Ritorna
il ferito di Pinerolo
Carlo Duchene sta per rientrare
a Pinerolo. I rapidi miglioramenti degli ultimi giorni hanno
infatti consentito di accelerare i programmi di rimpatrio
di tre dei cinque italiani ancora ricoverati negli ospedali
di Bruxelles, a cinque settimane dagli incidenti che il
29 maggio fecero 38 morti e oltre 250 feriti allo stadio
di Heysel, prima della finale della Coppa dei campioni tra
Juventus e Liverpool. Il parrucchiere di Pinerolo fa parte
di questo gruppo. Dovrebbe arrivare già domani, come Elsa
Del Monte, di Orte, in provincia di Perugia. I due viaggeranno
in barella a bordo di aerei di linea. La Delmonte proseguirà
la degenza a Pisa, Duchene alle Molinette. Entrambi sono
attualmente ricoverati alla clinica "Erasmo". Degli altri
feriti, Carmelina Ferrara partirà invece giovedì, alla volta
di Patti, in provincia di Catania. La donna è attualmente
ricoverata alla clinica "Saint Lue". Dopo queste partenze,
i feriti italiani del 29 maggio in ospedale a Bruxelles
resteranno due: al "Saint-Jean" Giuseppe Vullo, le cui condizioni
vanno migliorando e che potrebbe ritornare a casa la prossima
settimana, e alla clinica "Erasmo, Luigi Pidone, l'unico
a non essere tuttora uscito dal coma e le cui condizioni
restano gravissime.
2 luglio 1985
Fonte: Stampa Sera
Ritorna oggi tifoso ferito
Carlo Duchene, 34 anni,
si è ripreso dal lungo coma - Da stasera alle Molinette.
Trentacinque giorni dopo
i tragici fatti dello stadio Heysel di Bruxelles torna stasera
a Torino Carlo Duchene, il giovane pinerolese colpito al
capo da un teppista inglese mentre si accingeva a salire
sulla vettura di un amico per far ritorno in Italia. La
partenza da Bruxelles è prevista per le 22 con un volo di
linea per Milano da dove proseguirà alla volta delle Molinette,
reparto del professor Fasano. Le sue condizioni sono in
continuo graduale miglioramento: "E’ stato un miracolo -
spiega la madre Maria - che è andato al di là delle stesse
speranze dei medici. Sembrava impossibile portarlo fuori
dal coma ed invece piano piano Carlo ce l'ha fatta. Prima
la sensazione del dolore e qualche parola, poi qualche movimento.
Nei giorni scorsi ha mostrato tali progressi da parlarci
telefonicamente". Carlo Duchene ha incontrato la scorsa
settimana anche la figlia Claudia, 11 anni, ed è stato continuamente
assistito al Sant'Erasmo dalla moglie Ivette, che rientrerà
stasera con lui. Con Carlo Duchene torna in Italia anche
Elsa Delmonte di Orte, in provincia di Perugia: verrà ricoverata
all'ospedale di Pisa. Con queste partenze i feriti italiani
ricoverati a Bruxelles restano due: Giuseppe Vullo che è
in sensibile miglioramento e che potrebbe tornare a casa
la prossima settimana, e Luigi Pidone, l'unico a non essere
ancora uscito dal coma e le cui condizioni restano gravissime.
3 luglio 1985
Fonte: La Stampa
ARTICOLI STAMPA
LUGLIO 1985
L'ultimo piemontese dell'Heysel
Carlo Duchene torna a casa.
Il tifoso juventino di Pinerolo, colpito al capo da un "red"
del Liverpool dopo la "partita maledetta" all'Heysel, lascia
questa sera alle 22, in aereo, la capitale belga: dopo 35
giorni d'ospedale. Un volo di linea lo porterà a Milano
e di là un'autolettiga lo accompagnerà a Torino, all'ospedale
Molinette, reparto del professor Fasano. Per quanto in continuo
miglioramento, infatti, le sue condizioni fisiche non sono
ancora perfette: Carlo Duchene è stato operato due volte
alla testa, e dall'anestesia del secondo intervento non
si è risvegliato per molto tempo. "Poi c'è stato il miracolo
- spiega adesso la madre Maria - qualcosa che neanche i
medici si aspettavano: sembrava impossibile che uscisse
dal coma. Invece lui, piano piano, ce l'ha fatta. Prima
dando flebili segni di ripresa, poi incominciando a sentire
il dolore e lamentandosi, poi incominciando a dire addirittura
qualche parola. Alla fine, qualche giorno fa, è riuscito
persino a parlare con me per telefono". Nei 35 lunghi giorni
trascorsi, la moglie di Carlo, Ivette, e la madre hanno
fatto la spola fra Pinerolo, dove la famiglia abita (Carlo,
33 anni, è parrucchiere e lavora insieme con la moglie al
negozio di via (omissis), e l'ospedale belga, il Sant'Erasmo.
E anche la figlia Claudia, 11 anni, la settimana scorsa
è andata a trovarlo. La moglie, che negli ultimi tempi è
rimasta sempre al suo capezzale, questa sera sarà con lui
sull'aereo. Ma se l'angoscia per la sorte di Carlo è passata,
resta pesante il ricordo di quella violenza gratuita. La
sera della partita, Carlo Duchene era in tribuna, con un
amico, Ivo Taverna. Alla fine dell'incontro, i due avevano
già raggiunto la loro auto, l'unica con la targa italiana
nel parcheggio ad un paio di chilometri dall'Heysel, quando
sono stati assaliti da due teppisti "reds" armati di spranghe
e pugni di ferro. Ivo ha reagito, ma Carlo è caduto in un
lago di sangue, colpito alla base del cranio e all'addome,
con le dita della mano destra e tre costole fratturate.
Quello stesso pomeriggio, in un bar del centro di Bruxelles,
Carlo Duchene era già stato vittima della violenza inglese:
un gruppo di tifosi del Liverpool gli aveva bevuto la birra
che lui aveva ordinato e pagato, ridendogli in faccia. Ma
ora l'incubo è finito. Di nuovo a casa, Carlo Duchene riuscirà
forse a dimenticare. Con lui, sullo stesso aereo, questa
sera torna in Italia anche Elsa Delmonte, di Perugia: verrà
ricoverata all'ospedale di Pisa. A Bruxelles rimangono ancora
due feriti: Giuseppe Vullo, che potrebbe tornare già la
settimana prossima, e Luigi Pidone, le cui condizioni restano
purtroppo gravissime.
3 luglio 1985
Fonte: Stampa Sera
ARTICOLI STAMPA
LUGLIO 1985
Chiesta l'incriminazione
dei tifosi che causarono i luttuosi fatti di Bruxelles
ROMA - La magistratura
romana è stata invitata ad incriminare formalmente le persone
che le polizie inglese e belga hanno identificato quali
presunte corresponsabili degli incidenti avvenuti il 29
maggio scorso nello stadio Heysel di Bruxelles, in occasione
dell'incontro di calcio Juventus-Liverpool. La richiesta
è stata presentata, con l'assistenza dell'avvocato Anselmo
Crisafulli da Antonio Conti, di Arezzo, che nel massacro
di Bruxelles ha perduto la figlia Giuseppina di 17 anni.
Sugli incidenti di Bruxelles, la procura della Repubblica
di Roma avviò fin dal 30 maggio scorso un'indagine preliminare.
Nell'istanza con la quale si costituisce parte civile, a
nome di Antonio Conti, l'avvocato Crisafulli ricorda i sentimenti
di orrore e di dolore suscitati dalla strage ed aggiunge
che la morte e le gravi lesioni riportate dai nostri connazionali
sono imputabili a fatti penalmente puniti, fatti di cui
v'è testimonianza nella "diretta". L'avvocato Crisafulli
sostiene che l'imponente massa di prove emerse fino ad oggi
consente al magistrato di attribuire l'accusa di "genocidio"
a tutti coloro che "in modo diretto o indiretto, per azione
o per omissione, abbiano preso parte agli atti che hanno
predisposto e determinato l'evento criminoso". Questo tipo
di reato comporta l'emissione obbligatoria dell'ordine di
cattura contro coloro che sono già stati identificati all'estero.
A chiarimento di fatti relativi all'organizzazione ed allo
svolgimento della partita, l'avvocato Crisafulli ha chiesto
al sostituto procuratore Alfredo Rossini, il magistrato
inquirente, di citare come testimoni i legali rappresentanti
del Coni, della Federazione Gioco Calcio, il presidente
ed il manager della Juventus, nonché i rappresentanti del
Liverpool.
4 luglio 1985
Fonte: La Stampa
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LUGLIO 1985
Liverpool: fermati altri hooligans
Negli stadi vietata la vendita di alcol
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE.
