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ARTICOLI 31.05.1985 (ESTERO)
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ARTICOLI STAMPA ESTERO 31.05.1985
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31.05.1985
ARTICOLI STAMPA ESTERO 31.05.1985

La Thatcher stanzia 700 milioni

Fascisti del National Front in mezzo ai tifosi del Liverpool

La Thatcher: "Li voglio in tribunale questi teppisti che ci infangano"

Sdegno in Europa. Perché la partita ?

Il Papa "Una ferocia degradante"

Liverpool tradita dai suoi fans

Sarà la Thatcher "a punire gli hooligans"

Liverpool, capitale della disperazione

Inghilterra burrasca politica  "E’ una pagina di vergogna"

"Eppure Carlo e Lady D. erano stati accolti con affetto"

Aiuti italiani e inglesi alle famiglie delle vittime

La Thatcher stanzia 700 milioni

LONDRA (PFdT) - "Ventiquattro ore dopo la tragedia gli avvenimenti di Heysel appaiono ancor più orribili", la signora Thatcher ha la voce tremante dalla collera e dall'emozione. Ci appare dinanzi al portone di Downing Street, indossa un sobrio vestito grigio, ed in poche occasioni è stata vista nervosa ed impacciata come adesso. La lady di ferro non soltanto è turbata, si sente tradita dai killer tifosi del Liverpool. Il Primo Ministro britannico non ha difficoltà ad ammettere che il problema della violenza negli stadi è uno di quelli che maggiormente la preoccupano anche perché sembra difficile intravedere una soluzione. Per controllare la esplosione dei teppisti, la first lady li aveva fatti scortare da duecento policemen. "Questi orrendi individui debbono essere catturati e severamente puniti", ha detto Margaret Thatcher riferendosi ai "mostri di Heysel". Il premier ha anche inviato un telegramma a Craxi: "Non vi sono parole per esprimere adeguatamente l'orrore e la ripugnanza che io e milioni di cittadini britannici abbiamo provato di fronte alle scene di violenza a cui abbiamo assistito durante la finale della coppa europea a Bruxelles. Questi terribili avvenimenti hanno arrecato vergogna e disonore ai responsabili e alla loro nazione. Non avrebbero mai dovuto verificarsi. A nome del governo di Sua Maestà desidero esprimere la mia più profonda partecipazione al dolore delle famiglie di tutte le vittime. Sono certa che voi istituirete un fondo per l'assistenza a quelle famiglie. So che il popolo britannico avrebbe il desiderio e l'aspirazione di contribuirvi". La dama di ferro aveva appena concluso la riunione (durata due ore) del consiglio dei ministri ed aveva proceduto ad avvisare l'Ambasciatore d'Italia Andrea Cagiati della sua intenzione di creare un fondo per le famiglie delle vittime dei "bruti che hanno gettato vergogna e disonore sulla Gran Bretagna" con una dotazione iniziale del Governo britannico di duecentocinquantamila sterline pari a circa settecento milioni di lire. I ministri della lady sono impressionati dalla sua determinazione. Ma i sentimenti del primo ministro sono condivisi da tutta l'Inghilterra. Un deputato conservatore, Terry Dicks, ha chiesto le dimissioni del ministro dello Sport MacFarlane. Il leader dell'opposizione Kinnock ha espresso da Budapest il suo "orrore e la sua rabbia", quello socialdemocratico David Owen è apparso altrettanto duro nella sua condanna e così pure l'Arcivescovo di Canterbury e la Regina Elisabetta. La stessa sovrana, come il principe Carlo e la principessa Diana, hanno inviato un lungo messaggio di solidarietà e rammarico a Pertini ed a Craxi. Il Consiglio comunale di Liverpool vuole visitare Torino per esprimere al sindaco italiano il turbamento della città inglese.

