia di ieri
mattina che ha visto in azione
tre medici legali: il dottor
Quintieri, nominato dal pm Del
Bene, il collega Addirizzito
(parente della vittima e
nominato dalla vedova), ma anche
il medico legale che i
calciatori della Cancellese
hanno voluto presenziasse all'
accertamento. CARTELLA CLINICA -
Che il comandante Carrara, col
pm Del Bene, non voglia lasciare
nulla al caso lo dimostra il
fatto che agli atti
dell’istruttoria sia stata messa
anche la cartella clinica di
Ermanno Licursi, ottenuta dall'
ambulatorio del dottor Guzzo,
medico di famiglia e della
squadra. ARRESTI IMMINENTI - Il
pm Del Bene non ha voluto
accelerare i tempi con arresti
che poi, al vaglio del Tribunale
del riesame potevano risultare
affrettati, ma ha preferito
rendere ancor più chiaro il
teorema accusatorio. Importante
sarà capire chi, dei
partecipanti alla rissa (tra i
quali un giocatore squalificato
perché il 21 gennaio aveva
cercato di aggredire l’arbitro)
ha sferrato i colpi più duri e
chi quello mortale. Oltre al
diciannovenne (I.B.) il cui
coinvolgimento è quasi certo,
c’è da capire chi tra altri due
aggressori (O.J. e D.B.) dovrà
essere raggiunto da una
ordinanza di arresto. NON LO
RIAMMAZZATE - Sabato, il dottor
Guzzo, era seduto al fianco del
Licursi, prima della rissa: "Non
vorremmo - dice il medico - che
dopo averlo fatto divenire un
morto di terza categoria gli si
offendesse anche la memoria:
qualcuno, forse per difendersi,
ha detto che Ermanno avrebbe
scavalcato per entrare in campo.
Invece era in panchina, visto
che appare nella distinta che si
dà all' arbitro nella veste di
dirigente accompagnatore. E poi,
cosa avrebbe dovuto scavalcare
visto che tutti i cancelli erano
spalancati ?". Da casa Licursi
parte una preghiera: sussurrata
dalla moglie Marcella: "Non lo
riammazzate, non sarebbe giusto
ora infangarne anche la
memoria". Ieri calciatori e
dirigenti della Sammartinese
hanno pregato davanti al feretro
di Licursi. I funerali si
terranno oggi, a San Martino di
Finita, alle 14.30, chiesa della
Misericordia. INVIATI DI
BORRELLI - Ieri, intanto, presso
la sede della Figc dilettanti di
Cosenza i due inviati
dell’ufficio Indagini diretto da
Borrelli hanno riascoltato tutti
i dirigenti della Sammartinese.
Oggi toccherà a quelli della
Cancellese che ieri comunque è
stata cancellata dal campionato,
dal quale il club aveva
annunciato l’intenzione di
ritirarsi. (Ha collaborato
Valter Leone)
31
gennaio 2007
Fonte:
La Gazzetta dello Sport
© Fotografia:
Ilgiornale.it
Calciatori e studenti indagati
per omicidio
di
Gaetano Imparato
Abbiamo
parlato con i due giocatori
raggiunti da avviso di garanzia
per la morte di Licursi. Hanno
19 anni, uno studia da orafo,
l’altro alla scuola alberghiera.
Dal
nostro inviato. RENDE (Cosenza)
- Siamo andati in quella che è
ritenuta la tana dei lupi. Il
campo d' allenamento della
Cancellese, che non è a Luzzi,
dove è morto sabato Ermanno
Licursi, e dove giocavano le
gare casalinghe perché il
terreno è regolamentare (o per
lo meno il Comitato dilettanti
l’ha ritenuto tale). Cancello
Magdalone, periferia che
lambisce la zona industriale di
Rende. Terreno spelacchiato,
l’erba verde è solo un sogno
visto che ci si allenano anche
tutti i ragazzini delle
giovanili. DUE AVVISI DI
GARANZIA - L' inizio delle
indagini sono state
ufficializzate a I.B. e O.J., i
due calciatori diciannovenni
raggiunti da un avviso di
garanzia proprio ieri. "Ricordo
la lunga preparazione
precampionato. Il torneo
iniziava il primo novembre e
noi, per la voglia di giocare,
siamo partiti il primo
settembre, due mesi prima. Non
vi dico la "disperazione"
quando, all' uscita dei
calendari, c'è capitato subito
il turno di riposo. Altra
attesa". I.B. è un cane
bastonato. Stando alle
risultanze degli inquirenti si
troverebbero nella posizione più
delicata. È il capocannoniere
del girone con 10 gol, frequenta
un istituto alberghiero, si
divide tra il calcio e carambola
al bar. Prima
dell’interrogatorio dell’Ufficio
Indagini gioiva per come il suo
Milan si fosse rinforzato con
Ronaldo. Incensurato, figlio di
operai, sabato era squalificato:
aveva mandato a quel paese un
arbitro. "Sì, tifo Milan e sono
contento per l’arrivo di
Ronaldo. La mia Cancellese ? È
un gruppo di amici: un orgoglio
essere con loro. Ho rifiutato
qualche squadra di categoria
superiore. La disgrazia di
sabato ? Sono tranquillissimo
con la mia coscienza" dice
attento a non infrangere il
segreto istruttorio, ma
sconvolto da quanto accaduto a
Licursi e a lui. IL FATTACCIO -
Del racconto di quello che è
accaduto, se ne incarica il
resto della rosa, a cominciare
dal capitano Rino Strafaci: "E'
una disgrazia, nessuno voleva
commettere omicidi - giura - le
risse si fanno in due, non siamo
criminali. La nostra è una
squadra di incensurati. Abbiamo
deciso di fare il primo torneo
di Terza categoria al rigore di
Grosso nella finale del
Mondiale, cullavamo l’idea da
tempo. Abbiamo passato le
vacanze pensando alle magliette
da scegliere, a fare le collette
per l’iscrizione: 2.150 euro. Ci
autogestiamo, la scuola calcio
Cancellese ci ha solo prestato