LONDRA - Finalmente fioccano le prime specifiche accuse
della polizia di Liverpool contro i tifosi-teppisti sospettati
della strage di Bruxelles. Gli investigatori hanno fermato
altri cinque sospetti hooligans che dopo il formale interrogatorio
sono stati rilasciati su cauzione. Il numero totale degli
inquisiti è salito cosi a 22, ma restano ancora da identificare
6 dei 15 ignoti tifosi inglesi le cui fotografie sono state
diffuse su scala nazionale dalla polizia, con un procedimento
inconsueto, attraverso giornali e tv. Gli inquirenti di
Liverpool hanno trasmesso il dossier giudiziario sui 22
tifosi sospettati di aver partecipato alle violenze nello
stadio Heysel all'ufficio delle public prosecution, alla
polizia e alla magistratura belga. Ma uno dei teppisti di
Liverpool, John Ellis, di 19 anni, comparirà già domani
in tribunale per rispondere delle accuse di violenza, danneggiamenti
e resistenza alla forza pubblica. Altri tre, David Berton
di 19 anni, George Davis di 34 e John Awork di 30, saranno
deferiti in tribunale la prossima settimana. Per gli altri
la comparsa in tribunale è prevista in settembre; fra questi
c'è anche un certo James McGill, di Liverpool, accusato
di aver attaccato un tifoso juventino con una sbarra di
ferro. Sono questi i primi risultati del lavoro compiuto
dalla polizia di Liverpool che ha visionato in questo mese
50 ore di filmati e 1500 fotografie per identificare i colpevoli
delle violenze di Bruxelles. La prossima mossa spetta alla
giustizia inglese che deve prendere una decisione sull'eventuale
estradizione degli accusati a Bruxelles per far fronte al
processo sul massacro nello stadio. Mentre si precisano
le prime responsabilità dei tifosi teppisti, ai Comuni è
stata approvata la legge che vieta agli spettatori delle
partite di calcio l'uso di bevande alcoliche. Il provvedimento
è passato con un iter accelerato grazie alla volontà congiunta
dei partiti conservatore, laborista e liberal-socialdemocratico.
Il ministero degli Interni, promotore della nuova legge,
spera che il progetto possa essere esaminato e approvato
anche dalla Camera dei Lords entro la prossima settimana
in modo da ricevere l'assenso reale prima della fine del
mese ed entrare in vigore all'inizio della nuova stagione
calcistica fra un mese e mezzo circa. Il governo è comunque
consapevole del fatto che non basta bandire la birra e gli
alcolici dagli stadi per stroncare le violenze degli hooligans,
ormai tristemente noti in tutta Europa dopo una serie di
violenze culminate nel massacro allo stadio Heysel dove,
prima della finale di Coppa dei Campioni fra Juventus e
Liverpool, perirono 38 spettatori. Ma la collaborazione
richiesta dal governo ai club, perché istituiscano tessere
di riconoscimento per gli spettatori e dotino gli stadi
di impianti televisivi a circuito chiuso per localizzare
tempestivamente i focolai di violenza, non sta trovando
positiva accoglienza tra le società calcistiche, che reclamano
anzi per i mancati introiti causati dal divieto di vendita
delle bevande alcoliche negli stadi. p. pai.
5 luglio 1985
Fonte: La Stampa
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LUGLIO 1985
Una
piazza per ricordare Bruxelles
Una piazza di Robassomero è stata dedicata alla
tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles. Lo ha deliberato
la giunta comunale "affinché non si dimentichino i drammatici
fatti che hanno sconvolto il mondo intero". La piazza, che
prenderà il nome "Vittime di Bruxelles del 29 maggio 1985",
si trova di fronte al campo sportivo.
5 luglio 1985
Fonte: La Stampa
ARTICOLI STAMPA
LUGLIO 1985
Erano in carcere dalla tragica
sera della finale di Coppa Campioni
Tornano a casa i 4 tifosi juventini arrestati allo
stadio di Bruxelles
Tra gli altri, il giovane
che sui teleschermi di tutto il mondo è apparso mentre impugnava
una pistola lanciarazzi. Erano imputati di danneggiamenti
e resistenza, alla forza pubblica - Inglese, condannato.
I quattro tifosi italiani
arrestati allo stadio Heysel di Bruxelles sono liberi da
ieri. Tra questi Umberto Salussoglia, 22 anni, lo juventino
torinese immortalato dalle televisioni di tutto il mondo
con pistola spianata verso i poliziotti (ma era una lanciarazzi)
nel campo di gioco. La libertà è stata concessa dalla magistratura
della capitale belga, confermando la decisione presa la
scorsa settimana, contro cui la procura del Regno aveva
interposto appello. Gli altri nomi: Claudio Ardito, 25 anni,
di Torino, Franco Spedicato, 25 anni, di Lecce, e Franco
Calabrese, 25 anni, residente in Belgio. I quattro erano
stati arrestati durante gli incidenti allo stadio che hanno
provocato la morte di 38 persone. La loro detenzione nella
prigione di Forest è durata esattamente un mese e sei giorni.
Salussoglia e Ardito erano imputati di danneggiamenti alle
cose e resistenza alla forza pubblica. Salussoglia era stato
anche accusato di aver tenuto con sé un oggetto pericoloso
per la sicurezza pubblica. Inoltre, ieri il tribunale di
Bruxelles ha condannato a nove mesi un tifoso del Liverpool,
John Michael Ellis, 19 anni: avrebbe partecipato all'assalto
di una rivendita di hot dog nei pressi dello stadio Heysel.
E' intanto alle ultime battute l'indagine della commissione
d'inchiesta della Camera belga per far luce sulle responsabilità
della tragedia. Dopo aver raccolto per tre settimane testimonianze
di organizzatori, responsabili politici e capi degli organi
di sicurezza, la commissione si è riunita ieri pomeriggio
a porte chiuse per mettere a punto il rapporto. Quasi sicuramente
già oggi si conosceranno i risultati. Il Consiglio dei ministri
del Belgio ha formato un gruppo di lavoro per esaminare
e firmare la convenzione approvata dal Consiglio d'Europa
contro la violenza nelle manifestazioni sportive. Un'altra
commissione è stata formata per definire le misure di sicurezza
da applicare nella prossima stagione.
5 luglio 1985
Fonte: La Stampa
ARTICOLI STAMPA
LUGLIO 1985
Erano stati arrestati dopo
la tragedia allo stadio Heysel
Scarcerati, tornano i due
torinesi di Bruxelles
Salussoglia e Ardito per
trentasei giorni nella prigione di Forest.
TORINO - E’ tornato in
Italia, ma probabilmente con destinazione Sardegna, Umberto
Salussoglia, il giovane torinese reso famoso in tutto il
mondo dalle riprese della tv britannica che lo mostravano
nell'atto di impugnare una pistola e sparare un razzo in
direzione dei tifosi inglesi nel tragico stadio Heysel di
Bruxelles la notte del 29 maggio scorso. Nella casa di via
(omissis), un elegante palazzo in Pozzo Strada, il campanello
squilla a vuoto. Stamattina la madre del ragazzo e il fratello
Marco, attualmente militare, sono usciti in gran fretta:
per raggiungere Umberto al mare ? Non è stato possibile
saperlo in quanto la destinazione finale del giovane tifoso
juventino, una volta rientrato in patria, è stata tenuta
nascosta a tutti. Alcune voci lo volevano addirittura ancora
all'estero. Come lui Claudio Ardito, 25 anni, di San Mauro,
ha fatto perdere le proprie tracce. Nessuno lo ha visto
tornare a casa ed i parenti coprono le sue mosse con una
cortina di silenzi. Dopo un mese e sei giorni di detenzione,
dunque, i due torinesi (e con loro anche Franco Spedicato,
leccese e Franco Calabrese, che abita a Bruxelles) sono
usciti dalla prigione di Forest dove erano stati rinchiusi
fin dal momento del loro arresto, in quella drammatica,
sconvolgente notte. Il tribunale belga li ha lasciati in
libertà provvisoria. Un giovane inglese, Michael Ellis,
19 anni, invece, è stato condannato per aver partecipato
con altri all'assalto ad una rivendita ambulante di hot-dog
e birra nel pressi dello stadio. Per tutti i protagonisti
italiani dei fatti dell'Heysel, però, le cose non sono certo
finite con la liberazione ed il ritorno in patria. Lunedì
prossimo Umberto Salussoglia dovrà farsi comunque trovare
dai funzionari della questura. Il dottor Pellegrino, il
funzionario che per primo lo aveva riconosciuto nei filmati
della tv, pensa di interrogarlo e lo stesso pensa di fare
il sostituto procuratore della Repubblica Marabotto, che
si occupa di accertare se e come il Salussoglia e gli altri
si siano resi responsabili di reati all'estero eventualmente
perseguibili anche in Italia.