31 maggio 1985

Fonte: La Repubblica

ARTICOLI STAMPA ESTERO 31.05.1985 

di Paolo Filo Della Torre

LONDRA - Sono le prime ore di giovedì mattina, nelle vicinanze delle bianche scogliere di Dover ci sono soltanto fotografi, operatori e qualche reporter ad accogliere le navi che trasportano i tifosi del Liverpool, fatti partire con tutta fretta dal Belgio dopo il massacro allo stadio di Heysel. Sbarcano alcune migliaia di giovanotti dall'aria stralunata, molti hanno maglioni dello stesso colore, il rosso, della squadra del cuore. Altri sono avvolti nella Union Jack. Nessuno ha la giacca o la cravatta, non mostrano alcuna cura di se stessi: sporchi, barbe non rasate, abiti sgualciti. Alcuni appaiono tristi, avviliti, scossi dalla tragedia della sera, tra loro c’è chi giura che non metterà più piede in uno stadio ma altri sono polemici rifiutando ogni responsabilità: danno la colpa ai belgi e c’è persino chi afferma: "Gli italiani ci avevano picchiati lo scorso anno a Roma. Noi avremmo voluto dare loro una piccola lezione a Bruxelles. Se non si fossero fatti prendere dal panico e non fossero tutti scappati nella stessa direzione, il muro non sarebbe crollato". I bobbies che in questa occasione sono efficientissimi, li fanno marciare rapidamente verso i treni speciali che li riporteranno a Nord. L'operazione sbarco-partenza dura pochi minuti. Quattro ore dopo i treni arrivano a Liverpool. E’ una città piena di orgoglio per i suoi pochi gioielli residui, più splendenti di tutti le due formidabili squadre di calcio. I tifosi britannici hanno una lunga tradizione di violenza. Desmond Morris nel suo studio sul comportamento degli sportivi inglesi, li ha definiti un "tribal disaster" ed è risalito agli inizi del secolo per analizzare gli orrori del loro comportamento. Ancor di recente, ventitré anni fa, il Glasgow Rangers fu squalificato a Barcellona per il comportamento dei suoi fans. Lo stesso è avvenuto per il Tottenham nel 1974. Un anno dopo furono quelli del Leeds a seminare terrore a Parigi. Nel ‘77 e nel 1982 fu la volta del Manchester. Ma le squadre di Liverpool erano sempre state al di sopra di ogni sospetto. Adesso, come ha scritto oggi un quotidiano popolare, l'immagine del grande Liverpool si è macchiata in un pozzo di sangue italiano in Belgio. I parlamentari della città sono unanimi nel loro giudizio, malgrado la differenza delle loro etichette: "Liverpool sente il peso della vergogna". Afflitti per la umiliazione subita ad opera dei loro concittadini, appaiono gli abitanti di Liverpool. I pubs sono vuoti, la gente cammina a testa bassa, è difficile vedere qualcuno sorridere. Joe Fagan, l'allenatore del Liverpool dai nervi di ferro, intervistato dalla Bbc, ha tentato di sostenere le domande poi è scoppiato in un pianto di disperazione. Il sindaco ed il consiglio comunale avevano preparato una trionfale accoglienza per la squadra di ritorno da Bruxelles, ma bandiere e stendardi sono stati listati a lutto ed il ricevimento cancellato. Il presidente del Liverpool John Smith, un maturo signore molto stimato, ha tenuto una conferenza stampa per informare il governo e l'opinione pubblica di essere in possesso di prove sull'impegno terroristico del National Front, i neo-nazisti britannici che con la complicità di altri personaggi dell'Internazionale nera, si sono infiltrati tra i tifosi della squadra per alimentare tensioni e per aggravare gli incidenti. Bandiere e stendardi del National Front sono stati notati anche da numerosi osservatori allo stadio belga. Le prove di Smith saranno fatte pervenire al governo. Gli esponenti del "Fronte" hanno rivendicato la paternità dell'azione davanti allo stesso Smith. La rete televisiva inglese Itv ha mandato in onda ieri un filmato in cui si vede un tifoso sparare contro la polizia. Il tifoso secondo la tv britannica veniva dagli spalti occupati dal pubblico juventino.

31 maggio 1985

Fonte: La Repubblica

ARTICOLI STAMPA ESTERO 31.05.1985 

La Thatcher: "Li voglio in tribunale questi teppisti che ci infangano"

di Paolo Patruno

Condanna totale del primo ministro britannico che ha inviato un telegramma a Craxi annunciando anche lo stanziamento di 600 milioni per le famiglie delle vittime - Il Paese è in un clima da "crisi nazionale".

