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BRUXELLES 22-01-2025
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Cerimonia Bruxelles 22.01.2025
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Piazzale Stadio "Roi Baudouin" Bruxelles 22.01.2025
Viaggio a Bruges (Girone di Champions League Club Brugge KV-Juventus)
Visita allo Stadio "Roi Baudouin" in Memoria delle 39 Vittime
Commemorazione a Cura di "Quelli di Sempre Corigliano"

Il gruppo "Quelli di Sempre Corigliano" a Bruxelles per una nobile causa

di Fabio Pistoia

Un’iniziativa che fa onore ai suoi giovani promotori e rappresenta la tangibile testimonianza del positivo binomio sport e sensibilità. Il gruppo "Quelli di Sempre Corigliano" ha fatto visita allo Stade du Heysel King Baudouin di Bruxelles, in Belgio, dopo la partita di Champions tra la Juventus e il Club Brugge KV. Quest’anno, infatti, ricorre il 40esimo anniversario della tragedia, il cui ricordo è rimasto indelebile nella memoria collettiva. I ragazzi presenti sono Gerardo Avolio, Dimitri Famigliulo e Domenico Caligiuri del gruppo "Quelli di Sempre Corigliano", che così spiegano l’iniziativa: "Abbiamo deciso di far visita per commemorare le vittime della strage dell’Heysel avvenuta mercoledì 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni di calcio tra la società italiana della Juventus e quella inglese del Liverpool, in cui morirono 39 persone, tifosi juventini". Un plauso a questi giovani concittadini, che testimoniano coesione sociale e spirito di solidarietà. Fonte: Coriglianocalabro.it © 22 gennaio 2025 Fotografie: Quelli di Sempre Corigliano © Italia.it ©

 

VERGOGNA: +39 SEMPRE E COMUNQUE !

di Fabio Clementi

Di questa rapida e avventurosa trasferta a Bruges potrei dire molte cose, a partire dalla meraviglia di una città in cui il tempo pare essersi fermato, tra canali e vie in pavé che all’improvviso si aprono alla scoperta di edifici medievali e cattedrali gotiche le cui guglie dal cuore delle Fiandre occidentali portano dritto al Cielo… Ma, al di là dell’ennesimo pareggio di cui onestamente ci importa anche il giusto perché noi la squadra la sosteniamo sempre e comunque a prescindere dal frangente storico e dai risultati, per noi juventini venire in Belgio - che poi è anche una delle ragioni di questo viaggio - significa soprattutto ricordare i nostri 39 angeli dell’Heysel, ingiustamente massacrati in quella maledetta notte del 29 maggio 1985, di cui in questo 2025 ricorreranno i 40 anni. Ebbene, nel fare tappa all’Heysel a Bruxelles, oggi stadio Re Baldovino (perché di quella notte hanno voluto cancellare anche il nome), io ed Elia ci siamo imbattuti in un episodio che griderebbe metaforicamente vendetta, se non fosse per il fatto che la vendetta è un sentimento che non ci appartiene: giunti al cancello di ingresso dell’impianto, infatti, abbiamo spiegato ai due addetti della Security che saremmo andati a fare una preghiera veloce e a rendere omaggio alla memoria presso la targa apposta sul muro esterno dello stadio. Niente, accesso negato. A loro dire per un match di domani dell’Union Saint-Gilloise, di cui in serata ci sarà una conferenza stampa. Lo stesso trattamento hanno riservato a tutti gli juventini recatisi qui in questi giorni semplicemente per portare un fiore, un pensiero, una preghiera… Ora, a parte il fatto che precludere l’ingresso all’area dello stadio, peraltro in un punto esterno, ai tifosi della Juventus in questi giorni in cui la squadra gioca vicino è già di per sé un dispetto, ho spiegato educatamente di essere un giornalista e di aver chiesto all’ufficio competente dello stadio la possibilità di fare un rapido passaggio al piccolo monumento della memoria. Uno dei due stava ovviamente per accordarmi il permesso, ma l’altro con un tono sgarbato si è frapposto e ha detto che assolutamente non se ne parlava. Ha aggiunto anche qualche commento che mi ha fatto salire dal profondo del cuore uno sdegno autentico. Ho iniziato a ripetere, con tono concitato e ascendente ma senza pronunciare assolutamente alcuna offesa, "ici vous n'avez pas du respect, aujourd'hui comme il y a 40 ans!". Ci hanno allontanato anche per fare una foto all’ingresso, non ce l’hanno neppure voluta scattare insieme all’esterno e abbiamo dovuto provvedere da soli io ed Elia uno ad uno. Poi mi sono inginocchiato davanti al cancello, ho fatto un segno di croce e me ne sono andato. Prendo atto che a 40 anni di distanza da una tragedia che ha lasciato quasi tutti impuniti, a partire dagli organizzatori di quell’evento e dalle forze di sicurezza comodamente in sella ai loro cavalli mentre 39 persone morivano soffocate nella calca a causa del crollo di un muro di uno stadio osceno e insicuro, una persona iscritta all’ordine dei giornalisti italiano non viene fatta accedere all’esterno dello stadio per ricordare e narrare la memoria. E tutto questo avviene nella città sede delle istituzioni europee, per le quali ho grande rispetto e dalle cui radici democratiche, e ancor prima giudaico cristiane non a caso negate dai più, deriverebbero anche la libertà di stampa, la dignità e il rispetto delle persone, vive o defunte che siano. Concetti alla base della nostra convivenza civile e ormai sostanzialmente sconosciuti. Mio figlio Elia, che amo più di me stesso come le mie figlie Ludovica Maria e Novella Maria, mi è testimone. A futura e perenne memoria. VERGOGNA. +39 SEMPRE E COMUNQUE ! Fonte: Facebook (Pagina Autore) © 22 gennaio 2025 Fotografie: Quelli di Sempre Corigliano © GETTY IMAGES © (Not for commercial use)

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