6 luglio 1985
Fonte: Stampa Sera
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LUGLIO 1985
Richieste dimissioni del ministro
BRUXELLES - La pubblicazione del rapporto della
commissione d'inchiesta della Camera di Bruxelles sugli
incidenti allo stadio Heysel rilancia le iniziative e le
pressioni per le dimissioni del ministro dell'Interno Charles
Ferdinand Nothomb, indicato a più riprese fra i responsabili
della tragedia. Due degli esponenti della commissione d'inchiesta
hanno già annunciato che chiederanno ai rispettivi gruppi
di presentare mozioni di censura del ministro nel dibattito
sul rapporto, probabilmente venerdì prossimo, in sessione
plenaria. Il rapporto della commissione fa un elenco preciso
"delle lacune, delle carenze, delle deficienze" dei responsabili
delle forze dell'ordine e degli organizzatori, che sono
fra le cause del dramma dello stadio Heysel, anche se -
il presidente della commissione Robert Collignon, socialista
francofono, è esplicito in merito - la colpa maggiore va
ai teppisti britannici. Il 29 maggio, gli incidenti allo
stadio Heysel, prima della finale della Coppa dei Campioni
tra Juventus e Liverpool, fecero 38 morti, fra cui 31 italiani,
quando una carica omicida di teppisti britannici si abbatté
su una gradinata occupata da tifosi italiani. I feriti furono
oltre 250. Due di essi sono ancora ricoverati a Bruxelles,
uno tuttora in coma. Le polemiche che la pubblicazione del
rapporto della commissione d'inchiesta riaccende investono,
oltre che Nothomb, il borgomastro di Bruxelles, Hervé Brouhon,
capo della polizia, e il generale Robert Bernaert, capo
della gendarmeria. Esse potrebbero addirittura investire
il governo nel suo complesso, se in aula la maggioranza
di centro-destra, cristiano-sociali e liberali dovesse fare
quadrato intorno a Nothomb contro l'opposizione socialista.
Il rapporto dell'inquirente - va ricordato - ha un valore
morale e politico, ma non giuridico. Sulla base di esso,
tuttavia, la magistratura può intraprendere delle azioni,
là dove ne ravvisi l'opportunità. La commissione d'inchiesta
parlamentare venne istituita pochi giorni dopo i tragici
incidenti. In tre settimane, i nove commissari hanno ascoltato
numerosissime deposizioni giurate di autorità e testimoni
e hanno steso il loro rapporto. Ed ecco quali sono, secondo
le accuse formulate dalla commissione, le principali "lacune,
mancanze, deficienze" di organizzatori e responsabili della
sicurezza quel tragico 29 maggio. La gendarmeria è oggetto
delle maggiori critiche. Gli errori dei gendarmi appaiono
numerosi, sia nell'imminenza dell'avvenimento che durante
gli incidenti. Invitati a Liverpool per un viaggio di informazione,
non vi andarono, e neppure effettuarono un sopralluogo allo
stadio Heysel. Al momento del dramma, inoltre, la maggior
parte dei gendarmi era fuori dallo stadio e il loro intervento,
a causa di una struttura di comando rigida e di difficoltà
di comunicazione, non fu né tempestivo né efficace. Gravi
lacune vengono anche denunciate nell'organizzazione del
gabinetto del ministro Nothomb, che ha messo in funzione
la "cellula di crisi" non prima delle 19.45, cioè almeno
mezz'ora dopo il dramma. Il ministro arrivò sul posto alle
21,30. La commissione d'inchiesta è poi critica verso gli
organizzatori dell'Incontro - l'Unione belga e l'Uefa -
che non hanno venduto, come avevano garantito alle autorità,
i biglietti della curva della tragedia, il settore Z, a
tifosi belgi, ma a italiani, e che hanno scelto per la finale
europea uno stadio che non offriva garanzie di sicurezza.
La tesi della commissione è che gli organizzatori hanno
anteposto l'incasso alla sicurezza.
6 luglio 1985
Fonte: Stampa Sera
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LUGLIO 1985
Chieste dimissioni del
ministro belga
BRUXELLES - Il rapporto
della commissione parlamentare belga incaricata di fare
piena luce sulla tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles
ha accertato ampie responsabilità per i gravissimi incidenti
avvenuti prima della finale di Coppa dei Campioni nei quali
rimasero uccise trentotto persone. Anticipando il contenuto
della loro relazione ai giornalisti, alcuni membri della
commissione hanno annunciato l'intenzione di chiedere le
dimissioni del ministro degli Interni Charles-Ferdinand
Nothomb, responsabile delle forze di polizia dimostratesi
insufficienti e incapaci di evitare i disordini provocati
dai tifosi del Liverpool. E' probabile che durante il dibattito
il Parlamento sia chiamato a un voto di fiducia sulla coalizione
guidata da Wilfried Martens. Il presidente dell'organismo
parlamentare, Robert Collignon) ha reso noto inoltre che
la maggioranza dei nove membri ha messo in luce le gravi
manchevolezze della polizia e delle autorità politiche.
"La responsabilità criminale dei tifosi britannici è accertata,
ma ci sono anche altre responsabilità", ha sostenuto Collignon,
aggiungendo che anche i dirigenti calcistici belgi ed europei
sono da biasimare. Il rapporto, che verrà discusso dal Parlamento
venerdì prossimo, ricorda che è il ministro degli Interni
il responsabile dell'operato della gendarmeria. La commissione
ha concluso che Nothomb non ha coordinato l'organizzazione
del match e non è intervenuto quando la tragedia ha avuto
luogo. Per quanto riguarda le autorità calcistiche, il rapporto
sottolinea gli errori compiuti nella vendita dei biglietti,
mentre le autorità cittadine di Bruxelles sono state criticate
per le scarse misure di sicurezza in vigore nello stadio
e per l'assenza di strutture adeguate per separare i tifosi.
6 luglio 1985
Fonte: La Stampa
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LUGLIO 1985
"Governo, Polizia, Uefa è stata
tutta colpa loro"
BRUXELLES - L'accusa è precisa. Nella tragica notte
del 29 maggio allo stadio Heysel di Bruxelles hanno avuto
pesanti responsabilità anche il ministro dell'Interno Nothomb,
il borgomastro di Bruxelles, la Gendarmeria, gli organizzatori
della finale di Coppa Campioni. Queste sono le conclusioni
a cui è giunta la commissione d' inchiesta istituita dalla
Camera belga, che ieri ha terminato la propria indagine
sugli incidenti. Il rapporto della commissione, la cui stesura
è stata completata alle due del mattino, sarà ora discusso
dalla Camera in seduta plenaria. "Probabilmente venerdì
prossimo", ha annunciato il presidente dell'inquirente,
Robert Collignon, socialista francofono. Approvato all'unanimità
in quasi tutti i suoi passaggi, il rapporto contiene, tuttavia,
due affermazioni "passate" a maggioranza: entrambe si riferiscono
alle responsabilità nella vicenda del ministro dell'Interno
Charles Ferdinand Nothomb, cristiano-sociale francofono.
Esponenti socialisti della commissione parlamentare hanno
dichiarato che intendono proporre ai rispettivi gruppi,
francofono e fiammingo, di presentare una mozione per le
dimissioni di Nothomb. "Il rapporto dell'inquirente - ha
però precisato il presidente Colligon - ha un valore morale
e politico, ma non giuridico. Sulla base di esso, tuttavia,
la magistratura può intraprendere delle azioni, là dove
ne ravvisi l'opportunità". Riassumiamo quelle che sono secondo
il rapporto le principali "lacune, mancanze, deficienze"
di organizzatori e responsabili della sicurezza di quel
tragico 29 maggio. La Gendarmeria, corpo alle dipendenze
del ministero dell'Interno, è l'oggetto delle maggiori critiche.
I suoi errori appaiono numerosi, sia nell'imminenza dell'avvenimento
che durante gli incidenti. Invitati a Liverpool per un viaggio
di informazioni i suoi rappresentanti non vi andarono e
neppure effettuarono un sopralluogo allo stadio Heysel,
non constatando quindi la fragilità delle barriere per canalizzare
e separare i tifosi. Al momento del dramma, inoltre, la
maggior parte dei gendarmi era fuori dello stadio e il loro
intervento, a causa di una struttura di comando rigida e
di difficoltà di comunicazione, non fu né tempestivo né
efficace. Il ministero è accusato di aver messo in funzione
la "cellula di crisi" non prima delle 19.45, cioè almeno
mezz’ora dopo il dramma. Il ministro arrivò sul posto alle
21.30. Critiche infine agli organizzatori. L'Unione belga
e l'Uefa hanno venduto agli italiani, e non ai tifosi belgi,
come avevano garantito alle autorità, i biglietti della
curva del dramma, la Z. Per la finale era stato scelto inoltre,
uno stadio che non offriva garanzie. La tesi della commissione
è che gli organizzatori hanno anteposto l'incasso alla sicurezza.