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE. LONDRA - La tragedia di Bruxelles ha fatto precipitare l'Inghilterra in un clima da "crisi nazionale". O almeno i toni usati da Buckingham Palace e dal governo Thatcher per biasimare questa "vergogna" sono quelli abituali delle crisi maggiori, degli avvenimenti che offuscano l'onore stesso del Paese agli occhi del mondo. Perché le immagini provenienti mercoledì sera dallo stadio Heysel e da allora ripetute senza pietà su tutti i canali delle televisioni inglesi sono penetrate in tutte le case ferendo in profondità il Paese, obbligandolo a un crudo esame di coscienza collettivo. Il primo ministro signora Thatcher aveva detto chiaramente fin da mercoledì sera che quanto è avvenuto a Bruxelles portava "vergogna e disonore sul Paese intero". E da questa condanna totale, senza attenuanti, non si è discostata nemmeno ieri, in una lunga dichiarazione alla televisione dove è apparsa profondamente turbata. "I tifosi inglesi sono da condannare" - ha detto senza perifrasi il premier. "Questi teppisti uccidono il football. Voglio prendere i responsabili di questi incidenti, mandarli davanti a un tribunale, condannarli a pene severe perché questo non avvenga mai più". La signora Thatcher ha quindi richiamato d'urgenza in patria i responsabili della Federcalcio inglese in missione a Città del Messico per la preparazione dei prossimi mondiali, ha convocato a Downing Street i dirigenti del Liverpool, i capi dei club di tifosi per accogliere il loro parere. Ma le sue decisioni le ha già prese. Ben prima di quanto fosse inizialmente previsto, entro il prossimo autunno, sarà in vigore una nuova legge di emergenza che darà maggiori poteri alla polizia, che vieterà la vendita di birra negli stadi al fine di evitare le intemperanze degli spettatori, la degenerazione del tifo in violenza teppistica parallelamente all'aumento del grado di alcol. Il primo ministro appare poi intenzionato, al di là di quelle che saranno le decisioni della Uefa, a bandire o almeno a rendere il più difficoltoso possibile le trasferte dei tifosi inglesi all'estero. Per evitare appunto che "il buon nome dell'Inghilterra venga infangato da bande di teppisti. Al pugno di ferro all'interno, la signora Thatcher abbina in queste ore ogni possibile riguardo verso l'Italia e verso il Belgio. Al presidente del Consiglio Craxi, il premier britannico ha inviato un telegramma di cordoglio e di simpatia in cui esprime "orrore e repulsione" per l'accaduto e preannuncia l'invio di 250 mila sterline (oltre 600 milioni di lire) come "iniziale contributo" al fondo di solidarietà per le famiglie delle vittime italiane. Per dare maggior enfasi alla sua azione, Downing Street ha anche stabilito un contatto diretto con l'ambasciatore italiano Raggiati. Il rammarico per quanto è avvenuto a Bruxelles per colpa dei teppisti inglesi è stato espresso ieri ufficialmente anche da Palazzo Reale. In un messaggio indirizzato al presidente Pertini, la regina Elisabetta II si è dichiarata "profondamente rattristata per la perdita di così numerose vite umane". Una seconda lettera è stata inviata anche dal principe di Galles, che è particolarmente amico dell'Italia. Con queste prese di posizione ufficiali di aperta condanna degli incidenti e di riconoscimento delle responsabilità dei fans del Liverpool, le autorità di Londra mirano a circoscrivere l'impatto negativo suscitato anche qui dalle dichiarazioni del ministro dello Sport Neil MacFarlane il quale mercoledì sera aveva rifiutato di esprimere la sua riprovazione incondizionata per le violenze di Bruxelles malgrado le eloquenti immagini televisive in attesa di saperne di più su quanto era effettivamente avvenuto. Qualche parlamentare conservatore ha già chiesto le dimissioni del ministro MacFarlane, incapace finora di arrestare la drammatica escalation della violenza, divenuta ormai endemica negli stadi inglesi con invasioni di campo e ripetuti scontri fra tifosi di opposte fazioni, culminate in incidenti mortali nel tragico incendio dello stadio di Bradford in cui erano morti il mese scorso 53 spettatori per la bravata di alcuni "hooligans", teppisti del calcio. La riprovazione è comunque generale, espressa su tutti i giornali che condannano "il bagno di sangue", la "finale vergogna", soltanto per citare alcuni titoli choc dei quotidiani popolari di Londra.

31 maggio 1985

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA ESTERO 31.05.1985 

Sdegno in Europa. Perché la partita ?

PARIGI - In Francia tutti i giornali dedicano la prima pagina alla tragedia di Bruxelles, trascurando ogni altro fatto di giornata. Il motivo dominante toccato pressoché da tutti è questo: si doveva proprio giocare ? Nella polemica è coinvolta la televisione francese, che "secondo molti avrebbe dovuto imitare quella tedesca e non trasmettere la partita". In Germania l'idea di escludere le squadre di calcio della Gran Bretagna dai prossimi tornei europei rimbalza nelle reazioni seguite alla tragedia. Il ministero degli Interni tedesco ha già chiesto intanto un rapporto dettagliato dei fatti a quello belga, per preparare in tempo utile i programmi di prevenzione della violenza in vista del campionato europeo di calcio che nel 1988 si svolgerà in Germania. Negli Stati Uniti raccapriccio e sdegno, i giornali scrivono che gli incidenti sono avvenuti per causa dei tifosi inglesi. Tutti esprimono perplessità sulle motivazioni che hanno spinto gli organizzatori a far svolgere lo stesso la partita. In Lussemburgo è ancora vivo il ricordo degli incidenti del 16 novembre 1983, quando in occasione dell'incontro della nazionale inglese orde di tifosi britannici devastarono il centro cittadino. L'episodio, ricordato nella stampa locale, testimonia che la violenza dei tifosi britannici non si limita alle partite di club ma è una caratteristica di ogni incontro calcistico. In Svizzera i giornali chiedono l'esclusione del Liverpool dalle prossime competizioni calcistiche e si domandano se era il caso di trasmettere la partita in tv; ieri a Berna c'è stata una protesta di numerosi cittadini di origine italiana di fronte all'ambasciata britannica. In Austria vengono mosse dure critiche alla polizia belga, dapprima troppo debole per impedire gli incidenti, poi troppo debole per far annullare la partita. La tivù austriaca ha trasmesso la partita senza alcun commento, con in sovrimpressione la scritta "questa non è la trasmissione di un incontro di calcio, ma un tentativo di evitare ulteriori massacri". In Spagna si parla della "finale della morte" e si ricordano gli atti di violenza avvenuti in tre occasioni negli ultimi tredici anni nel Paese per colpa di tifosi britannici. C'è preoccupazione per questa spirale di violenza.