la denominazione. Le multe
dovevamo pagarle di tasca
nostra. Con la morte di Licursi
muoiono anche i nostri sogni. È
ben diverso da chi ha perso una
persona cara, ma è una tragedia
anche per noi, e non certo
voluta". L'ORAFO - L' altro
indagato, O.J., studia per
diventare orafo. Racconta: "Non
so proprio descrivere questo
momento tragico, difficile per
noi tutti. Sono confuso, mi
aiutano i compagni di squadra e
il presidente. E pensare che, in
totale, essendo arrivato da sole
poche gare ho giocato, in tutto,
sì e no 45 minuti. Sono scelte
dell’allenatore, ma non è un
problema, il calcio per me è un
hobby: studio all'istituto d'
arte e aiuto i miei nel lavoro
(in un autolavaggio, ndr). La
mia vita non è quella di chi
sogna fare il calciatore. Tifo
Milan, lo seguo in televisione,
mai allo stadio". LEGA PARTE
CIVILE - Gli avvocati si danno
da fare mentre il pm Del Bene
attende, per fine settimana, il
referto dell’autopsia. Ieri e
oggi non ha operato
interrogatori. La vedova Licursi
e il suo legale Biliotta
attendono novità: "Pur avendo
massima fiducia nella
magistratura ci aspettiamo
risposte celeri". Carlo
Tavecchio, presidente della Lega
Dilettanti, conferma il blocco
dei tornei dilettanti il 25
febbraio, e ufficializza la
presa di posizione: "Ci
costituiremo parte civile nel
processo Licursi. Una scelta che
serve a dare una valenza
giuridica ad un atto che abbiamo
già condannato eticamente e
moralmente". La Sammartinese, la
società di Licursi, ha chiesto
di non giocare la prossima
partita di campionato, in
programma domenica in casa della
Real Soccer San Nicola: "Tutti
noi - ha detto il presidente
Umberto Iantorno - siamo troppo
scossi. Il dolore è ancora
grande e i ragazzi sono sotto
choc". Intanto non è da
escludere un’altra inchiesta,
parallela, sull' agibilità
concessa allo stadio di Luzzi.
Queste, e altre anomalie su
referti arbitrali, potrebbero
passare presto al vaglio degli
inquirenti di Rende che tengono
da tempo sotto occhio certe
anomalie organizzative.
2
febbraio 2007
Fonte:
La Gazzetta dello Sport
Morte
Licursi: in manette il
presidente e 5 giocatori della
Cancellese
Aggredito e picchiato a morte
dal presidente e da alcuni
giocatori della squadra
avversaria solo perché aveva
tentato di sedare una rissa
scoppiata in campo. È morto così
Ermanno Licursi, di 44 anni, il
dirigente della Sammartinese
deceduto il 27 gennaio scorso
negli spogliatoi dello stadio di
Luzzi (Cosenza) al termine
dell'incontro con la Cancellese,
valido per il campionato di
terza categoria. I carabinieri
della Compagnia di Rende hanno
arrestato la scorsa notte cinque
persone accusate di omicidio
preterintenzionale e rissa in
relazione alla morte di Licursi.
Si tratta del presidente della
Cancellese, (Omissis), di 52
anni, e di quattro giocatori
della stessa squadra, (Omissis),
di 19 anni; (Omissis) (22);
(Omissis) (25), e (Omissis) (43). Per
(Omissis) il gip,
Lucia Angela Marletta, che ha
emesso le ordinanze di custodia
cautelare eseguite dai
carabinieri, ha disposto la
detenzione in carcere, mentre
gli altri tre sono stati posti
agli arresti domiciliari. La
stessa misura è stata decisa per
il presidente (Omissis). Nei
confronti di un quinto giocatore
della Cancellese, (Omissis)
(19), indagato soltanto per
rissa aggravata, è stata emessa
la misura cautelare dell'obbligo
di presentazione alla polizia
giudiziaria. Secondo quanto è
emerso dall'inchiesta condotta
dal sostituto procuratore della
Repubblica di Cosenza, Adriano
Del Bene, Licursi sarebbe stato
aggredito e picchiato a pugni e
calci dopo che era intervenuto
per mettere pace tra i giocatori
delle due squadre per calmare le
intemperanze del pubblico. "Non
ci posso credere - aveva detto
Licursi subito dopo avere subito
l'aggressione - ho preso tutte
queste botte per avere cercato
di mettere pace". Lo stesso
(Omissis), due giorni dopo la
morte di Licursi, aveva espresso
l'augurio che il colpevole della
morte di Licursi venisse
identificato e pagasse per le
sue responsabilità. "Sono
addolorato per quanto è accaduto
- aveva aggiunto (Omissis) - Sono
episodi inqualificabili. Non
voglio giustificare nessuno e
speriamo che presto la
magistratura faccia chiarezza".
Secondo l'accusa, in realtà,
sarebbe stato proprio (Omissis)
uno dei promotori
dell'aggressione che avrebbe
provocato la morte di Licursi.
Soddisfazione per il lavoro di
magistrati ed investigatori è
stata espressa dalla vedova di
Licursi, Marcella Sarro.
La
vedova: È giusto che i
responsabili paghino - "Sono
soddisfatta per il lavoro
investigativo svolto dagli
organi inquirenti che ha portato
a questo risultato". Lo ha detto
all'ANSA Marcella Sarro, vedova
di Ermanno Licursi, commentando
l'operazione dei carabinieri che
ha portato la scorsa notte
all'arresto dei presunti
responsabili della morte del
marito. "Mi auguro sin d' ora -
ha aggiunto la vedova di Licursi
nella dichiarazione, diffusa
attraverso il suo legale,
l'avvocato Gianluca Bilotta -
che coloro tra gli indagati che
saranno giudicati responsabili
della morte di Ermanno paghino
effettivamente e
proporzionalmente per il grave
ed abietto reato commesso".