In tre settimane la commissione d'inchiesta parlamentare,
composta da nove commissari, ha fatto un sopralluogo nello
stadio, ascoltato le deposizioni giurate del ministro e
del borgomastro, di funzionari e di esperti, di generali
e di ufficiali, del presidente dell'Unione calcistica belga
e di un dirigente del Liverpool. La Juventus, invitata a
portare la sua testimonianza, non si è presentata; così
pure ha scelto di fare l'Uefa. Le polemiche che la pubblicazione
del rapporto riaccendono potrebbero investire il governo
nel suo complesso se, in aula, la maggioranza di centro
destra, cristiano-sociali e liberali, dovesse fare quadrato
intorno a Nothomb, contro l'opposizione socialista. Umberto
Salussoglia, il 22enne tifoso bianconero che durante gli
incidenti che precedettero la partita Juve-Liverpool sparò
con una pistola scacciacani, non si trova. Il giovane rimesso
in libertà venerdì dalle autorità belghe (che lo avevano
arrestato insieme ad altri 3 italiani) non sarebbe rientrato
nella sua abitazione a Torino la famiglia si rifiuta avere
contatti con la stampa. Il giovane domani è atteso dal dottor
Pellegrino, funzionario della questura di Torino per un
interrogatorio.
7 luglio 1985
Fonte: La Repubblica
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LUGLIO 1985
L'inquirente belga accusa anche
borgomastro, gendarmi e organizzatori
"Responsabilità del ministro nella tragedia di
Bruxelles"
Chieste le dimissioni di
Nothomb - Venerdì la Camera esaminerà il rapporto.
BRUXELLES - Con un atto
di accusa che investe il ministro dell'Interno, il borgomastro
di Bruxelles, i responsabili della gendarmeria, gli organizzatori
della finale della Coppa dei Campioni, la commissione d'inchiesta
istituita dalla Camera belga ha concluso la propria indagine
sugli incidenti che il 29 maggio, allo stadio Heysel, fecero
38 morti, fra cui 31 italiani. Il rapporto della commissione
sarà ora discusso dalla Camera in sessione plenaria, probabilmente
venerdì prossimo. Unanime in quasi tutti i suoi passaggi,
il rapporto contiene tuttavia due affermazioni approvate
a maggioranza: entrambe si riferiscono alle responsabilità
nella vicenda del ministro dell'Interno Charles-Ferdinand
Nothomb, cristiano-sociale francofono. Il rapporto dell'inquirente
ha un valore morale e politico, ma non giuridico. Sulla
base di esso, tuttavia, la magistratura può intraprendere
delle azioni, là dove ne ravvisi l'opportunità. Due esponenti
della commissione hanno annunciato che chiederanno ai rispettivi
gruppi di presentare mozioni di censura sul ministro. Il
rapporto fa un elenco preciso delle lacune, delle carenze,
delle deficienze dei responsabili delle forze dell'ordine
e degli organizzatori, che sono fra le cause del dramma
Heysel, anche se il presidente della commissione Robert
Collignon, socialista francofono, è esplicito: la colpa
maggiore va attribuita ai teppisti britannici. La commissione
d'inchiesta parlamentare venne istituita pochi giorni dopo
i tragici incidenti e si riunì per la prima volta il 12
giugno. In tre settimane, i nove commissari, tre cristiano-sociali,
tre socialisti, due liberali, un regionalista fiammingo,
hanno fatto un sopralluogo nello stadio, hanno ascoltato
le deposizioni giurate del ministro e del borgomastro, di
funzionari e di esperti, di generali e di ufficiali, del
presidente dell'Unione calcistica belga e di un dirigente
del Liverpool (la Juventus, invitata ad apportare la propria
testimonianza, non si è presentata, come ha pure scelto
di fare l'Uefa). Riassumiamo quelle che sono, secondo il
rapporto, le principali "lacune, mancanze, deficienze".
La gendarmeria - Corpo alle dipendenze del ministero dell'Interno,
è l'oggetto delle maggiori critiche. Gli errori dei gendarmi
appaiono numerosi, sia nell'imminenza dell'avvenimento che
durante gli incidenti. Invitati a Liverpool per un viaggio
di informazione non vi andarono, e neppure effettuarono
un sopralluogo allo stadio Heysel, non constatando quindi
la fragilità delle barriere per canalizzare e separare i
tifosi. Al momento del dramma, inoltre, la maggior parte
dei gendarmi era fuori dallo stadio e il loro intervento,
a causa di una struttura di comando rigida e di difficoltà
di comunicazione, non fu né tempestivo né efficace. Il ministero
- Gravi lacune vengono denunciate nell'organizzazione del
gabinetto di Nothomb, che ha messo in funzione la cellula
di crisi non prima delle 19.45, cioè almeno mezz'ora dopo
il dramma. Il ministro arrivò sul posto alle 21.30. Gli
organizzatori - La commissione d'inchiesta è critica verso
gli organizzatori dell'incontro - l'Unione belga e l'Uefa
- che non hanno venduto, come avevano garantito alle autorità
belghe, i biglietti della curva del dramma, la "Z", a tifosi
belgi, ma a italiani, e che hanno scelto per la finale europea
uno stadio che non offriva garanzie di sicurezza. La tesi
della commissione è che gli organizzatori hanno anteposto
l'incasso alla sicurezza. (Ansa)
7 luglio 1985
Fonte: La Stampa
ARTICOLI STAMPA
LUGLIO 1985
Umberto Salussoglia è tornato
Domani il tifoso sarà interrogato
Per un'indagine preliminare,
parallela a quella avviata dalla magistratura belga.
"Umberto ? No, Umberto
non c'è... E poi cosa volete che vi dica. No, no, lasciatelo
stare... Non è nemmeno a Torino". Marco Salussoglia, fratello
del tifoso juventino che durante gli incidenti allo stadio
Heysel di Bruxelles era stato ripreso dalla tv con una pistola
(poi rivelatasi una scacciacani) spianata contro i poliziotti,
è irremovibile di fronte ai tentativi del cronista di avere
notizie di Umberto, 22 anni, rientrato dal Belgio venerdì
sera. Umberto Salussoglia, come gli altri tre italiani arrestati
subito dopo i tragici fatti che costarono la vita a 38 tifosi,
era detenuto nel carcere di Forest dal 29 maggio scorso.
"E’ sempre stato in isolamento spiega l'avvocato Carlo Altara
- e anche i colloqui con la madre, che ha trascorso buona
parte di questo mese nella capitale belga, sono stati concessi
con il contagocce". Umberto Salussoglia domani mattina sarà
sentito dalla polizia e dal sostituto procuratore Marabotto
in merito alle vicende di Bruxelles. "Il magistrato sta
facendo un'indagine preliminare" - spiega l'avv. Altara.
7 luglio 1985
Fonte: La Stampa
ARTICOLI STAMPA
LUGLIO 1985
Per la strage allo stadio di
Bruxelles il ministro degli Interni non si dimette
di Renato Proni
Attende il dibattito parlamentare
che si aprirà venerdì prossimo - Se dovesse persistere nel
suo atteggiamento e fosse sostenuto dai democristiani, il
governo rischierebbe di cadere.
BRUXELLES - Il rapporto
dei "nove saggi" del Parlamento belga sulle cause e sulle
responsabilità della morte di 38 persone allo stadio di
Heysel, prima della finale della Coppa dei Campioni tra
la Juventus ed il Liverpool, fa tremare il governo di coalizione
liberale-democristiano di Wilfried Martens. Sei membri della
commissione d'inchiesta, infatti, hanno identificato nel
ministro degli Interni Charles Ferdinand Nothomb (dc) il
responsabile politico del massacro per non avere predisposto
e fatto funzionare il dispositivo di sicurezza allo stadio.
Intervistato ieri sera dalla televisione belga, il ministro
Nothomb ha negato di avere alcuna responsabilità nell'eccidio
e ha aggiunto che toccava al borgomastro di Bruxelles coordinare
l'opera dei servizi di ordine. "Per questa ragione, accertata
anche dalla commissione d'inchiesta - ha concluso Nothomb
- non ho alcuna intenzione di dare le dimissioni". Venerdì
comincia alla Camera dei deputati il dibattito infuocato
sul rapporto dei "nove saggi" e altre domande saranno poste
al ministro degli Interni. E' possibile che, su richiesta
dei due membri socialisti francofoni della commissione parlamentare,
il partito socialista chieda le dimissioni di Nothomb. Il
maggior giornale di lingua francese del Paese, "Le Soir",
lo ha già praticamente condannato con questo titolo sull'intera
prima pagina "Heysel: la responsabilità di Nothomb dimostrata
?". La tragedia di Heysel pesa sulla coscienza collettiva
del Belgio ed è possibile che il Parlamento e i voti sull'eventuale
mozione di fiducia al governo non si dividano soltanto in
base agli schieramenti politici ma che riflettano l'orrore
di tutta la popolazione. In questo caso, Nothomb dovrà dimettersi
ed è forse possibile che Martens chieda a re Baldovino di
sciogliere il Parlamento con alcuni mesi di anticipo. La
criminosa negligenza delle autorità belghe, comunque, non
è stata ignorata nel rapporto di 34 pagine della commissione
d'inchiesta e già questo fatto indica che nel Paese c'è
un forte desiderio perché sia fatta luce sulle responsabilità
della tragedia e giustizia per i morti. Si tratta di vedere,
ora, se i socialisti condurranno a fondo l'attacco al governo,
se ci saranno "disertori di coscienza" nella votazione,
oppure se si deciderà di fare di Nothomb il capro espiatorio
e chiudere la vicenda. E' possibile, però, che il destino
di Nothomb sia legato a quello della coalizione ed allora
la ragion di Stato (o del governo) avrà il sopravvento.