31 maggio 1985

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA ESTERO 31.05.1985 

Il Papa "Una ferocia degradante"

CITTA' DEL VATICANO - Sconvolto dai gravissimi episodi di "barbara violenza" che hanno provocato a Bruxelles l'atroce morte di molte persone presenti allo stadio per l'incontro Juventus-Liverpool, Giovanni Paolo II "esprime vivo orrore e condanna per tali comportamenti feroci e irrazionali che degradano l'umanità e stravolgono le nobili finalità dell'autentico spirito agonistico". Lo ha scritto il segretario di Stato cardinale Agostino Casaroli in un telegramma che, a nome del Pontefice, ha indirizzato al cardinale Anastasio Ballestrero, presidente della Conferenza episcopale italiana. Analoghi sentimenti vengono formulati in un telegramma che Giovanni Paolo II, sempre a firma del cardinale Casaroli, ha fatto pervenire all'arcivescovo di Bruxelles, cardinale Godfried Danneels. In questo secondo messaggio il Papa dice di sperare che saranno adottati tutti gli sforzi necessari a livello mondiale "affinché lo sport non degeneri più in passioni cieche aggravate dall'abuso di eccitanti".

31 maggio 1985

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA ESTERO 31.05.1985 

Liverpool tradita dai suoi fans

Bandiere a mezz'asta, senso di vergogna - "Un anno fa tornammo trionfanti da Roma, oggi rientriamo disonorati".

DAL NOSTRO INVIATO. LIVERPOOL - La città ci accoglie con le bandiere a mezz'asta: gli striscioni di carta rossa che avviluppavano per i previsti festeggiamenti i pubs, le case e le macchine, penzolano tristemente sospinte dal vento. Liverpool è accasciata, non sotto il peso della sconfitta, ma sotto il marchio della vergogna. La sua fama di città sportiva, abitata da gente gioviale e di buon carattere è in rovina, irrimediabilmente cancellata dalle tragiche immagini di Bruxelles. Il giorno dopo la gente è ancora sgomenta, incredula. Come è potuto accadere tutto questo ? E’ possibile che fossero davvero tifosi del Liverpool quei teppisti che con le loro violenze hanno seminato distruzioni e lutti in Italia e in Belgio ? I primi gruppi di "fans" tornati nella tarda mattinata a Liverpool con un volo charter erano silenziosi, sotto choc. Uno, intervistato dalla tv, ha detto senza esitazioni: "Non seguirò mai più il Liverpool, non metterò più piede in uno stadio. Un anno fa eravamo tornati trionfanti da Roma. Oggi rientriamo disonorati. Mi vergogno di essere di Liverpool". Ma senza sminuire la responsabilità principale degli scontri alcuni hanno detto che la gravità degli incidenti è attribuibile anche alla polizia belga: "Non hanno saputo arrestare in tempo l'assalto degli hoolingans, e poi, invece di soccorrere i feriti, di arginare la folla, hanno cominciato a picchiare anche chi cercava soltanto di allontanarsi per salvare la pelle". Altri invece hanno parlato delle "provocazioni dei tifosi juventini, allo stadio e fuori, prima e dopo la partita, raccontando di aver visto fans bianconeri lanciar pietre e mattoni, mostrar coltelli dai finestrini dei pullman". Ma le contro accuse sono labili, frammentarie. Non c'è clima di passione in città, ma senso di colpa. Il municipio ha cancellato i festeggiamenti previsti, anche in caso di sconfitta, per la squadra che è rientrata, nel pomeriggio. Nella sede del club, in una affollata conferenza stampa, il presidente della società John Smith ha rivelato: "Sono stato minacciato personalmente da membri del National Front (un'organizzazione di estrema destra n.d.r.). Mi hanno detto di essere loro i responsabili delle violenze. Ma riconosco che sono stati anche i nostri tifosi a partecipare agli scontri. Ripeto però quanto ho già dichiarato a Bruxelles: quanto è avvenuto ha anche altri responsabili". Di fronte all'enormità della tragedia è logico che il presidente della società cerchi di diminuire le colpe dirette dei tifosi della sua squadra. Ma la città appare affranta e poco disponibile a questi mezzi di difesa. Ieri l'arcivescovo ha celebrato una Messa in memoria delle vittime e il Consiglio comunale di Liverpool ha progettato una missione di amicizia e di riconciliazione a Torino, per cercare di dimenticare che una serata di sport si è tramutata in tragedia. p. p.

