Il buon seme
di Domenico Beccaria
Domenica 25 marzo, lo Juventus Club Bologna
"Gaetano Scirea" fondato nel 1968, ha celebrato i suoi
cinquant'anni di vita.
Il
presidente in carica da oltre trent'anni, Franco Febbo,
ha proposto un programma che prevedeva, oltre al
consueto pranzo sociale, una mostra, allestita presso la
Villa Pallavicini, a Bologna, quartiere di Borgo
Panigale. In occasione della festa è stata presentata
anche una loro pubblicazione curata da Renzo Bonoli,
socio del club, dedicata ai cinquant'anni del Club con
racconti e foto di tanti soci. Dato che questa è una
rubrica granata con lettori prevalentemente granata,
verrebbe spontaneo aggiungerci un "e chi se ne frega ?".
Invece no. La ragione per cui siamo interessati e,
aggiungiamolo, toccati,
da
questa notizia, è che la mostra presentata al folto
pubblico degli intervenuti, si intitola "70 Angeli in un
unico cielo - Heysel e Superga, tragedie sorelle". Già.
Da alcuni anni, più precisamente dal 2014, ovvero da
quando abbiamo allestito questa mostra, in
collaborazione con Domenico Laudadio, curatore della
Sala della Memoria Heysel, museo virtuale sulla tragedia
e Francesco Caremani, scrittore e giornalista esperto di
questo argomento per coinvolgimento diretto, entrambi
bianconeri di provata fede, e grazie alle strazianti
immagini di Salvatore Giglio, fotoreporter presente
all'evento, si sono instaurati rapporti di amicizia, e
ogni anno andiamo a Reggio Emilia, per le celebrazioni
dell’anniversario, organizzate dal locale comitato,
gestito con amore da Iuliana Bodnari e Rossano Garlassi.
Così, il mio fratellino Giampaolo Muliari è stato
contattato dai bianconeri felsinei che gli hanno chiesto
di avere la mostra. Avrebbero potuto chiedere anche solo
le tavole dedicate alla parte bianconera della tragedia,
invece no. Hanno scelto di averla per intero,
raccogliendo in pieno il messaggio forte che abbiamo
voluto lanciare quattro anni fa. Non ci sono morti di
serie A e di serie B. Tutti loro hanno diritto al
rispetto da parte di tutti e chi ne infanga la memoria
con scritte o cori oltraggiosi, è un infame che merita
il disprezzo dell'intera collettività. Se all’epoca
della mostra, specialmente nei due mesi che la
precedettero, il clamore fu tanto e le discussioni sui
social infuriarono, raggiungendo anche toni piuttosto
caldi, da entrambe le parti, ovvero sostenitori
dell'iniziativa e detrattori, ovviamente presenti in
entrambe le fazioni calcistiche, oggi stiamo arrivando,
pian piano, ad un sempre maggiore consenso, ad una
accettazione ragionata e non imposta di questo
insegnamento che la mostra ha voluto lasciare a chi ha
saputo coglierlo. La Livella, come la chiamò Totò, ci
mette tutti sullo stesso piano, ricchi e poveri, signori
e cafoni, granata e bianconeri. Pur mantenendo i
rispettivi ruoli, ben si intenda. Si può tifare a
favore, si può anche tifare contro, ma ci sono dei
limiti invalicabili, delle colonne d’Ercole della
ragione, che non vanno oltrepassate. Questo è lo sport,
questa dovrebbe essere la vita. Sana e leale
competizione, nel rispetto delle regole e
dell'avversario. E che vinca il migliore. "Ma anche no -
come disse Nereo Rocco - se no noi non vinciamo mai !"
Fonte:
Torinoggi.it © 28 marzo 2018
Fotografie:
Juventus Club Gaetano Scirea Bologna
©
Salvatore Giglio
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Icone: It.cleanpng.com ©
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