Il Paese, comunque, non si sente collettivamente colpevole
per l'eccidio di Heysel. Anzi, la reazione più evidente
è di ira crescente contro la tifoseria britannica. Poche
centinaia di violenti hanno ucciso 38 innocenti, in larga
maggioranza italiani, sul suolo di un Paese abitualmente
tranquillo. Ma le autorità belghe conoscevano le abitudini
delle orde di oltre Manica e la loro negligenza nel controllarle,
è l'opinione prevalente, è diventata essa stessa una colpa.
8 luglio 1985
Fonte: Stampa Sera
ARTICOLI STAMPA
LUGLIO 1985
"Non scorderò ciò che ho visto
e le tante ingiustizie subite"
di Salvatore Gentile
Arrestato perché portava
uno striscione anti-inglese - Ha trascorso due settimane
in carcere in una cella d'isolamento.
LECCE - Dopo 40 giorni
Fausto Spedicato, che tra un mese compirà 25 anni, è tornato
a casa. Il giovane leccese, arrestato a Bruxelles prima
della partita Juventus-Liverpool, è riuscito a ottenere
la libertà provvisoria. Prima di raggiungere con gli amici
Porto Cesareo e tuffarsi nelle acque dello Jonio, racconta
ai giornalisti la sua disavventura. "Non potrò dimenticare
quel che ho visto e le ingiustizie che ho subito. Stavo
portando uno striscione con la scritta "Reds Animals" (dopo
che nello stadio era già stata consumata la tragedia) quando
la polizia ci ha raggiunti e manganellati. "Mi hanno dato
tante botte - ricorda - poi in un corridoio mi hanno tirato
per i capelli. Mi hanno fatto assalire e mordere da alcuni
cani-poliziotto, rinchiuso in un cellulare dove sono stato
nuovamente bastonato. Ho finto di essere svenuto, ma loro
hanno continuato lo stesso a bastonarmi. Poi mi hanno portato
in commissariato". In una cella, Spedicato ha passato la
notte. Alle 4 lo hanno chiamato e con altri italiani è stato
rimesso in libertà. "Ci siamo rivestiti e ce ne siamo ritornati
verso lo stadio - continua il giovane - ma ci siamo accorti
che avevamo lasciato in commissariato le nostre carte di
identità. Siamo tornati e loro ci hanno rimesso le manette,
sbattendoci di nuovo in cella". Dopo avergli fatto firmare
una confessione scritta in francese, Spedicato è stato lasciato
in isolamento per 14 giorni. Poi, per ragioni di salute,
è stato trasferito in un'altra cella dove c'erano i due
ragazzi belgi, uno dei quali parlava italiano. Non poteva
parlare con altri connazionali, ma con la complicità di
qualcuno riusciva a mandare e a ricevere qualche bigliettino
da Umberto, un ragazzo torinese trattenuto anch'egli in
carcere, e da Claudio. Fausto è il primo di tre figli di
Anna De Pascali, 47 anni, rimasta vedova nel luglio dello
scorso anno. "Non avrei mai immaginato di trovarmi in questa
situazione" - dice la donna, ricordando la vicenda che l'ha
costretta a recarsi in Belgio per due volte e a restarvi
prima otto e poi tredici giorni. "Fortunatamente l'ambasciatore
della Cee, Pietro Calamia, i funzionari del consolato e
dell'ambasciata sono stati premurosi e mi hanno aiutata.
A Lecce l'Ordine degli avvocati, attraverso il presidente
Fumarola, ha messo a disposizione di Fausto l'avvocato Enzo
Vernateone. Ma che pena per quel mio figliolo - aggiunge
- L'ho visto in televisione quella sera quando fu prelevato
dai poliziotti, ma non pensavo che l'avrebbero trattato
così. La sua colpa è quella di essersi unito agli altri
italiani per portare quello striscione". Osserva, quasi
piangendo: "Non credevo si potessero compiere tante atrocità.
Alcuni italiani feriti che ho visitato a Bruxelles mi hanno
raccontato che gli inglesi tiravano lattine di Coca Cola
in testa agli italiani, sputavano e addirittura orinavano
sui cadaveri. E i Belgi per tutta risposta hanno preso mio
figlio che non aveva armi, né bastoni. Il giudice lo voleva
scarcerare, come gli altri italiani, ma il procuratore del
Re, un giovane magistrato di 25 o 26 anni, s'opponeva e
li faceva restare in carcere.
8 luglio 1985
Fonte: Stampa Sera
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LUGLIO 1985
I due tifosi juventini liberati
a Bruxelles
Dopo un carcere "duro"
sotto inchiesta a Torino
Umberto Salussoglia e Claudio
Ardito non si sono fatti vedere da nessuno - I loro legali
parlano d'una detenzione assai "difficile".
I due tifosi juventini
arrestati dalla polizia belga e rimasti in prigione a Bruxelles
per 36 giorni, saranno sentiti dalla polizia e dal sostituto
procuratore della Repubblica Marabotto che segue l'inchiesta
sugli incidenti allo stadio. L'interrogatorio probabilmente
non potrà avvenire tanto presto. Umberto Salussoglia, famiglia
bene e qualche precedente per il suo tifo turbolento, fotografato
con una rivoltella scacciacani in mano, non è rientrato
a casa. Forse si è fermato in Svizzera per un periodo di
riposo, forse è arrivato direttamente in Sardegna per una
vacanza. Anche Claudio Ardito ha depistato chi voleva parlargli.
In casa, a San Mauro, nessuno l'ha visto. Gli avvocati che
si sono occupati del loro caso e i parenti assicurano che
l'esperienza del carcere è stata dura. "Sono sempre stati
in isolamento - aggiungono - anche i colloqui con la madre
sono stati concessi con il contagocce e, comunque, in un
clima difficile". Erano stati arrestati dopo la tragedia
allo stadio di Heysel, prima della partita Juventus-Liverpool,
quando i tifosi si sono scontrati provocando un disastro
di lutti e di morti. Dovevano rispondere di "oltraggio"
alla polizia belga ma, almeno per il Salussoglia, la posizione
si è improvvisamente aggravata quando gli operatori della
televisione hanno diffuso il filmato in cui lui era stato
ripreso, al bordo del terreno di gioco, con una rivoltella
in pugno. Si vedeva la fiammata del colpo - un petardo -
quando il giovane sparava. Per quello i giudici belgi non
hanno concesso subito la libertà provvisoria e l'hanno tenuto
in carcere fino all'altro ieri. Contemporaneamente la magistratura
di Torino ha aperto un'inchiesta autonoma affidandola al
sostituto Marabotto che è stato coadiuvato dal funzionario
della "mobile" Pellegrino. Guardando i filmati della partita
hanno identificato una dozzina di tifosi (teppisti ?) e
hanno avviato gli interrogatori. Ma, certo, la deposizione
più importante potrebbe essere proprio quella di Salussoglia
e Ardito.
8 luglio 1985
Fonte: Stampa Sera
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LUGLIO 1985
Heysel, la dc belga appoggia
il ministro
BRUXELLES - Il presidente del partito socialista
belga francofono, Guy Spitaels, ha ribadito la richiesta
di dimissioni del ministro dell'Interno Charles-Ferdinand
Nothomb, la cui corresponsabilità è stata indicata dalla
commissione parlamentare d'inchiesta sugli incidenti allo
stadio Heysel. Il presidente del ps ha confermato che i
socialisti "chiedono al ministro dell'Interno di trarre
le conseguenze" dalle conclusioni a cui è giunta la commissione
stessa. E' attesa da parte socialista la presentazione di
una mozione di censura nel dibattito - previsto per venerdì
- della Camera belga sugli incidenti. Il direttivo dei deputati
del partito cristiano-sociale, di cui fa parte Nothomb,
ha espresso invece il suo appoggio al ministro, confermando
che i parlamentari dovranno esprimersi secondo coscienza.