31 maggio 1985 

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA ESTERO 31.05.1985 

LONDRA - Politica, cronaca nera e sport si mescolano nella tragica finale della Coppa del campioni di Heysel tra Juve e Liverpool, dov'è avvenuta la strage di trentotto tifosi (mentre circa trecento altri, com'è noto, sono rimasti feriti). Un teppismo della peggiore specie è riuscito a coinvolgere tre governi e a rovinare l'immagine dello sport più popolare in Europa. Il primo ministro inglese, signora Margaret Thatcher, ha convocato d'urgenza i massimi dirigenti della Federazione calcio britannica, Bert Millichip e Ted Cocker, per discutere con loro la situazione creatasi dopo la barbara aggressione ad opera di gruppi di ultras del Liverpool, ubriachi, contro il settore dei tifosi juventini nello stadio di Bruxelles. Questa convocazione si verifica nel momento in cui si fanno molto insistenti le voci di un possibile ritiro delle squadre inglesi da tutti i tornei europei di calcio a qualsiasi livello. Millichip è atteso a Londra non prima di questa sera, dato che attualmente si trova in Messico con la nazionale inglese per un torneo amichevole. Con Cocker, che è segretario della Federcalcio inglese, si trovava in Messico per un torneo di preparazione per la Coppa del mondo edizione 1986 con la partecipazione delle nazionali di Inghilterra, Messico e Italia. Prima di partire da Città del Messico, Millichip - che era già stato ampiamente informato dei tragici eventi di Bruxelles - ha rilasciato questa disarmata dichiarazione: "Ritengo che il comportamento dei nostri "hooligan" (teppisti) nel corso dell'anno passato, culminato nei terribili eventi ai quali abbiamo assistito a Bruxelles, possa benissimo significare che non vedremo più, e piuttosto a lungo, il nostro football in Europa. Il troppo è troppo e non possiamo andare avanti ancora con questi problemi". Con il suo spaventoso bilancio di morte, la tragedia di Bruxelles, la peggiore di questo genere nel calcio di tutti i tempi, ha certamente coronato quel processo di notorietà negativa che è stata costruita attorno dai tifosi inglesi negli ultimi anni grazie ad un succedersi apparentemente inarrestabile di episodi gravissimi che trovano le loro radici spesso soltanto nell'alcol e nella prepotenza. Quali sono state le reazioni degli organi di informazione inglesi ? La BBC ha sostenuto ieri sera, citando fonti attendibili, che la Thatcher è intenzionata a chiedere ai dirigenti della Federcalcio di proibire per due anni la partecipazione di squadre inglesi a tornei europei a qualsiasi livello. Il Times, l'autorevole e celebre quotidiano londinese, nell'edizione odierna afferma che quella del premier è una mossa tattica: la Thatcher infatti desidera, grazie a una decisione presa in almeno apparente, piena autonomia dalla Federcalcio inglese, anticipare un'eventuale esclusione dai tornei europei delle squadre inglesi decretata dalla Uefa, l'associazione delle Federazioni di calcio europee, che ha in programma di riunirsi a luglio per deliberare su questioni di interesse comune. Ieri, com'è noto, la Thatcher aveva deplorato nella maniera più drastica la violenza dei tifosi del Liverpool ed aveva annunciato che sarebbero state stanziate 250.000 sterline (circa 635 milioni di lire) in favore delle famiglie delle vittime e dei feriti. "Penso che non sia sufficiente inviare semplicemente un messaggio di simpatia e cordoglio - ha detto la Thatcher in una breve dichiarazione alla televisione italiana - ho ritenuto che tutti in Inghilterra (dove la gente è rimasta sconvolta dagli avvenimenti e chiede che gli ultras siano isolati) vorrebbero che il governo desse un contributo simbolico a loro nome, come un modo di esternare i nostri sentimenti...". Il presidente della Società calcistica Liverpool, John Smith, ha rivelato di essere stato avvicinato dopo la partita di Bruxelles da sei membri del Fronte nazionale della supremazia bianca, un movimento razzista di estrema destra, "Sono convinto che un gruppo di tifosi facinorosi del Liverpool siano i soli colpevoli di ciò che è accaduto, anche se capeggiati da elementi del fronte", ha detto Smith. Il Fronte nazionale è un piccolo partito che nelle elezioni raccoglie solo qualche voto in sede locale ed ha qualche consigliere in pochi comuni, mentre non ha alcun rappresentante in Parlamento. (ANSA)

31 maggio 1985 

Fonte: Stampa Sera

ARTICOLI STAMPA ESTERO 31.05.1985 

Liverpool, capitale della disperazione

La città simbolo della crisi inglese - Migliaia di giovani disoccupati, sacche di rabbia, il calcio e il ricordo dei Beatles.