Marcella Sarro, vedova di
Ermanno Licursi, il 20 febbraio
scorso aveva ricevuto, in segno
di solidarietà, un premio in
denaro da parte della Lega
calcio. La somma, messa a
disposizione dai presidenti
delle squadre di calcio
professionistiche e dilettanti,
era stata consegnata a Marcella
Sarro a Roma nel corso della
stessa cerimonia organizzata per
consegnare una cifra in denaro
alla vedova di Filippo Raciti,
l'ispettore di polizia ucciso il
2 febbraio scorso durante gli
scontri accaduti dopo il derby
Catania-Palermo. A Marcella
Sarro era stata consegnata la
stessa somma raccolta per la
vedova di Licursi, 420 mila
euro.
Accerchiato e colpito a calci e
pugni - Ermanno Licursi, il
dirigente della Sammartinese
morto il 27 gennaio nello stadio
di Luzzi, fu aggredito da alcuni
giocatori e dal presidente della
Cancellese, (Omissis),
solo perché tentò di sedare una
rissa che era scoppiata tra i
giocatori sul terreno di gioco.
Ad affermarlo è il gip del
Tribunale di Cosenza, Lucia
Angela Marletta, nell'ordinanza
di custodia cautelare emessa nei
confronti del presidente della
Cancellese, (Omissis), e di
quattro calciatori della stessa
squadra, accusati di omicidio
preterintenzionale e rissa
aggravata. Il gip,
nell'ordinanza, riporta la
frase, riferita da alcuni
testimoni, che fu pronunciata
ripetutamente da Licursi, mentre
veniva portato negli spogliatoi
dello stadio di Luzzi, dopo
avere subito l'aggressione: "Non
ci posso credere, ho preso tutte
queste botte per avere cercato
di mettere pace". Il giudice
delle indagini preliminari, nel
provvedimento, ricostruisce la
dinamica degli incidenti che
condussero alla morte di
Licursi. "Il presidente della
Cancellese, (Omissis) -
scrive il gip Marletta - una
volta giunto in contatto con
Licursi, lo aveva percosso con
uno schiaffo e, dopo che il
dirigente della Sammartinese era
caduto a terra, lo aveva
accerchiato insieme ai giocatori
della Cancellese coinvolti nella
rissa e lo aveva colpito con
pugni e calci che procuravano al
dirigente della Sammartinese
lesioni contusive esterne ed
interne". A causa
dell'aggressione subita,
subentrò in Licursi uno stato di
agitazione seguito da un malore
"per il subentrare - scrive il
gip - di una crisi di aritmia
cardiaca". Crisi che agì come
concausa, insieme alle percosse
subite, della morte di Licursi.
|
Licursi
ucciso da un colpo al collo -
Era intervenuto per cercare di
sedare una rissa al termine
della gara tra Cancellese e
Sammartinese, la società di cui
era dirigente, ma un violento
calcio al collo lo aveva ucciso.
Ermanno Licursi era morto così,
il 27 gennaio scorso, sul campo
di Luzzi, al termine di una gara
del campionato di terza
categoria calabrese. Alla rissa
avevano partecipato giocatori e
tifosi entrati in campo dalle
tribune. Licursi aveva cercato
di riportare la calma, ma per
tutta risposta, come ha
accertato poi l’autopsia, aveva
ricevuto un violento calcio al
collo che aveva provocato una
lesione alla carotide con
conseguente emorragia interna.
L' uomo era riuscito a rientrare
negli spogliatoi ed a scambiare
poche parole con un altro
dirigente della sua squadra, ma
poco dopo si era accasciato a
terra ormai privo di vita. I
carabinieri della Compagnia di
Rende, una volta identificate le
persone che avevano partecipato
alla rissa, una ventina in
tutto, sono poi risaliti alle
singole responsabilità,
individuando sei persone come
quelle maggiormente coinvolte
nella morte del dirigente della
Sammartinese. Tra loro anche due
giocatori della Cancellese,
entrambi diciannovenni, uno dei
quali era squalificato, ma aveva
seguito ugualmente la sua
squadra, assistendo all'
incontro dalle tribune. Nei
giorni scorsi i carabinieri,
ultimato il loro lavoro, avevano
presentato un rapporto al
sostituto procuratore della
Repubblica di Cosenza, Adriano
Del Bene. Stamani gli arresti.
Dopo la morte di Licursi, il
comitato regionale della
Calabria della Figc ha anche
escluso la società Polisportiva
Cancellese dal campionato di
terza categoria e da ogni altra
attività.
Dopo la rissa il Presidente
aveva detto "Il colpevole paghi"
- "È giusto che il colpevole
paghi". Lo aveva detto il
presidente della Cancellese,
(Omissis),
due giorni dopo l'omicidio di
Ermanno Licursi, il dirigente
della Sammartinese morto il 27
gennaio nel corso di una rissa
negli spogliatoi dello stadio di
Luzzi. (Omissis) è stato
arrestato la scorsa notte,
insieme a quattro giocatori
della Cancellese, nell'ambito
dell'inchiesta sulla morte di
Licursi, con l'accusa di
omicidio preterintenzionale e
rissa aggravata. Dalle indagini
è emerso che ad aggredire
Licursi, provocandone la morte
per un pugno sferratogli alla
carotide, dopo le contestazioni
accadute nel corso della
partita, conclusasi con la
vittoria della Sammartinese per
2-1, sarebbero stati lo stesso
presidente (Omissis) ed alcuni
giocatori della Cancellese.
"Sono addolorato per quanto è
accaduto - aveva detto (Omissis)
- Sono episodi inqualificabili.
Non voglio giustificare nessuno
e speriamo che presto la
magistratura faccia chiarezza".
10
marzo 2007
Fonte:
Nuovacosenza.com
© Fotografie:
Sammartinese.altervista.org
Omicidio Licursi, sei arresti
Destinatari dei provvedimenti
cinque calciatori e un dirigente
della Cancellese.