John Michael Ellis, il tifoso del Liverpool arrestato il
29 maggio per tentato furto, poco prima degli incidenti
allo stadio, e condannato a un anno di reclusione, ricorre
in appello. La condanna del tifoso, la prima inflitta per
i fatti avvenuti in quella tragica sera, era stata commentata
in modo critico dalla stampa belga, per la severità della
pena in assenza di prove (la cassiera che aveva subito il
tentato furto non aveva riconosciuto l'Ellis fra i suoi
aggressori). Molti giornali avevano affermato che la magistratura
belga aveva voluto "dare un esempio", col rischio di creare
un capro espiatorio.
9 luglio 1985
Fonte: Stampa Sera
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LUGLIO 1985
Nello stadio di Novara
un finto Heysel
di Marcello Sanzo
Saranno simulate le circostanze
della tragedia di Bruxelles con una "curva della morte".
Interverranno il nucleo emergenza volontari del soccorso,
polizia, carabinieri, vigili del fuoco.
NOVARA - Nel vecchio stadio
calcistico novarese di via Alcarotti verrà rivissuta la
tragedia dell'Heysel di Bruxelles. Sarà naturalmente solo
una simulazione, ma servirà per valutare tempestività e
capacità di intervento del comitato provinciale della Croce
Rossa italiana, con il suo nuovo nucleo di emergenza, sotto
gli occhi di migliaia di persone i soccorritori arriveranno
da tutte le direzioni e si porteranno nella zona dello stadio
che fungerà da "curva della morte". Nello stesso tempo polizia,
carabinieri e vigili urbani compiranno un fulmineo intervento
nelle gradinate, per sedare i tafferugli, che per l'occasione
verranno simulati, lo stesso intervento che a Bruxelles
purtroppo non ci fu. L'esercitazione di pronto intervento
(perché di questo si tratta) in caso di grave emergenza
è stata programmata per l'inizio di settembre e rientra
nel quadro delle manifestazioni organizzate dal comitato
provinciale della Cri che qui a Novara compie cento anni
risalendo al suo primo insediamento all'autunno del 1885.
A presentare il programma dei festeggiamenti e l'imponente
"operazione-stadio" è stato il presidente del comitato provinciale,
professor Vincenzo Giuliano, che ha ricordato come, esattamente
un secolo fa, su invito del generale Cadorna, che fu uno
dei primi presidenti nazionali della Cri, il novarese Carlo
Negroni costituì la sezione locale. Vincenzo Giuliano, primario
di pneumologia all'ospedale maggiore, si è soffermato sul
nucleo di emergenza costituito in seno al gruppo dei "volontari
del soccorso" e che è sempre pronto a intervenire in caso
di calamità in ogni angolo della provincia. Sarà questo
gruppo altamente qualificato e dotato di mezzi di soccorso
sofisticati al centro dell'operazione-stadio. Fra l'altro
il nucleo di emergenza della Cri di Novara dispone di un
centro mobile di rianimazione che verrà introdotto nel vecchio
stadio di via Alcarotti e consentirà l'immediato soccorso
dei feriti più gravi. Molte delle vittime dell'Heysel si
sarebbero salvate se i soccorritori belgi avessero avuto
a disposizione tali apparecchiature. Il professor Giuliano
ha spiegato che il "nucleo", voluto espressamente da lui,
ha già dato una convincente prova di funzionalità in occasione
della visita novarese del Papa. Le manifestazioni in occasione
del centenario novarese della Croce Rossa non si limiteranno
all'esercitazione di soccorso nel vecchio stadio, cittadino
(che per quanto ormai quasi in disuso è sempre più sicuro
dell'Heysel di Bruxelles). Il programma, curato da un comitato
darà spazio non solo al nucleo dei volontari del soccorso,
il più appariscente perché sempre in attività sulle strade
per portare aiuto per trasportare i feriti. In evidenza,
nel corso della giornata che il comitato sta organizzando,
anche le altre due importanti componenti della Croce Rossa:
quella delle infermiere volontarie, che operano nell'ambito
ospedaliero e quella delle "patronesse".
10 luglio 1985
Fonte: La Stampa
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LUGLIO 1985
Esercitazione della Croce Rossa
Novara rivive la tragedia
di Bruxelles
NOVARA - (m.s.) Imponente
esercitazione di soccorso nei primi di settembre a Novara:
lo stadio di via Alcarotti, che per vetustà può essere paragonato
all'Heysel di Bruxelles, ne sarà il teatro, mentre la parte
dei protagonisti toccherà agli uomini della Croce Rossa,
ai vigili del fuoco, agli agenti di pubblica sicurezza,
ai carabinieri e ai vigili urbani. Quanto al soggetto è
facile immaginarlo; verrà rivissuta la tragedia di mercoledì
29 maggio nella "curva maledetta" dell'Heysel. Nel vecchio
"Alcarotti", dove da anni ormai giocano solo alcune squadrette
di quartiere, ma che recentemente è stato messo alla prova
dai 15 mila spettatori al concerto di Claudio Baglioni,
verranno simulati i gravissimi incidenti di Bruxelles e
ci sarà l'intervento coordinato delle forze dell'ordine
(carabinieri, agenti di polizia e vigili urbani) che si
prodigheranno in ogni zona dello stadio a sedare scontri
e a separare gli ipotetici contendenti creando una barriera
insormontabile. Contemporaneamente i volontari del soccorso
della Croce Rossa, col loro nucleo di emergenza di recente
costituzione a Novara, si prodigheranno nell'opera di soccorso
ai feriti mentre i vigili del fuoco opereranno sulle strutture
pericolanti e creeranno anche dei passaggi atti allo sgombero
degli spettatori dalle zone più "calde". Il perché di questa
spettacolare esercitazione di protezione civile, coordinata
dalla prefettura di Novara, lo spiega il prof. Vincenzo
Giuliano, primario della divisione di pneumologia dell'ospedale
Maggiore e presidente da due anni del comitato provinciale
di Novara della Croce Rossa italiana. "Abbiamo creduto in
questo modo di fare una cosa utile predisponendo nei minimi
particolari l'operazione di emergenza. La tragedia di Bruxelles
rappresenta un terribile monito per tutti e ha dimostrato
quanto sia grave farsi trovare impreparati. Con questa operazione
inoltre apriremo le manifestazioni celebrative del nostro
centenario. La sezione novarese della Cri compie proprio
in settembre cento anni di vita e li vuole festeggiare con
una prova di efficienza, "all'insegna - spiega il prof.
Giuliano - della solidarietà umana che ha caratterizzato
questo primo secolo di vita della Croce Rossa novarese".
Impostata sul volontariato, la Cri effettua in un anno oltre
10 mila interventi solo nel settore del soccorso e trasporto
dei feriti nell'ambito del territorio della provincia. Sempre
in un anno i chilometri percorsi dalle autoambulanze superano
i 350 mila. "E tutto ci è possibile solo perché a fare questo
enorme lavoro sono dei volontari", spiega sempre Vincenzo
Giuliano. "Abbiamo seguito con grave apprensione il progetto
di legge che voleva dare alle Usl il compito del soccorso
dei feriti. Per fortuna, pare che a Roma stiano facendo
marcia indietro. Sarebbe infatti praticamente impossibile
per motivi economici fare fronte a questo servizio con dipendenti
delle unità sanitarie". Il soccorso a Novara è garantito
da 85 persone. A causa del blocco delle assunzioni i dipendenti
della Cri regolarmente stipendiati sono cinque in tutto.
Gli altri 80 che a qualsiasi ora del giorno e della notte
accorrono sui luoghi degli incidenti per raccogliere feriti
e portarli in ospedale sono volontari e cioè persone che
svolgono un'altra attività e garantiscono gratuitamente
(per ammirevole spirito di solidarietà umana) dalle 40 alle
45 ore mensili di servizio. Di questi volontari del soccorso,
25 formano il cosiddetto "nucleo d'emergenza" pronto ad
intervenire in caso di calamità in ogni angolo della provincia.
Tale gruppo, voluto espressamente dal prof. Giuliano e dotato
di attrezzature speciali, sarà fra i più impegnati nell'esercitazione
durante la quale si avvarrà dei due nuovissimi mezzi, quello
attrezzato per soccorsi urgentissimi e l'altro che è un
vero e proprio centro di rianimazione mobile.
11 luglio 1985
Fonte: Stampa Sera
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LUGLIO 1985
Solo gare amichevoli, restano
in vigore le altre misure - Le reazioni
ZURIGO - Le squadre inglesi
potranno di nuovo disputare incontri amichevoli fuori Europa.