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE. LONDRA - Da sempre, il calcio (come vent'anni fa la musica dei Beatles) è il sale della terra a Liverpool. Tuttavia, il terreno su cui si innesta è nel frattempo diventato un deserto economico e sociale, uno sfascio ambientale che probabilmente non ha uguali in Gran Bretagna. Qui, più che altrove, la crisi ha morso nel vivo delle strutture materiali e umane e la città (che nell'era vittoriana era l'orgoglio dei traffici marittimi e della prima rivoluzione industriale) è ora simbolo di un declino produttivo praticamente irreversibile. La disoccupazione (fino al trenta per cento) raggiunge punte record su scala nazionale, ci sono unicamente primati negativi, ad eccezione, naturalmente, di quelli che conquistano i rossi del Liverpool FLC, nello stadio di Anfield e gli azzurri dell'Everton, campioni nell'84-'85 sul rettangolo di Goodison Park. E’ lì che si va, al sabato pomeriggio, per sostenere, cantare, gridare: un superstite frammento di partecipazione in esistenze ingiustamente vuote, una dinamica unilaterale e partigiana, ma totalizzante. All’indomani del massacro di Bruxelles, Liverpool non ha quasi la forza di reagire difronte all'immensità della tragedia. Dolore, rimpianto, commiserazione per le vittime innocenti di una violenza che si stenta a riconoscere come propria. "Ognuno a Liverpool prova oggi un profondo senso di vergogna", ha dichiarato il vescovo. Tutti gli edifici pubblici hanno esposto ieri le bandiere a mezz'asta. Nessuno disconosce le responsabilità dei tifosi locali. Football come evasione, valvola di sfogo, occasione saltuaria ed eccezionale per farsi sentire e poter contare. Bisogna tornare a misurarli oggi, questi indici emotivi, quando l’inequivocabile messaggio che trasmettono è quello dell'abbandono e della disperazione. Le radici, osserva il commentatore sportivo Brian Glanville,  stanno in un particolare tipo di aggregazione civile: o piuttosto, nel suo disfacimento soprattutto durante i più recenti e tremendi anni della ristrutturazione selvaggia, della caduta dell'impiego, del degrado sociale. Una volta c'erano navi che andavano e venivano sul fronte del porto di Liverpool e Birlcenhead: quindici milioni di tonnellate all'anno, un terzo di tutto l'import export britannico. Ora gli 87 bacini e docks, i 43 chilometri di moli e banchine sono praticamente vuoti. Una volta c'era una fabbrica d'auto a Speke: se ne è andata. C'erano vetrerie, filande tessili, chimica, metalmeccanica: sono tutte in fase di accelerato smantellamento. E’ stato asportato il polmone produttivo, è andata rarefacendosi l'aria in cui respirare e crescere. Regge ancora il cuore politico di un centro di ottocentomila abitanti con una antica tradizione democratica e di sinistra, Ed è alla cittadinanza che i leaders locali laburisti chiedono ora una nuova prova di responsabilità, un rinnovato sforzo critico di comprensione per tornare ad esaminare  anche alla luce dei fatti di Bruxelles  la condizione reale e l'avvenire possibile di Liverpool. a. b.

31 maggio 1985

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA ESTERO 31.05.1985 

Messaggi della Thatcher e della Regina a Craxi e Pertini

Inghilterra burrasca politica "E’ una pagina di vergogna"

di Antonio Bronda

Conferenza stampa del premier britannico, raccolta di aiuti per le famiglie delle vittime italiane, consulto tra i ministri, aspre polemiche dei laburisti - Troppi precedenti di violenza negli stadi di oltremanica - Si annunciano misure eccezionali.