COSENZA
- Sono cinque, per il momento,
gli indagati nell’ambito delle
indagini per i fatti che
portarono alla morte del
dirigente della Sammartinese
Ermanno Licursi, mentre una
sesta persona è accusata solo di
rissa. Nei loro confronti il gip
del Tribunale di Cosenza, Lucia
Marletta, su istanza del pm
Adriano Del Bene, ha emesso
un’ordinanza d’applicazione di
misure cautelari che vanno dalla
detenzione in carcere (per
(Omissis), 19 anni di Rende),
agli arresti domiciliari
(disposti per (Omissis), 52 anni
di Rende, presidente della
squadra di terza categoria,
Cancellese, (Omissis), 22 di
Montalto Uffugo, (Omissis), 25
originario di Lecce ma residente
a Rende, (Omissis), 43
anni di Rende) all’obbligo di
dimora (perché accusato solo di
rissa aggravata e non di
omicidio preterintenzionale
aggravato e in concorso come gli
altri cinque) per (Omissis),
19 anni, di Montalto Uffugo. Le
circostanze sono state rese note
nel corso d’una conferenza
stampa, che s’è tenuta
stamattina al comando
provinciale dei carabinieri di
Cosenza, e alla quale hanno
partecipato il procuratore
generale del Tribunale di
Cosenza, Franco Giacomantonio,
il pm Adriano Del Bene, il
colonnello Demetrio Buscia,
comandante provinciale del
nucleo operativo, e il capitano
Vittorio Carrara, comandante
della compagnia dei carabinieri
di Rende. Nel corso
dell’incontro con i giornalisti
gli inquirenti hanno
sottolineato la difficoltà del
loro lavoro, fondato in massima
parte su testimonianze.
"Testimonianze che sono state
vagliate - ha rimarcato il pm
Adriano Del Bene - con estrema
cura dopo essere state
verificate e incrociate tra
loro. Sta di fatto - ha
puntualizzato il magistrato -
che il gip ha aderito
completamente al quadro
indiziario che è stato
prefigurato. Quadro, nel quale è
stata data particolare
attenzione alle responsabilità
soggettive dei cinque che hanno
concorso nell’omicidio
preterintenzionale colpendo
Ermanno Licursi e di una persona
nei cui confronti non è stato
contestato l’omicidio
preterintenzionale ma che ha
partecipato alla rissa
aggravata". Il pm ha inoltre
affermato che "l’inchiesta, per
il momento s’è soffermata sui
principali artefici
dell’aggressione a Licursi ma
non v’è dubbio che ci sono degli
altri responsabili della rissa
aggravata. Persone le cui
responsabilità saranno da qui a
poco acclarate". Le sei persone
nei confronti delle quali sono
state emesse le misure cautelari
fanno parte a vario titolo della
Cancellese, squadra con la
quale, la Sammartinese, di cui
era dirigente Ermanno Licursi,
lo scorso 27 gennaio ha
disputato una gara di terza
categoria sul campo neutro di
Luzzi. Una circostanza, quella
del campo neutro, dovuta al
fatto che il rettangolo di gioco
della Cancellese era
squalificato da quasi due mesi.
Più nel dettaglio - è stato
rimarcato nel corso della
conferenza stampa - (Omissis),
il diciannovenne finito in
carcere, è uno studente ed è
tesserato con la Cancellese:
sabato 27 gennaio, il giovane ha
assistito alla gara dagli spalti
per via d’una squalifica.
Calciatori sono pure (Omissis),
(Omissis), (Omissis) e
(Omissis), i quali quel sabato
sono scesi in campo,
rispettivamente con la maglia
14, 4, 1 e 17. Il
cinquantaduenne (Omissis) è invece presidente del
sodalizio sportivo di Cancello
Magdalone di Rende (Cosenza).
Ermanno Licursi, aveva 43 anni
ed era un commerciante di San
Martino di Finita in provincia
di Cosenza, appassionato di
calcio che aveva vissuto prima
da protagonista in campo e negli
ultimi anni da dirigente della
squadra del suo paese. Squadra
che il sabato della tragedia
aveva vinto col risultato di
2-1. Alla famiglia Licursi, che
nelle ultime settimane aveva più
volte chiesto giustizia sulla
morte del congiunto, in segno di
solidarietà la Lega calcio nei
giorni scorsi ha consegnato la
somma di 420 mila euro, frutto
di una raccolta fondi fra le
società calcistiche.
10
marzo 2007
Fonte:
Lastampa.it
Cosenza, arrestate 5 persone per
l'omicidio di Licursi
L'accusa a carico di quattro
calciatori e un dirigente della
Cancellese è di omicidio
preterintenzionale e rissa
aggravata. Un giocatore avrebbe
sferrato il pugno fatale a
Licursi, il dirigente della
Sammartinese intervenuto per
sedare una rissa scoppiata negli
spogliatoi il 27 gennaio scorso.
Cosenza
- Cinque ordinanze di custodia
cautelare sono state emesse dal
gip del Tribunale di Cosenza,
Lucia Angela Marletta,
nell'ambito dell'inchiesta sulla
morte di Ermanno Licursi, il
dirigente morto in seguito a una
rissa a conclusione
dell'incontro tra la Cancellese
e la Sammartinese il 27 gennaio
scorso sul campo del Rende. I
provvedimenti sono stati emessi
su richiesta del sostituto
procuratore della Repubblica di
Cosenza, Adriano Del Bene, e
sono stati notificati dai
carabinieri della compagnia di
Rende che ha condotto le
indagini. Destinatari dei
provvedimenti cinque calciatori
e un dirigente della Cancellese.
Uno dei cinque portato in
carcere, tre sono stati posti
agli arresti domiciliari e ad
una è stato imposto l'obbligo
della presentazione alle forze
di polizia. L'accusa a loro
carico è di omicidio
preterintenzionale e rissa
aggravata. Tra i destinatari dei
provvedimenti anche un dirigente
della Cancellese al quale
vengono contestati gli stessi
reati di cui devono rispondere i
calciatori che sono stati
arrestati per, omicidio
preterintenzionale e rissa
aggravata. La custodia cautelare
in carcere è stata disposta a
carico di un giocatore nei
confronti del quale sono emerse
le maggiori responsabilità in
relazione alla morte di Licursi.