La Fifa ha deciso di rivedere le misure di sospensione che
erano state adottate il 6 giugno in seguito alla tragedia
di Bruxelles del 29 maggio: "Davanti ai fatti dell'Heysel
- dice il comunicato diramato ieri - la Fifa ha dovuto prendere
misure urgenti, anche se a carattere provvisorio". "Prendendo
di nuovo in esame la situazione e dopo opportune consultazioni,
il comitato della Fifa ha preso ora le seguenti decisioni:
1) in Europa, la Fifa sostiene le misure prese dall'Uefa
e conferma le sue stesse decisioni del 6 giugno fino alla
prossima riunione del 13 dicembre 1985. 2) fuori d'Europa,
la sospensione pronunciata contro le squadre inglesi è tolta
con effetto immediato". Da Londra il presidente della "Football
association" , Beri Millichip, ha detto di essere "molto
eccitato" per la decisione della Fifa di togliere il divieto
alle squadre inglesi al di fuori dell'Europa. Questa decisione,
ha aggiunto Millichip, "ci offre la possibilità di recarci
in quei Paesi che sono ancora pronti ad accoglierci. Molte
squadre inglesi - ha però aggiunto con una punta di amarezza
- che avevano preso accordi per giocare all'estero, sono
state costrette a cancellare tutti i loro impegni". Millichip
ha poi dichiarato che il bando imposto dall'Uefa alle squadre
inglesi per giocare in Europa, decretato subito dopo i tragici
fatti di Bruxelles, "è giusto" e tutti devono accettarlo.
"Ogni volta che giochiamo sul continente - ha proseguito
- ci portiamo appresso questa gang di teppisti. E' quindi
necessario cercare prima di fare ordine in casa. Questo
sarà il risultato dell'azione congiunta di governo, associazione
calcio, polizia e magistratura". Il segretario della "Football
association" britannica, Ted Crocker, ha detto: "Sono ancora
un po' deluso perché permane il bando a giocare in Europa.
Forse questo è il massimo cui potevamo aspirare date le
circostanze". Ha però aggiunto di sperare che se le squadre
inglesi manterranno una condotta inappuntabile nella prima
parte della prossima stagione, la Fifa possa riconsiderare
il caso. A Torino il presidente della Juventus, Giampiero
Boniperti, ha dichiarato: "E’ una decisione positiva, il
primo passo verso la riabilitazione totale del club inglesi"
c. p.
12 luglio 1985
Fonte: La Stampa
ARTICOLI STAMPA
LUGLIO 1985
In un teso clima politico
Dopo la strage il Parlamento di Bruxelles decide
sui responsabili
Manovre del governo per
evitare le dimissioni del ministro degli Interni Nothomb.
di Paolo Soldini
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE.
BRUXELLES - C'è voluto un mese e mezzo. Stamane, in un mare
di polemiche e in una situazione politica incandescente,
la tragedia di Heysel arriva a un primo giudizio. La Camera
dei deputati belga affronta il dibattito sulle responsabilità
politiche, quelle di chi per insipienza o colpevole leggerezza
rese possibile l'incredibile carneficina del 29 maggio:
i 38 morti dello stadio, i 60 e più feriti, due dei quali,
Giuseppe Vullo e Luigi Pidone, rischiano ancora oggi la
vita in due ospedali di Bruxelles. Il primo ricoverato in
rianimazione, il secondo in uno stato di coma profondo dal
quale potrebbe non risvegliarsi mai più. Le "responsabilità
politiche": la formula sarebbe abbastanza vaga per dire
meno di nulla. Invece, fin dalle prime ore dopo la tragedia,
i suoi contorni si sono precisati intorno a un nome, a una
figura e ad un comportamento: quelli di Charles Ferdinand
Nothomb, democristiano francofono, ministro degli Interni,
uomo chiave del governo di centrodestra retto da Wilfrid
Martens. Nothomb avrebbe dovuto vigilare sulla corretta
adozione di misure di sicurezza intorno a una finale della
Coppa dei campioni che si annunciava infuocata, e non lo
ha fatto; avrebbe dovuto coordinare l’intervento delle forze
dell'ordine nel momento in cui gli incidenti si stavano
scatenando, e non l'ha fatto; avrebbe dovuto, l’indomani,
promuovere lui stesso l'inchiesta sull'accaduto e punire
i responsabili sul campo, e non l'ha fatto. Avrebbe dovuto,
soprattutto, tirare le conseguenze delle proprie omissioni
e dimettersi subito. E invece ciò che gli si rimprovera
di più, oggi, anche se non è su questo che deve giudicare
la Camera, è proprio l’atteggiamento del "dopo". Una miscela
penosa di arroganza e di cinismo: I ripetuti tentativi di
chiamarsi fuori, sostenendo che "fatti del genere sarebbero
potuti accadere ovunque"; che una partita di calcio, in
fondo, "è un evento privato"; che se lacune ci sono state
nell'opera di prevenzione è stato per colpa del mancato
coordinamento tra la gendarmeria (che dipende dal ministero
della Difesa) e la polizia municipale. Che lui, insomma,
non ha nulla da rimproverarsi... Sarà probabilmente la linea
della sua autodifesa anche oggi. Funzionerà ? A poche ore
dall'inizio del dibattito tutto è ancora incerto. I deputati
hanno a loro disposizione il materiale fornito la settimana
scorsa dalla speciale commissione d'inchiesta che ha ricostruito
il "come è potuto accadere" di Heysel. La commissione è
stata concorde su tutto: l'inadeguatezza dello stadio, la
leggerezza della Uefa e dell'unione calcistica belga, l'insufficienza
e il ritardo degli interventi di polizia. Solo su un punto
l'unanimità è mancata: le "responsabilità amministrative
accertate configurano o no una "responsabilità politica"
? I membri dei partiti di maggioranza nella commissione
(non tutti, però) si sono astenuti. Proprio il rischio che
l'intero governo sia coinvolto nella caduta ha contribuito
a rendere confusi gli schieramenti e incerto l’esito del
voto. I due partiti socialisti, fiammingo e vallone, hanno
già presentato mozioni che chiedono le dimissioni del ministro.
La direzione dei liberali fiamminghi ha dato l'indicazione
di votare secondo coscienza e altrettanto, ma con formule
più ambigue, hanno fatto quelle dei liberali francofoni
e dei cristiano-sociali fiamminghi dello stesso premier
Martens. Solo i cristiano-sociali francofoni sono compatti
in difesa del loro uomo Nothomb, anche se si presume qualche
caso di coscienza tra le loro file. In teoria, quindi, il
destino del ministro degli Interni sembrerebbe segnato.
Ma la paura di una possibile crisi di governo a meno di
cinque mesi dalle elezioni politiche (previste per l’inizio
di dicembre) potrebbe rinserrare le file della maggioranza
e salvare Nothomb. Conteranno di più le considerazioni sulla
tenuta della coalizione o le ragioni della giustizia verso
le vittime di Heysel e verso l'opinione pubblica belga,
la quale in grande maggioranza chiede che qualcuno paghi
per l'orrore e la vergogna del 29 maggio ? Lo si saprà solo
al termine del dibattito.
12 luglio 1985
Fonte: L’Unità
ARTICOLI STAMPA
LUGLIO 1985
Nothomb (Interni) davanti al
Parlamento che domani potrebbe farlo dimettere
Il ministro belga chiama
in causa 2 colleghi
ma non convince l'autodifesa
per Heysel
di Renato Proni
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE.
BRUXELLES - Il ministro degli Interni belga, Charles-Ferdinand
Nothomb, ha respinto con sdegno la richiesta dell'opposizione
a dimettersi per la sua "responsabilità politica" nella
tragedia allo stadio di Heysel in cui trentotto persone
sono morte, durante il dibattito alla Camera dei deputati
cominciato alle 10 di ieri mattina. E' partito anzi al contrattacco,
chiamando in causa i ministri liberali Gol, della Giustizia,
e Vreven, della Difesa, perché anch'essi hanno qualche responsabilità
per la gendarmeria, la cui negligenza è stata dimostrata
dalla commissione d'inchiesta parlamentare sul massacro.
Nothomb ha detto di "non essere colpevole", "di avere compiuto
per intero il proprio dovere" e di non avere responsabilità
dirette su come vengono disposti in loco i servizi d'ordine.
Il ministro ha anche dichiarato di essere vittima di un
complotto perché neppure per la morte di oltre duecento
minatori a Marcinelle (anche allora, come ad Heysel, quasi
tutti italiani) fu condotta un'inchiesta parlamentare e
ricercato un responsabile politico. La manovra del ministro
degli Interni è apparsa chiara a tutti: se io sono responsabile,
e quindi devo cadere, sono pure responsabili i ministri
liberali, e allora l'intero governo dovrà dimettersi. Questa
ipotesi, ieri sera, appariva molto improbabile. E' invece
possibile che oggi, al voto sulle mozioni che saranno presentate,
i liberali si dissocino dalla difesa del democristiano Nothomb
e che il suo stesso partito lo abbandoni al proprio destino
per salvare il governo, che già si sta preparando alle elezioni
di dicembre. Nel suo intervento, il capo del gruppo liberale
Robert Henriol ha già detto che Nothomb deve dare prova
della sua "concezione dell'onore", con chiara allusione
al suo dovere di lasciare l'incarico. Anche la signora Antoinette
Spaak, leader del fronte francofono, ha sollecitato le dimissioni
del ministro degli Interni. Nelle votazioni, conteranno
però soprattutto i voti del partito socialista e il capo
del suo gruppo parlamentare, Alain Vanderviest, è stato
chiaro quando ha detto a Nothomb: "Tiri le sue conclusioni
su ciò che l'opinione pubblica si aspetta e reclama. Ogni
giorno in più che lei resta al governo è un giorno in più
in cui lo Stato perde credibilità". Al dibattito sul rapporto
dei "nove saggi", che ritiene Nothomb responsabile politico
per i tragici fatti precedenti la partita Juventus-Liverpool,
hanno assistito tutti i membri del governo di coalizione
liberale-democristiana. Come osservatore, era presente anche
il conte Jacques Van Ypersele, il capo di Gabinetto del
Re, quasi a sottolineare le implicazioni di carattere costituzionale
sull'esito delle votazioni, che avverranno domani pomeriggio.