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE. LONDRA - Il cordoglio è profondo e commosso, ma altrettanto forte appare la volontà di far di tutto perché l'orrendo dramma non si ripeta. La regina, addolorata e sconvolta per un "avvenimento terribile", ha inviato solenni messaggi ai presidenti dell’Italia e del Belgio. Altrettanto ha fatto la signora Thatcher indirizzando il suo senso di partecipazione ai primi ministri Craxi e Martens. Il governo di Londra ha predisposto un primo contributo di milioni di lire sul fondo di solidarietà con gli scomparsi. La sciagura nello stadio di Heysel è una pagina nera che richiede ora l'immediato e radicale intervento di tutte le autorità interessate, la cooperazione di tutti gli organi statali e calcistici. Questo ha affermato il premier britannico, ieri mattina, in una conferenza stampa tesa e concitata. Il governo è disposto a prendere tutti i provvedimenti necessari, i più severi ed efficaci, ed è pronto ad ascoltare ogni suggerimento utile allo scopo di debellare la piaga della violenza del football che ha gettato un’ombra di vergogna sul buon nome della Gran Bretagna in patria e all'estero. "Se avete idee utili che possiamo realizzare - ha detto la Thatcher - vi preghiamo di sottoporcele per mettere fine ad una situazione intollerabile". E’ sotto pressione, il primo ministro, e l'intenso consulto col ministro dello Sport MacFarlane, e col sottosegretario agli Esteri, Luce, ha ieri lasciato trasparire l'ansia e l`urgenza di accreditare facoltà e poteri esecutivi che servono a raggiungere l'obiettivo. Le critiche sono numerose e taglienti. Molti esponenti politici, fra cui gli stessi deputati conservatori, rimproverano ritardi e insufficienze nell'azione governativa di fronte ad un fenomeno deleterio e inaccettabile che è andato peggiorando nel corso degli anni. "Abbiamo indugiato troppo a lungo - si dice - senza mai riuscire ad adottare misure adeguate e ora ci troviamo a dover fronteggiare una "malattia che è diventata endemica". Un parlamentare conservatore ha aggiunto: "affermiamo di essere il partito della legge e dell'ordine, ma il nostro fallimento negli stadi è evidente". Gli esempi sono sotto gli occhi di chiunque: troppo numerosi per elencarli tutti; abbastanza, come immagine complessiva, per intimorire e allarmare. Non è solo all`estero che si snoda il serpente demenziale della rabbia e del vandalismo. Nel campionato inglese non passa quasi settimana senza che si debbano registrare incidenti di crescente gravità: Millwall, Chelsea, Tottenham, Birmingham sono le squadre più recidive. Ma c'è molto di più. Ad esempio: l'annuale "amichevole" fra Inghilterra e Scozia non si può più disputare allo stadio olimpionico di Wembley perché la polizia non ce la fa a garantirne il regolare svolgimento. E quando non è la folla a creare il problema, è la precarietà degli impianti a sottolineare l'inesistenza delle condizioni di sicurezza minima come è accaduto con lo spaventoso incendio di Bradford, l'11 maggio scorso, che è costato la vita a 53 persone nel giro di pochi minuti. "Stiamo scelleratamente scherzando con la vita della gente -osserva amaramente il deputato laburista Tony Banks - dovremmo avere il coraggio di riconoscere per intero l'insanabile crisi in cui si dibatte il gioco del calcio inglese: allarmanti carenze organizzative, il dissesto finanziario in cui versano molte società minori. Un rapporto col pubblico che, per una ragione o per l'altra, risulta profondamente errato e fuorviante". La coscienza delle proprie responsabilità pesa parecchio. Basta dare un'occhiata ai titoli cubitali di tutta la stampa inglese all'indomani del massacro di Bruxelles. "Il tumulto che ha scosso il mondo" (Star). "l teppisti del Liverpool hanno provocato un bagno di sangue" (Sun). "L'ultima vergogna" (Mirror). "Una detestabile maledizione" (Mail). Il Telegraph è convinto che "la maggiore responsabilità cadrà sull'Inghilterra". ll Guardian ritiene che "il football, come gioco, è mortalmente ferito". Il Times si spinge fino a sentenziare la "morte" di quello che fino a ieri era lo sport più attraente del mondo. Un ombra del sospetto, da parte inglese, si rivolge, almeno in un caso, verso gli italiani accusati di aver partecipato anch'essi ai disordini dello stadio Heysel di Bruxelles. Ieri notte, il programma tv Eye, sul canale ltv, ha mostrato in dettaglio una sequenza che a detta del presentatore Alistair Burnett "incriminerebbe una parte almeno dei tifosi juventini". Le immagini rivelano, in mezzo a un gruppo, un giovanotto di una ventina d'anni, capelli bruni, in blusa verde, che avanza sul campo di gioco, difronte alla fila dei poliziotti belgi, e tende le braccia in avanti nell’atto di sparare con una pistola. La prima volta il colpo fallisce. Il ragazzo ci prova una seconda volta e il filmato mostra il flash giallo di una esplosione. Poi l’ignoto si ritira verso le gradinate da dove lancia un sasso presumibilmente in direzione delle forze di sicurezza. Subito dopo ritorna sul rettangolo verde e, apparentemente, esplode il terzo colpo. La sensazionale sequenza che ha per protagonista quello che Burnett ha definito come "tifoso juventino", è stata mandata in onda quasi ad avvertire che potrebbe esserci un altro lato nella interpretazione dei tragici eventi. Il commento è stato: "Da stasera, le indagini di polizia, a Torino, devono rivolgersi verso l'uomo in giacca a vento verde. Ma c'è anche fra i commentatori, chi insiste a richiamare la condizione di cui soffre un paese come l’Inghilterra attanagliato dalla sua peggiore crisi economica e sociale. La signora Thatcher propone il rafforzamento dell’apparato dell'ordine. Dà carta bianca alla polizia. Ripone fiducia nel potenziamento delle tecniche di sorveglianza elettronica. Vuole "spie" televisive su tutti gli spalti degli stadi allo scopo di identificare e perseguire per via giudiziaria i fomentatori delle risse e delle invasioni di campo. Il costo del progetto è enorme e nessuno dice da dove possono venire i soldi visto che la maggior parte dei bilanci dei 97 clubs inglesi si trovano in cattive acque e alcuni sono addirittura sull’orlo della bancarotta. Comunque, al più presto, il Parlamento sarà chiamato a deliberare. Ci saranno nuove leggi, si preannunciano misure draconiane: condanne più pesanti, ritiro dei passaporti, carte di identità rilasciate dalle società per ottenere l'ingresso negli stadi, perquisizioni personali agli accessi, proibizione delle bevande alcoliche, e così via. Ma l'interrogativo di fondo rimane: le cose sono arrivate ad un punto tale che solo interventi dettati da uno "stato di eccezione" potrebbero valere. Di questo, tutti si rendono conto e perciò l’atteggiamento genera e resta cauto e circospetto.

31 maggio 1985

Fonte: L’Unità

ARTICOLI STAMPA ESTERO 31.05.1985 

Stupore oltre che rabbia per il  comportamento degli inglesi

"Eppure Carlo e Lady D. erano stati accolti con affetto"

L'accorato rilievo è del dc Mastello, testimone oculare, con De Mita, della tragedia - Craxi da Mosca aveva cercato di bloccare l'incontro.