Sarebbe stato lui, infatti, a
sferrare contro il dirigente
della Sammartinese, intervenuto
per sedare la rissa scoppiata
negli spogliatoi dello stadio,
il pugno alla carotide che gli è
stato fatale. La sesta misura
cautelare è stata emessa a
carico di un altro giocatore
della Cancellese nei confronti
del quale il gip ha disposto
l'obbligo di presentazione alla
polizia giudiziaria. Ermanno
Licursi morì nel corso di una
rissa scoppiata negli spogliatoi
dello stadio di Rende a
conclusione dell'incontro tra la
Cancellese e la Sammartinese,
vinto da quest'ultima per 2-1,
valido per il campionato di
terza categoria. Licursi
intervenne per sedare la rissa,
ma fu aggredito a sua volta e
morì a causa delle percosse
ricevute. La Cancellese, dopo i
fatti accaduti a Luzzi, è stata
estromessa dal campionato.
10
marzo 2007
Fonte:
Ilgiornale.it
© Fotografia:
Blogosfera.varesenews.it
CRONACA
- Tra i calciatori della
Cancellese ci sarebbe anche il
responsabile del pugno alla
carotide che uccise il dirigente
della Sammartinese durante la
rissa del 27 gennaio.
Omicidio Licursi, scattano gli
arresti per quattro giocatori e
il presidente
COSENZA
- Cinque arresti per
l'assassinio di Ermanno Licursi,
il dirigente quarantaquattrenne
della Sammartinese ucciso negli
spogliatoi dello stadio di Luzzi
(Cosenza) il 27 gennaio scorso.
I provvedimenti di custodia
cautelare riguardano quattro
giocatori e il presidente della
Cancellese accusati di omicidio
preterintenzionale e rissa. La
partita tra le due squadre di
terza categoria era appena
finita quando è scoppiata una
rissa e Licursi, che cercava di
calmare gli animi, è stato
colpito da un pugno alla
carotide che gli è stato fatale.
Agli arresti sono finiti il
presidente della Cancellese
(Omissis), 52 anni, e i
giocatori (Omissis), 19 anni,
(Omissis), 22, (Omissis), 25,
(Omissis), 43. Per (Omissis) il gip Lucia Angela
Marletta ha disposto la
detenzione in carcere, per gli
altri tre calciatori e il
presidente gli arresti
domiciliari. Per un quinto
giocatore della Cancellese,
(Omissis), 19 anni, è indagato
soltanto per rissa aggravata, è
stata emessa la misura cautelare
dell'obbligo di presentazione
alla polizia giudiziaria. I
provvedimenti sono stati emessi
su richiesta del sostituto
procuratore della Repubblica di
Cosenza Adriano Del Bene. La
custodia cautelare in carcere è
stata disposta a carico del
giocatore nei confronti del
quale sono emerse le maggiori
responsabilità in relazione alla
morte di Licursi: sarebbe stato
lui, infatti, a sferrare contro
il dirigente il pugno fatale.
Alla rissa scoppiata al termine
della partita avevano
partecipato giocatori e tifosi
entrati in campo dalle tribune.
Licursi aveva cercato di
riportare la calma, ma per tutta
risposta, come ha accertato poi
l'autopsia, aveva ricevuto un
violento colpo al collo che
aveva provocato una lesione alla
carotide con conseguente
emorragia interna. L'uomo era
riuscito a rientrare negli
spogliatoi e a scambiare poche
parole con un altro dirigente
della sua squadra, ma poco dopo
si era accasciato a terra ormai
privo di vita. I carabinieri
della compagnia di Rende, una
volta identificate le persone
che avevano partecipato alla
rissa, una ventina in tutto,
erano poi risaliti alle singole
responsabilità, individuando sei
persone come quelle maggiormente
coinvolte nella morte del
dirigente della Sammartinese.
Una tragedia che aveva indotto
il comitato regionale della
Calabria della Figc a escludere
la società Polisportiva
Cancellese dal campionato di
terza categoria e da ogni altra
attività.
10
marzo 2007
Fonte:
Repubblica.it
© Fotografia: Telecosenza
Delitto
Licursi Cinque arresti
di
Valter Leone
Quattro
giocatori e il presidente della
Cancellese accusati di omicidio
preterintenzionale e rissa.
COSENZA
- "Il gip ha aderito
completamente al quadro
accusatorio emerso dopo la
difficile fase investigativa".
Sono le parole pronunciate, con
orgoglio, dal pm Adriano Del
Bene per annunciare l’arresto
delle cinque persone accusate di
omicidio preterintenzionale e
rissa aggravata. Così, dopo poco
più di un mese, si arriva a una
prima svolta sulla tragedia di
Ermanno Licursi (avrebbe
compiuto 44 anni il prossimo 22
giugno), il dirigente della
Sammartinese morto lo scorso 27
gennaio dopo una rissa scoppiata
alla fine della partita del
campionato di Terza categoria
con la Cancellese. Si è ancora
alle indagini preliminari,
nessuno può ancora essere
considerato colpevole. BLITZ -
Dunque, gravissimi indizi di
colpevolezza che ieri mattina
all' alba, come ha sottolineato
Vittorio Carrara, capitano della
compagnia di Rende che ha
lavorato in collaborazione con i
colleghi del comando provinciale
di Cosenza, hanno portato alla
custodia cautelare in carcere
per il calciatore della
Cancellese, (Omissis) di 19
anni, che era in tribuna perché
squalificato. Arresti
domiciliari, invece, a tre suoi
compagni (Omissis), 22 anni, in
campo con la maglia numero 14;
(Omissis),
25 anni, numero 4; (Omissis), 43
anni, portiere) e al presidente
(Omissis),
52 anni, rintracciato a
Gallipoli dove era andato a
trovare la figlia. Una sesta
persona, il calciatore (Omissis), 19 anni, avrà l’obbligo
di firma e dimora perché
accusato di rissa aggravata. "Ci
sono ancora tanti altri
responsabili - ha sottolineato
lo stesso Del Bene - della rissa
aggravata. Occorre fare una
attenta valutazione pure su
alcuni calciatori de La Sammartinese". Nell' ordinanza
firmata dal gip Lucia Marletta
emergono palesi contraddizioni
nelle testimonianze dei
tesserati della Cancellese, al
punto che secondo gli inquirenti
il comportamento degli indagati
"dimostra l’assenza di freni
inibitori nel ricorrere alla
violenza per banali contrasti
avvenuti nel corso di una
partita, senza mostrare remore
nell' intraprendere una contesa
fisica, dimostrando particolare
aggressività anche nei confronti
di chi era intervenuto per
pacificare". LA FOLLIA - La
ricostruzione degli attimi che
hanno portato alla tragedia,
parte, per come scritto nell'
ordinanza, dal fatto che
(Omissis) segue la partita dagli
spalti, dove è presente anche
Licursi. In campo, invece, i
calciatori (Omissis) (portiere della
Cancellese, uno degli
arrestati), e Saullo (difensore
de La Sammartinese) si beccano.