13 luglio 1985
Fonte: La Stampa
ARTICOLI STAMPA
LUGLIO 1985
Incredibile decisione della
Camera belga
Strage allo stadio: Nothomb "assolto" tra dure proteste
di Paolo Soldini
Per difendere il ministro
la maggioranza ricorre a trucchi procedurali - Critiche
dell’opposizione - Voltafaccia dei liberali.
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE.
BRUXELLES - Charles-Ferdinand Nothomb, il ministro degli
Interni del governo belga, è stato "assolto". Una incredibile
decisione, presa in un clima di bagarre dai soli deputati
della maggioranza, con una serie di trucchi procedurali
al limite dell’illegalità ieri sera a tarda ora ha affermato
che il ministro non ha alcuna responsabilità politica per
la tragedia di Heysel, per i 38 morti dello stadio, per
l'orrore di quel 29 maggio, quando l'attesa per la finale
di Coppa dei Campioni tra il Liverpool e la Juventus si
trasformò in una carneficina senza che nessuno avesse fatto
nulla per prevenirla. È stato un voto scandaloso che - come
hanno sottolineato in un clima di grande emozione gli esponenti
dell'opposizione - non fa onore al Belgio e alla sua immagine
di fronte al mondo, stravolge le regole del gioco parlamentare
e rappresenta un insulto alla memoria delle vittime. A pochi
mesi dalle elezioni politiche di dicembre, inoltre, intorbida
il dibattito politico nel paese, mettendo a nudo contrasti
durissimi all’interno della maggioranza di centro-destra
che vengono però nascosti dietro l'esigenza di mantenere
comunque in piedi il governo di Wilfried Martens. Pur di
evitare il rischio di una crisi di governo, infatti, i due
partiti liberali, il fiammingo e il vallone, che fanno parte
della coalizione si sono rimangiati tutto ciò che i loro
esponenti avevano affermato durante il dibattito e prima,
e hanno votato la mozione che salvava Nothomb. Le ultime
fasi della discussione sono state incandescenti e punteggiate
di gravi incidenti. Dal dibattito era emersa chiarissima
una maggioranza favorevole ad approvare il rapporto presentato
qualche settimana fa dalla speciale commissione d'inchiesta,
rapporto nel quale venivano additate senza mezzi termini
le responsabilità politiche del ministro degli Interni.
I due partiti socialisti, i gruppi regionali, i due partiti
liberali, perfino qualche rappresentante del partito di
Martens, i cristiano-sociali fiamminghi, avevano annunciato
che l’avrebbero votato, facendo precipitare, in tal modo,
le dimissioni del ministro o la crisi del governo. Ma, sfidando
regolamenti parlamentari, logica e buon senso, settori della
maggioranza governativa sono riusciti a imporre che si votasse,
preliminarmente, sulla decisione di prendere prima in esame
le diverse mozioni che erano state presentate a prescindere
dal rapporto. È a questo punto che il voltafaccia dei liberali,
preceduto da complesse e oscure manovre dietro le quinte,
ha rovesciato le carte in tavola. Poi, bocciata per 109
a 84, la mozione che chiedeva le dimissioni del ministro,
i socialisti dei due partiti, la Volksunie e gli ecologisti
hanno abbandonato l'aula e la mozione della maggioranza,
la quale con rara ipocrisia rimanda allo stesso governo
il giudizio sulle responsabilità di Nothomb, è stata approvata
con 109 voti, 3 no (di esponenti della PDF rimasti in aula)
e 4 astensioni, testimonianza di rari casi di coscienza.
"Avremmo voluto le dimissioni di Nothomb, votiamo sì solo
per evitare la caduta del governo": ha detto un deputato
liberale. Inutili erano stati tutti gli appelli rivolti
durante il dibattito a Nothomb perché, con un atto di dignità,
si decidesse lui stesso alle dimissioni.
14 luglio 1985
Fonte: L’Unità
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LUGLIO 1985
Bruxelles vince il governo.
Il ministro non se ne va
BRUXELLES - Il ministro
degli Interni belga, Nothomb, conserva il suo posto. Il
governo ha ottenuto la fiducia del Parlamento. Ieri a tarda
sera, dopo un dibattito durato due giorni sulle responsabilità
degli incidenti allo stadio di Heysel (38 morti, 31 italiani),
la Camera belga ha votato una mozione in tal senso: si sono
espressi in favore di Nothomb 109 deputati (quelli di maggioranza).
Al momento del voto l'opposizione ha abbandonato l'aula,
in segno di protesta. Ha vinto dunque la proposta presentata
dai cristiano sociali francofoni e fiamminghi, che chiedeva
fiducia per il governo pur ammettendo che vi erano state
"imperfezioni" nel funzionamento dei meccanismi di sicurezza
la sera della partita allo stadio di Heysel, e lo invitava
a prendere misure per assicurare la sicurezza negli stadi.
14 luglio 1985
Fonte: La Stampa
ARTICOLI STAMPA
LUGLIO 1985
LONDRA - La polizia del
distretto di Merseyside (Liverpool) ha arrestato un'altra
persona in relazione alle indagini sulla sciagura dello
stadio Heysel di Bruxelles nel corso della quale morirono
38 persone, quasi tutti tifosi della Juventus. Si tratta
di un uomo la cui immagine era stata diffusa dalla polizia
sulla scorta delle riprese cinematografiche e fotografiche
fatte durante gli incidenti avvenuti nello stadio belga.
Come per gli altri 25 arrestati, anche questo ultimo è stato
interrogato e rilasciato fino al 25 settembre prossimo dietro
cauzione. Ciò significa che i sospettati dovranno presentarsi
alla polizia quando saranno convocati. La polizia deve ancora
decidere se i sospetti, nel caso siano messi sotto accusa,
verranno accusati di omicidio in Gran Bretagna oppure saranno
estradati in Belgio per esservi processati. La polizia belga
aveva accusato i sostenitori del Liverpool di aver invaso
una parte dello stadio Heysel occupata da tifosi della Juventus,
causando una ressa in cui molti rimasero calpestati o soffocati.
16 luglio 1985
Fonte: La Repubblica
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LUGLIO 1985
Fermati in Inghilterra 28 tifosi
del Liverpool
LIVERPOOL - La polizia inglese ha fermato 28 persone
per interrogarle sul loro presunto coinvolgimento negli
scontri che precedettero la finale della Coppa dei Campioni
e durante i quali trentotto spettatori persero la vita.
Un uomo è stato fermato domenica scorsa nel distretto di
Lake, nell'Inghilterra nord-occidentale, dopo essere stato
identificato in una registrazione filmata degli incidenti
allo stadio di Heysel, il 29 maggio scorso. Tutti i 28 sospetti
sono tornati in libertà fino al prossimo settembre dietro
cauzione. Ciò significa che dovranno presentarsi alla polizia
quando saranno convocati. La polizia deve ancora decidere
se i sospetti, nel caso siano messi sotto accusa, verranno
accusati di omicidio in Gran Bretagna oppure saranno estradati
in Belgio per esservi processati. La polizia belga aveva
accusato i sostenitori del Liverpool di aver invaso una
parte dello stadio Heysel occupata da tifosi della Juventus,
causando una ressa in cui molti rimasero soffocati o schiacciati
soprattutto in seguito al crollo di un muro. Altre decine
di persone erano già state fermate nelle settimane scorse.
Gli agenti inglesi stanno infatti analizzando i filmati
degli incidenti e, di mano in mano che identificano qualche
tifoso, lo convocano per interrogarlo. Gli inquirenti sperano
attraverso questi interrogatori di ricostruire l'identità
del gruppo di tifosi, in maggioranza ubriachi, che assaltarono
il settore nel quale si trovavano gli spettatori di nazionalità
italiana e che quindi sono i responsabili materiali della
strage che si è poi verificata.
16 luglio 1985
Fonte: Stampa Sera
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LUGLIO 1985
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