Roma, 30 maggio. La bandiera a mezz'asta, che fluttua nell'afa del temporale dalla finestra del ministro Falcucci, sembra esprimere lutto e colpa, più di tutte le altre che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giuliano Amato, ha fatto esporre sugli edifici pubblici: lutto e colpa di una scuola che non ha saputo educare a vivere lo sport come gara fra compagni, sicché lo si pratica come guerra. All'altro capo della Roma storica, all'ambasciata inglese, che sta proprio alle spalle della breccia di Porta Pia, il telefono continua a suonare impazzito: "Squilla da stanotte, ci dice Gordon A. Pirie, primo segretario addetto all'informazione. L'erba verde del prato è oggi meno verde e l'aristocratica solitudine dell'ambasciata è sorvegliata a vista dai carabinieri. Dal Viminale, Scalfaro ha dato disposizioni analoghe per tutte le sedi britanniche o italo-inglesi della penisola. "E' da stanotte - ripete Pirie - che riceviamo telefonate di italiani, alcune tristi, altre furiose". Poi ci dà il testo della dichiarazione che lord Bridges, ambasciatore di Sua Maestà, ha redatto nelle primissime ore del mattino: "Sono rimasto sconvolto e rattristato dalle spaventose scene di violenza... Vorrei esprimere al governo e al popolo italiano il mio più profondo rammarico per il fatto che cittadini britannici siano stati coinvolti in un comportamento tanto vergognoso". Il tono è in linea con quello delle parole pronunciate ieri sera dalla signora Thatcher, alle quali lord Bridges si richiama: "I responsabili hanno arrecato vergogna e disgrazia alla loro nazione e allo sport". Alla stessa ora, telegrafa a Pertini la regina Elisabetta; e il re Baldovino dei belgi gli esprime per telefono - dice un comunicato del Quirinale - "costernazione e solidarietà per i tragici avvenimenti allo stadio di Bruxelles e la sua deplorazione per il fatto che la polizia belga non sia riuscita a impedirli". Il comunicato è delle 8.41. Tre ore dopo, alle 11.44, le agenzie annullano questo testo, e ne diffondono un altro, che sopprime la regale deplorazione. Cos'è successo ? Siamo all'incidente diplomatico ? E’ vero che Baldovino ha deplorato la sua polizia ? E se lo ha fatto, poteva il Quirinale rendere il giudizio di dominio pubblico ? La farsa entra nella tragedia, che comunque assume tinte sempre più fosche. Da Bruxelles si apprende infatti che è morto il tifoso britannico, accoltellato da un sostenitore della Juventus, in città, prima che allo stadio Heysel si scatenasse la furia omicida dei sostenitori del Liverpool". Ma né la classe politica né i romani sembrano intenzionati a riconoscere attenuanti agli inglesi. La città è tutta un ribollire, da Fiumicino alle Camere, ai ministeri degli Esteri, del Turismo, della Difesa, alle sedi politiche, culturali e sportive. Fra i primi 600 connazionali che scendono dagli aerei partiti stanotte da Bruxelles ci sono De Mita e Mastella, testimoni della tragedia come i ministri Nicolazzi e De Michelis "Sono sconvolto - dice Mastella -, gli inglesi dovrebbero ricordare gli attestati di affetto e di stima che gli italiani hanno offerto a Carlo e Lady Diana. Chiederò al governo di avere spiegazioni dal Belgio sull'inefficienza della polizia e di promuovere l'esclusione dalle coppe europee delle squadre inglesi, le cui tifoserie sono fatte di personaggi dell'arancia meccanica". Sullo sport degradato, si sofferma Nilde Jotti, sospendendo la seduta della Camera: "Forse perché sono una donna, mi sembra assurdo e disumano che si sia potuta svolgere la partita dinanzi a decine di morti e centinaia di feriti". In Germania, invece, prima in quella federale, poi in quella comunista, in tv avevano sospeso la trasmissione, giacché "ciò che sta accadendo a Bruxelles non ha nulla a che fare con lo sport". Anche Craxi - l'ha detto Amato alla Camera - da Mosca ha tentato di fermare la partita". "Le ragioni di ordine morale - ha aggiunto il presidente, rientrato a Roma - avrebbero dovuto prevalere". Parlano i leader politici, gli psicanalisti, i sociologi, i vescovi, gli sportivi. Il Papa chiede uno sforzo mondiale per rieducare lo sport. Parlano anche i magistrati: la procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta in base agli articoli 9 e 10 del codice penale: delitti di italiani o contro italiani all'estero. Parla il Coni: la giunta è convocata per le 10 di domani al Foro Italico per discutere - dice il segretario Mario Pescante - anche il piano di risanamento del calcio". f.o.

31 maggio 1985

Fonte: L’Unità

ARTICOLI STAMPA ESTERO 31.05.1985 

In un telegramma inviato al presidente del Consiglio Craxi, il premier inglese, Margaret Thatcher ha annunciato che la Gran Bretagna metterà a disposizione del Governo italiano un contributo iniziale di 250 mila sterline (circa 625 milioni di lire) per l’ assistenza alle famiglie delle vittime di Bruxelles. Da parte italiana, il ministero degli Interni ha stanziato per le famiglie bisognose che hanno avuto morti nel tragico prologo della partita una somma necessaria ad affrontare le prime necessità economiche: la cifra si aggirerà intorno ai 5 milioni di lire per famiglia. Intanto, la società Juventus calcio ha aperto una sottoscrizione a favore dei familiari delle vittime versando una prima quota di 200 milioni di lire; altri 100 milioni sono stati elargiti da giocatori e dirigenti. Certamente, invece, non vi saranno rimborsi da parte delle autorità belghe: si è appreso, infatti, che lo stadio dove si è svolta la finale non è assicurato per danni a terzi.

31 maggio 1985

Fonte: L’Unità

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