Finita la partita, comincia la
mezz' ora di follia con
(Omissis)
che avrebbe strattonato Saullo.
Altri calciatori si sarebbero
avvicinati ai due, mentre dagli
spalti sarebbero entrati in
campo (Omissis) e Licursi, il
quale avrebbe cercato di mettere
fine alla lite. (Omissis) avrebbe
colpito Licursi, il presidente
della Cancellese, (Omissis), lo
avrebbe schiaffeggiato e
(Omissis)
lo avrebbe spinto facendolo
cadere a terra. Nessuno poi
sarebbe più riuscito a
controllarsi: (Omissis),
(Omissis), (Omissis) e (Omissis) avrebbero
continuato a colpire Licursi
nonostante fosse a terra; lo
stesso sarebbe riuscito a
rialzarsi e avviarsi verso gli
spogliatoi dove muore alle
16,47. TRAGEDIA - L' aggressione
dopo la partita. Ermanno Licursi
è morto il 27 gennaio scorso, in
seguito ad un’aggressione allo
stadio di Luzzi (Cosenza), al
termine dell’incontro di terza
categoria tra Cancellese e Sammartinese, di cui Licursi era
dirigente.
11
marzo 2007
Fonte:
La Gazzetta dello Sport
Calcio,
5 arresti per il dirigente
ucciso
COSENZA
- Il pugno che lo ha ucciso
sfondandogli la carotide glielo
ha dato il più giovane del
gruppo. Ma all' aggressione
hanno partecipato almeno in
cinque. E tra questi anche
(Omissis), presidente della
squadra avversaria. È questa la
verità cui è giunta l’indagine
sulla morte di Ermanno Licursi.
Il dirigente accompagnatore
della Sammarinese, deceduto il
27 gennaio scorso dopo una rissa
scoppiata alla fine di una
partita di terza categoria, è
morto per un solo colpo, ma le
botte gliele hanno date in
tanti. Secondo quanto
ricostruito dai carabinieri di
Rende, sul campo di calcio di
Luzzi si era appena conclusa la
partita contro la Cancellese. La
squadra di Licursi aveva vinto
per 2 a 1. Qualche parola di
troppo al fischio finale, prima
gli spintoni e poi la rissa all'
ingresso degli spogliatoi. Il
dirigente ospite era intervenuto
per calmare gli animi. Voleva
solo salvare uno dei suoi
ragazzi preso in mezzo. Invece
ha ottenuto l’effetto di
attirare le ire degli
aggressori. Momenti concitati,
calci e pugni. A fine rissa
Licursi entra negli spogliatoi,
si rammarica dicendo: "Non posso
credere di aver preso tutte
queste botte per aver cercato di
mettere pace". Saranno le sue
ultime parole. Poi avverte un
malore, si accascia su una panca
e muore nel giro di pochi
minuti. Un mese di indagini, di
interrogatori e di perizie hanno
portato ieri all' arresto di
cinque persone, quattro
calciatori e un dirigente, tutti
della Cancellese. L' accusa
formulata è "omicidio
preterintenzionale e rissa". Gli
arresti sono scattati per il
presidente della squadra di casa
(Omissis) e per
quattro giocatori. (Omissis) di
19 anni è stato portato in
carcere in quanto responsabile
del colpo mortale. Per il
presidente e per (Omissis),
(Omissis) e
(Omissis) sono stati
disposti gli arresti
domiciliari. Un quinto
calciatore della Cancellese,
(Omissis), è accusato
soltanto di rissa aggravata e
nei suoi confronti è stata
emessa la misura cautelare
dell’obbligo di presentazione
alla polizia giudiziaria. L'
inchiesta condotta dal sostituto
procuratore della Repubblica di
Cosenza, Adriano Del Bene, non
si è però conclusa. Ed è certo
che altre persone saranno
chiamate a rispondere quanto
meno dell’accusa di rissa
aggravata. Tra questi anche
alcuni calciatori della stessa Sammartinese.
(Omissis), il
giorno dopo l’accaduto, aveva
annunciato il ritiro della
propria squadra dal campionato.
Nello stesso contesto aveva
espresso l’augurio che il
colpevole della morte di Licursi
fosse identificato e pagasse per
le sue responsabilità. Secondo
l’accusa, in realtà, sarebbe
stato proprio lui uno dei
promotori dell’aggressione al
dirigente avversario. Marcella
Sarro, vedova del commerciante
ucciso, si augura che "coloro
che saranno giudicati colpevoli
paghino effettivamente".
11
marzo 2007
Fonte:
La Repubblica
© Fotografia: Telecosenza
Morte
Licursi: cinque anni di
squalifica
per presidente e due
giocatori Cancellese
Pubblicato nell'edizione del
ROMA - La commissione
disciplinare territoriale presso
il Comitato Calabria della Lega
dilettanti ha squalificato per 5
anni 3 tesserati, con proposta
di radiazione, per la morte di
Ermanno Licursi, il dirigente de
La Sammartinese deceduto il 27
gennaio 2007 sul campo di Luzzi
(Cosenza). Licursi era stato
picchiato da varie persone in
una rissa in campo al termine
dell' incontro tra Cancellese e
La Sammartinese di Terza
categoria e si era poi
trascinato negli spogliatoi,
dove era morto per un' aritmia
cardiaca: quest' ultima, hanno
accertato i periti della Procura
di Cosenza (il procedimento
penale è ancora in corso), aveva
avuto tra le concause l'
aggressione subita, anche se le
lesioni "non hanno avuto un
ruolo di causa diretta per il
decesso". Gli squalificati per 5
anni sono (Omissis),
presidente della Cancellese, e i
calciatori della sua squadra
(Omissis) e (Omissis): alla
società è stata inflitta la "non
ammissione a tutte le
manifestazioni federali per anni
due". La Cancellese, peraltro,
si era ritirata dal campionato
subito dopo i fatti. Inoltre la
Disciplinare ha squalificato per
3 anni (Omissis), (Omissis),
(Omissis) e
(Omissis), calciatori
della Cancellese, e
(Omissis),
allenatore di fatto della
Cancellese ma calciatore della
Cosentia; 2 anni e 6 mesi a
(Omissis) e
(Omissis),
calciatori de La Sammartinese;
un anno e 6 mesi a
(Omissis) e 6 mesi ad
(Omissis). A La Sammartinese sono
state inflitte, per
responsabilità oggettiva, la
squalifica del campo per 5
giornate e una penalizzazione di
tre punti.
8
gennaio 2008
Fonte:
La Gazzetta dello Sport
Benevento
Morte
Licursi. La sentenza: 4
assoluzioni e 3 condanne (per
rissa)
Letta
la sentenza sul caso Licursi, il
dirigente morto a seguito di una
rissa scoppiata in campo dopo
l'incontro
Sammartinese-Cancellese. Assolti
i 4 imputati di omicidio. 3
condanne per rissa.
È stata
resa nota oggi pomeriggio la
sentenza riguardante il processo
per la morte di Ermanno Licursi,
il dirigente quarantatreenne
della squadra di calcio
dilettantistica della
Sammartinese, deceduto dopo una
lite scoppiata in campo alla
fine dell’incontro di calcio
contro la Cancellese, nel campo
sportivo di Luzzi (CS). Era il
27 gennaio del 2007. La
presidente della Corte d’Assise
Antonia Gallo ha letto la
sentenza che assolve i quattro
imputati dall’accusa di omicidio
preterintenzionale,
condannandone solo tre per
rissa, a tre anni di reclusione
più le pene processuali e
accessorie. Prosciolto da ogni
accusa (Omissis), 22 anni. I tre
condannati per rissa sono
(Omissis), 52 anni, dichiarato
recidivo, che all’epoca dei
fatti era il presidente della
Cancellese, (Omissis), 25 anni, e
(Omissis), 43 anni. Le
richieste del PM, Adriano Del
Bene, erano state di otto anni
per (Omissis), (Omissis) e
(Omissis) e
di 10 anni e sei mesi per
(Omissis). Giuseppe De Marco,
avvocato di (Omissis), ha detto
dopo la lettura della sentenza,
che è stata accolta in aula da
un’ovazione, "mi pare una
sentenza equilibrata, ma
aspettiamo di leggere le
motivazioni per stabilire se ci
siano i margini per un appello
anche per questo residuo capo di
imputazione". Per Nicola
Rendace, avvocato di (Omissis), "finalmente è finito un incubo
per un ragazzo di 22 anni che
sta per laurearsi. Questa
sentenza gli ha restituito la
vita". Gli avvocati della
famiglia Licursi invece non sono
sembrati soddisfatti e non
escludono di ricorrere in
appello. Dal processo era già
uscito un altro giocatore della
Cancellese, (Omissis), 20
anni, giudicato con
patteggiamento in sede di
udienza preliminare. Il giovane
sta scontando la sentenza di
condanna a tre anni e tre mesi.
31
marzo 2010
Fonte:
Quotidianodelsud.it
© Fotografia: Iacnews24.it
Calcio,
morte Licursi: Assolti quattro
imputati per omicidio
Sono
stati assolti i quattro imputati
nel processo per la morte di
Ermanno Licursi, il dirigente
della squadra di calcio della
Sammartinese morto il 27 gennaio
2007 dopo una rissa con alcuni
giocatori e dirigenti della
Cancellese. La sentenza è stata
emessa dai giudici della corte
d'assise di Cosenza. I quattro
imputati assolti, che erano
accusati di omicidio
preterintenzionale, sono
(Omissis), 43 anni, (Omissis)
(25) e (Omissis) (22), tutti
giocatori della Cancellese, e il
dirigente della squadra,
(Omissis), di 52 anni.
Per i tre giocatori il pubblico
ministero aveva chiesto la
condanna a 8 anni di reclusione
e per (Omissis) 10 anni.
(Omissis), (Omissis) e (Omissis) sono
stati condannati a 3 anni per la
rissa avvenuta al termine della
partita. Un altro giocatore
della Cancellese, (Omissis),
ha invece patteggiato la pena a
tre anni e tre mesi di
reclusione per la morte di
Ermanno Licursi. La condanna di
(Omissis) è diventata definitiva.
31
marzo 2010
Fonte:
Sport.repubblica.it
Botte
in campo, dirigente morì dopo
una rissa
assolti i quattro
imputati: Non fu ucciso da loro
COSENZA
- Sono stati assolti i quattro
imputati nel processo per la
morte di Ermanno Licursi, il
dirigente della squadra di
calcio della Sammartinese morto
il 27 gennaio 2007 dopo una
rissa con giocatori e dirigenti
della Cancellese. Tre dei
quattro imputati (tre giocatori
e un dirigente della Cancellese)
sono stati condannati invece a
tre anni per la rissa avvenuta
al termine della partita.
1
aprile 2010
Fonte:
La Repubblica
Omicidio Licursi: la sentenza
Dirigente squadra calcio morto
dopo rissa, 3 assoluzioni
Era il
27 gennaio 2007 quando al
termine della partita di Terza
categoria contro la Cancellese,
sul campo neutro di Luzzi, si
scatena una rissa violenta,
durante la quale perde la vita
Ermanno Licursi, il dirigente
della società di calcio
Sammartinese. Ieri la condanna:
tre anni al presidente della
Cancellese, (Omissis)
(55 anni), e ai due calciatori
(Omissis) (43 anni) e (Omissis) (27), per
l'accusa di rissa. Assolti
invece per non aver commesso il
fatto per quanto riguarda il
capo d'imputazione di omicidio
preterintenzionale, perché,
secondo i giudici Licursi non è
morto per le percosse, e
quell'unico ematoma repertato
sul dorso del dirigente sportivo
della Sammartinese sarebbe stato
provocato da un calcio sferrato
da una persona che non aveva
preso parte alla gara. Non un
atleta, perché la traccia sul
corpo della vittima sarebbe
stata prodotta da una calzatura
comune e non da uno scarpino
(provvisto di tacchetti, di
gomma o di metallo) da calcio.
Assolto da tutte le accuse il
calciatore (Omissis) (24
anni).
1
aprile 2010
Fonte:
Cn24tv.it
Benevento
Per la
morte Licursi dopo la rissa al
campo di calcio tre assoluzioni
Le tre
persone sottoposte a processo
per la morte del dirigente della
Sammartinese morto il 27 gennaio
2007 dopo una rissa avvenuta
allo stadio di Luzzi (Cs) sono
state assolte.
La
Corte d’assise d’appello di
Catanzaro ha confermato la
sentenza di primo grado con cui
erano state assolte tre persone,
processate per omicidio
preterintenzionale a seguito del
decesso di Ermanno Licursi, il
dirigente della squadra di
calcio della Sammartinese morto
il 27 gennaio 2007 dopo una
rissa avvenuta allo stadio di
Luzzi (Cs) con alcuni giocatori
e dirigenti della Cancellese.
Nessuna pesante condanna dunque,
di quelle chieste dal sostituto
procuratore generale Massimo
Lia, comprese tra i sette ed i
dieci anni di reclusione, per
gli imputati (Omissis), 43 anni,
e (Omissis), 25, entrambi
giocatori della Cancellese, e
per il dirigente della squadra,
(Omissis), per i quali hanno
prevalso le tesi difensive degli
avvocati De Marco, Manno,
Ingrosso, Nucci, Bedini. Il
giudizio di primo grado si
concluse il 31 marzo 2010
davanti alla Corte d’assise di
Cosenza, quando i tre odierni
imputati erano stati assolti
dall’omicidio preterintenzionale
e condannati solo per rissa a
tre anni di reclusione, mentre
era stato scagionato da ogni
accusa (Omissis), 22
anni, per il quale non c'è stato
quindi appello. Una quinta
persona, il giocatore della
Cancellese (Omissis), aveva
già concluso il procedimento
davanti al giudice dell’udienza
preliminare, patteggiando tre
anni e tre mesi di reclusione.
6
luglio 2011
Fonte:
Quotidianodelsud.it
© Fotografia:
Sanremonews.it
OMICIDIO LICURSI
Assolto
(Omissis) in nuovo appello
L'ex
presidente della Cancellese è
stato assolto anche nel nuovo
processo d'appello disposto
dalla cassazione per l’omicidio
di Ermanno Licursi il dirigente
della Sammartinese morto al
culmine di una rissa nel gennaio
del 2007.
Assolto in appello (Omissis),
l’ex presidente della
Cancellese, squadra di calcio
rendese in Terza categoria,
accusato dell'omicidio di
Ermanno Licursi, il dirigente
44enne della Sammarinese morto
al culmine di una rissa il 27
gennaio del 2007 tra giocatori,
tifosi e dirigenti delle due
squadre di calcio. Il processo
in appello era stato disposto
dalla Cassazione. (Omissis) era
stato assolto dall’accusa di
omicidio in secondo grado
nonostante il procuratore
generale avesse chiesto una
condanna a 10 anni. Sentenza
impugnata in Cassazione dalla
Procura Generale che l’aveva
annullata rinviando gli atti ad
una nuova sezione della Corte
d'appello per accertare
eventuali responsabilità di
(Omissis). Oggi la nuova
assoluzione e la conferma della
sanzione di 300 euro.
19
dicembre 2013
Fonte:
Gazzettadelsud.it
Omicidio Licursi, risarcito per
ingiusta
detenzione l’ex
presidente della squadra rendese
(Omissis) sarà
liquidato con ventimila euro per
174 giorni trascorsi ai
domiciliari.
COSENZA - La corte d’Appello di
Catanzaro ha accolto la
richiesta dei legali di
(Omissis) sessantunenne
ex presidente della squadra
rendese Cancellese. L’uomo era
stato arrestato nel 2007 con
l’accusa di omicidio
preterintenzionale per la morte
del dirigente del team di San
Martino Finita Ermanno Licursi.
Al temine di una partita tra le
due compagini che militavano
all’epoca nel campionato di
terza categoria era scoppiata
una rissa sul campo di Luzzi. La
lite nel corso della quale
(Omissis) pare avesse tirato uno
schiaffo al dirigente della
squadra avversaria portò alla
morte di quest’ultimo. Licursi
infatti quel giorno pochi minuti
dopo l’episodio fu stroncato da
un arresto cardiocircolatorio.
(Omissis) fu posto agli arresti
domiciliari dove trascorse 174
giorni, mentre un calciatore
della Cancellese (Omissis)
venne condannato a quattro anni
di reclusione. (Omissis) al
termine del processo di primo
grado fu condannato (insieme a
(Omissis), (Omissis) e (Omissis)) a tre
anni di detenzione per rissa
aggravata, poi la pena in
appello fu rideterminata e
trasformata in una multa pari a
300 euro. I legali dell’ex
presidente della Cancellese dopo
aver presentato ricorso in
Cassazione chiesero che il
processo a carico del loro
assistito venisse rifatto e che
(Omissis) venisse risarcito per
l’ingiusta detenzione. Ieri al
termine dell’iter processuale i
giudici della corte d’Appello
hanno deciso che (Omissis) dovrà
essere liquidato con ventimila
euro per i danni psicologici e
all’immagine determinati dal suo
arresto.
23
aprile 2016
Fonte:
Quicosenza.it
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